martedì 31 luglio 2007

SCIE CHIMICHE:il cielo ferito


Il drago
non dorme
mai

a cura di Zret

Da qualche settimana non si vedono quasi più nei cieli di molte nazioni europee le famigerate scie chimiche (1):

l'attività di avvelenamento della biosfera è, in alcune aree, interrotta (almeno apparentemente), in altre, invece, è svolta nelle ore notturne, in talune è diventata meno intensa.

In certe zone, il firmamento appare terso, in altre, la maggior parte, si nota una foschia biancastra maleodorante.
Come si può spiegare tutto ciò ?

Si consideri che su gran parte dell'Europa si è instaurata un'area di alta pressione.

Tale situazione, tipicamente estiva, rende inutili le irrorazioni per arginare i fronti delle perturbazioni forieri di pioggia; d'altronde, in quei giorni in cui si sono formati sui rilievi dei cumuli imbriferi, subito sono state avvistate legioni di demoni alati che hanno dissolto, in un batter di ciglia, le nuvole. Risultato: neanche una goccia di pioggia, calura soffocante, crisi idrica, danni alle coltivazioni, aumento dei consumi di energia per l'uso abnorme dei condizionatori e conseguenti black out, come da programma.

Poiché, però, le chemtrails sono un'arma polivalente, l'analisi delle condizioni meteo, non è sufficiente per spiegare questa pausa: allora bisogna addurre altre spiegazioni.

- Le irrorazioni continuano a nord della Francia, del Benelux e della Germania, come dimostrato dalle mappe satellitari:

le correnti atmosferiche spingono i veleni verso gli altri paesi, garantendo una dose minima di inquinamento dei biomi.

- Uno degli obiettivi della criminale impresa, ossia la diffusione della siccità, è stato conseguito:

ci si prepara ora ad una fase successiva, predisponendo gli apparati tecnici e logistici per sferrare uno spaventoso attacco chimico, verso la fine dell'estate, quando le persone, finite le ferie, torneranno a scuola o al lavoro e più difficilmente potranno scorgere le cicatrici del cielo.

- Si tratta di una tregua logistica dovuta alla necessità di individuare risorse finanziarie ed umane nonché all'esigenza di reperire le materie prime per poi riprendere le irrorazioni in grande stile.

- L'azione è stata momentaneamente accantonata per definire piani e strategie di vario tipo atti all'instaurazione del Nuovo ordine mondiale.

Se ne intravedono minacciosi segnali (Vedi M. Pappagallo, Depenalizzati i cibi adulterati)

- Lo spargimento dei veleni prosegue, ma con altri mezzi e modalità: navi, sfere piccolissime e perciò invisibili oppure con aerei che incrociano a bassa quota senza scia (vengono segnalati spesso), ma che possono nebulizzare sostanze finissime (alluminio miscelato ai residui del carburante) o diffondere virus, batteri, spore fungine, nanomacchine, elementi radioattivi.

Di solito i voli sono sospesi nelle notti di luna piena, quando velivoli e scie mortali risulterebbero discernibili.

Credo comunque che le scie velenose continueranno, mutatis mutandis, ad essere una funesta realtà dei prossimi anni: non si spiegherebbe altrimenti perché attraverso accorgimenti subliminali e surrettizi, sono state inserite un po' dappertutto, nei cartoni animati, nelle pellicole, nelle pubblicità, persino nei manuali scolastici con lo scopo di normalizzare ciò che è mostruoso e col fine di condizionare mentalmente le nuove generazioni.

Non si spiegherebbe neanche per quale motivo i disinformatori, simili a cani rabbiosi, latrino le loro sciocchezze per tentare di confutare le prove portate dagli studiosi del problema.

Anzi i mastini, che si accaniscono in molti forum della Rete, sempre più in difficoltà (vedi CHEMTRAILS: la prova (The proof) ), minacciano, insultano, calunniano, ma non mollano l'osso, perché hanno ricevuto l’ordine di continuare nella loro crociata di delegittimazione di scienziati e giornalisti indipendenti.

Dunque non si illuda chi pensa che le chemtrails appartengano al passato: un'arma tanto efficace e duttile viene abbandonata solo quando diventa obsoleta.

I tankers volano ancora !

“Sono come gli angeli della morte. Essi vi passano vicini, senza farsi notare e colpiscono, seminando malattie, morte e carestie”. (1)

Lo nota, tra gli altri, Parvatim.

Vedi: dove sono andate le scie chimiche? 2007
Data articolo: luglio 2007

domenica 29 luglio 2007

EFT

Metodo per liberarci dal dominio delle emozioni che bloccano la nostra vita: ansia, paura, panico, angoscia

far fluire la vita ...istruzioni per l'uso

http://www.youtube.com/watch?v=6i33V2EcVlY
http://www.youtube.com/watch?v=f3hy3P0W2BU

Esercizi per crescere meglio


QI GONG per bambini


Esercizi per potenziare le capacità cognititive, preservare la salute, vivere in armonia con se stessi e con coloro che ci circondano

BUONA VISIONE:

http://www.youtube.com/watch?v=fSN55STxIiY



Acqua viva



a cura di: Massimo Bertolucci


Fonte: Nature - luglio 2007



Fluttuazioni dell'acqua sono state osservate con metodi di spettroscopia vibrazionale
Un gruppo di ricercatori del Max-Born-Institut di Berlino e dell'Università di Toronto è riuscito per la prima volta a osservare fluttuazioni ultraveloci nella struttura dell'acqua liquida grazie a nuovi metodi di spettroscopia vibrazionale.
La memoria del reticolato fluttuante di legami idrogeno viene persa nel giro di 50 femtosecondi, più rapidamente che in ogni altro liquido.
Un femtosecondo corrisponde a un milionesimo di miliardesimo di secondo.
L'acqua (H2O) è il liquido essenziale per la vita sulla Terra.
Consente che si verifichino i processi biologici più importanti, agendo da solvente per le biomolecole o come fonte di protoni per il trasporto di carica.
L'acqua liquida consiste in una rete disordinata di molecole, tenute insieme da legami chimici relativamente deboli.
Questa rete è continuamente soggetta a fluttuazioni, tramite le quali le molecole d'acqua si riorientano e le loro interazioni cambiano.
A seguito di queste fluttuazioni, i legami idrogeno vengono si rompono e si riformano in continuazione.
Nonostante molte ricerche, la comprensione della dinamica strutturale dell'acqua - che evolve nel giro di pochi femtosecondi - era finora assai limitata.
Ora gli scienziati tedeschi e canadesi hanno usato un impulso laser con una durata di 70 fs e una lunghezza d'onda di 3 micron (medio infrarosso) per eccitare una pellicola d'acqua estremamente sottile (spessa 0,5 micron) e indurre una vibrazione molecolare locale.
La molecola che vibra agisce come una sonda per studiare le fluttuazioni della rete che provocano cambiamenti nella frequenza e nella fase delle vibrazioni molecolari.
Grazie al metodo della spettroscopia in due dimensioni, questi cambiamenti sono stati osservati in tempo reale e hanno rivelato che, in seguito all'eccitazione della vibrazione molecolare, la struttura esistente dei legami idrogeno sparisce in circa 50 fs, un intervallo di tempo molto più breve rispetto alla durata dei legami stessi (vita media 1000 fs).
La ragione di questo decadimento ultraveloce della struttura iniziale risiede nei cosiddetti moti librazionali dei legami idrogeno.

Istituzioni scientifiche citate nell'articolo:

sabato 28 luglio 2007

ARCOIRIS/ARCOBALENO DI IDEE

Ristorate la mente ed il cuore...con i programmi di

http://www.arcoiris.tv/

Scienza e Coscienza



Un esperimento scientifico sulla sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche cerebrali di due gruppi di meditatori a più di 200 kilometri di distanza è stato sviluppato e condotto dal Dott. Nitamo Montecucco dell’Istituto Cyber Ricerche Olistiche del Villaggio Globale di Bagni di Lucca, in collaborazione con il Club di Budapest, e con il supporto tecnico scientifico del Dr. William Giroldini (Elemaya) e del Dr. Alessandro Marraccini (A.M.Computer).
L’esperimento - svolto in concomitanza con il Giornata della Meditazione/Preghiera Globale della Pace del 20 Maggio 2007, a cui hanno partecipato circa un milione di persone in 54 Paesi del mondo - è stato condotto con due elettroencefalografi computerizzati “Brain Olotester 412” sincronizzati tra loro al centesimo di secondo tramite dispositivi satellitari.
I risultati hanno evidenziato una correlazione statistica altamente significativa tra i due gruppi, con una sincronizzazione media dello 0,64 %, e con picchi massimi del 5,4 %!

Tali risultati rappresentano un risultato eclatante, al di sopra di ogni previsione scientifica, visto che la sincronizzazione statistica attesa è pari allo 0 %.

Questi risultati testimoniano scientificamente l’esistenza di una profonda comunicazione neurofisiologica, “non locale”, tra individui. Sembrerebbe quindi che le persone possano connettersi tra loro a distanza grazie alla meditazione.

L’esperimento dimostrerebbe, più in generale, l’esistenza di una “coscienza planetaria”, una sottile rete collettiva che, nella Giornata della Meditazione/Preghiera Globale della Pace, connetteva 1.000.000 di persone tra loro superando i confini fisici, di razza, di cultura e di religione.

Queste ricerche sono l’ultimo risultato di una ricerca, iniziata 18 anni fa dal Dott. Montecucco, sulla coerenza-sincronizzazione cerebrale, che ha portato importanti risultati nella comprensione dei meccanismi neuropsichici e psicosomatici delle malattie e della loro possibile guarigione.
Queste ricerche hanno provato che esiste una comunicazione (elettromagnetica e anche non-locale) tra le aree del cervello e gli emisferi di una stessa persona, tra i cervelli di due persone vicine (madre-figlio, medico-paziente, amanti, ecc.), tra i cervelli di persone in meditazione a distanza.
Quest’ultima ricerca ha concluso un ciclo di sperimentazioni che portano a rivedere completamente le basi delle neuroscienze applicate alla medicina psicosomatica e all’evoluzione umana sul nostro pianeta.

Per maggiori informazioni scientifiche sugli elettroencefalografi computerizzati, sulle analisi statistiche, sui programmi di rilevazione della coerenza elettroencefalografica, e sugli usi di questi strumenti e metodologie in psicosomatica, inviare un’email al Dott. Nitamo Montecucco, Cyber Ricerche Olistiche
cyber@globalvillage-it.com
o visitare l’Enciclopedia Olistica al sito

La Matrice della creazione

Fonte :www.scienzaeconoscenza.it

Il 22.2 2007 è apparso sul sito di Repubblica un articolo a firma di Alessia Manfredi in cui si riporta la teoria di uno scienziato americano, Peter J. Lu, fisico dell’Università di Harvard che sostiene che le stelle poligonali geometriche dell’architettura islamica medievale, rispecchiano moduli matematici e che posizionandole una accanto all’altra “le linee si connettono per formare una rete continua per l’intero piastrellato, una rete che sembra esprimere la struttura della “mater-matrice” della creazione.
Tali osservazioni hanno indotto il fisico a ritenere che gli artisti islamici avessero elementi concettuali che anticipano di circa 500 anni le scoperte della fisica dei quanti.

Ritrovo l’argomento sul n. 88 della rivista Hera di maggio 2007 in un articolo a firma di Michele Melchiorre che illustra come nel 1989 già il fisico Roger Penrose affermò che la mente umana e la coscienza seguono modelli matematici tipici della fisica quantistica, “una visione che oggi molti fisici stanno sposando - leggo nell’articolo - e che relaziona la coscienza alla struttura più sottile dell’universo, ad una sorta di reticolo energetico le cui maglie assomiglierebbero ad un reticolo cristallino, su cui tutta la creazione si dipana”.

Tale schema viene ricollegato alla teoria del fisico David Bohm dell’Università di Londra secondo il quale nell’universo sono ravvisabili due ordini di realtà, uno esplicito e visibile, l’altro implicito che costituisce l’essenza di quanto vediamo e che viene rappresentato come un reticolo di natura energetica “contenente un enorme oceano di energia”.

Tali affermazioni mi riportavano all’intuizione - che ho illustrato nel mio ultimo libro “Il quadrato magico del SATOR- il segreto dei maestri costruttori” edito dalle Mediterranee - secondo la quale, il misterioso simbolo che appare ai margini di costruzioni medievali, ma anche molto più antiche, come a Pompei, consentirebbe, unendo le lettere delle cinque parole da cui è formata l’intera iscrizione, di tracciare una griglia, un reticolo che ho chiamato Matrix perché costituirebbe la matrice della creazione, le acque primordiali informate dallo Spirito da cui emergerebbe l’intera creazione.


Gli architetti di diverse tradizioni ed aree geografiche si sarebbero dunque tramandato un segreto che ha fatto sì che l’arte della costruzione rappresentasse per eccellenza un percorso iniziatico.

Iniziatico non solo per quanto custodito dalla Massoneria, ma soprattutto perché Architetto è, secondo l’etimologia greca della parola, colui che crea con 0 dall’Archè, dal principio di ogni cosa, dalla Matrix in cui da una punto centrale indicato da una N (come Nous) nel quadrato magico del SATOR, si irradierebbe il suono della creazione, il Verbo ordinatore. Insomma nella Matrix, vi è l’energia della creazione ed ogni linea costituisce la legge che rende ciò che emerge conforme all’ordine divino.
Questo spiegherebbe l’armonia espressa dalle costruzioni sacre ed il loro ruolo di microcosmo perfetto, di paradiso in terra per cui l’Architetto non farebbe altro che reiterare l’atto cosmogonico del Grande Architetto dell’Universo. Sovrapponendo la griglia a piante o sezioni di monumenti sacri di varie tradizioni ho dato sostegno alla mia ipotesi.

Nel settembre 2006 un viaggio in Sicilia mi pone davanti i meravigliosi mosaici della cappella palatina di Palermo e del duomo di Monreale, arricchendo di materiale la mia ricerca perché nelle decorazioni delle maestranze arabo-normanne si coglie ad occhio il ruolo svolto dal magico quadrato in cui ho rinvenuto la geometria sacra, la quadratura del cerchio, il rapporto aureo, oltre a simboli ed alfabeti che tutti appaiono scaturire dalla rete della Dea Madre tessitrice.

Ai tempi erano molto più avanti in tutti i campi della tecnica e della tecnologia” .
Invero la conoscenza espressa nell’arte islamica - che si basa in prevalenza sulla stella ad 8 e 10 punte, ma anche nelle costruzioni sacre di altre culture - aveva natura iniziatica e dunque era custodita gelosamente.

Di fatto era racchiusa semplicemente in una quadrato, simbolo della manifestazione divina, della creazione, caratterizzato da un reticolo di linee esprimenti la legge dell’armonia divina.

Difficile dire fino a che punto gli iniziati delle varie culture avessero anche conoscenze matematiche e tecnologiche, se conoscessero i numeri dell’infinito e in che misura ovvero se avessero ricevuto quale dono divino il magico quadrato tentando, come i Pitagorici, di ricavarne le leggi che governato la creazione.

L’aspetto di straordinario interesse è che scienziati contemporanei stiano dimostrando quanto gli antichi custodivano gelosamente.

sabato 21 luglio 2007

La realtà ? non esiste




29 agosto 2006
Pseudoscienza: è ogni disciplina che utilizza metodi non scientifici per tentare di spiegare eventi e fenomeni naturali, ma apparentemente insoliti, inspiegabili.

Una pseudoscienza si avvale di metodi differenti dal metodo scientifico (o metodo sperimentale), che è alla base della scienza moderna.
Il prefisso pseudo (dal greco pseudos, ossia falso) sta ad indicare che una pseudoscienza non ha nulla da condividere con la scienza. (fonte:wikipedia)

Le religioni e le filosofie orientali, da lungo tempo sostengono che il mondo materiale è una illusione, e che noi stessi non saremmo delle entità fisiche che si muovono in un mondo fisico, ma che in realtà tutto l'universo come noi lo intendiamo farebbe parte del campo della pura illusione.

Siamo quindi realmente come gli uomini della caverna Platonica che, costretti in catene in un luogo chiuso dove scorgono solo le ombre del mondo reale proiettate su di un muro, credono che la realtà sia solo quella che riescono a vedere direttament ?

Vediamo cosa ci dice a proposito la pseudoscienza.

Partiamo però (oibò) da un vero esperimento scientifico famosissimo, del 1982, quando un'équipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alan Aspect, scoprì che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri.

Dopo lo sbigottimento iniziale furono formulate due sole possibili spiegazioni: o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce era da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l'ipotesi più accreditata è che l'esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non-locale.

In seguito a questo esperimento, David Bohm, noto fisico dell'Università di Londra, recentemente scomparso, sostenne che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà oggettiva non esiste.

Nonostante la sua apparente solidità, l'universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.

Per capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, spieghiamo cosa è un ologramma.

Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l'aiuto di un laser, dove l'oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata, illuminandola con un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità di tali immagini non è l'unica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se l'ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora l'intera immagine della rosa.

Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma praticamente intatta, della stessa immagine. Tornando all'esperimento di Aspect, Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione.

Ecco la sua spiegazione in un esempio: “Immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche che l'acquario sia visibile solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario. Mentre guardiamo possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entità separate, ma continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l'altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente.

Potremmo arrivare a credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente”. Secondo Bohm quindi il comportamento delle particelle subatomiche indica chiaramente che vi è un livello di realtà del quale non siamo minimamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, ma in realtà sarebbero l'immagine di qualcosa di sottostante, unitario, un super-ologramma che si estende attraverso tutto l'universo fisico che percepiamo. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste “immagini”, ne consegue che l'universo stesso è una proiezione, un ologramma appunto.

Ogni cosa animata e inanimata, noi stessi, saremmo un ologramma.

Come come ?

Il nostro corpo un ologramma ?

“Ma è assurdo” potrebbe obiettare qualcuno, questo significherebbe per la prorpietà olografica descritta pocanzi che ogni singolo organo del corpo umano, conterrebbe l'informazione dell'intero corpo.

Ed infatti sembra proprio essere così, vediamo perché.

Le terapie relative alla riflessologia, conosciute da migliaia di anni, utilizzano proprio questo principio e oltre alla arcinota riflessologia plantare, che usa vari punti del piede per agire sull'intero corpo, abbiamo una riflessologia della mano, una dei denti, una iridologia che usa gli occhi, una auricoloterapia per l'orecchio, e anche una idrocolonterapia che si basa su lavaggi incrementali dell'intestino, solo per citarne alcune.

Ma la domanda a questo punto è: chi mantiene ‘vivo’ l'ologramma ? Semplice, noi stessi, o meglio la nostra “mente”, non il cervello, (anch'esso un ologramma) ma la nostra Coscienza: cogito ergo sum, mai frase più azzeccata.

E invece cosa resta della realtà oggettiva ?

Per dirla in parole povere: non esiste.


Libri consigliati:

- Michael Talbot “Tutto è uno - L'ipotesi della scienza olografica“ (1997)

- William Arntz, Betsy Chasse, Mark Vicente “Che Caspita Sappiamo Veramente ? What the Bleep do We Know ?” (2006 )



mercoledì 18 luglio 2007






Fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza...




Dr Quantum vi invita a

Lezione di fisica quantistica
http://www.youtube.com/watch?v=x_tNzeouHC4
http://www.youtube.com/watch?v=BWyTxCsIXE4

L'osservatore crea la realtà....
Peace from the quantum level
http://www.youtube.com/watch?v=TsvEkPNitdQ

10 REGOLE IGIENICHE PER L'USO DEL TELEFONINO

Fonte: Associazione medica viennese
(Weihburggasse 10-12 A 1010 Wien)
dalla redazione ECplanet

L'irradiamento dei telefonini, rispettivamente: ricettori della telefonia mobile, non è così inoffensivo come gli operatori sempre di nuovo affermano.
Per questo motivo l'Associazione medica di Vienna si è assunta le sue responsabilità ed ha deciso di informare la popolazione austriaca, sulla possibilità di effetti negativi, dal punto di vista medico.
10 REGOLE IGIENICHE PER L'USO DEL TELEFONINO !
-Telefonare raramente ed il più brevemente possibile ! Sarebbe auspicabile che i bambini e i giovani sotto i 16 anni non utilizzassero del tutto il telefonino;
- non tenerlo contro l'orecchio durante la ricerca di comunicazione;
- non telefonare in auto, bus e treno: qui l'irradiamento è molto più potente;
- tenerlo il più lontano possibile dal corpo durante l'invio di SMS;
- durante la comunicazione, tenersi a qualche metro di distanza dalle altre persone poiché anch'esse subiscono l'irradiamento;
- non tenerlo nella tasca dei pantaloni poiché l'irradiamento può avere effetti nefasti sulla fertilità maschile;
- spegnetelo sempre durante la notte.
Non depositarlo in prossimità della testa; - non utilizzarlo per i giochi;
- gli auricolari non sono inoffensivi.
Il filo ha un effetto conduttore per l'irradiamento;
- i collegamenti LAN, vale a dire UMTS, provocano un irradiamento ad alto dosaggio.

Data articolo: luglio 2007

martedì 17 luglio 2007

L'uso dell'elettronica sballa più che la cannabis


Fonte:redazione ECplanet

http://www.ecplanet.com/
Secondo uno studio condotto dal dottor Glenn Wilson del King's College di Londra, l'utilizzo compulsivo degli strumenti per la comunicazione in tempo reale causerebbe danni al Quoziente Intellettivo più vistosi di quelli prodotti dall'uso intensivo di cannabis.

Citato anche da quotidiani del calibro di “The Guardian”, lo studio del dottor Glenn Wilson, psichiatra del King’s College di Londra, su un campione di 1.100 volontari, è stato commissionato da Hewlett Packard.

La ricerca, che si è focalizzata sul rapporto con la comunicazione in tempo reale in ufficio – telefoni, sms, posta elettronicaha prodotti risultati devastanti.

Wilson non usa mezzi termini: il rapporto compulsivo che le “cavie” hanno sviluppato nei confronti dei tool citati avrebbe molti tratti in comune con la dipendenza dalle sostanze stupefacenti, in particolare dai derivati della canapa.

Tra gli effetti collaterali dello “sballo elettronico”, una spossatezza simile a quella causata da una notte in bianco e un calo di 10 punti (in media) del Quoziente Intellettivo, più del doppio di quanto registrato presso i più intensivi aficionados della cannabis.

Senza contare l'incidenza in negativo che l'ansia di rispondere al cellulare, ai messaggi istantanei e alla posta elettronica provoca sulle relazioni sociali.

Nonostante 9 intervistati su 10 pensino che sia molto maleducato interrompere pranzi e conversazioni per dedicarsi alle relazioni digitali (succede a un interpellato su 5), un terzo dei partecipanti all'inchiesta ritiene un tale comportamento “accettabile” e anzi “indice di diligenza ed efficienza”.

Per nulla d'accordo il dottor Wilson: a suo dire questa è la “la ricetta del pensiero confuso” che conduce ad un progressivo impoverimento delle prestazioni professionali.

Proprio qualche mese fa, sul banco degli imputati erano finiti i personal computer: una ricerca effettuata su 100 mila studenti di 15 anni in 31 nazioni aveva svelato come le capacità letterarie e di calcolo di chi non possedeva un Pc fossero mediamente superiori a quelle degli alunni informatizzati.

È la moderna electro-psicopatologia quotidiana.

Questa notizia è stata pubblicata dal periodico “MyTech”.

domenica 15 luglio 2007

Dissonanza cognitiva e condizionamento psicosociale



La dissonanza cognitiva è una teoria che si basa sull'assunto che l'individuo mira alla coerenza con se stesso.

Le sue opinioni e i suoi comportamenti, per esempio, tendono a comporsi in complessi intimamente coerenti’». [Festinger, A theory of cognitive dissonance, Standford University, 1957].

In altri termini quando si presenta un conflitto tra pensieri, emozioni o comportamento, quelli in conflitto tenderanno a cambiare per minimizzare la contraddizione e il disagio che ne deriva.

La persona può infatti tollerare solo un certo numero di discrepanze tra questi componenti che formano la sua identità.

Tenderà perciò a diminuire le cognizioni dissonanti, a rafforzare e aumentare quelle consonanti con una particolare scelta, visione del mondo o condotta...

Festinger riassume dicendo che «Se cambiate il comportamento di una persona, i suoi pensieri e sentimenti cambieranno per minimizzare la dissonanza».

Generalizzando la dissonanza può essere ridotta in tre modi:

1) producendo un cambiamento nell'ambiente;

2) modificando il comportamento;

3) modificando il proprio mondo cognitivo.


Il fenomeno è ievidente nelle tecniche impiegate nel cosiddetto «lavaggio del cervello»:si tratta, come noto, dell'applicazione di un complesso insieme di tecniche finalizzate al cambiamento d'identità; l'individuo completamente «riscritto», non è più capace di opporre resistenze di tipo razionale all'insorgenza massiccia di input esterni, in grado, oramai, di influenzarne pesantemente non solo il comportamento ma perfino le proprie più intime convinzioni.

Edgar Schein (1956), nel suo libro «Coercive Persuasion», definì tale metodologia persuasione coatta.

Basandosi sulle sue ricerche concluse che il processo di persuasione coatta comportava tre fasi: decongelamento, consistente nella rottura dello schema di fede e di comportamento che costituisce l'identità della persona; modifica, corrispondente al processo di indottrinamento vero e proprio; ricongelamento, che attraverso l'uso di tecniche di ricostruzione e rinforzo produce una nuova identità.

Questo fenomeno, pur connotando in maniera particolare la diffusione dell'evento delle cosiddette «sette religiose», costituisce comunque uno strumento il cui utilizzo è proprio di certi poteri forti mondialmente costituiti ed è finalizzato al cambiamento delle idee di massa; si tratta, a ben vedere, del pensiero (che si decida debba essere) dominante inoculato a gocce allo scopo ultimo di pervertire l'habitus, ossia la veste comportamentale assunta dalla massa ed in ultima analisi dal singolo individuo.

Normalmente si tratta di un processo lento; in esordio si veicola l'assioma che si vuole propagandare in maniera molto subdola e successivamente, a dosi omeopatiche, si introduce il principio nella sua pienezza; ciò che più crea impatto (e quindi un effetto emotivo, capace di muovere i sensi, i quali a loro volta condizioneranno l'intelletto) nell'ascoltatore/spettatore/lettore è il trovarsi di fronte ad uno «stato di fatto», un comportamento.

Ora, normalmente, per l'assunzione nel ruolo di protagonista di tali contegni si scelgono testimonial di eccezione, le cui credenziali sono direttamente collegate alla loro fama (maggiore è il carisma esercitato, migliore sarà l'imprinting spirituale); più un personaggio sarà di impatto, più risulterà utile in quella parte.

Ecco, quindi, la saga dei talk-show imbevuti delle (sole) opinioni che si vogliano propinare, il dilagare delle cronache rosa ed il pubblico diffondere (o spiare) in piazza la conoscenza delle vite degli altri (meglio se vip). Modificando, in questo modo, il comportamento dei «modelli di vita» prescelti (i quali incarnano l'aspirazione a divenire, soprattutto dei più giovani), si cerca di influenzare le idee ed i giudizi riguardanti siffatti modi di essere.

La tolleranza è d'obbligo; si impone come un assoluto incontestabile il dover accettare necessariamente tutto, persino il male (e proprio questo è stato uno dei primi assiomi ad essere imposto).

venerdì 13 luglio 2007

Hallucination Program

di: Alessio Mannucci

La realtà può apparire differente, a seconda di chi la osserva. Ricercatori della University of Queensland in Australia hanno scritto un software pensato per consentire agli psichiatri di capire meglio la realtà allucinatoria dei propri pazienti.

A tale scopo, il software simula uno stato allucinatorio creando un ambiente tridimensionale simile a quello del famoso videogioco Quake.

I programmatori si sono basati sulle descrizioni “allucinanti” fornite dai pazienti in cura. La prima versione del software è stata installata sul sistema di realtà virtuale dell'università provvisto di tre proiettori e uno schermo 9 x 2,5 metri curvato in modo da fornire una visuale a 150 gradi. Gli utenti possono così “navigare” nelle allucinazioni virtuali tramite il mouse e la tastiera.

Tra le allucinazioni “programmate” c'è un abisso che appare al posto del pavimento, luci e flash casuali, l'immagine dell'utente riflessa in uno specchio che si fà sempre più sottile mentre sanguina dagli occhi, una inizialmente confortante e poi sempre più inquietante Vergine Maria.

Più voci aliene e rumori di fondo che partono a sorpresa in prossimità di oggetti come stereo o TV. Molti pazienti hanno trovato l'ambiente virtuale efficace nel ricreare le emozioni che provano durante i loro incubi psicotici, quelli veri, che si ripetono assai più frequentemente di quanto non abbiano mai mostrato allucinazioni cinematografiche come quelle del protagonista di “A Beautiful Mind”. Il software verrà integrato nei corsi di insegnamento e potrà essere utilizzato nelle terapie cognitive comportamentali per insegnare ai pazienti come ignorare le allucinazioni. Speriamo solo che, tra allucinazioni reali e virtuali, non finisca “a schifio”.

Il lavoro è apparso nel numero di genaio 2004 del Journal of Network and Computer Applications.

Fonte: Technology Research News

Istituzione scientifica citata nell'articolo:


University of Queensland

La fabbrica della malattia 2

In un articolo del New England Journal of Medicine intitolato “Running: An Analog of Anorexia ?”
Alayne Yates scrive che la ginnastica di routine può essere sintomatica di malattia.
Una ginnastica troppo regolarei -o, in termini psichiatrici, compulsiva– indica un “disordine di attività”, scrive Yates.
Il problema non è il momento del comportamento(come nel PMDD) o il suo contesto (come nella bulimia nervosa), ma il suo scopo.
Nella visone di Yates, l'eccessivo correre per perdere peso o controllarlo diventa patologico.
Il comportamento può ben essere incluso nella prossima edizione del DSM: la psichiatria è chiaramente preoccupata dalle piste [podistiche], dai centri di fitness e dalle palestere.
Il dissolvimento della distinzione tra normale e anormale che queste nuove patologie suggeriscono è ancora più evidente nelle cosiddette “Sindromi ombra.”
Proposta da John Ratey, uno psichiatra della Harvard Medical School il cui nuovo libro ha preso come titolo il termine, le sindromi rappresentano disordini psicologici “nascosti”.
Le persone che sono “un po’” depresse o ansiose o hanno un brutto temperamento soffrono di esse.
Benchè Ratey ammetta che i sintomi sono troppo deboli per rientrare in quelli che egli chiama “Il blocco reale del DSM”, tuttavia argomenta che sentimenti di questo tipo sono un genuino rischio: “La vita della gente può andare in pezzi...a causa di piccoli problemi”.
Questa straordinaria espansione delle malattie mentali coincide con il nostro aumentato interesse per il determinismo biologico. In verità, le due tendenze si rinforzano reciprocamente.
Questo nuovo settore suggerisce che le caratteristiche una volta credute individuali e fluide sono, al contrario, altamente fissate dentro di noi.
Biologi e genetisti stanno invadendo il campo della psichiatria, ipotizzando che le deficienze biochimiche, sovente causate da difetti genetici, scatenino depressione, aggressione e ansia.
Anche se essi ammettono che le dinamiche famigliari possono essere rilevanti, mettono con determinazione la natura al di sopra dell'allevamento.
Nella loro visione – e in contrasto con il pensiero psichiatrico prevalente nel 20° secolo – la biologia conta di più.
Non sorprende che questo orientamento stia generando nell'opinione pubblica un tipo di ansia genetica che recenti rapporti sulla clonazione aggravano solamente.
Forse siamo realmente pupazzi al termine di una stringa di DNA – il nostro temperamento, come la probabilità di sviluppare cancro, è definito dai nostri geni.
La spiegazione più comunemente invocata per spiegare molte forme di comportamento irregolare concerne carenze della serotonina, uno dei naturali componenti chimici del cervello che trasmette il segnale tra le cellule nervose.
In “The Broken Mirror”, la Phillips correla il dismorfismo corporeo ad “una anormalità del sistema neurotrasmettitore serotoninico”.
Altri psichiatri hanno attribuito i disordini alimentari e di ginnastica, sindromi ombra e anche il PMDD a bassi livelli di serotonina.
Quali sono le loro prove ?
I pazienti si sentono meglio una volta che i loro livelli di serotonina vengono alzati con la somministrazione di medicine chiamate SSRI, di cui il Prozac è il più comunemente prescritto. Poichè i pazienti con BDD sembrano rispondere a questi farmaci, la Phillips insiste che “La chimica cerebrale disturbata gioca un ruolo importante” in questa malattia.
Il ragionamento della Phillips si acorda con le argomentazioni che Peter Kramer propone nel suo bestseller, “Listening to Prozac”.
Entrambi gli psichiatri ricorrono allo stesso ragionamento circolare: L'esistenza di una malattia è confermata perché il trattamento avvia una risposta farmacologica positiva. Una volta i medici diagnosticavano la malattia e poi ne scoprivano la cura.
Ora sono gli interventi che li ispirano a creare nuove malattie.
Accettate per un momento che l'accresciuto interesse per il proprio aspetto o che un po' di depressione costituiscano una malattia. Da quale tipo di medico uno dovrebbe andare e per quale tipo di trattamento ? Gli psichiatri insistono che malgrado le cause biologiche di queste malattie, esse sono comportamento-correlate e sono perciò trattate meglio con i metodi psichiatrici. Benché alcuni psichiatri contano ancora sulla psicoterapia a lungo termine, il Prozac o uno dei suoi equivalenti farmaceutici sono essenziali alla pratica di quasi tutti.
E pazienti con una ampia varietà di problemi sembrano migliorare con il Prozac.
La loro “autostima e autofiducia salgono”, dichiara la Phillips. Essi “si sentono più normali”.
Anche se le prove cliniche che confermano affermazioni come quelle della Phillips scarseggiano, l'entusiasmo è rampante.
Il Prozac e sostanze SSRI simili sono state con successo usate nel trattamento classico dei disordini compulsivi-ossessivi (chi ne soffre può non essere in grado di lasciare la casa perché il lavaggio delle mani o del pavimento dura tutta la giornata).
Da quando molte delle nuove malattie scoperte sono caratterizzate da questi comportamenti ripetitivi o preoccupazioni, molti psichiatri sono convinti che gli SSRI funzioneranno bene anche per loro.
Nel frattempo, gli aneddoti sostituiscono i dati.
Il Prozac, Kramer sostiene, “sembra dare sicurezza sociale ai timidi abituali, trasformare i sensibili in esuberanti, conferire agli introversi le abilità sociali del piazzista”.
La Phillips contribuisce: “Gli scienziati con me vogliono essere prudenti”. Comunque, “I miei trattamenti di molti pazienti, molti dei quali hanno sofferto per decenni e che hanno risposto bene -qualche volta miracolosamente- a questi approcci, mi induce a difenderli”.
Ma altri medici specialisti stanno competendo nel trattamento di queste nuove malattie. Persone preoccupate per un sintomo fisico (forse un abbassamento della palpebra o un naso grosso) possono rivolgersi ad uno psichiatra per chiedere perchè sono così preoccupate per la loro apparenza. O possono rivolgersi ad un chirurgo plastico, dermatologo, oftalmologo o otorinolaingoiatra per risolvere il problema.
La più importante differenza tra questi specialisti è la comprensione della causa della malattia.
Per gli psichiatri la preoccupazione del paziente per l'apparente difetto, non il difetto in sè, è la causa del problema. L'obiettivo è eliminare l'ansia (sia con la psicoterapia o le droghe), non modificare il corpo. Per il chirurgo non è un problema di ossessioni psicologiche ma di tessuti e ossa.
Entrambi gli specialisti possono offrire una soluzione, ed entrambi dichiarano una alta quota di successi.
Le nuove categorie di malattie stanno stanno spingendo i medici a minimizzare la differenza tra cura e miglioramento, tra il far ritornare i pazienti normali ed il farli diventare meglio del normale. Kramer ha coniato il termine “psicofarmacologia cosmetica” per descrivere il trattamento dei pazienti il cui comportamento è stato ottimizzato con il Prozac. E Ratey usa gli SSRI per trattare le “sindromi ombra” sul presupposto che: “Per molti di noi, la normalità non è sufficiente.
Il fatto che un temperamento cupo o un carattere pessimistico possano essere normali non significa che sia facile conviverci.
Ma, se i medici fanno del miglioramento il loro obiettivo, tutti noi diventiamo pazienti perenni.
Con questo ragionamento, il criterio per andare in uno studio medico diventerà una visone esistenziale della persona che uno potrebbe essere. Che esaltante compito per i medici, e che angosciante posizione per noi.
Nessuno vuole rinunciare ai benefici terapeutici che la medicina del 21° secolo porterà; alcuni di noi possono persino guadagnare un margine di competitività attraverso il miglioramento.
Ma come si possa raggiungere questi obiettivi senza perdere la propria identità o divenire pazienti perenni è una delle più grandi sfide messe in atto dalla nuova psichiatria, biologia e genetica
Dopo tutto, nessuno di noi vuole spendere la migliore parte della sua vita nella sala d'attesa del medico.

Data articolo: luglio 2007
Autrice: Sheila M. Rothman, docente presso la Columbia University. L'articolo è tratto dal Washington Post Traduzione a cura di Tristano Ajmone

La fabbrica della malattia


Boom sindromi psichiatriche

di: Sheila M. Rothman


Negli anni recenti, i tipi di comportamenti etichettati come malattie sono aumentati drammaticamente.

La psichiatria moderna è pronta a trattare non solo depressione e schizofrenia, ma anche malumore, ansia e bassa autostima, sentimenti che la maggior parte di noi ha provato ogni tanto.

In nessun luogo questo si è sviluppato tanto chiaramente quanto nelle edizioni del manuale degli psichiatri, “Manuale Statistico e Diagnostico dei Disordini Mentali”, o DSM.

Pubblicato dall’American Psychiatric Association, la cui prima edizione uscí nel 1952, elencava 60 categorie, che includevano la schizofrenia, la paranoia e altre aberranti forme di comportamento.

In contrasto, la quarta edizione o DSM-IV, che uscì tre anni fa, ha più di 350 classificazioni (secondo il mio conteggio).

Molti dei disordini descritti hanno criteri che si sovrappongono e deboli manifestazioni, e ognuno può avere sei o più sintomi.

Pazienti che ne manifestano tre o più ricevono la diagnosi.

Dato che molti di noi hanno sofferto di almeno alcuni dei sintomi che caratterizzano le nuove malattie, il loro status come disordini solleva la prospetiva di definirci tutti come mentalmente malati.

La proliferazione delle categorie di malattie sta iniziando ad offuscare la distinzione tra malattia e salute, tra persone e pazienti.

Offrendoci di sollevarci dai malumori e dalle ansie che sono parte della vita quotidiana, i medici non stanno procurando altro che le cure per dati disturbi: essi sono pronti ad aiutarci rendendoci meglio che normali. Prendete una delle nuove malattie classificate, disordine dismorfico del corpo. BDD, così è conosciuto, è caratterizzato dal passare eccessivo tempo ad esaminare se stessi allo specchio e grande preoccupazione per la taglia e forma di una parte del corpo.

Ma come si distingue la malatia dalla vanità?

In un suo recete libro, “The Broken Mirror,” Katharine Phillips, una psichiatra della Brown University School of Medicine che contribuì a stabilire i criteri del BDD, dice che più di 5 milioni di Americani (sia uomini che donne) ne soffrono.

Ella ammise che “la differenza tra BDD e normale preoccupazione per l’apparenza può essere ampiamente una questione di grado”.

Ma questo non dissuase lei, né l’American Psychiatric Association, dal classificarlo come disordine - e includerlo nel DSM-IV.

Un'altra nuova malattia, disturbo disforico premestruale (PMDD) è caratterizzato da irritabilità, tensione, tristezza, letargia, mal di testa, e aumento di peso.

Ciò che trasforma questi comuni sintomi in una malattia è la [comparsa] temporale; essi di solito compaiono una settimana prima delle mestruazioni e scompaiono alcuni giorni dopo.

Ma sintomi irrilevanti e transitori sono veramente indicativi di una malattia ?

È una (imperfetta) correlazione tra un normale ritmo corporeo e cambiamenti ormonali terreno sufficiente per trovare una patologia ?

Con la PMDD la linea di separazione tra normale e anormale diviene ambigua. I curatori del DSM-IV, si trovano a loro agio ad espandere ulteriormente le già vaste categorie dei disordini mentali.

Sotto il titolo “Altre Condizioni Che Possono Essere Oggetto Di Attenzione Clinica , essi includono “problema relazionale tra i partner, problema di relazione tra fratelli, declino cognitivo correlato all'età, lutto, problemi accademici, problema occupazionale, e problema della fase di vita”.

Mettete tutte queste categorie insieme e la divisione tra persona e paziente virtualmente scompare.

Questo è anche evidente nell’espansione del gruppo di malattie associate con i noti disordini alimentari. Il primo ad essere ampiamente riconosciuto, negli anni ’70, fu l'anoressia nervosa, i cui sintomi includono una intensa paura di guadagnare peso, amenorrea (in assenza di mestruazioni) e distorsione dell’immagine corporea, così che chi ne soffre pensa di essere grasso anche quando è sottopeso ed emaciato.

L'anoressia fu seguita nella letteratura psichiatrica degli anni ’80 dalla bulimia nervosa, che è caratterizzata da abbuffate o diete croniche e persistente preoccupazione per il peso e la forma del corpo.

Entrambi questi disordini rappresentano reali problemi per chi ne soffre, ma dato chi i sintomi possono sporadicamente apparire in persone sane, gli psichiatri sono obbligati a valutare “il contesto in cui il mangiare avviene”, secondo il manuale.

Ciò che è “eccessivo consumo in un tipico pasto può essere considerato normale durante una celebrazione o il pasto di una festa”.

mercoledì 11 luglio 2007

Il potere dell'intenzione

COME SI CREA LA REALTA'....
da spettatori ad attori


Analizziamo questa affermazione: “quello su cui ti focalizzi si espande”.
Ci dice che più ci focalizziamo su ciò che vogliamo, più questo nostro “volere” si manifesta nella vita.
La maggior parte delle persone crede che si possa ottenere quello che si vuole nella vita semplicemente AGENDO oppure pensando alle azioni da intraprendere.
E pensa che sia questo “agire” a far accadere le cose.
L’azione è assolutamente necessaria, ma quello che voglio argomentare in questo articolo è che essa è l’ultima componente del processo creativo. L’ultima, non la prima!Infatti, l’inizio di un qualunque processo creativo è ESSERE, e non fare. Questa è una delle ragioni per cui, quando si formulano degli obiettivi, è bene chiedersi “CHI voglio diventare?” piuttosto che “cosa voglio ottenere?”
Quando userai il processo creativo focalizzandoti su quello che vuoi, ti accorgerai che l’Universo ti procurerà diverse circostanze che richiedono pochissima azione.
L’azione viene solo alla fine, DOPO che i tuoi pensieri, il tuo focus e il tuo “essere” sono focalizzati e allineati a quello che vuoi.
Focalizzarti sulla tua intenzione significa avere un deliberato controllo dei propri pensieri.
Quando scrivi le tue intenzioni, stai controllando la programmazione del tuo subconscio dirigendolo verso l’immagine del risultato finale che desideri.Aggiungi potere al tuo intento!
Più EMOZIONI associ al raggiungimento del tuo intento, più velocemente questo si manifesterà. Leggi attentamente questi tre passaggi, tratti dal libro “The Power of Intention” di R. Anthony:
- Se affermi verbalmente il tuo intento, puoi aspettarti un successo del 10%
- Se affermi verbalmente il tuo intento e VISUALIZZI il risultato finale, puoi aspettarti un successo del 55%
- Se affermi verbalmente il tuo intento, visualizzi il risultato finale e SENTI LE EMOZIONI CHE PROVERAI quando l’avrai realizzato, aspettati un successo del 100%!
Come formulare il tuo intento
La prima regola è assicurarti che la tua intenzione sia espressa con assoluta precisione. Se esprimi il tuo intento in modo ambiguo, il risultato sarà ambiguo.
Affermare “Il mio intento è guadagnare più soldi dell’anno scorso” è certamente una formulazione vaga, e produrrà un risultato confuso e ambiguo. Potresti riuscire a guadagnare un centesimo in più dell’anno precedente, ma era questo che intendevi?
Affermare invece “Il mio intento è guadagnare 100mila euro quest’anno” è certamente una formulazione più precisa.
Vediamo come creare delle formulazioni dei propri intenti che siano efficaci:
1) Dichiara il tuo intento al presente
Per l’inconscio non esiste il tempo. Immagina a come esso lo gestisce, ad esempio, nei sogni. Puoi sognare per mezzo secondo e credere di averlo fatto per tre ore. Tutto per l’inconscio avviene ORA, nel momento presente. Formula il tuo intento al tempo presente, quello che vuoi è che esso accada ADESSO. Non ieri, non domani, ma ORA. Addirittura, c'è chi consiglia di affermare l'intento al TEMPO PASSATO: esattamente come esprimi qualcosa che è appena avvenuto, un attimo fa...
2) Afferma quello che vuoi, non quello che non vuoi
La formulazione del tuo intento deve enfatizzare il GUADAGNO di qualcosa, non la perdita di qualcos’altro. Evita di descrivere quello che vuoi veder scomparire dalla tua vita. Focalizza la tua intenzione su quello che VUOI, e mai su quello che vuoi evitare.
Uno de modi per capire se stai formulando correttamente questo aspetto del tuo intento è verificare se contiene parole come “più” o “meglio”. Questi termini sono i “sintomi” che indicano che ti stai focalizzando su un miglioramento della tua situazione attuale, oppure che stai fuggengo da qualcosa che non vuoi.
“Vorrei sentirmi meglio” oppure “Vorrei avere più soldi” non sono formulazioni accettabili. Ancora peggio sono frasi del tipo “Non voglio avere così pochi soldi”.Ripeto: afferma esattamente quello che VUOI, evita di riferirti a quello che non vuoi.
3) Il tuo intento deve essere specifico
Non è sufficiente affermare, visualizzare e sentire quello che vuoi. Il tuo intento deve essere PRECISO e SPECIFICO. Se sei intenzionato a guadagnare più denaro, afferma esattamente la cifra. Se vuoi diventare il bomber della squadra in cui giochi, afferma precisamente quanti goal vuoi realizzare nella stagione. Se vuoi guarire da un problema fisico, afferma la data entro cui intendi guarire.
Più specificità uguale più chiarezza nella risposta che riceverai dall’Universo (che ti risponderà certamente).
4) Usa parole che stimolino in te delle emozioni
L’inconscio risponde rapidamente alle emozioni e ai sentimenti. Formula i tuoi intenti in modo che ti EMOZIONI leggerli. Deve essere sufficiente la lettura dell’intento perché in te si scateni una grande contentezza, la voglia assoluta di vedere il tuo sogno realizzato, più emozioni possibili collegate alla sua realizzazione.
Ci deve essere una ragione irresistibile che ti porta a formulare un intento. Questo stimolerà l’attenzione del tuo inconscio e accelererà il processo creativo. Usa parole che creino “movimenti” nella tua immaginazione.
Alcuni termini che a me piacciono sono: comodità, sicurezza, facilità, delizia, ingegno, eccitazione, rapidità, soddisfazione.
5) Il tuo intento deve essere focalizzato sul miglior risultato possibile
Supponiamo che tu voglia cambiare casa e ti limiti ad affermare: “Il mio intento è trovare un nuovo appartamento.” Se segui le poche regole del processo creativo, sarai accontentato. E potrestri trovare un piccolo, buio e noioso appartamento in una zona malfamata della tua città! ?Nota la differenza, invece, con: “Il mio intento è vivere in un luminoso, spazioso, tranquillo e piacevole appartamento.” Ricordati di essere specifico!
6) Il tuo intento deve essere espresso con una frase positiva
Come già visto prima, focalizzati su quello che VUOI. Elimina termini come “mai”, “non”, “evitare di” quando formuli una intenzione. Anziché affermare: “E’ mia intenzione non farmi male quando gioco a basket”, utilizza: “E’ mia intenzione mantenere un piacevole ed efficace stato di forma e ottenere il meglio dal mio corpo quando gioco a basket.” Associa poi, come detto prima, visualizzazione ed emozioni associate.
7) Il tuo intento deve essere personale
Non puoi esprimere intenti per altre persone.
Non otterrai risultati.
I risultati sono legati alle “vibrazioni” che vengono emesse a seguito dell’affermazione dell’intento.
Non posso quindi affermare che voglio dei dipendenti più produttivi e aspettarmi che accada, ma posso affermare che voglio cambiare il MIO rapporto con loro in modo da aiutarli a lavorare più efficacemente. Non posso cambiare te, ma posso cambiare il modo in cui mi rapporto a te.
8) Il tuo intento non deve prevedere confronti
E’ importante capire che non sei in competizione con nessuno. Sei qui per CREARE, non per competere. L’unica persona con cui puoi competere è te stesso, e il tuo scopo dovrebbe sempre essere quello di raggiungere l’eccellenza.
Affermare “Voglio essere il miglior venditore porta a porta del mio quartiere” potrebbe non essere una buona idea. Magari il tuo quartiere è totalmente sprovvisto di altri buoni venditori, e essere il migliore di una sistuazione mediocre non è certo eccellenza!
Meglio affermare: “Il mio intento è vendere 10 prodotti in più della scorsa settimana”, se sei già soddisfatto delle vendite della settimana precedente. Lascia stare i confronti con altre persone, il tuo goal è il meglio per te ottenuto da te stesso.
9) Il tuo intento deve essere credibile (da te prima di tutto)
E’ controproducente affermare di volere qualcosa che non riesci ad accettare per te stesso a livello inconscio. Se non riesci a vedere te stesso che vive in un certo modo, assomiglia ad un certo tipo di persona o fa determinate cose, allora non sarai quella persona.
Devi essere bilanciato nell’affermare il tuo intento, non focalizzarti su obiettivi troppo semplici, perché non sarai motivato a raggiungerli, ma non affermare neppure qualcosa che non riesci ad immaginare ed accettare perché certamente non riuscirai ad ottenerlo.
10) Il tuo intento deve essere bilanciato
Ricordati di ricoprire tutti gli aspetti che contano della tua vita, quando stabilisci quali sono i tuoi intenti. Se ti focalizzi solo sul lato economico, quello sentimentale potrebbe soffrirne. Se ti focalizzi sulla tua carriera, potresti trascurare la tua salute.
Questo tipo di situazione l’ho provato di persona e ho imparato la lezione… devi costruirti una vita COMPLESSIVAMENTE ottimale, senza trascurare alcun aspetto che reputi determinante per la tua felicità.
Uniamo gli ingredienti
Ora sai molto di quanto ti serve per formulare i tuoi intenti e manifestare i tuoi desideri. Se segui queste semplici regole, formuli i tuoi intenti seguendo i punti qui sopra, visualizzi il risultato e sperimenti ADESSO le emozioni che proverai quando il tuo sogno sarà realtà, è certo che avrai successo.

http://www.immaginazionecreativa.it/powerofintention.html

martedì 10 luglio 2007

Il DNA era già conosciuto nell'antichità

Reperti archeologici mettono in luce attraverso affreschi e decorazioni la conoscenza da parte delle popolazioni meso-americane del codice della vita: il DNA
È chiaro il riferimento alla funzione e alla raffigurazione del DNA, e non ha nessun dubbio neanche il Dr. Luis Acosta, biologo, che ha collaborato con la Dr.ssa Escovar.
Vi è anche un doppio serpente a simbolizzare quella forma elicoidale, quel "nodo", in grado di riprodurre la coppia di gemelli raffigurata all'interno.
Coppia che rinasce, fuoriuscendo dalle bocche di un altro identico doppio serpente che si trova all'esterno della cellule.
le lettere DNA sono le iniziali del nome, in lingua inglese, dell'Acido Desossiribonucleico, una molecola polimerica costituita da due catene affiancate, formate dalla successione di tali nucleotidi e paragonata ad una scala di corda attorcigliata su se stessa, in modo da formare una doppia elica.
Il DNA è concentrato quasi esclusivamente nei nuclei cellulari, e il problema dei ricercatori è stato capire come venivano conservate e trasmesse le informazioni.
La molecola del DNA è stabile e adatta a conservare le informazioni, per trasmettere le quali costituisce un codice.Per i non addetti ai lavori qualche notizia riguardo l'argomento per capirne la complessità e l'importanza.Ogni aminoacido è codificato da un gruppo di tre nucleotidi detti "Triplette". La cellule più attive nella sintesi proteica sono molto ricche di RNA e ribosomi. La sintesi delle proteine si svolge sui ribosomi e avviene in due fasi dette "trascrizione e traduzione".
Nella prima fase il messaggio del DNA viene trascritto su di una molecola di RNA detta "messaggera" (mRNA). Nella seconda fase, detta traduzione, il filamento RNA si distacca dal DNA e va ad aderire ad un ribosoma dove avviene il montaggio delle proteine.La doppia elica si apre in punti precisi in seguito alla rottura di alcuni legami a causa dell'azione di un enzima.
Un solo filamento del DNA serve da stampo per la trascrizione del mRNA. Durante la trascrizione interviene un altro tipo di RNA, quello di "trasporto" (tRNA).
Ogni tRNA può trasportare solo un aminoacido, ed è caratterizzato da una Tripletta in grado di riconoscere la tripletta complementare di mRNA, alla quale si unisce. Gli aminoacidi trasportati dai diversi tRNA si dispongono secondo l'ordine codificato sul DNA e si legano fra loro in una catena proteica. Ogni divisione cellulare inizia sempre con la duplicazione del DNA.
Ogni individuo possiede due "alleli" (geni allelomorfi) per la determinazione di ogni carattere e, in tutte le cellule somatiche, due corredi cromosomici completi: uno proveniente dal padre, uno dalla madre. Ogni cellula sessuale maschile e femminile (gamete) contiene un solo allele e un corredo cromosomico che è la metà di quello delle altre cellule, perché nella formazione dei gameti, i cromosomi omologhi si separano.La teoria conferma che i geni sono localizzati su strutture nucleari visibili al microscopio, i "microsomi", ognuno dei quali può contenere molti geni.È stato stabilito così il numero dei cromosomi, dal pisello al pepe rosso, (46 quelli dell'uomo), e come si determina il sesso del nascituro.
La storia della ricerca del DNA inizia con gli esperimenti effettuati dal dottor Gregorio Mendel, nato nel 1822, sui piselli, dimostrando che i fattori determinanti i caratteri sono trasmessi di generazione, in generazione, come entità separate.Nel 1865 pubblicò i risultati, ma non era il momento per valutare nel modo giusto la portata della scoperta, tanto che il tutto rimase nel dimenticatoio fino al 1900.Nessuno aveva idea dove fossero localizzabili i geni, né attraverso quale processo si ottenessero due dosi di ogni gene nelle cellule somatiche e una sola dose nei gameti. Solo alla fine dell'ottocento lo sviluppo delle tecniche di microscopia e colorazione delle cellule, permise di osservare i cromosomi e, seguirne i movimenti.
La conoscenza dei meccanismi cellulari della fecondazione permise di collegare i dati della genetica con quella delle strutture cellulari.

RAPPRESENTAZIONI DEL DNA


fonte:www.edicolaweb.it
AFFRESCO MURALE


In California, sulle pareti delle grotte dei monti di Santa Barbara, campeggiano gigantesche pitture affrescate dai "primitivi" indiani che vi abitarono, raffiguranti schemi cellulari e la doppia spirale del DNA. Nella figura, che riproduce uno di questi affreschi murali, si osserva un motivo con due linee a zigzag colorate, una accanto all'altra, a significare la duplicazione di una struttura primitiva di due esemplari, in base al ricordo registrato in un suo segmento, simbolizzante un "gene".

In alto la figura presenta due prolungamenti terminanti, ognuno, con cinque punte, somiglianti alla conformazione delle mani umane, come a sottolineare la nascita di una forma vitale.

2020:DEPRESSIONE TOTALE



Nei prossimi 14 anni, la depressione salirà al primo posto tra tutte le malattie che generano disabilità, e per i costi, diretti e indiretti, che gravano sulla società.

Attualmente, solo nell'Unione Europea, ogni anno muoiono circa 50mila cittadini per suicidio.
Secondo l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2020 le malattie mentali in genere saliranno al 15% rispetto all'11,6% del 2000 per mortalità e disabilità.

Le previsioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità sono contenute nello studio “World Health Report”, dedicato ai disturbi mentali e corredato dalle stime sull'impatto che i disturbi mentali hanno rispetto alla disabilità che inducono.
Rapporto dell'Organizzazione mondiale della Sanità:

sabato 7 luglio 2007

Come farsi pubblicare uno studio...scientifico?!?!


a cura della redazione :www.ecplanet.com



Il segreto per farsi pubblicare uno studio è molto semplice: citare sempre i lavori delle persone che sono destinate a fare da revisori (cioè da referee) allo studio.
A sostenerlo non è un ricercatore che si è legato al dito il rifiuto di una pubblicazione, né un professore desideroso di dare qualche consiglio ai propri studenti più brillanti, ma un serio e rigoroso lavoro di ricerca.

Lo studio è stato condotto da Matthias Egger, epidemiologo dell'Università di Berna e direttore associato della rivista International Journal of Epidemiology (IJE), e mostra in effetti che la probabilità di vedere la propria pubblicazione rifiutata è più bassa se contiene delle citazioni dei lavori pubblicati dai revisori.

Egger ha preso in esame un totale di 2033 articoli presentati alla sua rivista e i relativi commenti dei revisori in un periodo di tre anni. Per ogni articolo, il revisore poteva dare quattro giudizi: accettarlo così come è, accettarlo con alcune revisioni, accettarlo con molte revisioni o respingerlo.

Dall'analisi non è emerso alcun trend significativo per le prime tre categorie.


Nella quarta però, si è osservato che i revisori citati più volte nell'articolo avevano una tendenza inferiore del 30% a raccomandare il rifiuto dell'articolo rispetto a chi invece non era stato mai citato.

“Una delle ragioni di questo comportamento — spiega Egger, che ha presentato le sue conclusioni al quinto congresso internazionale sulla peer review e le pubblicazioni biomediche — è che i revisori si sentono particolarmente lusingati dalle citazioni”.
Un'altra ipotesi è che gli articoli di maggiore qualità (e quindi quelli che con maggiore probabilità vengono accettati per la pubblicazione), siano quelli che contengono anche più citazioni.
E infine, sostiene ancora Egger, gli scienziati più anziani sono anche quelli citati più spesso perché hanno fatto molti lavori e sono quelli che tendono a essere meno rigorosi nelle loro revisioni. Questa notizia è stata diffusa dall'agenzia “ZadiG”.

Istituzione scientifica citata nell'articolo: Universität Bern

giovedì 5 luglio 2007

Parole che creano realtà

Owen Waters, autore di “The Shift:
The Revolution in Human Consciousness”. http://www.infinitebeing.com/

Traduzione: Daniela Brassi


Questa settimana, le Parole Spirituali per il Potenziamento sono:

Separazione, Integrazione e Amore


Separazione
La parola-chiave della Vecchia Realtà era separazione.

La separazione è stato il tema predominante della coscienza, sulla Terra, per migliaia di anni.

Ci siamo separati in tribù, nazioni ed imperi. Ci siamo separati, o divisi, secondo razza, sesso e religione. Abbiamo anche separato la nostra stessa coscienza dalla sua sorgente, concentrandola saldamente sul mondo esterno, allontanandola dalla luce interiore.

L'intuito e il lato interiore dei cinque sensi sono stati ampiamente ignorati, per poterci focalizzare sul gioco della vita, e tutto il programma di gioco si è sviluppato attorno alla separazione.

Ci siamo anche separati dai registri delle nostre esperienze, avvenute nel corso di migliaia di anni prima di questa, una storia documentata.

In questo mondo di separazione e imperniato sulla materia, in quanto razza umana non sappiamo neanche più chi siamo, da dove veniamo, o come siamo arrivati a vivere su questo piccolo pianeta inserito nella vastità dell'universo.

L'unica specie umana originaria di questo pianeta era l'uomo di Neanderthal, e quella linea di sangue è estinta da tempo. Noi non discendiamo dall'uomo di Neanderthal.

Per la maggioranza della popolazione esistente, è più facile limitarsi ad evitare domande così ossessionanti e ritenere che siamo soli nell'universo.

Ciò nonostante, il Cambiamento (the Shift) permette alla razza umana di fare vela verso l'integrazione, con cui troveremo le risposte a questa e molte altre domande di vitale importanza.
Integrazione
Il tema generale che sta predominando la scena Terrestre, oggi, è il cambiamento da uno stato di separazione a quello di integrazione interiore. Integrazione, fondamentalmente, significa che le persone imparano come amare se stesse e come amare gli altri. L'integrazione evoca un senso di completezza. Un sè integrato non ha più quelle parti in contrapposizione che favoriscono tensioni interiori, a causa delle quali c'è mancanza di auto-amore ed auto-accettazione.

Quando le persone si amano e si accettano, possono amare ed accettare incondizionatamente gli altri. Il che apre la porta allo sviluppo di un senso interiore di connessione con tutta la vita.

Gli altri possono essere visti semplicemente come altre espressioni del medesimo Essere Infinito che è alla base di tutto. Tutte le persone vengono viste come uno, con l'universo al proprio interno, e non come qualcosa di separato ed esterno a noi stessi.

In un mondo di integrazione, gli opposti esistono ancora - i sessi opposti, i poli opposti di una batteria, le parti opposte di una moneta - ma sono tutte complementari l'una all'altra, piuttosto che causa di un senso di divisione.

Man mano che il nostro senso d'integrazione continua a svilupparsi attraverso il Cambiamento, scopriamo come i nostri comparti di coscienza precedentemente separati iniziano a ri-unirsi. In tempi in cui viene esplorata la questione della separazione, la mente subconscia, conscia e super-conscia devono solo funzionare separatamente.

L'intuizione e la telepatia conscia, per esempio, saranno progressivamente sempre più facili da sviluppare.

L'integrazione è un punto di osservazione.

Grazie ad essa, vedete la vita come un'armoniosa e complementare varietà di pensieri, sensazioni ed azioni. Grazie ad essa, la vostra vita si dispiega in modo costante come una vera sinfonia di voi stessi, uno scopo spiritualmente programmato, come una danza di significati e sincronicità eseguita insieme a tutti quelli nella vostra vita.
Amore
Un amore incondizionato, olistico, è la risposta a tutte le sfide della vita.

Siamo qui sulla Terra per imparare come amare noi stessi e gli altri.

Siamo qui per accettare noi stessi e gli altri in modo totale, e senza giudizio. A questo punto, qualcuno potrebbe chiedere “Ci si aspetta che noi si ami anche qualcuno che è determinato a restare nel non-amore ?”.

Il segreto, qui, è che c'è differenza tra l'accettare le altrui convinzioni esteriori e accettare la sua essenza interiore.

A prescindere dal sistema di credenze esternato da quella persona, e dal fatto che concordiate o no con esso, è l'essenza interiore della persona che imparate a riconoscere, amare ed accettare.

Il segreto è che l'amore incondizionato guarirè il mondo, e le scorte disponibili non sono certo scarse. L'universo è permeato, e tenuto insieme, dall'aspetto d'amore dell'Uno-Creatore.


L'universo venne creato da tre aspetti fondamentali della coscienza originaria è intento, amore e movimento.

L'Amore è il mezzo che riempie tutto l'universo, mentre l'intento dell'Uno Creatore tiene insieme quell'universo, racchiuso nel proprio abbraccio.

L'amore non è qualcosa che voi generate.

È qualcosa a cui permettete di scorrere attraverso di voi.

Dovete solo permettergli di fluire, per poterne sperimentare la meraviglia.

Ogni singola parte di spazio, ogni parte di materia ed ogni parte del vostro essere sono colmi dell'Amore della Creazione.

Perciò, la prossima volta che vi sentite un po' giù, ricordatevi solo di una cosa:

L'Amore è nell'aria ! Lo è davvero !

Cristalli


di: Domenico Perilli

L'azione terapeutica dei cristalli non appare tanto strana se si abbandona l'idea, diffusa quanto erronea, che identifica l'uomo con il suo corpo. In fisica, è infatti noto da oltre un secolo che ogni corpo, ogni organismo, ogni cosa materiale, sia che si tratti di una roccia, di una pianta o di un secchio di plastica, possiede un campo energetico, talvolta chiamato aura.

In molti processi fisici, e nella quasi totalità di quelli chimici, si verifica un assorbimento o un'emissione di luce.

In altri termini, possiamo dire che qualsiasi fenomeno naturale è accompagnato dall'assorbimento o dall'emissione di calore, luce o radiazioni elettromagnetiche, in un continuo scambio di energia.

Vi ricorderete forse dell'epoca in cui alcuni televisori erano collegati a delle antenne da camera, e di quelle fastidiosissime serate nelle quali lo schermo, accuratamente regolato, registrava continui disturbi indotti dalla nostra stessa presenza.

Talvolta non si riusciva a capire dove mettersi per non interferire con la trasmissione.

Che non si trattasse di un mero problema di schermatura, era provato dal carattere personale del fenomeno: non tutti i presenti avevano lo stesso effetto sul televisore.

Quest'esempio descrive eloquentemente la nostra facoltà di irradiare o di assorbire energia. Ulteriori esempi al riguardo sono l'"inquinamento da radiazioni", cioè la provata azione patogena della corrente elettrica e delle onde radio, e l'influenza esercitata dai corsi d'acqua sotterranei e dalle faglie presenti nel sottosuolo.

Un analogo potere irradiante contraddistingue anche le pietre. Alla base di questo fenomeno, vi è il fatto che le pietre posseggono la capacità di assorbire e di trasformare la luce, prevalentemente nella gamma degli infrarossi e, in misura minore, in quella delle radiazioni visibili e delle microonde.

Tuttavia, sono proprio queste ultime a rivestire maggiore importanza, in quanto, mentre le radiazioni infrarosse interessano solo gli strati superficiali del corpo - e per questo motivo vengono percepite come calore - le microonde attraversano l'intero organismo, raggiungendone i tessuti e gli organi profondi.

Se poniamo una pietra a contatto con il nostro corpo, l'energia irradiata da questa non potrà non influenzare la comunicazione fra le varie cellule, e il modo in cui esse interagiscono fra di loro.

Vi sarà comunque una certa azione.

Che questa sia di tipo terapeutico o meno, dipende fondamentalmente da due fattori: dai nostri bisogni del momento e dal tipo di messaggio aurico inviato dalla pietra.

È di vitale importanza che vi sia sintonia e risonanza fra questi due aspetti.

luglio 2007

Fonte: www.pedras.it