venerdì 31 luglio 2009

Ru486: il primo farmaco per l'aborto farmacologico.

Il mifepristone e' uno steroide sintetico utilizzato come farmaco per l'aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza.
Attualmente e' in uso in tutti i paesi della Comunita' Europea a eccezione dell'Irlanda.
STORIA - Nel 1980 Etienne-Emile Baulieu, lavorando per i laboratori Roussel Uclaf su derivati del progesterone scopri' un potente anti-progestinico, inizialmente chiamato Ru-38486 (secondo le iniziali del laboratorio dove fu messo a punto, e un numero di serie).
Il mifepristone venne posto sul mercato in Francia nel 1988, per l'uso in combinazione con prostaglandine.
Attualmente e' utilizzato nel 30% delle interruzioni di gravidanza.
Il mifepristone fu approvato in altri Paesi europei negli anni Novanta, e negli Stati Uniti nel settembre 2000.
In Italia, nel 1999 ne venne autorizzato l'uso limitatamente alla sindrome di Cushing.
Nel 2003 l'Oms conferma la sicurezza del mifepristone e definisce le linee guida.
COME FUNZIONA - Il farmaco blocca l'azione progestinica sui recettori inibendo lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l'eliminazione della mucosa uterina, con un processo simile a cio' che accade durante le mestruazioni.
Accertato con una ecografia che la gravidanza sia all'interno dell'utero e di epoca inferiore a 49 giorni (7 settimane di gestazione), il medico somministra da 1 a 3 compresse da 200 mg di mifepristone.
Due giorni dopo, se non si e' verificata l'espulsione della mucosa e dell'embrione, viene somministrata una prostaglandina (di solito il misoprostol) che provoca delle contrazioni uterine la induce nel giro di pochissime ore.
Dopo circa dieci giorni, la paziente torna in ospedale per la verifica ecografica dell'avvenuta interruzione. In tutto, la procedura puo' durare 14 giorni.
EFFICACIA - Il metodo che prevede le due somministrazioni e' efficace tra il 92 e il 99 % dei casi, mentre l'Ru486 da solo ha un'efficacia pari a circa l' 80%.
Alcuni studi recenti mostrerebbero un'efficacia superiore nella somministrazione di misoprostolo per via orale rispetto a quella vaginale.
EFFETTI COLLATERALI - Sulla questione dei decessi non c'e' una letteratura attendibile.

Stress: il pilota automatico che ci fa andare fuori strada

Lo stress "blocca" il nostro cervello su risposte automatiche, portandoci a fare le scelte sbagliate.
Lo rivela una ricerca portoghese pubblicata sulla rivista Science.
"Lo stress cronico, ormai un elemento costante della vita moderna, e influisce sulla nostra capacita' di prendere delle decisioni", hanno spiegato i ricercatori.
"Il nostro cervello e' abituato a calcolare costantemente le conseguenze delle nostre azioni, e questo in un ambiente dinamico e' fondamentale per fare le scelte giuste".
Nelle situazioni piu' abitudinarie e automatiche, come premere un bottone, il cervello invece utilizza un altro tipo di risposta meno elaborato.
"Tuttavia, se si e' sottoposti a stress cronico - hanno detto i ricercatori - il cervello perde la capacita' di passare da un tipo di risposta all'altro e rimane bloccato su dei binari fissi di reazioni automatiche".
Reazioni che possono portarci a fare scelte sbagliate.
Per i ricercatori, queste scoperte potranno aiutare a comprendere l'impatto della vita moderna sulle nostre capacita' di decisione.

giovedì 30 luglio 2009

Epatite C: un prelievo del sangue sostituirà la biopsia

Fino a oggi era l'esame piu' sicuro anche se spesso molto fastidioso per il paziente: la biopsia epatica, una tecnica invasiva per estrarre cellule direttamente dal fegato.
Oggi esiste un'alternativa rappresentata da FibroTest, che con un semplice prelievo di sangue consente di diagnosticare con precisione il danno epatico.
Il FibroTest e' stato validato da un recente studio multicentrico internazionale pubblicato nella rivista scientifica Hepatology il cui coordinatore e' un italiano, il professor Alfredo Alberti, Ordinario di Gastroenterologia, dipartimento di Istologia, Microbiologia e Biotecnologie Mediche, Universita' di Padova.
Condotto su piu' di 2.000 pazienti con epatite C in nove centri europei e statunitensi, gli autori hanno osservato che con questo test non invasivo si siano evitate biopsie nel 46,5 per cento e nell'81,5 per cento rispettivamente in presenza di fibrosi e di cirrosi.
"Con un prelievo di sangue - spiega la dottoressa Giada Sebastiani dell'Unita' di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Clinica dell' Ospedale dell'Angelo, Venezia, primo autore dello studio - vengono determinati i valori di alcuni parametri che dopo l'elaborazione forniscono lo stato della malattia epatica. Dalla loro valutazione lo specialista epatologo/gastro-enterologo potra' decidere se eseguire la biopsia o ulteriori esami del sangue"
L'approccio che gli autori dello studio pubblicato nella rivista Hepatology chiamano 'SAFE BIOPSY', permette di ridurre il numero di biopsie epatiche e, insieme al FibroTest, consente di definire lo stadio della fibrosi epatica.
Quello citato non e' l'unico studio che dimostra l'importanza del FibroTest per valutare il grado di fibrosi, altri studi internazionali recentemente pubblicati lo hanno considerato una valida alternativa alla biopsia.
La biopsia epatica, ancora considerata lo standard di valutazione della malattia epatica, non puo' essere eseguita troppo frequentemente per le complicazioni soprattutto emorragiche nei pazienti che gia' presentano una patologia avanzata.
In Italia sono 58.000 i casi di cirrosi diagnosticati ogni anno e il carcinoma epatico, che spesso ne deriva, e' causa di morte nel 3% della popolazione.
Il FibroTest e' disponibile a pagamento su richiesta dello specialista in laboratori analisi in tutto il territorio nazionale. E' distribuito in Italia da Ibi-Lorenzini, su licenza esclusiva della francese BioPredictive

martedì 28 luglio 2009

Virus H1N1 non è poi così cattivo:0,5 vittime per mille malati contro lo 0,8 dell'influenza stagionale

Il virus H1N1, responsabile della nuova influenza 'A', si diffonde con grande rapidita' ma e' molto blando: i casi di decesso sono poco piu' della meta' di quelli che si registrano ogni anno con l'influenza stagionale.
A rassicurare sugli effetti della pandemia e' l'igienista Walter Ricciardi dell' Universita' Cattolica di Roma.
'Il tasso di letalita' - spiega Ricciardi, a margine della presentazione del rapporto Osservasalute Ambiente 2008 - e' basso, siamo sulle 0,5 vittime per 1000 malati contro lo 0,8 dell'influenza stagionale. Non e' di certo un virus cattivo'. Non preoccupano neanche le notizie dall'Inghilterra, secondo cui una vittima su tre non aveva precedenti problemi di salute:
'Sono affermazioni generiche, non possiamo sapere le condizioni del sistema immunitario di queste persone, e il discorso vale anche per l'italiano morto, apparentemente senza altri problemi di salute, in Argentina'.
Quanto ai vaccini, Ricciardi e' convinto:
'La sicurezza sara' assicurata. So che sono in corso i test anche sui bambini e sui giovani, i piu' colpiti dal virus, e il vaccino sara' pronto quando i test daranno risultati positivi. Magari accorceranno un po' il tempo delle osservazioni, ma non credo ci saranno problemi reali di sicurezza'.
Personalmente siamo meno ottimisti del Prof. Ricciardi e condividiamo le preoccupazioni dell'OMS che si è affrettata a dichiarare che senza ulteriori verifiche i vaccini non potranno essere messi in commercio.
Intanto la campagna marketing prosegue a gonfie vele , ad ogni comunicato di morti sospettamente collegate al virus H1N1.
Principio di precauzione: meglio aspettare a vaccinarsi e abbassaiamo i nostri livelli di ansia...indeboliscono il nostro sistema immunitario ed allora anche un raffreddore potrebbe mettere a rischio la nostra salute.

sabato 25 luglio 2009

Che cosa sta succedendo nel nostro sistema solare?

Mentre mercoledì 22 luglio i media di tutto il mondo hanno dato grande spazio all'eclisse totale di sole verificatasi in Asia, il 23 luglio Hubble Space Telescope ha trasmesso la foto in cui si rileva la formazione di una grossa macchia da impatto sul pianeta Giove.
Il fatto pone interrogativi perchè a segnalare l'avvenimento non è stata la NASA, ma l' astronomo amatoriale australiano Anthony Wesley che con il suo piccolo telescopio il 19 luglio ha osservato l'evento confermato il 20 luglio dalla più importante agenzia spaziale internazionale.
Solo allora si è saputo che era in corso la manutensione dei sistemi di rilevazione e monitoraggio spaziali per cui la trasmissione e rilevanmento dati risultava ridotta o interrotta da alcuni giorni.
Non sappiamo a tuttoggi se l'impatto sia determinato da una cometa o da un grande asteroide, quello che è certo è che lla collisione sia avvenuta con un corpo celeste di grosse dimensioni, disintegratosi a contatto con l'atmosfera di Giove.
Come mai questo evento non era stato previsto, mentre nel 1993 l'impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 nell'atmosfera di Giove vennero calcolati con estrema precisione ed osservati attraverso due sonde che in sincronismo perfetto registrarono l'avvenimento?
L'attività solare ha toccato, tra ottobre 2007 e Aprile 2008, il suo minimo undecennale, che si palesa attraverso una drastica riduzione delle macchie solari (Sunspots).
Di norma alla fine di un ciclo i sunspots riprendono ad aumentare inaugurando una nuova fase di crescita; stavolta non solo non si può definire concluso il minimo, ma la reiterata assenza di macchie solari comincia a farsi preoccupante.
Alcuni ricercatori affermano che questa stentata ripresa non rappresenti soltanto la fine di un ciclo undecennale, ma che inauguri un possibile minimo a scala secolare.
Il clima sulla Terra dipende dall'intensità della radiazione solare e da meccanismi interni l'atmosfera, tra i quali: le grandi correnti oceaniche, la copertura nuvolosa e la percentuale di gas ad effetto serra.
Lo scenario interplanetario si complica con la rilevazione inaspettata di un pianeta esterno al nostro sistema solare delle dimensioni superiori a Giove, proveniente dall'estrema periferia del nostro sistema: il famoso XII° pianeta di cui parlavano i Sumeri?
"Grande disordine nel Cielo, le cose stanno volgendo per il meglio sulla Terra"

giovedì 23 luglio 2009

I PADRI NON SONO UN OPTIONAL: RUOLO EDUCATIVO E BIOCHIMICO DELLA PATERNITA'

I padri non sono un optional quando si tratta di allevare i figli, non solo per il ruolo educativo ma anche per ragioni biochimiche.
Ricercatori del McGill University Health Centre di Montreal (Canada) hanno infatti scoperto delle differenze nel cervello, nella socialita', nella personalita' e nella risposta a ormoni negli individui cresciuti senza padre.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista New Scientist. "Abbiamo utilizzato per i nostri esperimenti il topo della California. Questa specie, come l'uomo, e' monogama e le coppie tendono ad allevare i figli assieme", ha spiegato Gabriella Gobbi, ricercatrice della McGill University.
"Abbiamo separato - ha continuato - i giovani topi dai loro padri e misurato i cambiamenti della corteccia prefrontale nei giovani topi, assieme alla loro risposta all'ormone ossitocina". Questo ormone e' rilasciato durante le interazioni sociali, regolate anche dalla corteccia prefrontale. "I giovani topi senza padre avevano una risposta minore all'ossitocina cosi' come un cambiamento nell'attivita' della corteccia prefrontale. Erano meno interessati verso gli altri topi, e si ignoravano tra di loro se messi nella stessa gabbia".
Per i ricercatori, che presenteranno i risultati del loro studio al World Congress of Biological Psychiatry di Parigi, la mancanza del padre scatenerebbe quindi delle reazioni biochimiche che rendono i giovani meno socievoli.
"Non sappiamo ancora se questi risultati sono applicabili all'essere umano, e se il contatto tra padre e figlio abbia a che fare con la chimica anche nell'uomo", ha detto Gobbi, e anche altri ricercatori invitano alla cautela nel valutare i risultato dello studio.
Certo e' che anche studi precedenti avevano rivelato l'importanza del padre durante la crescita: le ragazze infatti raggiungo prima la puberta', diventano sessualmente attive piu' rapidamente ed hanno piu' probabilita' di una gravidanza giovanile se sono cresciute senza il padre.
Inoltre, dei cambiamenti nei livelli e nella risposta all'ossitocina avvengono anche nei padri umani alla nascita di un figlio, come ha dimostrato una ricerca della Bar-Ilan University di Ramat-Gan (Israele).
"Il padre e la madre contribuiscono alla crescita del figlio in modo molto diverso", ha detto Ruth Feldman, autrice dello studio israeliano. "I padri sembrano essere 'biologicamente programmati' per aiutare ad allevare correttamente i propri figli", ha concluso.

Medicina Tradizionale Cinese un valido aiuto per la salute ed il benessere femminile

Le erbe usate dalla medicina cinese potrebbero costituire una valida alternativa alla terapia ormonale standard utilizzata dalla medicina occidentale contro l'endometriosi, una dolorosa patologia ginecologica.
E' quanto emerge da un'analisi condotta da scienziati britannici che hanno passato in rassegna i risultati di due trial clinici effettuati in Cina su donne affette da endometriosi.
In entrambi i trial il mix di erbe cinesi testato si e' rivelato altrettanto efficace se non migliore degli ormoni, e in piu' col vantaggio di causare meno effetti collaterali.
Entrambi i test, che hanno coinvolto un totale di 158 donne, sono considerati di fase iniziale e i ricercatori dicono che sono necessarie ulteriori conferme.
Tuttavia, come scrivono sulla Cochrane Library, i risultati sono da considerarsi promettenti.
"Quello che abbiamo imparato e' che le erbe della medicina cinese possono in alcuni casi essere altrettanto efficaci dei farmaci della medicina convenzionale ma con meno effetti collaterali", afferma il coordinatore della ricerca, Andrew Flower, della University of Southampton in Uk.
"Questo potrebbe significare che i rimedi della medicina cinese sono piu' adatti per cure su lungo termine".
La medicina occidentale cura l'endometriosi con gli ormoni, ma gli effetti collaterali possono essere molto fastidiosi: vampate di calore, acne, eccessiva peluria. In uno dei trial passati in rassegna dalla equipe di Flower, i ricercatori cinesi hanno curato un gruppo di donne con un mix di erbe noto come Nei Yi Wan e un altro gruppo con l'ormone gestrinone; dopo tre mesi, le donne di entrambi i gruppi mostravano gli stessi miglioramenti nei sintomi e avevano anche le stesse chance di restare incinte.
Ma le donne curate con le erbe lamentavano meno effetti collaterali.
Il secondo trial ha messo a confronto lo stesso mix di erbe con il danazolo, un farmaco che blocca la secrezione di estrogeno. Dopo tre mesi, entrambi i gruppi di donne avevano sintomi piu' lievi, ma quelle curate con le erbe riportavano miglioramenti piu' significativi.

martedì 21 luglio 2009

Studio controllato comprova l'efficacia dei massaggi nel dolore cervicale cronico

Articolo di :Elena Meli
Chi deve fare i conti con la cervicale prima o poi li prova.
Ma sull'efficacia dei massaggi per risolvere dolori al collo che si trascinano da tempo non ci sono molte ricerche, così un gruppo di ricercatori di Seattle ha appena condotto una sperimentazione sul tema per verificare pro e contro della massoterapia.
La ricerca, che è stata pubblicata su Clinical Journal of Pain , è stata finanziata dall'ente americano che si occupa di verificare sicurezza ed efficacia delle cure alternative, il National Center for Complementary and Alternative Medicine .
I ricercatori hanno coinvolto 64 pazienti con dolori al collo che duravano da almeno 12 settimane; alcuni hanno ricevuto un libretto con informazioni e consigli per l'auto-cura, altri sono stati sottoposti a un ciclo di massaggi che prevedeva 10 sedute lungo l'arco di 10 settimane, condotte da terapisti che effettuavano massaggi secondo tecniche standard e davano anche ai pazienti piccoli suggerimenti per stare meglio.
Tutti sono stati valutati a 4, 10 e 26 settimane dall'inizio della sperimentazione per capire se le condizioni del collo erano migliorate, ad esempio in termini di dolore e funzionalità riacquistata.
MIGLIORAMENTI – Dopo 10 e 26 settimane chi aveva ricevuto i massaggi stava decisamente meglio degli altri e al termine dello studio non aveva aumentato l'uso di antidolorifici, cosa che invece era successa a quelli che avevano avuto soltanto il libretto di auto-cura (in questi pazienti il consumo di farmaci era cresciuto del 14 per cento).
Non è stato registrato nessun effetto collaterale rilevante, così i ricercatori concludono che i massaggi sono sicuri ed efficaci per trattare la cervicale, almeno nel breve termine.
Anche se, ammettono, occorreranno altri studi per seguire i pazienti più a lungo (almeno un anno) e determinare tipologia e «dosi» più appropriate per i massaggi.
Anche Feliciantonio Di Domenica, responsabile del Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione dell'Istituto Gaetano Pini di Milano, conferma l'efficacia dei massaggi: «Noi in genere li associamo a una ginnastica specifica per il rachide cervicale e prevediamo 10 sedute più ravvicinate, nell'arco di due settimane. Pur tenendo conto di queste differenze con l'approccio degli statunitensi, anche nella nostra esperienza la massoterapia decontratturante classica si è rivelata in effetti molto utile in caso di cervicale cronica. Tant'è che si fa da anni».
L'approccio seconodo la Medicina Tradizionale Cinese abbina TuiNa e Qi gong allo scopo di disostruire i meridiani tendino-muscolari e promuovere la libera circolazione di qi e sangue.

Naringerina:la sostanza contenuta nel pompelmo combatte grassi e colesterolo

Fonte:http://www.lastampa.it/

Buone notizie sul fronte della lotta all'obesità e al sovrappeso. Uno studio condotto su modelli animali dall'università canadese University of Western Ontario, ha mostrato come una sostanza contenuta nei pompelmi e negli agrumi combatta i grassi e riduca il peso corporeo.

La sostanza in questione sarebbe la "naringenina", un flavonoide presente in grandi quantità proprio nel pompelmo a cui dona il caratteristico aroma e sapore. Anche se questa sostanza è stata accusata di provocare pericolose interazioni con diversi tipi di farmaci - per cui in certi casi si sconsiglia di bere succo di pompelmo – nel caso specifico pare avere un ruolo nell'inibizione delle condizioni poi associate al diabete di tipo 2 e alle malattie cardiovascolari.

Nello studio, condotto dal dr. Murray Huff del UWO's Robarts Research Institute, sono stati utilizzati dei topi. Questi sono stati suddivisi in due gruppi: ad entrambi i gruppi è stata fatta seguire una dieta ricca di grassi in modo da provocare la sindrome metabolica.

Ai topi appartenenti al secondo gruppo però è stata anche somministrata la naringenina.
I risultati ottenuti dopo il periodo di trattamento hanno evidenziato come la naringenina abbia corretto i livelli di trigliceridi e colesterolo LDL e abbia impedito lo sviluppo di un insulino-resistenza e normalizzato il metabolismo del glucosio.
Altre evidenze sono state l'attività sul fegato che ne ha fatto bruciare i grassi in eccesso e l'aver impedito lo sviluppo dell'obesità.

Il fatto sorprendente, fanno notare i ricercatori, è che tutti questi effetti si sono avuti unicamente somministrando questa sostanza nel secondo gruppo di topi i quali seguivano esattamente la stessa dieta ricca di grassi e nelle stesse quantità del primo gruppo.

Non si tratta quindi di una riduzione di peso o di un'azione contro i grassi a seguito di una modifica della dieta o di una diminuzione della quantità di cibo ingerito, ma solamente grazie all'intervento della naringenina.
Questo fa ben sperare di poter sperimentare e validarne l'efficacia sull'uomo per poter produrre nuovi interventi e terapie per combattere il sovrappeso, l'obesità e le malattie collegate come il diabete e le patologie cardiovascolari.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla versione online della rivista "Diabetes".

lunedì 20 luglio 2009

Fallite le strategie di controllo, servono nuovi modelli: dopo l'infarto, crescono ipertesi, obesi e sovrappeso

E' questo il messaggio che viene dal 'meeting' internazionale svoltosi il 17 luglio 2009 a Pietrasanta (Lucca) sulla prevenzione cardiovascolare: e nonostante l'incremento dei farmaci, e' l'allarme, peggiorano i parametri di rischio nei pazienti.
"Si deve investire di piu' in stili di vita, informazione e organizzazione del sistema", dice Enrico Agabiti Rosei, direttore della Clinica Medica dell'Universita' di Brescia e Presidente del meeting, organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini.
La prevenzione cardiovascolare, insomma, resta tuttora sottovalutata e aggiungono gli organizzatori, "troppo, anche in chi ha gia' avuto un 'segnale' importante come un infarto".
Lo dimostra l'indagine condotta dalla Societa' Europea di Cardiologia (ESC) Euroaspire, che ha analizzato (per la prima volta nel 1995 e poi nel 2007) i fattori di rischio in questi pazienti: gli ipertesi sono passati dal 58 al 61, quelli in sovrappeso dal 77 all'83, gli obesi dal 25 al 38%, debole, miglioramento riguarda i fumatori scesi dal 20 al 18.
Questo nonostante si tratti di persone particolarmente fragili, seguite con farmaci come antiipertensivi e statine, impiegati in dosi sempre maggiori. "La chiara dimostrazione che si deve investire di piu' su stili di vita, informazione e organizzazione del sistema", aggiunge Agabiti Rosei.
E proprio questo sara' il focus dell'incontro, che vede riuniti i maggiori esperti concentrati su come ridurre l'impatto sociale ed economico di queste patologie attraverso interventi di tipo informativo, politico e gestionale, per la correzione del rischio cardiovascolare globale.
Senza dimenticare la ricerca. "Se ci si limita ad affrontare un solo aspetto del problema - osserva Agabiti Rosei - privi di una visione d'insieme, la strategia sara' fallimentare".
Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte nel nostro Paese, con il 42% dei decessi.
Ma eventi come ictus e infarto, quando non sono letali, rappresentano un'importante causa di disabilita', con una ricaduta diretta sul malato, la famiglia e l'intera comunita'. Basti pensare che in Italia si contano 195.000 casi di stroke ogni anno: un terzo muore entro i primi 12 mesi, mentre un altro terzo resta invalido permanente.
"Il Convegno di oggi - conclude Agabiti Rosei - rivolgera' una grandissima attenzione agli aspetti organizzativi, alla ricerca di nuovi paradigmi. Modelli che coinvolgano non solo i centri specialistici e della medicina del territorio, ma anche gli stessi pazienti".

Efficace per i tumori e innocua per il corpo umano

Ottenuto un nuovo tipo di molecola efficace contro le cellule tumorali e innocua per il corpo umano. I ricercatori del Dipartimento di Chimica Farmaceutica dell'Universita' di Granada (Spagna) hanno sviluppato un nuovo tipo di molecole che si e' rivelato, durante delle coltivazioni in vitro, altamente distruttivo contro le cellule tumorali, ma aveva un bassissimo livello di tossicita' contro le normali cellule del corpo umano.
A darne notizia e' stato un articolo pubblicato sul sito ScienDaily.
"La nuova molecola e' praticamente una versione trasformata di un farmaco gia' utilizzato da tempo contro il cancro, il 5-fluoruracile", hanno spiegato i ricercatori. "E' capace di indurre in loro morte cellulare programmata - hanno proseguito - senza danneggiare le cellule sane".
Prima di oggi, si erano effettuati molti tentativi per ottenere una molecola simile sostituendo chimicamente delle componenti del 5-fluoruracile.
Grazie ai nuovi risultati ottenuti, la nuova molecola e' 10 volte meno tossica per il corpo umano pur mantenendo la sua efficacia contro il cancro

giovedì 16 luglio 2009

Secondo una ricerca sperimentale americana il THC contrasterebbe la dipendenza da morfina ed eroina

Noi lo diciamo da anni perchè lo abbiamo oservato sugli umani e non sulle cavie.
Secondo la normativa vigente in Italia, la cannabis indica e suoi derivati sono considerate sostanze illegali e quindi acquisibili solo attraverso il mercato nero degli stupefacenti, quindi la contiguità merceologica con altre sostanze psicotrope come cocaina, eroina, smarts drugs etcc..è la causa primaria dell'introduzione alla poli-assunzione.
Questo è lo scenario : si inizia con fumare qualche spinello fra amici, poi un giorno in piazza non si trova il "fumo" e si risolve la serata bevendo birra e facendosi un tiro di coca.
Questo è il tran tran del sabato sera di molti ragazzi che poi si schiantano con le auto lanciate a forte velocità.
Ai tempi freaks il consumo individuale di cannabis era sicuramente maggiore, ma non si assisteva alle stragi del sabato sera. Chi fumava difficilmente beveva o faceva uso di oppiacei, addirittura alcuni non fumavano nemmeno le sigarette. Alla fine degli anni '70 nelle piazze c'è stata l'inondazione di morfina farmaceutica e successivamente di eroina mentre veniva fortemente represso e contrastato il possesso ed il consumo di hashish e maijuana.
Tutto il resto è storia recente: i dati sono da ecatombe.
Migliaia di morti per malattie infettive emo-trasmissibili , migliaia di morti all'anno per incidenti stradali... almeno due generazioni fatte fuori e i sopravvissuti sono acciaccati come i veterani di guerra. Perchè proprio di una guerra si è trattato e le prime vittime sono state proprio la Scienza e la Coscienza.
Ed ecco adesso la ricerca del prestigioso Laboratory for Physiopathology of Diseases of the Central Nervous System, riportata oggi su http://salute.agi.it/:
-"Esperimenti sui ratti di laboratorio hanno mostrato che un'iniezione di THC, il principio attivo della cannabis, contrasta gli effetti della dipendenza dagli oppiacei.
Questa scoperta, secondo i ricercatori, potra' portare a dei nuovi trattamenti di sostituzione alternativi a quelli esistenti. "Abbiamo studiato gli effetti della dipendenza da oppiacei su ratti che sono stati tolti alle loro madri in giovane eta'", ha spiegato Valerie Dauge' del Laboratory for Physiopathology of Diseases of the Central Nervous System, a capo della ricerca.
"Questa situazione causa molto stress nei ratti, e causa disturbi comportamentali che portano alla dipendenza da sostanze oppiacee", ha aggiunto. Delle iniezioni sistematiche di THC, tuttavia, hanno evitato l'insorgere della dipendenza. "I ratti che assumevano THC non sviluppavano il tipico comportamento da dipendenza da morfina. Le regioni del loro cervello implicate nella dipendenza da sostanze hanno ripreso la loro attivita' normale: anche i dati molecolari lo confermano", ha detto Dauge'.
Simili modelli di comportamento sviluppati sugli animali possono essere usati per comprendere i meccanismi della dipendenza nell'uomo. "Potremo sviluppare delle nuove terapie sostitutive utili per contrastare l'effetto della dipendenza con sostanze alternative", ha concluso la ricercatrice."-

mercoledì 15 luglio 2009

La quantita' di carboidrati che una donna consuma, insieme al "carico glicemico" complessivo della sua alimentazione, possono aumentare le probabilita' che si ammali di cancro al seno, secondo una ricerca svedese pubblicata dall' International Journal of Cancer.
Il concetto di carico glicemico si basa sul fatto che i diversi carboidrati hanno un diverso effetto sul livello di zuccheri nel sangue.
Il pane bianco e le patate, ad esempio, hanno un alto indice glicemico, che fa alzare rapidamente la glicemia.
Altri carboidrati, come i cereali ricchi di fibre o i legumi, fanno alzare gli zuccheri nel sangue piu' gradualmente e hanno quindi un indice glicemico inferiore.
La Dr.ssa Susanna C. Larsson del Karolinska Institute di Stoccolma e i suoi colleghi hanno analizzato i dati di 61.433 donne che hanno completato dei questionari sulla loro alimentazione alla fine degli Anni Ottanta.
Nel corso di circa 17 anni, 2952 donne hanno sviluppato il cancro al seno e, stando ai ricercatori, il carico glicemico era "positivamente e significativamente associato al rischio di ammalarsi".
Inoltre, secondo questo studio, il consumo di carboidrati, l'indice glicemico e il carico glicemico sono risultati tutti fattori connessi con il rischio di un preciso tipo di tumore del seno, quello Er-positivo/Pr-negativo.
Secondo l'equipe svedese, e' possibile che le diete troppo ricche di carboidrati semplici aumentino il rischio di cancro al seno perche' fanno salire le concentrazioni di insulina e ormoni sessuali nel corpo.
I ricercatori consigliano di privilegiare una dieta bilanciata, che preveda carboidrati a basso indice glicemico e che riduca invece dolci, pane bianco, patate, frutta secca, zucchero e miele.

domenica 12 luglio 2009

Ministero della Sanità britannico: un orgasmo al giorno toglie il medico di torno

Gia' sotto accusa per la mole di gravidanze in eta' adolescenziale, il Ministero della Sanita' britannico si prepara ad affrontare un'altra grana: le polemiche scatenate dall'aver appoggiato il diritto degli adolescenti a una piena vita sessuale.
"I dietologi consigliano di consumare frutta cinque volte a settimane, verdure ogni giorno e trenta minuti si attivita' fisica tre volte a settimana" si legge, "perche' non fare sesso o masturbarsi un paio di volte a settimana?".
Un orgasmo al giorno, si legge in un pieghevole mandato a tutte le scuole, riduce il rischio di attacco di cuore e di ictus.
E chi non puo' "permettersi" il sesso, puo' ricorrere alla masturbazione.
Nel documento, rivolto anche ai genitori e agli insegnanti, il Ministero della Sanita' britannico fa 'mea culpa' per essersi troppo a lungo concentrato sul sesso sicuro trascurando il motivo per cui i giovani fanno sesso: il piacere.
Le associazioni delle famiglie sono andate su tutte le furie, denunciando i volantini come un'incitamento al sesso prematuro e temendo un moltiplicarsi delle infezioni per via sessuale.
Sono circa 40mila ogni anno le gravidanze adolescenziali in Gran Bretagna: il livello piu' alto in Europa occidentale.
Eloquente lo slogan del pieghevole - "un orgasmo al giorno leva il medico di torno" - che e' stato definito "deplorevole" da Anthony Seldone, presidente del Wellington College.

venerdì 10 luglio 2009

CIAO MASCHIO, IL FUTURO E' TRANSGENDER

Gli scienziati dell' Università di Newcastel (Regno Unito) sono riusciti a ottenere degli spermatozoi in provetta da cellule staminali. La ricerca è stata pubblicata sul Journal Stem Cells and Development .Il team britannico, che ha presentato la ricerca è soddisfatto: «Questo é un balzo in avanti importante - ha detto Karim Nayernia, a capo dello studio - e permetterà ai ricercatori di studiare con precisione come nascono e si evolvono gli spermatozoi. Una maggior conoscenza del seme maschile ci permetterà di capire meglio le cause dell'infertilità in modo da inventare nuove maniere per aiutare le coppie ad avere dei figli».
Ma sono necessari ulteriori studi e ciò non avverrà certamente prima di 5-10 anni ha aggiunto la Human Fertilisation Embryology Authority. Gli spermatozoi creati dalle cellule staminali verranno usati per curare l'infertilità maschile, ma già alcuni interventi pongono l'accento sul rischio di estromissione degli uomini dalla procreazione.
In futuro nulla si può escludere con la ricerca, ma se anche ci si avvicinasse a ottenere degli spermatozoi utili alla fecondazione rimarrebbero i problemi etici.
Così si legge in
-L'inquietante scenario che potrebbe delinearsi a una prima e superficiale lettura della scoperta non è contemplato per il genere umano.
Anche se dalle cellule staminali di partenza si è riusciti a ottenere degli spermatozoi l'esperimento è riuscito solo con le staminali prese da embrioni di sesso maschile.
Quelle prese da embrioni femminili, infatti, si sono arrestate alle prime tappe del processo di maturazione del gamete.
Se anche però - ed è qui che arriva un'ulteriore precisazione - non è possibile prescindere dalla presenza dell'uomo, al momento, non è possibile neppure utilizzare gli spermatozoi "artificiali" per la fecondazione, perché il loro cromosoma Y è del tutto inadeguato.
La Human Fertilisation Embryology Authority, che ha il compito di vigilare su queste ricerche nel Regno Unito, ha infatti precisato che «il livello di sicurezza dei gameti derivati in vitro è sconosciuto. Gli scienzati temono che il processo davvero complesso che porta alla loro creazione possa causare delle anomalie nei cromosomi o altri gravi difetti genetici»-.
A nostro parere la ricerca EVIDENZIA COME IL GENERE UMANO STIA INTRAPRENDENDO UNA LINEA EVOLUTIVA IN CUI IL GENERE MASCHILE E' IN DECLINO: L'ERMAFRODITISMO E' FORSE LA NOSTRA CHANCE EVOLUTIVA.
D'altronde nel regno animale non è così infrequente, basti pensare alle chiocciole o a diverse specie di pesci che vivono la propria vita un po' da maschi un po' da femmine, a seconda delle necessità riproduttive e ambientali.

giovedì 9 luglio 2009

Italian Doping Life

Aumento del consumo di farmaci, ovvero come delegare al farmaco il benessere bio-psico-sociale della persona e della comunità.
Rapporto OsMed 2008, (Osservatorio dell'Istituto superiore di Sanita') in collaborazione con l'Aifa, presentato questa mattina a Roma.
Il rapporto nazionale ogni anno fotografa la dinamica della prescrizione, del consumo e della spesa farmaceutica, pubblica e privata, in Italia.
Dall'analisi del 2008 emerge infatti che in media viene consumata una dose e mezzo di farmaco al giorno, il 60% in piu' rispetto al 2000.
Tra le cause di questo trend, si legge nel rapporto, il peso delle patologie croniche legato all'invecchiamento della popolazione, ma anche atteggiamenti e abitudini di tipo socio-culturale.
Atteggiamenti che hanno un loro costo.
Nel complesso la spesa farmaceutica totale, comprensiva della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (come Asl, Aziende ospedaliere ecc.) e' stata di 24,4 miliardi di euro circa, di cui il 75% rimborsata dal Servizio sanitario nazionale (Ssn).
In media, per ogni cittadino italiano, lo Stato ha quindi speso 410 euro per un periodo di trattamento di 537 giorni.
In cima alla classifica dei farmaci piu' utilizzati, compaiono quelli del sistema cardiovascolare, con oltre 5 miliardi di euro di spesa, coperti per il 93% dal Ssn.
Seguono i farmaci gastrointestinali (13% della spesa), i farmaci del sistema nervoso centrale (12,1%), gli antimicrobici (11%) e gli antineoplastici (11%), erogati sostanzialmente per intero (99,2% della spesa) a carico del Ssn.
Al contrario, sono maggiormente a carico dei cittadini i farmaci dermatologici (per l'88% della spesa), i farmaci genito-urinari ed ormoni sessuali (54,5%) e i farmaci dell' apparato muscolo-scheletrico (54,3%).
La Calabria con 277 euro pro capite e' la Regione con il valore piu' elevato di spesa pubblica per farmaci prescritti mentre la Provincia Autonoma di Bolzano con 149 euro e' quella con la spesa minore.
Aumenta la prescrizione dei farmaci equivalenti, piu' conosciuti come 'generici', passata dal 13% nel 2002, al 43% nel 2008.
Un incremento dovuto alla scadenza brevettuale di alcuni principi attivi molto prescritti (come ramipril, da solo e in associazione a idroclorotiazide, l'amlodipina e la claritromicina).

LA MUSICA DELL'ATTIVITA' CELEBRALE

Sviluppata una nuova tecnica di scansione che trasforma l'attivita' del cervello in musica.
Per i ricercatori del Trinity College in Hartford, Connecticut (USA), ascoltare questa musica potrebbe dare nuove informazioni sul funzionamento del cervello e distinguere tra attivita' cerebrale normale e disfunzionale. "Normalmente vengono utilizzate tecniche di risonanza magnetica che trasformano l'attivita' cerebrale in immagini" spiega Dan Lloyd, a capo dello studio. "Abbiamo provato a trasformare queste immagini in musica".
Lloyd ha creato un software che analizza le scansioni ed assegna delle note musicali e un volume a certi picchi delle onde celebrali. Ha poi sperimentato il software su se stesso, registrando la "musica" del suo cervello.
"Quando si cambia attivita' che si sta svolgendo, il 'ritmo' stesso della musica cambia" ha detto Lloyd. "Abbiamo sperimentato questa tecnica su pazienti schizofrenici e su dei volontari sani come controllo" spiega Vince Calhoun dell'University of New Mexico in Albuquerque, collaboratore di Lloyd. "Abbiamo scoperto delle differenze e delle variazioni di attivita' non visibili alla normali scansioni. Certi ritmi e candenze incerte potrebbero indicare delle disfunzioni cerebrali".
Per Daniel Levitin, neuroscienziato della McGill University di Montreal (Canada), questa nuova tecnica "potrebbe effettivamente essere utile per approcci non convenzionali e per scoprire particolari che sfuggono ad una analisi visiva".
"E' quasi una vera e propria musica" ha concluso Lloyd.
"Non e' nè composta nè casuale. I mie studenti gia' cominciano a metterla sui loro lettori Mp3".

martedì 7 luglio 2009

Quando l'idrogeno sostituirà il petrolio come combustibile...promettente ricerca italiana

(ANSA) - ROMA, 6 LUG
L'acqua e il laser potrebbero essere le basi per la ''via italiana'' per produrre idrogeno, anche utilizzabile come combustibile pulito.
Gli esperti hanno prodotto idrogeno a partire da acqua colpita con un raggio laser, in condizioni di alta pressione, attraverso un processo chimico che potrebbe essere usato per produrre idrogeno da usare come carburante.
Hanno aggiunto all'acqua monossido di carbonio e azoto e hanno colpito il tutto col raggio laser a pressione di 1000 atmosfere.

lunedì 6 luglio 2009

Il malumore è come un cancro dell'anima...che prima o poi si manifesta nel corpo

I malumori fanno presa su una mente vuota -

Pensare creativamente è il migliore antidoto contro i malumori. Questi stati d'animo fanno presa sulla vostra coscienza quando siete in uno stato mentale negativo, o passivo.

Il momento in cui la vostra mente è vuota è proprio quello in cui vi “viene la luna”, e quando ciò accade, il diavolo corre ad esercitare la sua influenza su di voi. Perciò sviluppate il pensiero creativo.

Ogni volta che non siete attivi sul piano fisico, fate qualcosa di creativo nella vostra mente.

Mantenetela così occupata da non avere il tempo per darvi ai malumori.

Pensare creativamente è meraviglioso; è come vivere in un altro mondo.

Tutti dovrebbero sviluppare questa facoltà.

Prima di venire qui, io difficilmente predispongo una parola della mia conferenza, ma mi addentro nella coscienza del soggetto che ho scelto, e la mia anima incomincia a dirmi cose meravigliose.

Quando pensate creativamente, non sentite né il corpo né le “lune”; vi mettete in sintonia con lo Spirito.

La nostra intelligenza umana è fatta nell'immagine della Sua intelligenza creativa che rende possibile ogni cosa; e se non viviamo in questa coscienza, diveniamo un fascio di stati d'animo negativi.

Pensando creativamente noi distruggiamo tali stati d'animo e in questo modo troveremo le risposte a tutti i nostri problemi e a quelli altrui.

I cattivi umori sono come un cancro: corrodono la pace dell'anima. Ecco perché l'uomo soggetto ai cambiamenti di umore non riesce a liberarsi dei suoi guai.

Ricordate: per quanto ogni cosa possa esservi andata male, non avete il diritto d'essere di malumore. Nella vostra mente potete essere vincitore. L'uomo soggetto a cambiamenti di umore, quando è vinto, ammette la sconfitta; ma l'uomo la cui mente rimane invitta, sia pure il mondo ridotto in cenere ai suoi piedi, è sempre il vincitore.

Volete essere un prigioniero o un conquistatore?

Legandovi così strettamente ai vostri stati d'animo, vi rendete incapace di continuare la battaglia della vita.

Non appena permettete ad essi di avviluppare la vostra mente, la volontà vi si paralizza.

I diversi cambiamenti di umore annebbiano il cervello, sminuendo la facoltà di giudizio, cosicché i vostri sforzi vengono sprecati.

Tratto dall' “Eterna Ricerca dell'uomo” - di Yoganandaji Segnalato da: www.ilritornodegliantichi.com

venerdì 3 luglio 2009

LA RABBIA FA ANDARE IL SANGUE AL CERVELLO

E' sempre stato considerato un banale luogo comune, eppure ha un fondamento scientifico.
La rabbia infatti puo' letteralmente far arrivare il sangue al cervello.
A dimostralo e' stato un gruppo di ricercatori della University of Southern California e del Cedars-Sinai Medical Centre in uno studio pubblicato sulla rivista Cardiovascular Ultrasound. I ricercatori hanno scoperto che quando si e' davvero arrabiati le arterie carotidee, quelle che inviano il sangue alla testa e al collo, si dilatano aumentando l'afflusso di sangue al cervello. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato le risposte cerebrali allo stress mentale di 58 volontari sani di eta' compresa tra i 19 e i 60 anni.
Lo strumento utilizzato e' stato l'imaging con ultrasuoni.
Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che in caso di stress mentale si verifica una vasodilatazione accompagnata da un aumento del flusso sanguigno nel cervello.
Nei soggetti con elevata pressione sanguigna, invece, si e' registrato un aumento del flusso quando sono stati infastiditi.

giovedì 2 luglio 2009

Dapoxetina: il farmaco che cura l'eiaculazione precoce

Dagli ultimi dati raccolti dalla Società Italiana di urologia si stima che il 20% degli italiani soffrano di eiaculazione precoce.
Dati sicuramente sottostimati, visto la ritrosia maschile a recarsi dall'urologo o dal medico di base per affrontare il problema, che da semplice disturbo curabile efficacemente può minare definitivamente l'autostima e la relazione di coppia.
Adesso e' disponibile nelle farmacie il primo farmaco 'on demand' .
E' la Dapoxetina, un medicinale che appartiene alla classe farmacoterapeutica "altri urologici".
Indicato per gli uomini di eta' compresa tra i 18 e i 64 anni, Dapoxetina e' rapidamente assorbito ed eliminato dall'organismo (emivita di circa 1,4 ore) e va assunto 1-3 ore prima del rapporto sessuale.
Inoltre, la confezione appositamente studiata per Dapoxetina permette di verificarne l'autenticita': sul sito http://www.priligyoriginale.it/ e' possibile appurare se il farmaco acquistato sia originale controllando il numero seriale di 12 cifre, unico per ogni confezione.
"In una condizione medica come l'eiaculazione precoce", afferma il professor Vincenzo Mirone, presidente della Societa' italiana di Urologia (SIU), "in cui il problema della mancanza di controllo coinvolge circa il 72 per cento degli uomini, l'effetto piu' importante di Dapoxetina e' la capacita', dimostrata negli studi clinici, di aumentare il senso di controllo sull'eiaculazione nell'uomo, migliorando conseguentemente la sua soddisfazione sessuale e quindi quello della partner. Dapoxetina agisce su tutte le componenti dell'EP migliorando quindi il controllo sull'eiaculazione, incrementando il tempo di latenza eiaculatoria, riducendo la frustrazione e aumentando la soddisfazione dei rapporti sessuali sia nell'uomo sia nella partner".
Aggiunge il professor Vincenzo Gentile, presidente della Societa' italiana di Andrologia (SIA):
"Fino a ieri le persone interessate da questa condizione, cioe' circa un quinto degli italiani adulti di sesso maschile, non aveva quasi altra scelta che gestire (il piu' delle volte in silenzio), il proprio disagio. Oggi, con l'approvazione del nuovo farmaco arrivata dalle autorita' regolatorie europee e italiane, e' finalmente accessibile un trattamento farmacologico significativamente efficace per la cura dell'eiaculazione precoce, che permette di ridare confidenza al paziente sulle possibilita' di vivere una vita sessuale soddisfacente.
Di cio' ne ha sicuramente beneficio anche la partner".
A nostro modesto parere il farmaco è sicuramente importante per ridare fiducia alla persona ed al partner e da lì iniziare un percorso di educazione psicosensoriale individuale e di coppia.
Talvolta l'eiaculazione precoce è il sintomo di uno squilibrio psico-sensoriale e relazionale, legato allo stress ed all'ansia da prestazione.
Se affidiamo la nostra sicurezza ad una pillola mettiamo solo la sporco sotto il tappeto, ma non abbiamo la casa pulita l'abbiamo solo apparentemente in ordine.
La nostra mission è la ricerca sul campo, quindi coloro che assumeranno il farmaco, sono invitati a lasciare su questo blog i loro commenti circa l'efficacia o meno riscontrata.
I loro commenti forniranno anche ad altri informazioni utili.
Grazie per la disponibilità e la collaborazione
continuate a visitarci.

mercoledì 1 luglio 2009

Agli uomini americani piacciono le donne magre

Da una ricerca americana pubblicata sulla rivista Journal of Personality and Social Psychology e' emerso che gli uomini americani giudicano attraenti le donne con un fisico asciutto.
Lo studio ha coinvolto 4 mila persone adulte uomini e donne di eta' compresa tra i 18 e i 25 anni.
I partecipanti allo studio sono stati invitati a dare un giudizio sull'attrattività di una serie di persone, ritratte in alcune di fotografie.
Dai risultati e' emerso che quasi tutti gli uomini hanno dato un giudizio positivo all'estetica delle stesse donne APPREZZANDOLE per la STESSA CARATTERISTICA: il fisico magro e seducente.
Le donne hanno espresso valutazioni diverse sulle foto degli uomini, valutando piu' aspetti del soggetto.
Secondo i ricercatori, i risultati emersi potrebbero contribuire a spiegare il motivo per cui le donne pur di conformarsi a determinati standard estetici sono disposte a mettere a rischio la propria salute ed infatti sono maggiormente colpite da disturbi alimentari.
Sono irrimediabilmente tramontati i tempi in cui si esaltava l'opulente bellezza della Dea Madre, pervenuta sino a noi attraverso le statuette a lei dedicate.
Nella nostra specie il dimorfismo sessuale sta riducendosi e per le donne l'androginismo estetico si afferma come tendenza...è questo il prezzo dell'emancipazione?

Dalle rane il segreto per sconfiggere l'obesità

Fonte:http://news.paginemediche.it
I meccanismi del letargo delle rane potrebbero nascondere i segreti per nuovi trattamenti contro l'obesità e altri disordini metabolici.
Un gruppo di scienziati dell' Università di Queensland (Australia) ha studiato il metabolismo della rana scavatrice (Cyclorana alboguttata), un anfibio che può sopravvivere per diversi anni sommerso nel fango senza cibo e acqua.
Sara Kayes, ricercatrice a capo dello studio che sarà presentato oggi al Meeting della Society of Experimental Biology, ha spiegato:
"Abbiamo scoperto che il metabolismo della rana scavatrice cambia radicalmente durante il periodo di letargia, massimizzando l'uso delle limitate energie che possiede senza mai esaurirle. Durante il letargo, l'attività e l'efficienza dei suoi mitocondri, le 'centrali energetiche' della cellula, è molto più alta rispetto a quella misurata negli animali in attività".
Questo processo, noto come coupling mitocondriale, migliora l'efficienza delle risorse energetiche e aumenta la produzione di energia per unità consumata.
"In pratica, queste rane durante il loro letargo hanno un'efficienza così alta da superare qualsiasi altro animale", ha spiegato Keyes.
"Questo tipo di metabolismo, nonostante sia così efficiente, causa tuttavia una produzione - ha continuato - di specie reattive di ossigeno e può portare a stress ossidativi. Ecco la ragione per cui questo tipo di metabolismo non è diffuso nel regno animale. Molti animali non si possono permettere questo tipo di stress poichè alternano periodi di sonno e veglia durante il letargo. La rana scavatrice, invece, dorme profondamente per anni e questo stress non causa alcun effetto su di lei".
Per i ricercatori, la scoperta potrebbe essere potenzialmente utile nel trattamento di disordini metabolici e dell'obesità.