E' una "crisi antropologica" quella che stanno vivendo gli italiani. Il presidente del Censis, Giuseppe De Rita - presentando oggi l'indagine ha messo in risalto l'affermarsi dell'individualismo accompagnato ad una crescente sregolazione delle pulsioni.:
Dal rapporto CENSIS emerge un ritratto della società italiana a tinte fosche.
Gli Italiani sono divenuti più aggressivi, più depressi, più narcisisti, ma soprattutto pensano che, se non rispettano le regole, l'unico giudice a cui devono rispondere è la loro coscienza, a volte particolarmente permissiva.
Tra il 2004 e il 2009,
le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3%, le lesioni e le percosse del 26,5%, i reati sessuali del 26,3%.In 10 anni, dal 2001 al 2009, il consumo degli antidepressivi è raddoppiato (+114,2%), mentre nel 2010 gli interventi di chirurgia estetica sono stati circa 450 mila.
In crescita anche il consumo di droga (le persone prese in carico nei Sert per consumo di cocaina sono aumentati negli ultimi anni del 2,5%) e i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche (dal 2009 al 2010 sono passati dal 14,9% al 16,6%).
C'é poi una pulsione a una relazionalità virtuale: da settembre 2008 a marzo 2011 gli utenti italiani di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni e ogni giorno vi trascorrono in media 55 minuti.
Secondo l'indagine del Censis, la riduzione del controllo sulle pulsioni si spiega anche con l'atteggiamento individualistico degli italiani nei confronti della società.
L'85,5% del campione (1.500 persone) pensa che l'unico arbitro dei propri comportamenti sia la propria coscienza.
Per il 67,6% le regole non devono soffocare la libertà personale e per il 63,5% (76,9% nel caso dei giovani tra i 18 e i 29 anni) si può essere buoni cattolici anche se non ci si adegua alla morale sessuale della Chiesa.
Interrogati sull'aggressività, 7 italiani su 10 dicono che se non ci si fa rispettare, non si otterrà mai il rispetto; il 48,6% pensa che a volte sia giusto difendersi da solo, anche con le cattive (61,3% tra chi vive nelle grandi città) e il 21,2% ritiene che in un mondo di furbi sia necessario adeguarsi e diventare come gli altri.
Gli italiani sono pronti anche ad accettare compromessi per raggiungere i loro obiettivi (46,4%) e il 16,9% pensa che sia legittimo che una bella donna usi anche il suo corpo per avere successo.
Soprattutto i più giovani, il 44,8% tra i 18-24enni, é convinto che ci siano dei momenti di svago in cui è lecito trasgredire.
Da questi dati emerge una crisi valoriale individuale e collettiva socialmente paralizzante.
La società intesa come casinò dove solo ai bari è permesso giocare, oppure un sistema di regole, leggi e consuetudini assurde, vessatorie e repressive valide solo per coloro che le rispettano.
Questo ci dà a tutti la percezione di essere su un treno che corre su binari dissestati senza macchinista nè meta e con la paura di sfracellarsi tutti si accalcano verso le porte causando più vittime di un probabile, ma non ineluttabile deragliamento.