lunedì 24 ottobre 2016

Quando il cervello prende delle brutte pieghe

Quando diciamo che dobbiamo essere noi per primi ad operare quei cambiamenti positivi ed evolutivi che vorremmo si realizzassero nel mondo, non intendiamo solo un'enunciazione etica, intendiamo che come dimostra questa ricerca appena pubblicata che il cervello più si abitua a comportamenti disonesti più è portato a ripeterli.

È possibile che il cervello si adatti a comportamenti via via più scorretti? Secondo una ricerca effettuata al Dipartimento di psicologia sperimentale dello University College of London (UCL) e ora pubblicata su Nature Neuroscience, le persone che agiscono in maniera disonesta una volta potrebbero più facilmente prendere decisioni disoneste in futuro, a causa di un meccanismo cerebrale che riduce nel tempo la sensazione di comportarsi ingiustamente.

La capacità delle regioni del cervello di diminuire progressivamente la propria attività in risposta a una situazione che si ripete nel tempo è un processo noto come adattamento e può verificarsi in presenza sia di stimoli di natura sensoriale (come un odore o un suono) sia di stimoli che richiedono un'elaborazione cognitiva più complessa (come quelli che generano un'emozione). 
Per esempio, è grazie all'adattamento sensoriale se quando ci troviamo in una stanza dove c’è cattivo odore, dopo un po’ smettiamo di percepirlo.

Continua...http://www.lescienze.it/news/2016/10/24/news/disonesta_adattamento_cervello_amigdala-3283556/

sabato 18 giugno 2016

BIOFOTONI : la medicina del futuro sarà la medicina della luce


Dalla luce dipende la salute e l’equilibrio di corpo, emozioni, mente e coscienza. In essa è contenuto un codice fondamentale per la nostra sopravvivenza e l’evoluzione del singolo e dell’intera specie.
Il biofisico tedesco Fritz Albert Popp ha dimostrato che le nostre cellule emanano luce sotto forma di biofotoni e che questa luce contiene un’informazione che interagisce con le reazioni enzimatiche che permettono la vita. Secondo i suoi studi, le cellule di un organismo comunicano tra di loro e con le cellule degli altri organismi attraverso la luce. In pratica, prima ancora di dialogare utilizzando le parole, le emozioni, l’empatia e la chimica degli ormoni, ognuno di noi lo fa attraverso la luce che emana e l’informazione che contiene.
La luce è collegata alla nostra forza vitale
Esistono molti studi straordinariamente interessanti collegati alla luce che emaniamo. Tra i tanti quello del biologo Protti che ha svolto delle originali ricerche sulla relazione tra luce biofotonica, tessuti cancerogeni e sangue. Le sue ricerche sembrano rivelare che esiste una stretta relazione tra vitalità e luminosità della persona (l’emissione di biofotoni): più luce emaniamo e più è intensa la nostra forza vitale, oltre che il nostro potere oncolitico (cioè di combattere le cellule cancerose). Tra gli esperimenti più rilevanti c’è quello effettuato in presenza di leucemie, dove è stato verificato che in presenza di queste patologie il sangue ha emissioni bassissime di biofotoni. La nostra salute è strettamente connessa con la luce che emaniamo e con la capacità che abbiamo di rigenerarla o di regolare la sua brillanza. Oggi i biofotoni sono oggetto di moltissime ricerche in tutto il mondo e negli Stati Uniti è stato dimostrato che le zone cutanee corrispondenti ai punti di agopuntura emettono più biofotoni del resto della cute. Mi piace pensare che l’anatomia energetica del futuro sarà basata sulla luce biofotonica cellulare.

sabato 23 gennaio 2016

LE ABITUDINI CREANO CIRCUITI NEURONALI

I segni di un'abitudine comportamentale sono ben evidenti in specifici circuiti del cervello che mostrano un'attivazione stabile e duratura. 
Lo ha scoperto una ricerca su topi, che ha mostrato quanto sia difficile farla finita con un'abitudine anche a livello cerebrale.


http://www.lescienze.it/news/2016/01/22/news/abitudini_circuiti_cerebrali-2938624/