domenica 29 marzo 2009

Anoressia:disturbo del comportamento o effetto di un disordine neurofisiologico congenito?

La conclusione rivoluzionaria a cui e' giunto un team di ricercatori inglesi del London's Great Ormond Street Hospital potrebbe rendere in qualche modo prevedibile l'insorgere dell'anoressia gia' nelle bambine.
Secondo gli autori dello studio, che verra' presentato la prossima settimana all' Insitute of Education a Londra ma che e' stato anticipato oggi da diversi quotidiani inglesi, alcuni bambini hanno il cervello sviluppato in modo tale da renderli piu' vulnerabili ai fattori chiave dell'anoressia, dalle rappresentazioni di donne estremamente magre alla cattiva influenza dei genitori.
Ian Frampton, consulente onorario di psicologia pediatrica al London's Great Ormond Street Hospital e coordinatore dello studio, ha condotto insieme ai colleghi un test neuropsicologico su oltre 200 persone nel Regno Unito, in America e in Norvegia che soffrono di anoressia.
Quasi tutti coloro che hanno preso parte allo studio sono ragazze e giovani donne di eta' compresa tra i 12 e i 25 anni che erano in cura per l'anoressia in ospedali privati a Edimburgo e Maidenhead.
La sorprendente scoperta e' che circa il 70% delle pazienti avevano subito un danno ai neurotrasmettitori, che aiutano le cellule del cervello a comunicare le une con le altre, durante la gestazione.
Secondo Frampton questa condizione si e' verificata "in modo causale, e non il risultato di una cattiva dieta materna o di fattori ambientali, come ad esempio un uso diffuso di sostanze chimiche".
L'imperfetto "cablaggio" della corteccia insulare del cervello, che puo' portare a dislessia, ADHD o alla depressione nei bambini, produce cio' che Frampton chiama "una vulnerabilita' di base" tra alcuni giovani che li rende piu' propensi a sviluppare anoressia.
Una scoperta che sovverte le precedenti convinzioni cliniche, che attribuivano all'essere cronicamente sottopeso le modifiche cerebrali.
Confondendo, e' convinto Frampton, la causa con l'effetto. "Questi risultati potrebbero aiutarci a comprendere questa malattia che non sappiamo come trattare", ha aggiunto Frampton.
"Il fatto che i fattori sociali e l'educazione da soli generino l'anoressia e' un argomento debole, perche' quasi tutte sono esposte a questi input ma solo una piccola percentuale diventa anoressica. Evidentemente ci sono altri fattori, sul piano genetico, che rendono alcuni molto piu' vulnerabili di altri".

Crepacuore ovvero la sindrome Takotzubo cardiomiopatia

La "sindrome del cuore spezzato" esiste davvero, e porta a malesseri addirittura simili nei sintomi a un vero attacco di cuore, che a lungo andare danneggiano seriamente l'organismo.
E' quanto afferma uno studio americano condotto su 70 pazienti tra il luglio 2004 e l'aprile 2008, pubblicato oggi dall' American journal of Cardiology.
La sindrome, chiamata medicalmente 'Takotsubo cardiomiopatia', porta a sintomi simili all'attacco cardiaco scatenati da un potente fattore di stress emotivo, per esempio la fine di un amore.
Dei 70 pazienti analizzati, solo uno su cinque ha avuto problemi seri e ha avuto bisogno di un trattamento sanitario di emergenza, ma tutti sono sopravvissuti e si sono ripresi completamente.
La sindrome, descritta per la prima volta da ricercatori giapponesi nei primi anni '90, e dovuta secondo gli scienziati a un aumento degli ormoni dello stress, a partire dall'adrenalina, che possono temporaneamente danneggiare il cuore.
Tuttavia, l'esatto meccanismo non e' noto.
Fatto sta che tutti i pazienti dello studio con la "sindrome del cuore spezzato" lamentavano i sintomi dell'attacco di cuore, compresi il dolore toracico e la mancanza di respiro.
In circa 2/3 dei casi i pazienti erano stati esposti ad una sorta di pericolo fisico o emotivo, come le cattive notizie su un familiare, un problema domestico, l'annuncio di una grave malattia o di un incidente stradale o, appunto, un grave problema sentimentale. Poco dopo, avevano lamentato i problemi cardiaci. I ricercatori, provenienti da due ospedali a Providence, Rhode Island, hanno creato uno speciale registro per i pazienti.
Una singolare scoperta fatta dai medici e' che la maggior parte dei casi si sono verificati durante la primavera e l'estate.
Al contrario, la maggior parte dei normali attacchi di cuore si sono verificati nel freddi mesi invernali.
Ma a cosa e' dovuta?
"Alcuni - riferisce il dottor Richard Regnante, dal Miriam Hospital di Providence - credono che si tratti semplicemente di una forma di attacco di cuore che' abortisce', inizia a dare sintomi ma poi non prosegue non lasciando alcun danno permanente al muscolo cardiaco.
Altri sostengono che la sindrome non ha nulla a che fare con le arterie coronariche ed e' semplicemente un problema del muscolo cardiaco".
Secondo Regnante "la stagionalita' potrebbe suggerire che quest'ultima teoria sia quella corretta".
Il team ha avviato ora il reclutamento dei pazienti con la "sindrome del cuore spezzato" per un nuovo studio di imaging in cui saranno utilizzati ultrasuoni per scoprire i danni interni causati da questa patologia

venerdì 27 marzo 2009

Disturbi dell’umore e morfologia celebrale

Fonte: http://www.corriere.it
Perché la depressione accomuna spesso i membri di una stessa famiglia?
È il quesito cui hanno cercato di rispondere i ricercatori del Columbia University Medical Center attraverso uno studio in pubblicazione sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
LA RICERCA
– L’indagine, condotta dagli studiosi su un campione di 131 individui di età compresa tra 6 e 54 anni (con e senza storia di depressione in famiglia) ha messo in luce che un assottigliamento della corteccia cerebrale (la superficie esterna del cervello) nell’emisfero destro è correlabile alla familiarità del disturbo in questione.
La differenza tra emisfero destro e sinistro «era così evidente che all’inizio non potevamo crederci», ha detto il dottor Bradley Peterson, spiegando che i medici non sono riusciti a trovare spiegazioni plausibili a giustificazione dell’anomalia rilevata.
I DATI
– Nei soggetti considerati ad alto rischio depressione, è stato infatti evidenziato un assottigliamento della corteccia pari al 28%.
Gli stessi soggetti sono quelli che hanno ottenuto i risultati peggiori nei test di memoria e d’attenzione.
Come spiegano i ricercatori, resta comunque da capire se l’anomalia è una causa o un effetto della depressione.
Tuttavia, secondo il dottor Peterson, l’anomalia in questione «potrebbe essere responsabile di un’alterazione della capacità di interpretare i segnali emotivi e sociali provenienti da altri soggetti», e quindi in grado di influenzare il comportamento della persona in questione

Ora legale, tre giorni di tempo per adattarsi al cambiamento

SIETE ALLODOLE O GUFI?
da KatawebSalute.it
Ora legale, si cambia e si dorme di meno.
Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 MARZO , alle 2 del mattino, sposteremo tutti i nostri orologi un'ora avanti, cioè fino alle 3.
Tutto resterà invariato fino al 25 OTTOBRE 2009.
E l'organismo umano deve adattarsi a questo sfasamento.
Il nostro orologio biologico si sincronizzerebbe automaticamente con l'alba, sia in estate sia in autunno, ma l'ora legale interrompe questa regolazione naturale alterando il ritmo sonno/veglia.
Le conseguenze sulla salute dipendono dal tipo di sensibilità che una persona ha.
C'è chi non avverte nulla perché è più predisposto ad alzarsi presto (allodole), chi invece ama dormire e ha bisogno di due o tre giorni per adattarsi (gufi).

mercoledì 25 marzo 2009

Economia domestica e crisi della coppia

Secondo un'indagine di PayPal, commissionata all'istituto Ipsos e condotta in Italia, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, Canada e Messico su 7.000 persone, a parte gli scontri provocati dai rispettivi genitori (riscontrati nel 50%delle coppie), sono proprio le questioni di soldi a causare più tensioni in casa.
Succede quasi a 1 famiglia su 3, soprattutto a quelle sposate o di lungo corso, quando alla gestione "tattica" delle spese si sostituisce una "strategia" di ampio respiro.
Gli Italiani sembrano ispirarsi al motto "Ciò che è mio è mio, ciò che è tuo è tuo", mantenendo conti correnti separati per le spese personali (lo fa il 59% degli intervistati) e, al massimo, aprendo un conto in comune per le esigenze domestiche (20%).
Nessuna grande novità, invece, sul fronte dei guadagni, con gli uomini che mediamente portano a casa più delle loro compagne e, di conseguenza, sono indicati dai 2/3 del campione - sia maschi sia femmine - come la "primaria fonte di reddito" della coppia.
Chi sia poi a occuparsi del patrimonio e dell'economia familiare è un mistero, visto che sia i "lui" sia le "lei" sostengono di farlo da soli.
Pieno accordo, al contrario, sul fatto che avere un bel gruzzolo, condiviso o meno, aiuti a ridurre i problemi e pure i conflitti.
Il 63% degli intervistati dice che i soldi sono importanti nei rapporti sociali, ma ancora di più sono quelli che pensano che più se ne hanno migliori saranno le relazioni.
Come fare allora a diventare più benestanti?
Soprattutto (65%) stando attenti alle spese.
Già, ma quali?
Le proprie o quelle del partner?

martedì 24 marzo 2009

Musica come terapia nella riabilitazione post ictus

La musica piacevole puo' aiutare le persone colpite da ictus a recuperare la vista. La sorprendente scoperta e' il frutto di uno studio britannico pubblicato su 'Proceedings of the National Academy of Sciences'.
Il 60% dei pazienti vittime di un attacco ischemico perdono la vista in uno dei due campi visivi.
L'ictus infatti colpisce una parte del cervello, provocando la paralisi di un lato del corpo o del viso e danneggia i centri dell'attenzione e del movimento con la conseguente perdita 'cerebrale' della vista.
In casi estremi, i pazienti riescono a mangiare solo da un lato del piatto o radersi solo meta' del viso.
Lo studio si e' focalizzato sullo stile di vita di tre pazienti che hanno perso la "consapevolezza" di una parte del corpo e della vista.
Ma quando si dedicavano all'ascolto di buona musica, scelta da loro stessi, i tre riuscivano a riattivare parzialmente la vista mancante, cominciando a intravedere i colori e le luci rosse. Gli studiosi sono convinti che la musica piacevole genera emozioni positive, che possono aiutare a produrre segnali piu' efficienti nel cervello, aumentando la sua capacita' di analizzare lo stimolo.
"La musica sembra migliorare la consapevolezza per i suoi effetti emozionali positivi sul paziente", ha spiegato uno dei ricercatori, David Soto, dell' Imperial College di Londra, "simili benefici potrebbero essere prodotti rendendo felice il paziente anche in altri modi".

Emozioni ed Economia:quando spendere diventa una droga

Alcune parti del cervello sono stimolate dai salari piu' alti, anche quando i prezzi crescono e il potere d'acquisto crolla. Perche' il denaro -lo rivela un nuovo studio- lavora come una droga sul cervello e anche solo l'idea di guadagnare un salario piu' alto da' una sorta di frenesia fisica.
Un studio del professore Armin Falk, dell' Universita' di Bonn ha infatti scoperto che anche soltanto il pensare al denaro contante stimola i centri del piacere; e piu' alto e' il salario -anche se solo immaginato- piu' grande e' il piacere suscitato nel cervello.
Il che non sembra una novita'; ma l'aspetto piu' sorprendente della ricerca e' che queste affermazioni rimangono vere anche quando quello che si vuole acquistare costa di piu', per esempio in tempi di inflazione piu' alta e crolla il nostro potere d'acquisto.
Il risultato dello studio suggerisce che il cervello umano e' suscettibile in maniera innata all'illusione della ricchezza che il denaro puo' dare.
E' quello che gli economisti chiamato l'"illusione monetaria", ovvero il fatto che la gente si fissa sul valore nominale della moneta, non tenendo conto in maniera adeguata delle variazioni del suo valore reale.
Il cervello insomma non tiene minimamente conto dell'andamento economico reale; e il denaro sembra attivare davvero gli stessi centri del piacere coinvolti dalla droga.

lunedì 23 marzo 2009

Cento passi al minuto al giorno: ecco il segreto per la nostra salute

Fonte: Corriere.it
Tremila passi in trenta minuti per cinque volte alla settimana: ecco la formula della «vera» fitness.
La formula, cioè, che misura quello che genericamente viene indicato come esercizio di moderata intensità.
Per mantenersi in forma, infatti, viene di solito suggerito di praticare una moderata attività fisica, che significa trenta minuti al giorno per cinque giorni alla settimana: in pratica, però, non viene indicata quale deve essere la quantità di sforzo fisico perché sia davvero efficace e non c'era finora strumento per misurarla

venerdì 20 marzo 2009

Cilengitide sostanza che "fa morire di fame" le cellule tumorali

E' partita da Bologna la nuova sfida terapeutica contro il glioblastoma, il piu' aggressivo tra i tumori al cervello.
L'unita' operativa diretta da Alba Brandes e' il primo centro al mondo a iniziare la sperimentazione - che coinvolgera' le principali strutture che si occupano del trattamento delle neoplasie cerebrali - con il farmaco 'cilengitide', una nuova sostanza anti-cancro che puo' bloccare la crescita tumorale diminuendo l'apporto di sangue alle cellule 'maligne'.
Uno stop alle 'vie di alimentazione' del tumore, ma anche un'azione diretta contro le cellule neoplastiche.
Funziona cosi' cilengitide, sostanza in grado di inibire alcune proteine, chiamate 'integrine', che agevolano la formazione di nuovi vasi sanguigni all'interno del tumore portando nutrimento e ossigeno necessari alla crescita neoplastica, e di bloccare la capacita' di invadere il cervello da parte delle cellule del glioblastoma.
Ora sara' utilizzato per la prima volta in Italia nell'ambito di un trial clinico di fase III condotto sotto l'egida dell'Eortc (European Organisation for Research and Treatment of Cancer). "Questo trattamento innovativo sara' associato a quelli chemio radioterapici (temozolomide piu' radioterapia) gia' utilizzati", ha spiegato Brandes, direttore dell'Unita' operativa complessa di Oncologia medica dell'ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna, "in modo da 'affamare' il tumore e renderlo piu' debole di fronte alle terapie classiche". Questo studio partito recentemente, ha aggiunto l'esperta, "prevede che il tumore, immediatamente dopo l'intervento chirurgico, sia valutato a livello centralizzato in Europa, in termini di caratteristiche genetiche e in particolare per lo stato di metilazione di un gene chiamato MGMT. I pazienti saranno divisi in due gruppi, uno 'di controllo' sottoposto a chemio-radioterapia standard (per 8 mesi), uno 'di trattamento' ovvero la stessa chemio-radioterapia standard cui viene aggiunta cilengitide per 18 mesi. Ogni 2-3 mesi i pazienti saranno sottoposti a una risonanza magnetica cerebrale. Per consentire al medico di decidere sulla base della risposta ottenuta al trattamento il proseguimento della terapia". La precocita' della valutazione del tipo di paziente, se portatore o no del gene metilato, e' un elemento di fondamentale importanza. "Si deve immediatamente poter analizzare le caratteristiche genetiche del tessuto tumorale ottenuto dall'intervento", ha argomentato Brandes, "prima dell'inizio della terapia sperimentale". L'oncologa e' la coordinatrice per l'Italia di questo studio mondiale che potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella lotta contro questo tipo di tumore: la studiosa italiana e' tra i massimi esperti mondiali di tumori del cervello, membro dell'Eortc e presidente del Gicno (Gruppo Italiano Cooperativo di neuro-oncologia).

martedì 17 marzo 2009

Nuovo farmaco per la cura dell'ipertensione

In Italia circa 15 milioni di persone soffrono di ipertensione, quindi il 20-25% della popolazione, con un'incidenza maggiore tra i soggetti di oltre 60 anni, inoltre almeno 3 milioni non sanno di esserne affetti, mentre su scala mondiale si stima che circa un miliardo di persone siano ipertese.
Quattro pazienti su cinque, infine, non riescono a rientrare nei valori pressori ottimali indicati dall'Oms, ovvero al di sotto di 140 di massima e 90 di minima.
Il nuovo farmaco commercializzato dalla Novartis col nome di Aliskiren inibisce l'enzima renina.
L'inibizione avviene attraverso l'inserimento della molecola in una specifica tasca dell' enzima-renina, bloccando in questo modo la possibilita' di produrre angiotensina e, conseguentemente, tutta la cascata di eventi che poi portano agli effetti dell'attivazione del sistema renina-angiotensina su cuore, vasi e rene.
E' un farmaco indicato per il trattamento dell'ipertensione arteriosa e puo' essere utilizzato sia in monoterapia che che in terapia di associazione.
I benefici possono essere particolarmente rilevanti soprattutto nei pazienti che presentano comorbita', come diabete o malattie renali, proprio per garantire il raggiungimento dei livelli pressori ottimali e il controllo dal danno d'organo.
L'ipertensione e' un fattore di rischio: spesso i soggetti ipertesi sono colpiti da ictus, infarto, scompenso cardiaco.
Il rischio si riduce tenendo sotto controllo i valori.
Se l'interevento e' tardivo, le possibilita' di proteggere gli organi bersaglio dell'ipertensione saranno minori perche' i danni diventeranno, almeno parzialmente, irreversibili.
E' dimostrato che i farmaci che agiscono a diversi livelli sul sistema renina-angiotensina, oltre a ridurre efficacemente la pressione, possono anche avere una funzione protettiva diretta e oggi le linee guida consigliano l'uso di questi farmaci.

domenica 15 marzo 2009

Belle/i a tutti i costi....anche a rate

Negli ultimi anni in tutta evidenza essere belle/i fuori ha prevalso sul tanto declamato essere belle/i dentro.
Il nostro blog attivo dal 2006 ha come temi portanti la divulgazione scientifica, la prevenzione, la ricerca (media giornaliera attestata nell'ultimo anno, tra gli 80 e i 90 visitatori ).Quando abbiamo pubblicato la settimana scorsa la notizia della messa in commercio in Inghilterra della crema Adonia Legtone che promette miracoli contro gli inestetismi della cellulite , i nostri visitatori sono balzati a oltre 300.
Sebbene negli ultimi post contemporaneamente a questa notizia avevamo dato spazio ad altre importanti scoperte scientifiche in campo bio-medico riguardanti patologie con crescente incidenza nella popolazione come le malattie oncologiche, cardiovascolari e neuro-degenerative (quali ad esempio l' Alzheimer o il Parkinson), la nostra visibilità in rete è cresciuta per una crema anti-cellulite.
Certamente non ce ne dispiaciamo, anzi abbiamo lanciato una proposta di ricerca sul campo tra coloro che in Italia sperimenteranno detto prodotto.
In un momento in cui tutti i media sono impegnati a descrivere un paese reale attanagliato dalla crisi economica e dalla diminuzione dei consumi, ci è sembrata comunque curiosa la notizia riportata dal sito:http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200903141349-hpg-rsa0010-art.html:in tempi di crisi un intervento di chirurgia estetica si puo' pagare anche in comode rate fino a cinque anni. Basta un acconto di 300 euro, una mini-rata da 58,50 euro per due anni e altri 164 euro per gli ultimi 36 mesi. Se si sceglie il pagamento in tre anni cambia solo la rata finale: 475 euro per 12 mesi. Il preventivo? Niente visite o appuntamenti. Bastano un paio di click sui siti internet che offrono consulenza di chirurgia estetica e il prezzo dell'operazione e' presto calcolato. Tra gli interventi 'finanziabili' ci sono anche la mastoplastica facciale, la liposcultura, la liposuzione, la gluteoplastica, la rinoplastica, la mentoplastica e il lifting.
POVERI MA BELLI... anche a rate, si puo'!

venerdì 13 marzo 2009

Stress in famiglia e obesità infantile

I bambini che vivono stress psicologico all'interno della famiglia hanno un rischio triplicato di diventare obesi.
A sostenerlo e' uno studio svedese dell' Universita' di Linkoping, coordinato dal ricercatore Felix-Sebastian Koch. Per arrivare a questi risultati, riportati dal quotidiano svedese "The Local", i ricercatori hanno analizzato l'indice di massa corporea di 17mila bambini nati tra il 1997 e il 1999 nel Sud-Est della Svezia. Il peso dei bambini e' stato misurato all'eta' di 2 anni, a 5 e a 8 anni. Inoltre i ricercatori hanno raccolto 3.800 interviste fatte a bambini di 8 anni, per indagare cosa pensassero del loro aspetto e della loro personalita'.
Ebbene, dai risultati e' emerso che quasi 1/3 dei bambini intervistati si dichiarava insoddisfatto del proprio aspetto. Molti bambini hanno espresso il desiderio di essere piu' alti e piu' magri.
Il 10 % dei bambini definiti normopeso dai ricercatori ha dichiarato il desiderio di voler essere ancora piu' snello.
"Se una persona non e' felice con se stessa a 8 anni, allora c'e' qualcosa che non va.
E' possibile che un numero crescente di bambini non sia in grado di soddisfare gli ideali che li sono stati trasmessi", ha detto Koch.
Confrontando i dati raccolti, i ricercatori hanno identificato un legame tra bambini stressati psicologicamente in famiglia e obesita'.
Secondo Kich, lo stress potrebbe essere un fattore da tenere in considerazione quale causa della crescente epidemia di obesita' in Svezia.
L'obesita' infantile, a sua volta, puo' portare a una riduzione dell'auto-stima e all'insoddisfazione per il proprio aspetto.

giovedì 12 marzo 2009

Prevenire e eliminare la cellulite: iniziamo da una corretta alimentazione

Vi sono cibi che richiedono una digestione lunga e complessa, altri che vengono assimilati rapidamente; è noto anche che cibi diversi richiedono enzimi diversi e condizioni diverse per la digestione. Quindi risulta essere di grande importanza l'associazione dei cibi, sia per una corretta nutrizione, sia per mantenersi in forma ed in buona salute.
Secondo il Centro di Eubiotica Umana (attivo presso l’ospedale Vittore Buzzi di Milano) le associazioni alimentari da evitare sono:
1. cibi proteici con cibi a base di amidi.
Per esempio la pasta con la carne. La digestione degli amidi ha inizio in bocca con la produzione di ptialina salivare, e soltanto dopo due ore viene secreto nello stomaco l’ acido cloridrico che permette di assimilare la parte proteica dei cereali. Le proteine infatti iniziano a essere digerite non nella bocca ma nello stomaco, a opera della pepsina cloridrica. Ingerendo la carne si ha una produzione immediata di succo gastrico fortemente acido che provoca l’ inattivazione della ptialina e quindi l’arresto della digestione degli amidi.
2. cibi proteici diversi in particolare la carne e il latte, ma anche il latte e uova, uova e formaggio.
Questi cibi hanno esigenze digestive diverse e provocano la secrezione di succhi gastrici in tempi diversi.
3. l’associazione di frutta, zucchero e dolciumi sia con gli amidi che con le proteine.
Questo perchè la frutta, da sola non deve subire alcuna digestione nella bocca e nello stomaco e passa rapidamente nell’intestino, mentre quando è unita agli altri cibi finisce col restare troppo a lungo nello stomaco e poi nell’intestino, dove subisce una decomposizione batterica che può far fermentare anche gli amidi.
Gli zuccheri hanno un effetto inibitore sulla produzione di ptialina nella saliva e sulla secrezione di succo gastrico nello stomaco, rallentando la digestione degli amidi.

mercoledì 11 marzo 2009

Nuova molecola per la prevenzione dell'ictus

Entro l'estate 2009 sara' in commercio anche in Italia rivaroxaban, una molecola di nuova concezione, a somministrazione orale, con l'indicazione nella prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) in chirurgia ortopedica protesica maggiore di anca e ginocchio.
Rivaroxaban, con l'efficacia dimostrata nel ridurre il rischio tromboembolico nella trombosi venosa profonda, ha la potenzialita' di rivoluzionare anche la terapia dei pazienti a rischio tromboembolico nella fibrillazione atriale. "Infatti il meccanismo alla base della formazione del trombo venoso - spiega Antonio Carolei, professore ordinario di Neurologia all'Universita' degli Studi dell'Aquila - e' identico a quello che porta alla formazione del trombo arterioso.
La nuova molecola potra' quindi garantire importanti vantaggi anche alle persone con fibrillazione atriale.
Tale indicazione e' attualmente in studio nel progetto "ROCKET-AF". Con rivaroxaban i pazienti colpiti da questo disturbo non dovranno piu' sottoporsi a controlli frequenti per "aggiustare la dose" e avranno a disposizione un anticoagulante orale efficace in dose fissa.
Sono 200.000 gli italiani colpiti ogni anno da ictus cerebrale che, spesso, vanno incontro a grave disabilita' permanente.
Nel 25% dei casi, la causa e' la fibrillazione atriale che si manifesta con sintomi di affaticamento, irregolarita' del battito cardiaco, palpitazioni, dispnea.

Rinite allergica e benefici dell'agopuntura

Si avvicina la primavera e per chi soffre di allergie ai pollini cominciano i fastidiosi sintomi della cosiddetta febbre da fieno: occhi che lacrimano, naso chiuso, starnuti. L'agopuntura, unita alle cure standard, puo' pero' aiutare a migliorare la qualita' della vita di chi soffre di questa condizione, secondo una ricerca tedesca.
E sono soldi spesi bene, secondo il team della Dr.ssa Claudia M. Witt del Charite University Medical Center di Berlino, soprattutto per le donne.
La febbre da fieno, ovvero la rinite allergica, e' diventata piu' comune negli ultimi venti anni, notano Witt e colleghi sull' American Journal of Epidemiology.
Il costo per la societa' e' alto sia in termini di giorni di lavoro persi che di prestazioni sanitarie erogate.
Circa il 19% delle persone che soffrono di rinite allergica usa l'agopuntura per migliorare i sintomi, notano ancora i ricercatori.
Il team ha studiato 981 pazienti.
Tutti venivano curati con i farmaci standard, ma 487 persone hanno seguito anche 10 sedute di agopunctura in tre mesi. Alla fine dello studio, la qualita' di vita media era molto piu' alta nel gruppo che aveva fatto l'agopuntura e il beneficio era soprattutto visibile nelle donne. "I nostri risultati dimostrano che se i pazienti affetti da rinite allergica usano l'agopuntura in aggiunta alle cure usuali la loro qualita' di vita e' migliore rispetto a chi non si sottopone a agopuntura", ha concluso la Witt. "L'agopuntura ovviamente costa, ma abbiamo calcolato che la spesa vale il beneficio raggiunto".
Il team della Witt ha infatti usato un'equazione chiamata valore del rapporto costo/efficacia incrementale (Icer) che ha permesso ai ricercatori di calcolare che la spesa e' comunque cost-effective, soprattutto visto che il risultato e' un miglioramento dei sintomi.

lunedì 9 marzo 2009

Amore o Antipatia a prima vista

Uno studio americano ha individuato per la prima volta i meccanismi cerebrali che si attivano quando conosciamo qualcuno, e che freneticamente elaborano un'idea, quasi sempre definitiva, sul tipo di sentimento che proveremo per lei.
I ricercatori presso l' Universita' di New York, guidati da Elizabeth Phelps, nel loro studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica "Nature Neuroscience" riferiscono che due aree del cervello sono coinvolte in questo processo.
Sia l'amigdala che la corteccia cingolata posteriore, infatti, si attivano quando conosciamo una persona: la prima, piccola struttura nel lobo temporale mediale, piu' da un punto di vista emotivo, sociale e culturale, la seconda si occupa invece delle valutazioni razionali ed economiche, e di assegnare un valore soggettivo alle ricompense.
Analizzando le reazioni dei partecipanti allo studio su 20 soggetti virtuali, di cui venivano presentato un profilo e una foto allegata, la risonanza magnetica funzionale ha "fotografato" attivita' significative nelle due regioni del cervello. Pochi istanti, e l'idea su una persona era gia' formata.

domenica 8 marzo 2009

ADONIA LEGTONE: PROPOSTA DI RICERCA SUL CAMPO

Visto il grande interesse suscitato nei lettori e visitatori di questo blog per l'articolo riguardante il nuovo trattamento per combattere gli inestetismi della cellulite; segnaliamo il sito della ditta che commercializza il prodotto, acquistabile per ora in Italia solo on line
http://www.adonialegtone.com/
Essendo la ricerca e la sperimentazione il nostro modus operandi (ed il nostro stile di vita), siamo già impegnati ad organizzarci per testarne i risultati, che divulgheremo sul blog, INVITANDO A INVIARCI I VOSTRI COMMENTI e LA VOSTRA ESPERIENZA SULL'EFFICACIA DEL PRODOTTO.

Lavorare oltre 55 ore settimanali aumenta il rischio di declinio mentale e demenza

Lavorare troppo fa male, ormai e' scientificamente provato. Secondo uno studio finlandese, con il passare degli anni, chi lavora piu' di 55 ore a settimana e' a rischio di declino mentale che puo' portare anche alla demenza.
La ricerca, guidata da Marianna Virtanen dell' Istituto finlandese di Medicina Occupazionle di Helsinki, Finlandia, e' stata pubblicata sulla rivista American Journal of Epidemiology.

L'ottimismo... elisir di lunga vita

Lo rivela uno studio condotto da ricercatori statunitensi.
La ricerca, compiuta su 100.000 donne e presentata al congresso annuale dell' American Psycosomatic Society, ha rivelato una forte legame tra ottimismo e rischio di contrarre un cancro, una malattia cardiaca o morire prematuramente.
Nel 1994 i ricercatori presero in esame i tratti della personalita' di un ampio gruppo di donne; nel 2002 facendo uno studio su quelle morte si sono accorti che la percentuale era molto piu' alta tra quelli che non erano ottimiste.
La ricerca riflette studi precedenti, che collegano l'ottimismo alla vita piu' lunga, ha confermato Hilary Tindle, autrice dello studio, assistente all' Universita' di Pittsburg. Impossibile pero' per i ricercatori dire se sia l'ottimismo che porta a trend di vita piu' salubri, se il pensare positivo influisca direttamente su manifestazioni fisiche come lo stress, o magari entrambi le cose insieme.
Un'ipotesi e' che le persone ottimiste reagiscano fisicamente meglio allo stress mentale, magari adottando uno stile di vita per mantenersi meglio in salute.
Per esempio, le donne ottimiste -ha spiegato la Tindle- adottano uno stile di vita piu' salutare: "E' meno probabile che fumino, sono di solito piu' attive ed hanno quasi sempre un indice di massa corporea piu' basso: e questi sono tutti fattori di rischio che certamente determinano lunghezza di vita e salute".

Tumore del seno: la molecola FOXP3 e rischio di metastasi a distanza

In Italia si stima che sopravvengano circa 40.000 nuovi casi di tumore della mammella l'anno.
Un certo numero di queste pazienti, anche se sottoposte a chemioterapia post-operatoria, svilupperanno metastasi tumorali.
Analizzando il tessuto neoplastico ottenuto da pazienti operate di tumore al seno, e' stata individuata una nuova molecola associata alla probabilita' di sviluppare metastasi.
L'analisi del tessuto neoplastico ottenuto da piu' di 300 pazienti sottoposte ad intervento chirurgico ha evidenziato come la presenza della molecola FOXP3 nelle cellule tumorali mammarie si associa significativamente con il rischio di sviluppare metastasi a distanza, quindi con una condizione di maggiore aggressivita' clinica.
I risultati dello studio, che ha avuto un finanziamento dell' Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), sono stati recentemente pubblicati dal prestigioso Journal of Clinical Oncology.
La scoperta e' frutto della collaborazione tra l'Unita' Operativa Bersagli Molecolari della Fondazione IRCCS: Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, diretta da Elda Tagliabue, e il gruppo di ricerca diretto da Andrea Balsari, Docente di Immunologia all'Universita' Statale di Milano.

venerdì 6 marzo 2009

Cellulite addio...in 9 minuti:realtà scientifica o marketing?

Questa settimana nel Regno Unito verra' messa in vendita una crema anti-cellulite dagli effetti miracolosi: elimina la cellulite in soli 9 minuti.
Si chiama Adonia LegTone e costa 68 sterline.
E' la prima volta che una crema sfrutta le proprieta' rigenerative delle cellule staminali delle piante per rinvigorire le cellule staminali della pelle umana.
Test clinici effettuati in laboratori americani indipendenti hanno dimostrato che questa nuova crema e' in grado di ridurre la cellulite del 47 per cento in soli 9 minuti e di circa il 70 per cento in un periodo di sei settimane.
La crema, prodotta dalla Greek Island Labs e venduta gia' negli Usa, ha gia' ricevuto 100 mila richieste nel Regno Unito. Una delle cause principale della cellulite e' l'indebolimento delle cellule staminali.
La pelle umana e' una fonte ricchissima di cellule staminali che inizia a esaurirsi pian piano dopo i 22 anni d'eta'.
Il rallentamento della loro produzione crea il classico effetto denominato 'buccia d'arancia'.
Adonia LegTone viene creata a partire dalle celleule staminali di piante greche che vengono mescolate a un mix di sostanze: 23 oli biologici provenienti da piante dell'eco-sistema del Mar Egeo micro-filtrati in uno speciale processo di miscelazione.
Tra gli ingredienti biologici ci sono olio di zenzero e olio di rosmarino.

Potere e delirio di onnipotenza

Il potere può dare alla testa.
A darne una dimostrazione scientifica e' stato un gruppo di ricercatori della Stanford Graduate School of Business, della London Business School e della Northwestern University, in uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science.
Sia i leader politici o i grandi dell'industria tendono a sottostimare i costi in tempo, denaro, mezzi e vite umane che sono necessari per raggiungere un certo obiettivo.
"Abbiamo condotto quattro esperimenti per studiare il rapporto fra potere e illusione di controllo, la credenza cioe' di avere la capacita' di influenzare esiti che sono determinati in buona parte dal caso", hanno detto i ricercatori. "In tutti gli esperimenti, sia che il partecipante fosse forte di un'esperienza di gestione del potere, sia che fosse stato assegnato casualmente in base alle regole al ruolo di manager, finiva per percepire un controllo sugli esiti che andava oltre il suo ambito di possibilita'. Inoltre, l'idea di essere capaci di controllare un risultato 'casuale' portava a un ottimismo irrealistico e a un'autostima gonfiata", hanno detto. In un esperimento, per esempio, al detentore del potere veniva presentata una coppia di dadi e offerta una ricompensa per prevedere gli esiti di un lancio, chiedendiogli anche se voleva lanciare lui i dadi o scegliere qualcuno che lo facesse. Tutti i partecipanti del gruppo di potere piu' alto sceglievamo di lanciarli in prima persona, contro una percentuale inferiore al 70 per cento nei gruppi di potere minore o in quelli neutri di controllo, suffragando l'ipotesi che la semplice esperienza del potere possa portare una persona a sovrastimare notevolmente le proprie abilita', in questo caso, influenzando l'esito di una mano lanciando personalmente i dadi.
Gli autori osservano che le illusioni positive possono essere adattative, aiutando i detentori del potere a rendere possibile cio' che potrebbe apparire a prima vista impossibile.
Ma la relazione fra potere e illusione del controllo puo' contribuire direttamente anche alla perdita stessa del potere, facendo prendere una serie di scelte sbagliate.

mercoledì 4 marzo 2009

Ictus: test per riparare cervello con staminali

Tra qualche mese iniziera' in Scozia il primo test per verificare se le cellule staminali embrionali iniettate direttamente nel cervello dei pazienti colpiti da ictus sono in grado di rigenerare le aree cerebrali danneggiate.
Un team del Southern General Hospital di Glasgow ha selezionato quattro gruppi di tre pazienti che nel corso dei prossimi due anni saranno trattati con la terapia sperimentale.
I pazienti riceveranno inizialmente una dose iniziale di 2 milioni di staminali embrionali.
Il quantitativo sara' gradualmente portato fino a 20 milioni di cellule, un quantitativo che i medici ritengono possa essere sufficiente a innescare i processi rigenerativi.
La dottoressa Keith Muir, che guidera' la ricerca, nutre forti speranze perchè "se funzionera' come ha fatto sugli animali potrebbe consentire di crescere nuove cellule nervose o rigenerare i neuroni in modo da far recuperare ai soggetti colpiti dall'ictus quelle funzioni che altrimenti non potrebbero mai riottenere in altro modo".
Mentre solo 1/3 dei soggetti sopravvissuti all'ictus infatti si riprende bene, gli altri riportano infermita' permanenti per i danni che il loro cervello ha subito.
Al momento l'unico trattamento palliativo e' la fisioterapia per recuperare alcuni movimenti.
La societa' che ha sviluppato le staminali e' la Reneuron che inizialmente aveva presentato domanda per effettuare i test due anni fa negli Stati Uniti, ma la Food and Drug Administration non ha concesso l'autorizzazione.
Ora riproveranno in Gran Bretagna dove le regole sulla ricerca sulle staminali sono meno restrittive.

RABBIA E STRESS NEMICI DEL CUORE

Una ricerca condotta su alcuni pazienti portatori di defibrillatori impiantabili cardioverter (ICD) avrebbe scoperto come gli attacchi di rabbia aumentino il rischio di fibrillazioni e aritmie davvero pericolose per questo tipo di soggetti.
La ricerca, apparsa sulle pagine del Journal of the American College of Cardiology, è stata condotta dai ricercatori della scuola di medicina della Yale University e ha arruolato 62 persone portatrici di un ICD che sono state sottoposte a test di stress mentale, durante i quali dovevano ricordare un qualche recente incidente che li aveva fatti arrabbiare.
I ricercatori hanno poi seguito i pazienti per tre anni successivi tenendo sotto particolare controllo eventuali aritmie elettriche dei dispositivi cardiaci.
Ebbene, il 40% delle persone che durante i test mentali avevano mostrato i più significativi cambiamenti elettrici causati alla rabbia aveva avuto uno shock dell’ICD nel periodo di follow-up, contro solo il 9% di quelli che avevano dato una minore risposta ai test di stress mentale.
“La rabbia provoca davvero dei cambiamenti elettrici nel cuore tali da compromettere la salute del muscolo cardiaco e la funzionalità del defibrillatore”, ha spiegato la responsabile dell’esperimento, Rachel Lambert.

OCCHIO BIONICO UNA SPERANZA DIVENUTA REALTA'

Un uomo, privo della vista da trent'anni, ha parzialmente ricominciato a veder lampi di luce grazie a un occhio bionico. Il paziente e' stato sottoposto a un intervento chirurgico sperimentale sette mesi fa all'ospedale oculistico londinese di Moorfield: ora l'uomo, che ha 73 anni, e' in grado di seguire le linee bianche della strada o anche scegliersi i calzini.
Il miracolo e' frutto di una complessa strumentazione battezzata Argus II: una mini-telecamera e un video-processore sono montati su occhiali da sole e inviano le immagini catturate a una minuscolo ricevitore; il ricevitore trasmette a sua volta i dati attraverso un cavo sottile a una schiera di elettrodi, situati sulla retina, che quando vengono stimolati, inviano messaggio lungo i nervi ottici al cervello, che e' cosi' in grado di percepire la forma delle macchie luminose e scure corrispondenti alle quali gli elettotrodi che sono stati stimolati.
La speranza e' che il paziente impari a interpretare sempre meglio le forme visive prodotte trasformandole in immagini con un significato. "L'unica mia ambizione al momento e' essere in grado di uscire di casa in una bella serata limpida e riuscire a vedere la luna", ha detto alla Bbc l'uomo, identificato con il solo nome di battesimo, Ron. L'occhio bionico e' stato creato da Second Sight, una societa' statunitense ; al momento sono 18 i pazienti in tutto il mondo ad aver beneficiato dello strumento che aiutera' in particolare i pazienti diventati ciechi a causa della retinite pigmentosa, una malattia genetica del'occhio.

lunedì 2 marzo 2009

INFELICI DA PICCOLI, MALATI DA GRANDI

I bambini infelici hanno piu' probabilita' di diventare degli adulti permanentemente malati o disabili, secondo uno studio britannico.
La ricerca e' stata effettuata dal King's College London che ha seguito oltre 7.100 persone nate tra il 1950 e il 1955.
Gli scienziati hanno scoperto che gli individui descritti come "infelici" dai loro insegnanti avevano cinque volte piu' probabilita' di essere spesso assenti dal lavoro da adulti a causa di problemi di salute. Inoltre, i bambini infelici erano piu' soggetti a depressione.
Lo studio, pubblicato dal British Journal of Psychiatry, ha coinvolto bambini cresciuti ad Aberdeen negli Anni Cinquanta. Ai loro insegnanti e' stato chiesto di rispondere a un questionario sul comportamento degli allievi a scuola e sulla frequenza alle lezioni.
I ricercatori hanno poi ritrovato gli stessi bambini - oggi persone di mezza eta' - e hanno chiesto loro notizie sul lavoro che svolgono e sulle assenze.
Quasi 400 persone hanno riferito di non lavorare affatto per una disabilita' o malattia permanente, pari al 5,5% degli individui analizzati.
Il 25% dei bambini descritti come "infelici, angosciati, spesso in lacrime" dagli insegnanti a scuola erano nel gruppo degli adulti malati o disabili.
Il coordinatore della ricerca, Dr Max Henderson, commenta: "Non possiamo affermare che l'infelicita' da bambini causi la cattiva salute da adulti, ma certamente e' un fattore che contribuisce ai problemi successivi, anche perche' questi individui sono molto piu' soggetti a depressione e ansia, che peggiorano lo stato di salute".