sabato 28 febbraio 2009

DONARE UN SORRISO

Un sorriso non costa nulla e rende molto.
Arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
ma il suo ricordo è talora eterno.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno.
Nessuno è così povero da non poterlo dare.
Crea felicità in casa;
è sostegno negli affari;
è segno sensibile dell'amicizia profonda.
Un sorriso dà riposo alla stanchezza;
nello scoraggiamento rinnova il coraggio;
nella tristezza è consolazione;
d'ogni pena è naturale rimedio.
Ma è bene che non si può
comprare, né prestare, né rubare,
poiché esso ha valore solo nell'istante in cui si dona.
E se poi incontrerete talora chi non vi dona l'atteso sorriso, siate
generosi e date il vostro;
perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso
come chi non sa darlo ad altri

giovedì 26 febbraio 2009

La prevenzione cardiovascolare in WEB - TV

Le malattie cardiovascolari, soprattutto l'infarto e l'ictus costituiscono le cause piu' frequenti di ospedalizzazione e mortalita' nei paesi industrializzati.
Tutte le statistiche confermano una tendenza di crescita delle malattie cardiovascolari che tutti i servizi sanitari nazionali osservano allarmati.
Tuttavia, le malattie cardiovascolari presentano molti punti deboli e ognuno di noi avrebbe a disposizione armi eccezionalmente efficaci per combatterle: la piu' importante e' la prevenzione.
Corretta alimentazione, esercizio fisico, controlli periodici e farmaci quando necessario.
Per creare una consapevolezza diffusa sull'importanza fondamentale della prevenzione cardiovascolare, utilizzando al meglio, le possibilita' offerte dal web e dalle nuove tecnologie e' stata inaugurata da poco SIPREC.TV, la prima web-tv dedicata alla prevenzione cardiovascolare, dove vengono riportate le interviste a medici, specialisti, ma anche a dietisti, giornalisti e soprattutto persone comuni che raccontno in modo semplice e diretto le loro quotidiane esperienze collegate alla prevenzione cardiovascolare.

Alimentazione sana per ridurre efficacemente l'incidenza delle malattie degenerative

Bastano poche e semplici regole di buona alimentazione, a partire dalla rinuncia alle carni rosse e all'alcol da sostituire con frutta e verdura, per tagliare in maniera drastica l'incidenza dei tumori nel mondo, che sarebbero ridotti di un terzo.
E' quanto accertato da un grande studio del World Cancer Research Fund (WCRF), secondo cui il 39 % dei 12 principali tumori potrebbe essere evitato attraverso l'adozione di uno stile di vita sano.
Mangiare bene, dicono i ricercatori, ridurrebbe del 43% i tumori intestinali e del 42 % il cancro al seno .
Con piu' ortaggi e frutta fresca nella dieta e il taglio dell'alcol verrebbero prevenuti addirittura nel 67 % dei casi i tumori a bocca, faringe e laringe.
Solo in Gran Bretagna, questo equivarrebbe a piu' di 3300 casi ogni anno. Per il cancro dell' esofago, il 75 % dei casi potrebbero essere evitati con una maggiore assunzione di frutta e ortaggi, meno alcol e il mantenimento di un peso sano.
Il 45 % dei casi di cancro allo stomaco potrebbe essere ridotto con meno sale e piu' frutta e ortaggi.
Tenere sotto controllo il peso eviterebbe il 41 % dei casi di carcinoma pancreatico, mangiando verdure, riso e cereali a colazione.
Eliminare la carne rossa e scegliere le fibre eliminerebbe il 43% dei casi di cancro intestinale, cosi' come tenere il peso sotto controllo eviterebbe del 20% il rischio di cancro al rene, mentre il 42 % dei casi di cancro al seno potrebbe essere impedito da un taglio netto all'alcol, piu' esercizio fisico e mantenere il peso sotto controllo.
La relazione e' stata redatta da 23 esperti provenienti da tutto il mondo, che fanno poche raccomandazioni:
chi vuole prevenire il cancro deve restare magro, mangiare cinque porzioni di frutta e verdura ogni giorno, fare esercizio fisico per almeno 30 minuti ogni giorno. E poi evitare bevande zuccherine e abbattere gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri o grassi e a basso contenuto di fibre.
Fondamentale limitare le carni rosse (come la carne bovina, di maiale e di agnello): il limite massimo suggerito e' mezzo chilo alla settimana.
No anche alle carni "processate": pancetta e prosciutti, salsicce e hamburger.
Gli uomini dovrebbero bere non piu' di due unita' di alcol al giorno, mentre le donne non piu' di una.
Il sale deve essere limitato e sono sconsigliati gli integratori vitaminici.
"Questa relazione - spiega Sir Michael Marmot, presidente del WCRF - mostra che, facendo modifiche relativamente semplici, si potrebbe ridurre in maniera significativa il numero di casi di cancro in tutto il mondo. E' importante che a combattere contro i tumori siano le istituzioni, ma anche chi fa la spesa la mattina. A livello globale ogni anno ci sono milioni di casi di cancro che si possono evitare e questo e' il motivo per cui dobbiamo agire ora, prima che la situazione peggiori".

martedì 24 febbraio 2009

LA NOTTE CI PIACE, VOGLIAMO GIRARE IN PACE

Fonte:(ANSA) - ROMA, 24 FEB
Secondo le statistiche comunicate dal Viminale ( dati diffusi dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza) apprendiamo che nel 2008 i reati per stupro sono diminuiti dell'8,4%; nel biennio 2006- 08 i responsabili sono per il 61% italiani, seguiti da romeni (7,8%) e da marocchini (6,3%)
Analizzando l'andamento del fenomeno nel triennio 2006-2008, risulta che gli autori sono italiani nel 60,9% dei casi, seguiti dai romeni (7,8%) e dai marocchini (6,3%).
Le vittime sono per lo piu' donne (85,3%) e di nazionalita' italiana (68,9%).
La maggior parte degli stupri rientra nelle violenze sessuali non aggravate, anche queste in diminuzione del 7,4%.
Mentre i dati statistici riportano una diminuzione del reato, la percezione del rischio nella popolazione è invece in continuo aumento. Questo è dovuto all'enfasi con cui i mass media hanno trattato l'argomento da inizio 2009, con un'informazione mirata ad accrescere l'insicurezza dei cittadini (soprattutto donne) e la paura verso l'immigrazione presente sul territorio, mentre i dati sono al rispetto inequivocabili:gli italiani sono la maggioranza assoluta.
Ci viene il ragionevole dubbio che queste campagne da Ministero della Paura (reso impeccabilmente da Albanese) non sortiscano altro effetto che riportare le donne a casa o sotto-tutela e a diffidare sempre e comunque dei cittadini stranieri, associandoli pericolosamente a reati contro la persona e contro il patrimonio, i quali invece sono pur sempre i cavalli di battaglia nazionali e da esportazione. Ricordiamo che dove si sono spostati gli italaini nel mondo hanno anche esportato traffici illeciti e organizzazioni criminali. Italian style.

lunedì 23 febbraio 2009

La menopausa non è una malattia

La menopausa (dal greco=sospensione del mese) consiste nella fisiologica diminuzione e quindi cessazione della funzionalità ovarica che si manifesta naturalmente ad una età media di 50 anni.
Questo periodo, durante il quale la donna termina la proprie fase riproduttiva, è propriamente detta climaterio.
Si può affrontare questo periodo della vita con una terapia sostitutiva a base di ormoni andando tuttavia ad interferire con un meccanismo del tutto naturale, fisiologico e già programmato dalla nascita.
L'Omeopatia invece, riequilibrando l'organismo in toto, facilita il superamento di questo periodo della vita con i minor sintomi possibili.
Le donne in questo periodo della vita possono presentare sintomi lievi ma anche di una certa gravità.
Le vampate di calore e la sudorazione interessano il 75% delle donne, la maggior parte per circa un anno ma un terzo anche per più di 5 anni.
Sintomi correlati, non certo privi di importanza, possono essere: insonnia, nervosismo, irritabilità, sbalzi di umore, facilità al pianto, affaticamento, capogiri, palpitazioni, tachicardia, cistiti, vaginiti, rilassamento pelvico, nausea, stipsi, osteoporosi.
Bisogna comunque ricordare che la menopausa non è una malattia ma un periodo di transizione che prepara ad un nuovo modo di essere.
Ecco alcuni rimedi omeopatici per sopportare al meglio il naturale cambiamento in corso:
ARISTOLOCHIA CLEMATITIS quando è presente uno stato di irritabilità e depressione accompagnato da infiammazione alle vie urinarie, insufficienza venosa.
CIMICIFUGA quando predomina uno stato depressivo di rassegnazione e inquitudine interiore accompagnati da forti mal di testa con vertigini.
SANGUINARIA CANADENSIS in presenza di vampate di calore con arrossamento delle guance e delle orecchie accompagnate da sudorazione, irritabilità e ansietà; cefalea congestiva, pulsativa generalmente a destra.
IGNATIA in presenza di sintomi contradditori e paradossali in una persona ansiosa, sensibile, dolce, depressa, irritabile; l’umore è mutevole, paradossale e isteriforme.
LACHESIS per la persona irritabile, gelosa, logorroica, che non sopporta le cose strette al collo e alla vita, agitata, freddolosa ma intollerante al caldo, con tendenza e emorragie, flebiti, emorroidi.
SEPIA in presenza di irritabilità, ipersensibilità, tristezza, depressione, visione pessimistica della vita, indifferenza a tutto e a tutti, ptosi pelvica e spiccata sensazione di prolasso; tendenza a lombaggine e sacralgia.
Ricordiamo che l'Omeopatia è considerata atto medico, anche se i rimedi omeopatici sono disponibili in farmacia senza prescrizione medica, si consiglia di rivolgersi al medico specializzato in omeopatia-omotossicologia per le indicazioni delle diluizioni (CH).

domenica 22 febbraio 2009

Scuola di Scienze Quantistiche


CENTRO STUDI EDUCARE ALLA SALUTE
Via Della Repubblica, 75
EMPOLI

Venerdì 20 - Sabato 21 MARZO 2009
ore 9-18

VI UNITA' DIDATTICA

IL DESTINO SINCRONICO
relatore: dott.Gaetano Conforto

NULLA ACCADE PER CASO

Noi siamo i creatori della nostra realtà.
Come Esseri Quantici non conosciamo nessun limite,
né spaziale né creativo.
Il grande oceano di luce in cui siamo immersi,
da cui veniamo continuamente creati,
e dove continuamente creiamo,
opera
tramite un’infinita rete di eventi spazio-temporali,
il cui perfetto incastro
dà luogo
alla miriade di forme,
creature, paesaggi, che sono oggetto dell’amore Divino.
Questa rete perfetta di relazioni è ciò che costituisce la Sincronicità

Approfondimenti http://empowermenteducation.blogspot.com

martedì 17 febbraio 2009

CAREGIVER E DIABETE

In nove casi su dieci il paziente diabetico e' aiutato da un "caregiver", un assistente che lo aiuta nella gestione della malattia, il cui ruolo e' tanto importante che chi ha a fianco una figura di questo tipo si sente piu' soddisfatto di se stesso (il doppio rispetto a chi vive da solo) e spesso anche piu' attivo e vitale (il 63% contro il 56%).
Sono alcuni dei risultati dell'indagine condotta da Gfk Eurisko per Novartis a gennaio 2009 su circa 900 pazienti diabetici e 100 assistenti presentata questa mattina a Milano.
L'indagine rivela anche che oltre il 60% dei "caregiver" e' donna e che il sostegno al paziente e' piu' forte al centro-sud Italia (93%) di quanto non sia al nord (79%); il paziente viene aiutato dal "caregiver" - generalmente il coniuge, un figlio o un parente - a non dimenticare i farmaci (76%), a seguire una dieta controllata (72%, che a sua volta nel 74% dei casi diventa lo stile alimentare dell'intera famiglia), a fare attivita' fisica (55%) e a non mancare alle visite mediche (54%). Per il 51% dei "caregiver" far seguire al malato una dieta controllata e' la principale difficolta' quotidiana, mentre le complicanze che potrebbero insorgere sono la preoccupazione numero uno per il 69% delle persone che assistono un malato di diabete.
In Italia il diabete colpisce in egual modo uomini e donne, in particolare oltre i 65 anni; le donne sono in genere piu' autosufficienti nell'affrontare la malattia.
In circa la meta' dei casi sono vedove e si registra un picco rilevante di malattia nella popolazione femminile oltre i 74 anni; l'80% dei diabetici e' obeso (soprattutto le donne) o sovrappeso (in particolare gli uomini).
Per sottolineare il ruolo dell'assistenza nell'affrontare il diabete, la Fand - Associazione italiana diabetici, insieme all' Osservatorio nazionale sulla salute della donna, ha ideato con il contributo di Novartis il progetto "Due in uno. Combinazione vincente contro il diabete": una campagna di incontri indirizzata ai pazienti e alle persone che li assistono per parlare, confrontarsi e capire meglio come affrontare la malattia. Entro la meta' dell'anno saranno realizzati i primi tre incontri, a Torino, Ravenna e Reggio Calabria, che saranno aperti alla popolazione e coinvolgeranno, oltre a pazienti e "caregiver", un diabetologo e un medico di medicina generale.

DONNE OGGETTO, AREE CELEBRALI e EDUCAZIONE FALLOCENTRICA

Riportiamo di seguito l'articolo comparso su http://salute.agi.it/ aggiungiamo solo che la domanda da porsi è quali circuiti neuronali associativi abbiamo contribuito a creare nel cervello degli uomini se vedendo biancheria intima femminile la associano ad un utensile. Quindi donna-oggetto non è un luogo comune vetero-femminista, ma è il risultato di un processo educativo fallocentrico. Sarebbe interessante verificare quali risultati emergerebbero se sottoponessimo all'esperimento maschi della stessa età, ma provenienti da culture diverse da quella dominante negli Stati Uniti, i quali purtoppo detengono il primato per gli episodi di violenza contro le donne.
L'accusa piu' frequente rivolta dalle donne agli uomini è quella di vederle solo come oggetti sessuali.
La colpa pero' non e' degli uomini, ma degli indumenti femminili particolarmente sexy, come il bikini, la cui vista 'accende' aree del cervello degli uomini che abitualmente sono attivate alla vista di strumenti o di utensili. Almeno queste sono le conclusioni a cui e' giunto un gruppo di ricercatori dell' Universita' di Princeton guidato dalla psicologa Susan Fiske, che ha ne illustrato i risultati nel corso del meeting annuale della American Association for the Advancement of Science di Chicago.
Analizzando il comportamento di un gruppo di 21 maschi eterosessuali cui erano state mostrate foto che ritraevano donne completamente vestite a figura intera o in abbigliamento intimo, ma senza la testa, i ricercatori hanno osservato che queste ultime rimanevano piu' impresse nella memoria nonostante fossero state mostrate per solo due decimi di secondo.
Da un'ulteriore analisi e' emerso che i volontari che avevano manifestato una piu' spiccata propensione a ricordare le foto di corpi di donne a scansione tonografica attivavano aree del cervello tipiche delle attivita' manuali e non quelle che normalmente si mettono in funzione quando si osservano altri individui o si sta sviluppando un'attivita' sociale.

Il medioevo è tornato:castrazione chirurgica per punire lo stupro

Ogni buon scientifico analizza i fatti ricercando la causa prima per cui un fenomeno si manifesta. Non dico che tutti debbano essere scienziati, ma nemmeno che nel nostro Parlamento si celebri l'ignoranza come ragion di Stato.
Dopo le ultime violenze il governo prepara un decreto con misure antistupro, fra cui lo stop agli arresti domiciliari e le ronde dei cittadini. La Lega Nord propone la castrazione chimica ma il Ministro Calderoli rincara: bisogna intervenire chirugicamente.
Certo ci sarebbe da preoccuparsi per la sanità mentale dello stesso Ministro che per anni ha palesato, inopportunamente, la sua avversione verso la cultura islamica, e oggi proprio da quella cultura ne mutua gli elementi fondanti: mutilazione fisica come espiazione del delitto.
Ci aspettiamo che coerentemente proponga anche di tagliare un dito o una mano a coloro che si sono macchiati del reato di concussione, appropriazione indebita, falso in bilancio o di furto...ma allora forse bisognerebbe cambiare il sistema di voto nello stesso Parlamento perchè poche sarebbero le mani e le dita che si salverebbero.
Siamo seri non siamo al cabaret, ma stiamo parlando del massimo organo rappresentativo della Repubblica italiana, dove si fanno le leggi, dove si decide la vita e la libertà di milioni di cittadini.
A nostro parere il dissesto etico-sociale di cui gli atti di violenza sui più vulnerabili, non sono che la punta di un iceberg si possono riassumere in 3 punti : considerare la donna e l'uomo oggetti sessuali, esclusione sociale, consumo di sostanze psicoattive dopaminergiche (cocaina - alcol).
Non può passare inosservato che l'aumento degli episodi di violenza contro la persona (aggressione di persone inermi, donne, homless e violenza sessuale) sia correlato alla diffusione del consumo di cocaina e/o in commistione con l'assunzione di alcolici.
Immaginiamoci il cervello di un giovane maschio bombardato dalla pubblicità a sfondo sessuale da mattina a sera; cartelloni pubblicitari per starda; trasmissioni televisive, e perfino annunci radiofonici uniti nello stesso leitmotiv : belle donne semi nude inviano messaggi seduttivi del tipo"cosa aspetti, io sono pronta, qui calda per te".
A questi stimoli si aggiungano le trasmissioni notturne "dedicate" all'autoerotismo, le riviste pornografiche, le riviste e pubblicazioni erotiche ( calendari e gadgets vari), il cervello maschile è ipersollecitato. La produzione ormonale relativa allo stimolo ne risulta alterata e statisticamente notiamo la crescita di incidenza dei disturbi della sfera sessuale maschile come eiaculatio precox; disfunzione erettile e infertilità.
Nelle donne ugualmente sono in aumento disturbi della sfera sessuale e riproduttiva:anorgasmia, amenorrea, sindrome dell'ovaio policistico e disturbi dell'alimentazione.
Se a questo quadro di squilibrio psico-fisico e relazionale, aggiungiamo anche l'uso di un cocktail di sostanze come cocaina, alcol e cannabinoidi, non possiamo meravigliarci dei fatti che accadono.
Il pensiero scientifico non solo ricerca le cause, ma è orientato a fornire soluzioni e non a concentrarsi sul problema, quindi adesso passiamo alle proposte.
Possiamo fare un esperimento per 1 anno INSERENDO 3 semplici NORME?:
1) INTRODURRE L'EDUCAZIONE SESSUALE ED EMOZIONALE NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO
2) SANZIONARE LE TRASMISSIONI CHE PROPONGONO DONNE E UOMINI COME OGGETTI SESSUALI.
3) SANZIONARE L'UTILIZZO DEL CORPO FEMMINILE E MASCHILE A SCOPO SESSUALE PER LA PROPAGANDA DI PRODOTTI DI CONSUMO.
Valutiamo dopo questo periodo che risultati abbiamo ottenuto.
Scusate dimenticavo di evidenziare i rischi di un tale esperimento.
L'applicazione di queste norme determinerebbe un calo verticale degli introiti per le pubblicità e degli ascolti delle principali RETI TELEVISIVE private che (hops!... sono di proprietà di famiglia del Presidente del Consiglio) ed anche PUBBLICHE.
Quindi si continuerà a terrorizzare i cittadini con le notizie di violenza, sconsigliando le donne ad uscire di casa, mentre ci si industria ad eccitare i desideri....a provocare erezioni...per poi zac...castrare con un colpo netto e ben assestato.
IN CHE GIOCO SADO-MASOCHISTA E FETICISTA SIAMO FINITI?
Mettiamo in azione il nostro libero arbitro: azioniamo il telecomando e spengiamo le televisioni, parliamo con i nostri figli, con i nostri allievi, presentiamo un'altra visione del mondo....non sprechiamo tempo ed energia a voler cambiare le regole del gioco...
CAMBIAMO DIRETTAMENTE GIOCO
OGNUNO DI NOI FA LA DIFFERENZA

lunedì 16 febbraio 2009

Solitudine, scarsa gratificazione sociale e funzionalità celebrale

La solitudine influisce sul modo di funzionare del cervello, agendo quindi anche sul comportamento delle persone. Almeno questo e' quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell' Universita' di Chicago, presentato nel convegno annuale dell' American Association for the Advancement of Science e pubblicato sulla rivista Journal of Cognitive Neuroscience.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno studiato le connessioni fra isolamento sociale, percepito come solitudine, e attivita' cerebrale tramite la fMRI.
Combinando le scansioni fMRI con dati relativi al comportamento sociale, i ricercatori hanno scoperto che lo striato ventrale - una regione cerebrale associata alla ricompensa - e' molto piu' attivo nei soggetti non isolati quando essi osservano immagini di persone in in una situazione piacevole. Per contro, la 'giunzione temporo-parietale' - una regione associata all'assunzione del punto di vista di un altro - e' molto meno attiva fra le persone isolate quando osservano persone in situazioni spiacevoli. ''Considerati i loro sentimenti di isolamento sociale, i soggetti soli possono essere portati a trovare una consolazione relativa in una ricompensa non sociale'', ha osservato John Cacioppo, coordinatore dello studio.
Lo striato ventrale, una struttura centrale per l'apprendimento, e' attivato da ricompense sia primarie, come il cibo, sia secondarie, come i soldi, ma anche da sentimenti di stima sociale e di amore.
Anche se e' plausibile che la solitudine influenzi l'attivita' cerebrale, i ricercatori ipotizzano che l'attivita' dello striato ventrale possa a sua volta essere predisponente ai sentimenti di solitudine.
''Lo studio suggerisce l'interessante possibilita' che la solitudine possa derivare da una ridotta attivita' di ricompensa nello striato ventrale in risposta alla ricompensa sociale'', ha detto Jean Decety, altro coordinatore dello studio.

Cefalea: ansia, stress e problemi posturali

Stare per ore al computer puo' causare o peggiorare il dolore al collo: un team di ricerca sudafricano lo ha provato su studenti del liceo, ma c'e' da temere che la scoperta valga per tutte le eta'. "Abbiamo notato che piu' erano le ore trascorse al computer ogni settimana piu' era probabile che lo studente lamentasse dolori al collo", spiega il fisioterapista Leonie Smith. Smith, della Stellenbosch University di Tygerberg, Sud Africa, e il colleghi hanno misurato le ore passate al computer e il dolore a testa e collo tra 1073 studenti (per il 65% ragazze), di 16 anni in media. Quasi la meta' degli studenti (48%) frequentava scuole dove si usava regolarmente il computer. Di questi, il 43% usava il computer per 8,5 ore a settimana o piu'. Mentre gli studiosi non sono riusciti a trovare una connessione tra i mal di testa e le ore trascorse davanti al pc, il dolore al collo era molto piu' comune tra gli studenti che stavano spesso al computer.
Come si legge nell'articolo pubblicato dalla rivista Cephalalgia, solo il 16% di chi passava 5 ore o meno al computer soffriva di dolori al collo, contro il 48% di coloro che stavano al computer 25-30 ore a settimana.
Ma il pc non e' la sola causa dei dolori al collo, ha mostrato un altro studio, condotto in Germania.
La depressione e l'ansia giocano un ruolo importante.
Il Dr. Martin Scherer della University of Gottingen e i suoi associati hanno studiato 448 pazienti che avevano sofferto di almeno un episodio di dolore al collo. Il 20% e' risultato soffrire anche di depressione e il 28% di ansia, scrivono i ricercatori sulla rivista BMC Musculoskeletal Disorders. I piu' depressi e ansiosi, nota il team di Scherer, erano anche i soggetti con i dolori piu' forti.
Questa scoperta, ha commentato il medico tedesco, "indica che le terapie per chi soffre di dolori cronici al collo saranno piu' efficaci se il medico tiene in considerazione anche i fattori psicologici, che hanno una parte nello sviluppo e nella prognosi del disturbo".

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino degli indemoniati

Pochi sanno che in Toscana ed esattamente a Bientina in Provincia di Pisa la Festa Patronale dedicata a SAN VALENTINO si tiene nella domenica di Pentecoste ed i festeggiamenti si protraggono anche nei giorni seguenti.
Non si può parlare di Bientina senza nominare il suo Patrono, San Valentino Martire, le cui spoglie sono conservate nella Pieve di Santa Maria Assunta.
La fama di taumaturgo di questo santo è nota in tutta la Toscana e anche oltre.
Fin dal suo ingresso nella terra di Bientina fece parlare di sè per i miracoli, talvolta strepitosi, che iniziò a fare, in particolare nei confronti di ossessi e indemoniati, tanto da essere nominato con San Valentino degli indemoniati.
Da antichi documenti dell'epoca è possibile conoscere la storia di questo Santo, i cui resti furono riesumati dalle catacombe di San Callisto, sulla via Appia Antica, il 9 novembre 1681 e consegnati alla nobildonna romana Laura Grozzi, la quale li donò tramite Giovan Maria Maestrini - Provinciale dei Minori Osservanti, alla Comunita di Bientina.
Numerose e molto sentite dalla popolazione sono le celebrazioni religiose che si svolgono nel periodo della celebrazione del Santo Patrono, e molto partecipata è la processione con la reliquia del Santo che si tiene il sabato sera.

14 FEBBRAIO: dai LUPERCALIA a SAN VALENTINO

Nell'antica Roma il 15 febbraio si celebravano i Lupercalia, in onore di Fauno nella sua accezione di Lupercus, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi.
Secondo una leggenda narrata da Ovidio, al tempo di re Romolo vi sarebbe stato un prolungato periodo di sterilità nelle donne. Donne e uomini si recarono perciò in processione fino al bosco sacro di Giunone, ai piedi dell'Esquilino, e qui si prostrarono in atteggiamento di supplica. Attraverso lo stormire delle fronde, la dea rispose che le donne dovevano essere penetrate (inito, che rimanda a Inuus, altro nome di Fauno) da un sacro caprone. Le donne erano sgomente, ma un augure etrusco interpretò l'oracolo nel giusto senso sacrificando un capro e tagliando dalla sua pelle delle strisce (februa) con cui colpì la schiena delle donne e dopo dieci mesi lunari le donne partorirono
I Lupercalia furono una delle ultime feste romane ad essere abolite dai cristiani: nel 496 Papa Gelasio I decise di sostituire la festività pagana dei Lupercalia propiziatrice della fertilità con una ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera di Valentino, vescovo cristiano decapitato nel 273 durante la persecuzione dei Cristiani sotto Aureliano.
Sono molte le storie popolari su episodi riguardanti la vita di Valentino.
Una storia narra che Valentino, convertito al Cristianesimo ed ordinato vescovo da san Feliciano da Foligno nel 197, nel 270 a Roma per predicare il Vangelo fu arrestato, ma graziato dall'imperatore Claudio II il Gotico fu "affidato" ad una nobile famiglia.
Fu in quel periodo che compie il suo primo miracolo ridando la vista alla figlia cieca del suo carceriere, Asterius.
Quando stava per essere decapitato, Valentino teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d'addio che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino....
Secondo un altro racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente malata, e il centurione romano Sabino; l'unione era ostacolata dai genitori di lei ma, chiamato dal centurione al capezzale della giovane morente, Valentino battezzò dapprima il giovane soldato e quindi lo unì in matrimonio alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo.
Quindi dal 496 il 14 febbraio è commemorato il martirologio romano di San Valentino, ma la festività si è diffusa come ricorrenza dedicata agli innamorati in gran parte del mondo, soprattutto in Europa, nelle Americhe ed in Estremo Oriente .
La pratica moderna di celebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d'amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all' alto medioevo, e potrebbe essere in particolare riconducibile al circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell' amor cortese.

venerdì 13 febbraio 2009

Guardare la TV ed avere voglia di...

.... tanti snack e cibi poco sani?
La causa potrebbe essere le troppe ore trascorse da adolescenti davanti alla televisione.
E' quanto emerge da un nuovo studio americano.
Non e' chiaro, dicono i ricercatori, se sia la tv di per se' responsabile dei comportamenti alimentari sbagliati, ma e' possibile che abitudini come spizzicare davanti ai programmi preferiti o guardare le pubblicita' di cibi-spazzatura influenzino la dieta dei giovani.
Lo studio, pubblicato online dall'International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, condotto su quasi 1.400 studenti liceali, ha evidenziato una chiara relazione tra tempo trascorso davanti alla tv a 15 anni e qualita' della dieta a 20 anni. Chi aveva visto piu' tv al liceo consumava a 20 anni piu' cibi spazzatura, snack, fritti, bevande zuccherate; chi ne aveva vista di meno mangiava invece piu' frutta, verdura, cereali integrali e alimenti ricchi di calcio. "Non siamo in grado di dire perche', ma possiamo formulare alcune ipotesi", ha spiegato la coordinatrice della ricerca, Dr.ssa Daheia J. Barr-Anderson della University of Minnesota in Minneapolis. Una puo' essere che le persone che trascorrono molto tempo guardando la tv, specialmente i teenager, siano indotte a spizzicare di piu' fuori pasto. E' anche possibile, ha continuato la Barr-Anderson, che guardare tante pubblicita' di fast food, dolci e merendine finisca col tentare i giovani a mangiare questi cibi. Inoltre, il tempo davanti alla tv si traduce anche in meno attivita' fisica.
La Barr-Anderson ha concluso che e' meglio non vedere piu' di due ore di tv al giorno.
Ovviamente, la responsabilita' di una cattiva alimentazione non e' solo della tv, ha aggiunto.
Anche le abitudini dei genitori contano: sono loro a dover dare il buon esempio, mangiando cibi sani, praticando attivita' fisica e limitando le ore davanti al piccolo schermo.

mercoledì 11 febbraio 2009

MIND TRAINING

Allenare la memoria permette al nostro cervello di sviluppare nuove strutture nella corteccia celebrale.
In altre, parole tenere in allenamento la memoria potenzia il cervello.
A dimostrarlo per la prima volta e' stato un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet in uno studio pubblicato sulla rivista Science. In pratica i ricercatori sarebbero riusciti a dimostrare che stimolare attivamente le capacita' mnemoniche puo' determinare un aumento del numero dei recettori della dopamina.
La dopamina e' un neurotrasmettitore che ha un ruolo centrale in moltissime funzioni: concorre alla regolazione del ciclo sonno-veglia ed entra in gioco nelle esperienze di gratificazione. Inoltre e' coinvolta nella fisiologia della maggior parte delle malattie degenerative legate all'invecchiamento: la distruzione del sistema dopaminergico, per esempio, puo' danneggiare le capacita' mnemoniche a breve termine, limitando le funzionalita' della cosiddetta memoria di lavoro che utilizziamo nella risoluzione dei problemi.
I ricercatori hanno dapprima dimostrato che le capacità della memoria di lavoro possono essere migliorate con poche settimane di allenamento intensivo; quindi, grazie alla collaborazione con lo Stockholm Brain Institute, hanno osservato l'aumento del numero dei neurotrasmettitori dopamina D nella corteccia, tramite tomografia ad emissioni di positroni (Pet).
Questi risultati possono rappresentare il punto di partenza per lo sviluppo di nuovi trattamenti per le disfunzioni cognitive dovute non solo all'invecchiamento, ma anche a ictus o a disturbi caratterizzati da deficit dell'attenzione.

Mutazioni genetiche e schizzofrenia

La schizofrenia puo' essere, almeno in parte, causata da mutazioni genetiche.
Si tratta di rare alterazioni nella struttura del Dna, riconducibili a variazioni di numero di copia, e non, come ritenuto fino a oggi, a singole alterazioni di lettera conosciute come 'snips' (polimorfismo a singolo nucleotide).
Queste le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori guidati da David Goldstein, direttore del Center for Human Genome Variation presso il Duke Institute for Genome Sciences & Policy.
I dettagli dello studio sono stato pubblicati sulla rivista Plos Genetics. Il gruppo di ricerca ha lavorato sul genoma di pazienti schizofrenici comparandolo a quello di pazienti sani. Ne e' emersa la significativita', nei pazienti schizofrenici, di diverse variazioni di numero di copia. Tali variazioni sono frequenti nel genoma, e solitamente appaiono come delezioni o come duplicazioni di significativi tratti di Dna, di diverse dimensioni, anche se, come ha sottolineato Goldstein, solo le piu' grandi oltre 2 milioni di basi appaiono nelle persone affette da schizofrenia, e possono quindi risultare causa della malattia.
In particolare, infatti, nei pazienti schizofrenici i ricercatori hanno riscontrato 8 delezioni piu' larghe di due milioni di basi. Delle 8 delezioni, 4 erano state identificate in precedenza come associate alla schizofrenia, e 2 erano nuove. ''I risultati dello studio - ha detto Goldstein - ampliano le prospettive della ricerca genetica sulla schizofrenia, uno dei disordini psichiatrici piu' comuni''.

lunedì 9 febbraio 2009

Iniezione del brain derived neutrophic factor - BDNF per arrestare il deterioramento celebrale nel Morbo di Alzheimer

Fonte:http://salute.agi.it/
L'iniezione, direttamente nel cervello di topolini e scimmie affetti da Alzheimer di un comune fattore di crescita, rallenta, se non annulla del tutto la perdita della memoria.
E i benefici di questo tipo di trattamento sembrano aumentare proprio in quegli animali che hanno gia' sviluppato in maniera consistente le placche amiloidi che avvolgono il cervello dei malati di Alzheimer.
Lo hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Universita' della California di San Diego che hanno pubblicato i risultati di una loro ricerca sulla rivista Nature Medicine.
I ricercatori hanno somministrato direttamente nell'ipotalamo e nella corteccia entorinale delle cavie - le aree del cervello interessate dal processo di formazione della memoria - una dose di fattore neurotrofico derivato dal cervello (Brain Derived Neutrophic Factor - BDNF). Si tratta di una sostanza che in natura supporta le attivita' delle cellule neuronali, amplificandone le connessioni e le sinapsi. "Abbiamo scoperto - ha spiegato il principale autore della ricerca, Mark Tuszynski - che dopo le iniezioni siamo riusciti ad arrestare la morte delle cellule e allo stesso tempo abbiamo registrato un aumento delle connessioni tra cellule dell'ordine del 25 per cento".

sabato 7 febbraio 2009

Le alternative “alimentari” all'Aspirina

Liberamente tratto da:www.lastampa.it
Fonte dati: prof. Pier Luigi Rossi
Ormai è noto e anche la chimica degli alimenti lo ha confermato: ci sono molti cibi che contengono acido acetilsalicilico (il principio attivo dell’Aspirina) che possono essere utili durante le malattie da raffreddamento e la febbre.
Alimentarsi correttamente, con cibi leggeri, nutrienti e apportatori di vitamine e minerali è sempre necessario quando si è ammalati e si ha la febbre.
Ma, oggi, sappiamo che insieme agli alimenti possiamo assumere anche buone dosi di acido acetilsalicilico, un antinfiammatorio che contribuisce alla guarigione.
In assoluto, la miscela di spezie detta Curry è quella che contiene la più alta concentrazione di salicilati e, oltre a offrire i suoi preziosi elementi, ci aiuta a combattere la febbre.
Ma non ci sono solo le spezie, abbiamo anche alimenti più comuni come ortaggi, frutta ed erbe aromatiche che possiamo trovare tranquillamente in negozio o, meglio ancora, nel nostro orticello.
Tra le erbe aromatiche della nostra terra, le più ricche di acido acetilsalicilico sono il timo e il rosmarino.
Al contrario di quanto apparso su alcuni articoli di qualche tempo fa, dove si diceva che le fragole sono ricche di questo acido e, per così dire, meglio dell’Aspirina, noterete che ci sono diversi altri alimenti che ne contengono molto di più.
Ecco gli alimenti che possiamo usare come “Aspirina naturale”:
(dose di salicilati espressa in mg per 100 g di alimento) CURRY 218
PAPRIKA 203
TIMO 183
ROSMARINO 68
ORIGANO 66
SALSA WORCESTERSHIRE 64
CUMINO 45
CANNELLA 42,6
MOSTARDA 26
ANICE 22,8
PEPE CAYENNA 17,6
CARDAMOMO 7,7
TE TETLEY 5,5
MIRTILLI 5,1
TE BUSHELLS 4,7
DATTERI 4,5
BASILICO 3,4
ALBICOCCA 2,5
ARANCE 2,4
SALSA DI POMODORO 2,4
ANANAS 2,1
INDIVIA 1,9
UVA 1,8
FRAGOLE 1,3
OLIVE VERDI 1,3
RADICCHIO ROSSO 1,2
PEPE ROSSO CHILI 1,2
CICORIA 1

OMEOPATIA E SINTOMI POST-INFLUENZALI

Fonte:www.repubblica.it
A cura di Elio Rossi - medico, Resp. Centro di Riferimento Regionale Omeopatia - Ospedale di LUCCA - Toscana-
Abbiamo parlato in diverse occasioni del trattamento omeopatico dell'influenza, che come ogni anno, colpisce in modo epidemico milioni di persone, generalmente fra gennaio e febbraio.

Ma si è parlato di prevenzione e cura, mentre oggi proveremo a consigliare qualche rimedio utile durante la fase di convalescenza, quando la fase acuta è ormai passata e alcuni sintomi, spesso molto fastidiosi, tendono a permanere.
Un rimedio molto utile è Gelsemium, quando la sensazione di non essere ancora guarito, di un malessere imprecisato è generale, qualcosa di più di una semplice forma di astenia. Analogamente si può usare Psorinum oppure anche Tubercolinum aviarie.
Sulphur è indicato quando i sintomi influenzali tendono a recidivare, cioè la fase acuta di malattia tende a ripresentarsi dopo un'apparente guarigione.
Arsenicum album è un rimedio utile quando persiste una tosse fastidiosa, secca, di gola, che si aggrava soprattutto la notte e in posizione sdraiata, mentre Sanguinaria è indicata se a persistere è il mal di testa e Sticta è utile se persiste la sinusite.
Kalium phosphoricum è un buon rimedio se il malessere è più di tipo depressivo, come se la forma influenzale avesse lasciato un senso di malumore e di tristezza immotivata da cui sembra difficile uscire.
Scutellaria è un rimedio indicato quando l'influenza lascia sintomi di nervosismo e irritabilità persistenti.
Ultimo, ma non ultimo per importanza, rimedio da ricordare è Carbo vegetabilis, che può essere utile ogni volta che una malattia acuta, quindi non solo l'influenza, provoca un blocco energetico da cui si stenta a riprendersi, con bronchite e bruciore alle estremità inferiori.

I COLORI INFLUENZANO LE PERFORMANCES COGNITIVE

Uno studio canadese pubblicato su “Science” svela gli effetti dei colori sul cervello.
Sono dipinte di blu le pareti dell’ufficio perfetto per creativi, pubblicitari e inventori.
I colori, infatti, influenzano le performance cognitive, e sembra proprio che il blu migliori la capacità di pensare in modo creativo. Il rosso, invece, aumenta l’attenzione ai dettagli.
Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell’ University of British Columbia (Canada) e pubblicato su “Science”, con importanti implicazioni per pubblicitari ed esperti di marketing. «Precedenti ricerche avevano collegato sia il blu che il rosso a una migliore performance cognitiva, ma non si capiva quale dei due colori avesse l’effetto maggiore - spiega Juliet Zhu, autrice della ricerca - In realtà, tutto dipende dalla natura del compito».
Tra il 2007 e il 2008 i ricercatori canadesi hanno monitorato oltre 600 volontari, impegnati in sei test cognitivi che richiedevano una particolare attenzione ai dettagli o una spiccata creatività.
Esaminando le reazioni dei soggetti a schermi rossi, blu e bianchi, si è visto che il colore del fuoco migliora i risultati dei test “di precisione” o basati su ricordi dettagliati del 31% rispetto al blu.
Mentre per i compiti più creativi gli ambienti tonalità del mare spingono a risultati due volte più brillanti.
Queste variazioni, secondo la studiosa, sono causate da «differenti stimoli attivati in modo inconscio dal rosso e dal blu».
Ma che vuol dire? «Ad esempio, grazie ai segnali di stop, ai lampeggianti delle ambulanze e alle penne rosse di maestre e professori noi associamo il rosso a pericolo, errori e cautela - spiega la Zhu - dunque questo colore ci rende più vigili e ci aiuta a svolgere compiti in cui è necessaria una particolare attenzione e precisione».
Il blu, al contrario, ci fa pensare fuori dagli schemi.
In questo caso la spiegazione è collegata all’associazione «con cielo, oceano e acqua - spiega la studiosa - quindi ad apertura, pace e tranquillità. Stimoli positivi che fanno sentire la gente abbastanza al sicuro per essere creativa ed esplorare nuove possibilità. Non a caso, spesso - aggiunge - il blu è il colore preferito delle persone».
Non solo. Gli studiosi hanno indagato anche sull’effetto dei colori sui consumatori, scoprendo che quando lo sfondo di una confezione è rossa le persone sono più inclini a giudicare in modo positivo un prodotto se il messaggio pubblicitario punta su specifici dettagli.
Mentre nel caso del blu la reazione migliore è a una pubblicità evocativa e creativa. In pratica i consumatori sono più ricettivi a un nuovo marchio di dentifricio che sfoggia messaggi negativi, tipo “previene la carie”, se la confezione ha uno sfondo rosso, mentre se la pasta ’regala un sorriso candido l’ideale è puntare sul blu.

giovedì 5 febbraio 2009

Quaranta coppie su cento scoprono l'astinenza

Il sovraccarico di stimoli provenienti dai media manda in tilt la libido e le coppie scelgono la castità. Con orgoglio.
Dove sono finiti passione e desiderio? Sepolti sottoterra, perché di sesso se ne vede e parla troppo.
Come quegli adolescenti che vivono un erotismo monotematico e maniacale.
Tutta colpa dei media che grondano volgarità e straripano sotto il peso del trash omnipresente e dilagante.
Per non parlare di internet che offre tutto il sesso che si vuole con un semplice clic.
Le coppie ed anche i singles si ritirano sulla battigia della castità, in una zona sicura, lontana dalle onde del chiacchiericcio a sfondo hot.
A fare luce sul mondo della castità per scelta è stato uno studio pubblicato sul mensile Mente & Cervello.
L'amore coniugale si trasforma in fraterno, proprio in controtendenza rispetto all'invasione dei messaggi a sfondo sessuale che ci giungono dai mezzi di comunicazione.
E la castità diventa la nuova protagonista anche della vita di coppia.
L'ultimo congresso della Federazione Europea di Sessuologia è stato molto chiaro in proposito:
in dieci anni il calo del desiderio è triplicato. Paradossalmente è l'uomo a ricorrere alla classica scusa del mal di testa. Ora di notte si dorme e il Kamasutra lo si lascia tranquillamente in biblioteca. Senza rimpianto.
Oltre a non essere marginale il fenomeno sembra coincidere con una scelta consapevole: la castità.
Da non confondere con la così detta sindrome di Amsterdam: una trasgressione maschile dove l'uomo si diverte a caricare su internet immagini o video che ritraggono la propria moglie nuda. Altro che amore e amplessi, qui tutto si limita a un enorme voyeurismo telematico.

Maternità tanto decantata, ma in Italia avere un figlio è un biglietto per l'Inferno

Adorano i loro figli e, potendo tornare indietro, non rinuncerebbero mai alla maternità, ma sono stanche, sopraffatte dagli impegni familiari, dai compiti e dai doveri. Per chi diventa madre, dicono, non c'è più tempo libero, non c'è un minuto di svago o di riposo e non c'è comprensione o contributo da parte della società. Si accetta più facilmente che un'amica porti a casa (o al ristorante) il proprio cane piuttosto che un figlio urlante.
Gli uomini aiutano poco e se possono, con la scusa del lavoro, stanno fuori casa finché non arriva l'ora della nanna.
Gli asili sono pochi e tocca andare a prendere i pupi alle 16 o alle 17 e se si lavora è praticamente impossibile farcela.
Chi è fortunata vive sulle spalle dei nonni, veri e propri baby sitter a tempo pieno.
Le altre si sacrificano: chi rinuncia al sonno, chi all'intimità coniugale, chi alle amiche, chi al lavoro, chi ai viaggi, chi a tutto.
Lamentele giustissime: in Italia chi fa i figli si deve arrangiare, i servizi sono totalmente assenti e quando ci sono, sono pessimi.
All'estero dei piccoli paradisi: asili con orari elastici, asili aziendali, contributi in denaro, assistenti a domicilio pagate dallo Stato, periodi di maternità lunghi anni... Ma anche piccole banalità quotidiane, che facilitano la vita e che da noi si ignorano: la possibilità di salire su un mezzo pubblico col passeggino (è vietato in Italia, lo sapevate?), i fasciatoi sui treni, i seggioloni e gli spazi bimbi in tutti i locali pubblici, code al supermercato riservate a chi fa la spesa coi piccoli in lacrime.
Anche una giornalista inglese, Helen Kirwan-Taylor, dalle colonne del Daily Mail ha espresso il suo disagio, con parole dure ma condivise in silenzio da molte donne: «Mi dispiace dirlo, ma i miei figli mi annoiano a morte. Trovo monotoni i rituali che le neo-mamme si raccontano estasiate: andare alle feste di compleanno di altri bambini, giocare con loro, raccontare la fiaba della buonanotte. Non saprei dire quale di queste attività mi respinge di più. Sono diventata una workaholic (malata di lavoro, ndr.) quando i miei figli erano piccoli, perché qualunque incarico mi sembrava meno stressante di stare a casa con loro».
Immediate le critiche: mamma snaturata, mamma cattiva, mamma senza cuore, mamma egoista.
Lei ha risposto serenamente: «Naturalmente amo i miei figli quanto qualunque madre. Ma trovo queste attività così noiose da accampare qualunque scusa per evitarle».
In tanti criticano chi timidamente, o coraggiosamente come Helen, alza la testa e fa sapere che fare la mamma è un lavoro splendido ma durissimo. E a volte anche noioso. Eppure la solidarietà delle donne in rete si fa sentire: «Care mamme, voi non avete idea di quanto io sia felice, e mi senta molto meno sola, a leggere questi vostri messaggi. C'è molto da fare qui, anche per quelle cose pratiche e magari banali che però ci fanno capire come i bambini (e le mamme con loro) non siano previsti, voluti, protetti da questa società. Io credo che ognuna di noi dovrebbe fare qualcosa, unita alle altre».
Detto e fatto: in rete spunta il manifesto delle mamme stufe.

mercoledì 4 febbraio 2009

DIFENDIAMO IL DIRITTO ALL'EUBIOSIA

PERCHE' INVECE DI VOMITARCI ADDOSSO SCIOCCHEZZE SUL DIRITTO ALL'EUTANASIA, NON CI DOMANDIAMO IN CHE MODO POSSIAMO DIFENDERE IL DIRITTO ALL'EUBIOSIA.
Cerchiamo di riflettere un attimo fuori dal baccano mediatico pseudo-scientifico, pseudo-legale,pseudo-garantista della vita e della morte, della volontà più o meno espressa o desunta...su ciò che dovrebbe essere dato per scontato in una società che si voglia definire civile:tutelare la nostra buona vita anzichè dissertare sulla liceità della nostra buona morte, alla quale sappiamo di non poterci sottrarre.
Quindi la morte è un dato certo, mentre non lo è una buona qualità della vita a prescindere dalle nostre condizioni fisiche, psichiche, sociali.
La sofferenza umana mi si è imposta in tutta la sua dramamticità già in tenera età: avevo 8 anni quando la cangrena divorava lentamente il corpo di mia nonna diabetica.All'inizio l'alluce e poi le croste nero-bluastre comparvero sui fianchi, nel costato. Assistere impotenti alla decomposizione di un essere umano vivente non è cosa che può lasciare indifferenti. L'odore nauseabondo della carne putrefatta si mischiava con quello pungente dell'alcol puro e ad ogni medicazione giornaliera le urla di dolore (che nemmeno la morfina riusciva a sopire) rimbombavano nella casa. Dovevamo medicare quelle piaghe anche se sapevamo che non sarebbe guarita. Allora ci domandavamo perchè farla soffrire? Ma mia nonna passato il tormento dell'ora della medicazione, ci scongiurava di non invocare per lei la morte, perchè aveva ancora qualcosa da portare a compimento nella vita.Se mia nonna avesse perso coscienza, sicuramente tutta la famiglia avrebbe fatto il possibile per assicurarle un sonno ristoratore e definitivo. Ma nonna rimase cosciente e fedele al suo progetto di vita. Si raccoglieva in preghiera per ore, salmodiando interminabili rosari e pretendendo, quasi come viatico verso l'altro mondo, che io passassi a Comunione.In realtà dopo che fu esaudito questo suo desiderio, trascorsero tre settimane e tranquillamente spirò.
Questa esperienza ha tracciato la mia vita, oltre a rendermi sensibile verso la sofferenza altrui, mi ha anche mostrato come l'eubiosia sia più amorevole dell'eutanasia.
Mia nonna ha potuto vivere al meglio quei due tragici ultimi anni della sua vita, circondata da cure ed affetto. Se fosse stata sola e magari in un ospizio forse anch'essa avrebbe invocato la morte.
Domandiamoci se molti malati preferiscono morire per evitare la sofferenza propria e dei propri familiari, perchè nè la medicina, nè la società ha fatto niente per evitare tale supplizio. E' chiaro che se mi trovassi di fronte alla scelta di morire in un fondo di letto dilaniata da atroci dolori, oppure sola abbandonata nella mia casa, sì firmerei oggi stesso per un'iniezione letale.
Se invece, come si può e si deve, fossi accolta in strutture attrezzate, avessi un supporto psicologico ed assistenziale per me e per i miei familiari, mi si somministrassero farmaci antidolorifici al bisogno, allora vorrei che la vita facesse il suo corso e mi preparerei al meglio per questo ultimo viaggio.
COMINCIAMO QUINDI A DIFENDERE IL DIRITTO DI TUTTE LE PERSONE (SIANO QUESTE MALATE O SANE) AD UNA BUONA VITA ANZICHE' AD UNA BUONA MORTE.
LA SOCIETA' DEVE GARANTIRE SEMPRE LA BUONA VITA.
CIASCUNO ESERCITANDO IL LIBERO ARBITRIO PUO' SCEGLIERE DI TERMINARE IN ANTICIPO IL PERCORSO TERRENO.
MA IL LIBERO ARBITRIO NON SI PUO' ESERCITARE SU DELEGA, NESSUNO QUINDI PUO' E DEVE DECIDERE SULLA VITA O SULLA MORTE DI UN ALTRO, FOSSE ANCHE IL PARENTE PIU' STRETTO.
Pensiamoci bene, tra qualche anno con l'invecchiamento progressivo della popolazione e con i costi per la salute ed assistenza che dragheranno buona parte del bilancio dello Stato, incominciare a parlare di eutanasia e confonderla con un diritto umano, fa emergere almeno un ragionevole dubbio: che si inizi culturalmente a introdurre l'idea del suicidio come scelta, perchè garantire una buona qualità della vita a una moltitudine di vecchi è un lusso che lo Stato non potrà permettersi.

domenica 1 febbraio 2009

LA SOCIALITA' E' CORRELATA ALLA GENETICA

Fonte inglese:
http://www.guardian.co.uk/science/2009/jan/26/congeniality-genes-sociable-party
Ricerca consultabile al sito: http://www.pnas.org/
Il fatto di essere più o meno popolare e disinvolto, quando si tratta di amicizia, dipende dal codice genetico.
Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell'Harvard Medical School in collaborazione con University of California, San Diego su un campione di oltre mille coppie di adolescenti gemelli sia etero che omozigoti, solitamente scelti per questo genere di indagini dato che, oltre a condividere l'ambiente in cui crescono, condividono anche il codice genetico (per metà nel primo caso, interamente nel secondo).
Confrontando le informazioni ottenute sul numero delle conoscenze e delle amicizie i ricercatori hanno riscontrato che le reti sociali erano più simili fra i gemelli identici.
La ricerca ha spiegato come la genetica possa determinare le interconnessioni tra amici di una stessa persona.
Se una persona ha tre amici – supponiamo – la possibilità che questi si conoscano tra loro dipende dai geni del primo, responsabili quindi della sua maggiore o minore inclinazione a presentare gli uni agli altri.
Secondo gli scienziati Nicholas Christakis e James Fowler che hanno condotto lo studio, la sua importanza è da leggere non tanto in chiave psicologica o sociale in sè, ma piuttosto in chiave evoluzionistica, perchè introduce un'ipotesi ulteriore su come la genetica possa influire sul posizionamento degli individui all'interno di un gruppo sociale.
Il saper coltivare un network di relazioni permette infatti di accedere più facilmente a un maggior numero di informazioni, e ciò è un vantaggio in termini evolutivi, mentre un atteggiamento più riservato e cauto porta a essere meno esposti al contagio da malattie varie e anche questo rappresenta un vantaggio immediato in termini di conservazione dell'individuo, ma è di segno opposto al primo e di diverso o valore.