giovedì 30 settembre 2010

PRENDIAMOCI A CUORE ...IL NOSTRO CUORE

Fonte: (AGI)
Il cuore uccide anche i giovani: sono 5.000 l'anno solo in Italia le morti in eta' giovanile a causa di aritmie congenite, spesso non diagnosticate.
E' l'allarme emerso nel corso del convegno "Il cuore dei nostri giovani" promosso dall'Osservatorio Sanita' e Salute.
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in Italia (46% dei decessi registrati ogni anno), ben oltre la percentuale ascrivibile a tutte le patologie tumorali (28,4%).
Ogni anno nel nostro Paese 150 mila persone vengono colpite da infarto del miocardio, 127 mila da scompenso cardiaco, 70.000 sono sottoposte ad angioplastica coronarica, 12.000 ad ablazione transcatetere per varie aritmie cardiache, 180.000 ad impianto di un pacemaker permanente e 4.100 ad impianto di un defibrillatore automatico.
Infine, oltre 50.000 persone all'anno sono colpite in Italia da morte improvvisa a causa di aritmie cardiache maligne.
Di questi, circa 5.000 muoiono improvvisamente in eta' giovanile a causa di malattie aritmogene congenite.
Patologie che spesso rimangono silenti per diversi anni o non vengono diagnosticate in modo tempestivo.
E' fondamentale identificare precocemente eventuali patologie cardiache congenite per poter indirizzare i giovani verso un corretto percorso terapeutico.
Per questo motivo Cuore di Roma Onlus ha dato vita a una campagna di prevenzione rivolta ai giovani per rilevare eventuali cardiopatie congenite attraverso un'indagine strumentale di routine come l'elettrocardiogramm.
Ma la salute del cuore dei giovani passa anche da una valutazione dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari piu' diffuse come infarto ed ictus.
I ragazzi esaminati sono portatori di molti fattori di rischio cardiovascolare: una discreta percentuale e' sovrappeso, si alimenta in modo sregolato, non fa attivita' fisica, fuma, beve alcolici.
Fra 20 anni saranno candidati all'infarto.
E' fondamentale impegnarsi in campagne educazionali che promuovano la valorizzazione di una corretta alimentazione e favoriscano un regolare esercizio fisico che deve entrare a far parte di uno stile di vita salutare promosso fin dall'infanzia.

martedì 21 settembre 2010

ALZHEIMER: costi umani e sociali

(ANSA) - ROMA, 21 SET - Il costo della demenza senile, in primis l'Alzheimer, e' pari all'1% del PIL globale e ammonta a circa 400 miliardi di euro. I dati giungono dal rapporto 'World Alzheimer Report in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer.

L'allarme e' dell'Alzheimer's Disease International (ADI): i casi sono destinati a raddoppiare ogni 20 anni fino a toccare i 66 milioni nel 2030, i 115 milioni nel 2050, con aumento dei casi soprattutto nei paesi poveri.

giovedì 16 settembre 2010

SENTIRSI GIOVANI A 80 ANNI

Fonte: AGI
La ricerca internazionale sui servizi sanitari "Bupa Health Pulse", presentata oggi dalla London School of Economics (Lse), rivela l'emergere di una generazione di "giovani di spirito" che si sentono ancora giovani e in buona salute a 70 e 80 anni.
In Italia il 69% degli over 65 non si considera vecchia e quasi i tre quarti (72%) dicono di sentirsi ancora in buona salute.
Inoltre quattro su dieci (39%) degli ultrasessantacinquenni italiani pensano che la vecchiaia inizia a 80 anni - ben dopo l'eta' della pensione - e la maggioranza non fa assolutamente piani per prepararsi a questa realta'.
Meno di un quarto (23%) ha messo denaro da parte e i tre quarti pensano che le loro famiglie saranno pronte ad assumersi il carico della loro assistenza.
Il rapporto di ricerca sponsorizzato da Bupa , gruppo leader nelle assicurazioni sanitarie, e presentato oggi dalla London School of Economics (Lse) rivela che la rete di assistenza informale (il modello tradizionale delle famiglie che badano ai propri anziani) si sta disintegrando.
A spiegare il fenomeno una serie di fattori: il numero di persone anziane, che hanno bisogno di assistenza e' cresciuto piu' velocemente dei potenziali assistenti delle generazioni piu' giovani; l'aumento delle donne lavoratrici; la crescita delle case per una sola persona.
"In Italia e' bello che le persone si sentano giovani di spirito ma sfortunatamente non pensano alle difficolta' dell'assistenza che il loro Paese deve affrontare. - commenta il dottor Sneh Khemka, direttore medico di Bupa International -.
La grande maggioranza degli italiani pensa che i loro parenti saranno li' a curarli quando non potranno piu' farlo da soli.
Molti non si accorgono che le loro famiglie stanno cambiando e che i parenti potrebbero non essere in grado di assumersi il carico dell'assistenza in futuro".
"In tutto il mondo una combinazione di fattori societari ed economici (tra cui i cambiamenti demografici, la nascita delle famiglie allargate e la crescita del tasso di divorzi, la migrazione e l'aumento delle donne lavoratrici) stanno erodendo le strutture supportate dalla famiglia, che hanno storicamente fornito il grosso dell'assistenza per gli anziani non indipendenti. - spiega Jose-Luis Fernandez, ricercatore della London School of Economics -.
I sistemi di assistenza sociale stanno affrontando enormi difficolta' finanziarie e sta emergendo una sfida globale sul modo di supportare gli anziani non autosufficienti in futuro".
"Tutti gli anziani hanno diritto a cure personalizzate di qualita'. Ma questo sara' possibile solo se le persone che vivono per l'oggi cominciano anche a pianificare il domani. - conclude Sneh Khemka - Stimoliamo tutti a iniziare a pensare alla propria assistenza futura, iniziare a parlarne con le proprie famiglie e a prepararsi a essa". .

martedì 14 settembre 2010

Solitudine ed aspettativa di vita

Essere circondati da familiari e amici ti fa vivere piu' a lungo.
Al contrario le persone che non hanno alcuna vita sociale hanno il 50 per cento di probabilita' in piu' di morire rispetto a coloro che invece hanno molti amici e un rapporto stretto con i familiari. Questo e' quanto emerso da uno studio delle Universita' dello Utah e della Carolina del Nord, riportato dal quotidiano britannico Daily Mail.
I ricercatori hanno scoperto che chi socializza regolarmente con la famiglia e gli amici vive in media 3,7 anni piu' a lungo di quelli che conducono una vita solitaria.
Le persone con scarso sostegno sociale, infatti, hanno un tasso di mortalita' alto come quello degli alcolisti, mentre l'impatto di fare nuove amicizie e' comparabile a quello di smettere di fumare.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 148 studi condotti in 30 anni e che hanno coinvolto piu' di 300 mila persone.
"Gli amici e le persone di supporto possono rendere la vita piu' facile ogni giorno", ha detto Burt Uchino, che ha coordinato lo studio. "Possono incoraggiare - ha continuato - anche le pratiche per avere una migliore salute, come consultare un medico o fare piu' esercizio. Possono anche aiutare indirettamente, facendoci credere che si ha qualcosa per cui vivere". Secondo i ricercatori, il sostegno emotivo che danno le persone puo' aiutare a mettere i problemi nella giusta prospettiva.
"Avere relazioni sicure e sentirsi amati - ha detto Uchino - fa vivere meglio le persone".
Lo studio ha anche trovato un collegamento tra la morte e la solitudine sia negli uomini che nelle donne, indipendentemente dalla loro salute

lunedì 13 settembre 2010

SI PUO' INVECCHIARE IN BUONA SALUTE

Il costo delle cure sanitarie per gli anziani nei paesi industrializzati dovrebbe essere ricalcolato.
Questa e' la principale conclusione di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi e austriaci, secondo cui il miglioramento della qualita' della vita vissuta dalle persone in questa fascia di eta' rendera' l'investimento necessario per soddisfare le loro esigenze nei prossimi decenni non cosi' elevato come precedentemente si e' stimato, SOPRATTUTTO SE SI METTONO ATTO SIN DA ADESSO STRATEGIE DI PROMOZIONE DELLA SALUTE BASATE SULL'AUTO/ MUTUO AIUTO.
Visto che molti paesi stanno discutendo sulla possibilita' di aumentare l'eta' pensionabile, gli autori di questo studio pubblicato sulla rivista Science, suggeriscono un nuovo metodo per misurare l'invecchiamento.
I ricercatori credono che, piuttosto che basarsi unicamente sull'eta' cronologica, bisognerebbe tenere anche in conto altri fattori come il grado di disabilita' della persona.
Attualmente, spiegano i ricercatori, le previsioni d'invecchiamento tendono a "ignorare il progresso nella speranza di vita e le migliori condizioni di salute degli anziani".
"Questi indicatori - hanno aggiunto i ricercatori - considerano in molti casi che le persone sono piu' anziane quando compiono i 65 anni o anche prima", ha sottolineato.
Tuttavia, secondo gli scienziati, il piu' delle volte le persone di 65 anni non hanno bisogno di cure da parte degli altri. Non solo. Queste persone possono addirittura essere fornitori di assistenza agli altri.
"Se si applicano le misure da noi proposte per calcolare l'invecchiamento e se si tiene conto della maggiore aspettativa di vita e della riduzione del numero di persone affette da handicap legati all'eta', si vede che la popolazione invecchia piu' lentamente di quanto ci aspettavamo", hanno detto i ricercatori. .

21 settembre:NON DIMENTICARE CHI DIMENTICA

(AGI) - Milano, 11 set. -

Il 25esimo compleanno dell'associazione Aima e la 17esima giornata mondiale Alzheimer, che ricorre il 21 settembre, "si celebrano in un clima di crisi diffusa che non fa ben sperare per il futuro delle famiglie colpite dall'Alzheimer".

Lo sottolinea la stessa organizzazione in una nota ricordando lo slogan 'It's time for action!' lanciato da Alzheimer's Disease International per la giornata mondiale 2010, che "rischia in Italia di rimanere ancora una volta solo un invito lanciato nel vuoto".

Chi ha volonta' di fare "non aspetta la giornata mondiale per fare dichiarazioni e promesse nella luce del riflettore che si accende purtroppo solo il 21 settembre", ha commentato Patrizia Spadin, presidente e fondatrice di Aima. "Sfruttare la vetrina offerta dalla Giornata Mondiale per dire quanto e come sarebbe giusto agire in favore delle vittime dell'Alzheimer e' forse piu' scandaloso del sottrarsi consueto per mancanza di risorse e capacita' politica, al dovere di costruire delle reti di servizi e di tutela in risposta a necessita' e a bisogni fondamentali di salute".

Prosegue Patrizia Spadin: "La disperazione quotidiana in cui versano migliaia di famiglie colpite dall'Alzheimer, letteralmente abbandonate da istituzioni nazionali e regionali incapaci di costruire risposte adeguate, ha come unico conforto l'attivita' incessante di Aima che da 25 anni al nord come al sud, con la Linea Verde Alzheimer e le sedi locali, informa, sostiene e accompagna malati e familiari nel difficile e lungo percorso di malattia".

Aima celebra la giornata mondiale per far sentire le famiglie meno sole rilanciando lo slogan 'Non dimenticare chi dimentica', in 21 citta' saranno realizzate iniziative diverse (street screening a Milano, Bologna, Pistoia, Enna; concerti, convegni, feste, mostre, pranzi, corsi di formazione, letture di poesia, presentazione di libri) e la Linea Verde sara' attiva per 18 ore consecutive