Nel recente convegno di Abano Terme sulla Medicina della Riproduzione. è stato presentato uno studio condotto dall' Università di Padova, secondo il quale negli ultimi 60 anni le misure dell'organo sessuale maschile a riposo sono diminuite di circa 1 centimetro a causa dell'inquinamento ambientale che ha prodotto e produce alterazioni dell'equilibrio ormonale.
La ricerca è stata condotta prendendo in considerazione la media di 9,7 cm di lunghezza riportata dal rapporto Kinsey del 1948 e relativa a oltre 2.700 maschi (che va precisato, a onor del vero, erano americani e quindi forse non confrontabili al 100 per cento con quelli italiani) e quella di 8,9 cm rilevata in oltre 2000 diciottenni veneti dall'equipe del Centro regionale di crioconservazione dei gameti.
Diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti possono agire in due modi:
riducendo l'attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l'attività degli estrogeni femminili.
L'inquinamento ambientale inizia a creare danni all'apparato riproduttivo già nell'utero materno proprio perché altera l'equilibrio ormonale, riducendo, per l'appunto, l'attività degli androgeni che determinano la dimensione di pene e testicoli e dell'aspetto morfologico del corpo maschile. L'armonia e le proporzioni del corpo, infatti, sono determinate dagli ormoni.
I giovani del terzo millennio diventano più alti perché hanno le gambe sempre più lunghe. Questo sarebbe un altro effetto dello squilibrio ormonale da inquinamento.
l'inquinamento non fa male solo al nostro organo sessuale...
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