domenica 30 novembre 2008

Aids e eterosessualità:IL PROFILATTICO SI CONFERMA IL MIGLIOR AMICO DELLA COPPIA

PER NON DIMENTICARE
Eravamo all'inizio degli anni '80 quando una doccia ghiacciata si abbattè sulla comunità gay internazionale:un virus stava decimando la popolazione omosessuale del Nord America, il virus in questione era responsabile dell'immunodeficienza che lasciava così esposto l'organismo al contagio di batteri e virus alcuni dei quali di per sè non letali, ma in questa particolare circostanza diventavano un Cavallo di Troia per agenti patogeni più aggressivi.
Nel 1985-86 anche l'Italia conosce le prime morti riconducibili alla Sindrome da Immunofecienza Acquisita, meglio nota con l'acronimo inglese AIDS.
Come si intervenne?
Si incominciò una campagna di terrorismo mediatico che invece di evidenziare i COMPORTAMENTI A RISCHIO (rapporti sessuali non protetti, scambio di siringhe, uso promiscuo di strumenti per l'igiene personale, trasfusioni sanguigne e di emoderivati non controllati), pose l'enfasi sui GRUPPI A RISCHIO DI INFEZIONE HIV:OMOSESSUALI E TOSSICODIPENDENTI, mentre sugli EMOFILIACI infettati grazie alla speculazione sanitaria su SANGUE ed EMODERIVATI, (in cui fu coinvolto il GOTA della Sanità pubblica e privata:vi ricordate della liaison dangereuse tra Poggiolini e il Ministro della Salute On.De Lorenzo) si stese un velo pietoso.
Sarebbe stato sufficiente dire solo TRE parole per evitare l'ecatombe di dolore, sofferenza di uomini e donne affetti da HIV-AIDS:PRESERVATIVO, SIRINGHE STERILI, TEST HIV SU SANGUE ED EMODERIVATI.
Nel 1986 il Ministro della Salute On.Donat Cattin inviò una lettera a tutti coloro che risultavano single all'anagrafe, (evidentemente stimati più a rischio di promiscuità sessuale) e con toni paterni consigliò loro di astenersi dai rapporti sessuali promiscui e dal far uso di droga.
Mentre forze sedicenti cristiano - cattoliche mettevano l'accento sul meritato castigo sceso su coloro che si erano perduti nella fornicazione e nei rapporti contro natura.
Perchè il messaggio sfosse chiaro:
l'AIDS si contrae perchè si è PUTTANE, FROCI e/o DROGATI!
Paradossalmente spettò proprio alla comunità gay ed ai comitati per i diritti delle prostitute, a coordinare, addossandosene tutti gli oneri morali e materiali, la campagna di informazione e di prevenzione per fronteggiare l'infezione HIV, distribuendo depliants informativi, preservativi, gel lubrificanti e siringhe sterili ed occupandosi di organizzare gruppi di self help tra sieropositivi
La Regione Toscana che a parole non è certo tra le più bigotte aspettò sino al 1992 per approntare una campagna di prevenzione centrata sull'uso del profilattico e di siringhe sterili.
In questi anni la percezione del rischio è calata, di AIDS non si muore più, ci sono i farmaci...in quanto al vaccino non se ne parla, non è conveniente, meglio vendere gli anti-retrovirali che portano a spendere qualche migliaia di dollari al mese per ogni persona HIV+.
Ma come procede la pandemia?
A 27 anni dalla prima morte attribuita all'infezione HIV-AIDS avvenuta negli Satti Uniti, non si è fatta molta strada come ci conferma l'articolo che segue a cura di Johann Rossi Mason.
Più di un terzo degli americani recentemente infettati dal virus HIV lo ha contratto da partner eterosessuali.
Lo ha annunciato uno studio federale che ha raccolto i dati in 29 stati (anche se la lista non ne include alcuni di grandi dimensioni come California, Illinois, New York e Texas)
Si tratta comunque del primo studio su larga scala che non misura la prevalenza dell'Aids ma la modalità di infezione.
I ricercatori hanno esaminato le statistiche dal 1999 al 2002 delle infezioni da HIV e hanno individuato che il 35% dei 101mila casi studiati è stato contratto con rapporti etero HIV positivi o persone ad alto rischio come i tossicodipendenti da eroina. Di questi il 74% era nero, il 15% bianco e il 64% era rappresentato da donne. Tra i ragazzi di età compresa tra i 13 e i 19 anni l’89% dei casi di infezione tra eterosessuali interessa le ragazze e le giovani donne di colore appaiono essere a più alto rischio, insieme agli adulti dai 30 ai 40 anni. Nei fatti anche altri studi suggeriscono che meno della metà di tutte le nuove diagnosi dei casi di Aids negli USA non si riscontrano tra gay o bisessuali ma proprio in soggetti etero.
Nel mondo, quindi, questa è una malattia che interessa gli eterosessuali e credere il contrario è un grosso errore di valutazione.
“Le persone etero ne sono colpite per il 90% se non di più” afferma il dottor Michael Horberg, direttore dell'HIV/Aids per il Kaiser Permanent Health Plan “Nel nostro paese si tratta di un gruppo che sta crescendo rapidamente”.
Dice Frank Edward Myers III, epidemiologo al Mercy Hospital di San Diego (una delle città a più alta rappresentanza di omosessuali) “Questi dati ci offrono una istantanea dell'andamento epidemiologico dell'infezione. Sono numeri che riflettono quello che abbiamo sempre saputo e che purtroppo ci confermano una scarsa consapevolezza del fenomeno tra gli etero.
Il problema è in crescita tra le donne di colore e gli uomini corrono un rischio nettamente inferiore.
Per le donne è più facile contrarre il virus perché lo ‘ricevono’ dal partner, la loro anatomia prevede maggiori superfici di contatto, maggiori rischi di lesioni accidentali delle mucose e tessuti più sensibili e ricettivi.
Tra l’altro i partner spesso rifiutano di indossare il preservativo e mettono le donne in pericolo”.
Ma i ricercatori americani sospettano anche che le giovani donne vengano contagiate a seguito di rapporti omosessuali segreti dei loro partner abituali.
In termini di prevenzione il preservativo continua ad essere il miglior presidio disponibile, oltre ad una educazione al sesso sicuro e ad una maggiore emancipazione femminile, che porti le donne più giovani a domandare esplicitamente metodi di protezione.
Le creme microbicide attualmente in sviluppo potranno aiutare le donne a proteggersi attivamente senza dover far leva sul partner.

Aglio amico del cuore

r.s. a cura della redazione ECplanet
C'è il problema olfatto, che mette a dura prova chi ci circonda, ma l’aglio si conferma un integratore naturale salvavita: una piccola dose giornaliera è infatti efficace tanto quanto un farmaco nell’abbassare la pressione alta, anticamera di gravi problemi cardiovascolari.
Lo garantisce un’analisi effettuata da alcuni ricercatori dell' Università di Adelaide (Australia) su undici studi internazionali sul tema.
Gli studiosi - che scrivono sulla rivista Bmc Cardiovascular Disorders - si sono accorti che, assumendo polvere di aglio per tre-cinque mesi di seguito, la pressione si abbassa notevolmente soprattutto in chi, prima di iniziare l'esperimento, era iperteso. In alcuni casi, l'effetto raggiunto è stato del tutto sovrapponibile a quello ottenuto seguendo terapie farmacologiche con Ace-inibitori o betabloccanti. Il principio antipertensivo è l'allicina
Il principio attivo antipertensivo di uno dei condimenti più noti è l'allicina, sostanza che dona anche quel tipico sapore pungente all’aglio.
Per i test scientifici sono stati somministrati fra i 600 e i 900 mg di aglio al giorno, cioè dai 3,6 e i 5,4 mg di allicina. Ma è utile sapere che una testa d’aglio fresca contiene fra i 5 e i 9 mg di principio attivo antipertensivo.
Quest'estate via libera dunque a bruschette o insalate di pasta altamente aromatiche: è tutta salute.
Fonte: www.lastampa.it
Data articolo: agosto 2008

venerdì 28 novembre 2008

L'autocensura degli scienziati

di: Donata Allegri
La sociologa Joanna Kempner dell'Università del Michigan assieme ai suoi colleghi hanno condotto un'inchiesta per scoprire in che modo gli scienziati limitino o censurino il proprio lavoro.
Per condurre quest'inchiesta hanno intervistato 41 scienziati in tutti i rami della ricerca e con loro hanno affrontato argomenti importanti come cellule staminali, intelligenza, armi, sesso, droga, ecc. Da questo studio è emerso che gli scienziati hanno un'etica personale e sono ben consapevoli di che studi è lecito condurre e quali, invece, susciterebbero sdegno di natura morale. Per molti scienziati una ricerca potrebbe essere considerata proibita se viene ottenuta attraverso mezzi inaccettabili, perché effettuata con esperimenti che mettono in pericolo gli esseri umani, oppure perché si tratta di uno studio sulle armi di distruzione di massa.
Anche le pubblicazioni scientifiche hanno loro proprie regole e rifiutano di pubblicare materiale che pensano che potrebbe essere nocivo alla sicurezza nazionale.
Molti ricercatori si sentono limitati dai controlli formali, ossia dalle leggi del governo e dai codici universitari, mentre altri ritengono che questi controlli forniscono importanti protezioni; tuttavia gli scienziati si sentono più legati e vincolati dalle leggi informali, ossia da quelle non scritte, per esempio dalla minaccia di sanzioni sociali.
A volte una ricerca può essere promossa o bloccata per interessi commerciali, ad esempio quando l'industria farmaceutica chiede al ricercatore di non pubblicare i risultati che ha ottenuto.
Questa ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Science”.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:

IL PREZZO della vita

(NdR)A venti anni dalla Dichiarazione di Alma ATA (1978) in cui l'OMS affermava che la salute non è assenza di malattia ma un complesso equilibrio bio-psico-sociale-affettivo-spirituale...
Costano care le disuguaglianze nella salute... costano la vita.
di: Johann Rossi Mason
Una vita che in Giappone è di 48 anni più lunga rispetto a quella in Sierra Leone; una vita che ogni anno, per 11 milioni di bambini, durerà meno di cinque anni.
Le disuguaglianze nella salute in Inghilterra costano a un manovale sette anni di vita rispetto all'aspettativa di vita di un professionista e in Italia comportano una probabilità doppia di ricevere un trapianto di rene per chi ha un livello di istruzione superiore.
A distanza di due anni dal primo, il secondo rapporto dell'Osservatorio italiano sulla salute globale, intitolato A caro prezzo. Le diseguaglianze nella salute (Edizioni ETS, Pisa, 2006, 344 pagine, 20 euro), invita a concentrarsi sulla distribuzione delle possibilità di salute nel mondo.
“Le disuguaglianze nella salute e nell'assistenza sanitaria si sono terribilmente dilatate in questi ultimi vent'anni, rappresentando uno dei più gravi scandali di questo tempo” scrive Gavino Maciocco, presidente dell'Osservatorio, nelle pagine introduttive del Rapporto. Maciocco ricorda anche le parole scritte dall'epidemiologo Michael Marmot, che ha presieduto la Commissione sui determinanti sociali della salute costituita presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità: “Le disuguaglianze nella salute tra e all'interno dei paesi sono evitabili. Non esiste alcuna ragione biologica perché la speranza di vita debba essere di 48 anni più lunga in Giappone rispetto alla Sierra Leone o vent'anni più corta tra gli aborigeni rispetto agli altri australiani. Ridurre queste disuguaglianze sociali nella salute, venendo così incontro ai bisogni delle persone, è un problema di giustizia sociale”.

Dolci con grasso umano

Eppoi ci si lamenta che non c'è distribuzione equa della ricchezza.....vinci una liposuzione per aver mangiato in eccesso e fai mangiare un altro essere umano denutrito.
A me farebbe un po' schifo mangiare i cuscinetti adiposi di una vicina di casa, ma d'altronde non mangio nemmeno il lardo di Colonnata...chi mangia maiale ha lo stomaco buono e non gli passerà di certo l'appetito leggendo l'articolo
Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Un'azienda olandese avrebbe riciclato il grasso umano derivante dalla liposuzione per produrre biscotti e altri prodotti alimentari da inviare a Paesi in via di sviluppo.
E alla notizia-shock un programma di attualita' delle televisione olandese, Netwerk, dedicherà oggi un reportage speciale. Nella sua pagina internet, la fondatrice dell'Irfak, Mieke Smits, spiega che l'azienda “ricicla grasso umano e lo trasforma in alimenti che si esportano verso il terzo mondo” o verso regioni con problemi di alimentazione a causa di guerre.
La signora Smits spiega, per esempio, che uno dei suoi prodotti, sigillato ermeticamente per essere distribuito anche in situazioni estreme, è composto “al 50 per cento di grasso umano, al 50 per cento di zucchero e da un'enorme quantità di vitamine aggiunte”.
Non solo: per incrementare il numero dei 'donatori', l'azienda ha organizzato una riffa che assegna al vincitore una liposuzione gratis.
E in un'intervista concessa a una televisione locale dell'Olanda meridionale, la L1Tv, si vede la signora Smits che mostra una borsa contenente “il grasso del primo vincitore della promozione”. “La gente può iscriversi attraverso una nostra pagina Internet e vincere una liposuzione”, una volta ogni sei mesi. la Irfak collabora da due anni con una clinica chirurgico-cosmetica (la 'Van Gerven & Van Iersel'), dove vengono realizzate le liposuzioni sorteggiate.
Nella pagina Internet, si legge anche una lettera di tale Dingana, sedicente 'beneficiaria' etiope, che ringrazia la Irfak per averle consentito di sopravvivere ed aggiunge una riflessione personale: “Quando mi hanno raccontato che il cibo che mi consentiva di andare avanti era fatto di grasso umano ho sorriso: ho pensato che in Occidente la gente aveva mangiato così tanto che mia sorella ed io riuscivamo a vivere con il loro grasso in eccesso”.

Data articolo: novembre 2008

giovedì 27 novembre 2008

Neuro-informatica: BrainGate

di: Alessio Mannucci
La Food and Drug Administration, il severo organismo americano che supervisiona il mercato dell'alimentazione e della sanità, ha dato il via libera alla sperimentazione clinica di impianti elettronici nel cervello.
La notizia, pubblicata dal New York Times, è destinata a fare rumore. L'”interfaccia neurale”, chiamata “BrainGate”, è di proprietà della Cyberkinetics, un'azienda del Massachusetts, che aveva chiesto alla FDA il permesso di poterla sperimentare sugli esseri umani già nel gennaio scorso. Ma di che si tratta?
Di un vero e proprio “neuro-chip” da impiantare sulla corteccia cerebrale, giusto sopra l'orecchio destro, nel tentativo di interpretare i segnali provenienti dai neuroni ed elaborarli tramite un computer. Si tratta di un dispositivo composto da un array di un centinaio di elettrodi capaci di monitorare un alto numero di neuroni.
Per impiantarli, viene praticato un piccolo foro nella scatola cranica al di sopra dell'orecchio e in quella sede viene piazzato il “sensore” da 2 millimetri, a diretto contatto con la parte della corteccia cerebrale che controlla il movimento.
L'array verrà spinto nella corteccia fino ad una profondità non superiore al millimetro.L'impianto - afferma l'azienda - consentirà la raccolta dei segnali dalla corteccia, affinché vengano elaborati e analizzati, producendo in questo modo una interfaccia con un personal computer. In questo modo, BrainGate dovrebbe consentire a questi pazienti di utilizzare il computer come mezzo per comunicare e controllare semplici dispositivi che si trovano nel loro ambiente”. Alla Cyberkinetics dicono che il dispositivo - già testato con successo sulle scimmie - potrebbe essere sul mercato per il 2008.
La sperimentazione appare giustificata in vista dell'uso del BrainGate per ridare autonomia ai cerebrolesi. Come ha sottolineato uno dei fondatori della Cyberkinetics, nonché preside del Dipartimento di Scienze Neurologiche della Brown University, John P. Donoghue, “il controllo cerebrale può sostituire quello manuale”. Ma possiamo facilmente immaginare a quali altri scopi, ovviamente non dichiarati, sia destinata una tale tecnologia.
NEURAL PROSTHESIS PROGRAM
Alan Rudolph della DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), ad esempio, tempo fa dichiarava che il Neural Prosthesis Program produrrà una nuova generazione di elettrodi, chip e software per computer che potranno consentire ai soldati di controllare arti artificiali superveloci, di pilotare veicoli a distanza e di guidare robot mobili in ambienti pericolosi, usando solo la forza del loro pensiero. Apparecchi che velocizzeranno i processi decisori, miglioreranno le capacità cognitive e la memoria e renderanno possibile comunicare senza fili tra cervelli di persone diverse. THE TURING OPTION
Fantascienza o fantarealtà? Sempre più difficile dirlo. Di certo, lo scopo non dichiarato di queste sperimentazioni è quello di giungere alla riprogrammazione neurale e a tecniche neuro-informatiche di lavaggio del cervello proprio come quelle immaginate da Harry Harrison e Marvin Minsky (The Turing Option), Philip Dick e da tutto il cyberpunk.
Anzi, si ha quasi la sensazione che i moderni neuro-scienziati siano figli proprio di questo immaginario distopico, che invece di produrre degli anticorpi memetici ha generato proprio quel mondo a cui cercava di opporsi.
Da anti-utopia a realtà distopica.
Di fatto, ci troviamo immersi in un metaverso da incubo proprio come immaginato dagli scrittori di fantascienza, gli ultimi profeti.
Nessuno, e dico nessuno, è stato capace di immaginare, e di conseguenza creare, un mondo parallelo anti-distopico.
Un altro mondo possibile per il momento rimane solo uno slogan privo di significato.
Nella guerra tra memi ha trionfato il meme egoista.
N.d.R(Noi aggiungiamo PER ORA. Visto che condividendo i timori di Alessio Mannucci siamo però da anni impegnati nella costituzione di una massa critica per CAMBIARE PARADIGMA. La Scuola di Scienze Quantistiche è il nostro strumento teorico-pratico.)

Un giorno senza guardare la televisione

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
“Un giorno senza tv” è la campagna lanciata dalla Società Italiana di Pediatria per sollecitare le famiglie a trovare alternative ai pomeriggi, alle serate - e soprattutto ai pasti consumati in compagnia della televisione.
Secondo la S.I.P., gli effetti negativi sui comportamenti e sulle abitudini di vita degli adolescenti italiani, prodotti da un eccesso di visione televisiva, sono ampiamente documentati delle indagini annuali su questo tema svolte appunto dalla Società Italiana di Pediatria. “L'overdose televisiva condiziona, in peggio - spiegano gli esperti - tutti i comportamenti degli adolescenti: da quelli alimentari a quelli sociali. Questo avviene certamente per effetto del tipo di messaggi e di modelli che la televisione veicola, ma anche perché passare più di tre ore al giorno davanti alla TV, indipendentemente dalla qualità dei programmi visionati, degrada in modo sensibile la qualità di vita: meno attività fisico-sportiva, meno socializzazione, meno stimoli culturali, meno tempo trascorso con i genitori”. Secondo Pasquale di Pietro, presidente della S.I.P., “Sappiamo bene che non è con un giorno di 'moratoria' che si risolvono i problemi, ma il nostro obiettivo è iniziare a sensibilizzare sia i genitori che i ragazzi sul fatto che la TV non deve rappresentare una assoluta necessità e che ogni tanto se ne può anche fare a meno. Se poi la giornata senza TV diventasse almeno una abitudine settimanale, tanto meglio”.
Per Gianni Bona, vice presidente della S.I.P., “Organizzarsi in famiglia per un giorno senza TV può anche diventare una abitudine divertente e fornire un utile spunto per riservare più momenti al dialogo o al gioco tra genitori e figli”.
Nel lanciare la campagna 'Un giorno senza TV '- aggiunge Bona - la Società Italiana di Pediatria vuole anche continuare a mettere in evidenza il problema dell'affollamento pubblicitario in particolare nella fascia oraria specificatamente destinata ai ragazzi che dovrebbe risultare 'protetta'.

martedì 25 novembre 2008

Le proprietè antivirali della liquirizia

di: Massimo Bertolucci
In un articolo pubblicato dal periodico “Journal of Clinical Investigation” alcuni ricercatori dell'Università di New York suggeriscono che la liquirizia ha delle proprietà antivirali.
In particolare, il composto che gli dona il suo sapore dolce avrebbe la proprietà di inibire l'attività del gene LANA e quindi curare parecchie patologie. Il gene LANA è associato all'espressione dei cosiddetti virus latenti che si differenziano dai normali virus infettivi grazie alla loro capacità di “ibernarsi” per lunghi periodi, a volte per anni, all'interno delle cellule per poi svegliarsi casualmente e riattivarsi innescando la sintomatologia di una data patologia.
Grazie ad accurate ricerche, gli studiosi hanno scoperto che una sostanza contenuta nella pianta della liquirizia, l'acido glicirrizico, blocca la crescita dell'herpes, virus associato al sarcoma di Kaposi (KSHV).
In un esperimento, i ricercatori hanno messo a punto un farmaco contenete un principio, a base di acido glicirrizico, che è stato somministrato a cellule infette da sarcoma di Kaposi. Dopo appena quattro giorni di trattamento tutte le cellule infette sono state soppresse.
Mentre in una seconda sperimentazione si è addirittura osservato che il nuovo farmaco ha inibito l'attività del gene LANA.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:
New York University

lunedì 24 novembre 2008

Ictus: scoperto recettore per aiutare il cervello ad autoripararsi dopo un ictus

Fonte: staminali.aduc.it
Potenziando un particolare recettore, si può migliorare l'attività naturale del cervello ad autoripararsi dopo il danno causato da un ictus o da un trauma cerebrale, ma anche quello provocato da sclerosi multipla o Alzheimer. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori italiani coordinato da Maria Pia Abbracchio, del Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell'Università di Milano e da Mauro Cimino dell'Università di Urbino.
Allo studio, pubblicato recentemente sulla rivista PLoS ONE, hanno collaborato anche il CNR di Milano, le Università di Pisa e di Torino, il Centro Monzino di Milano e il Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina.
I ricercatori hanno osservato che dopo una lesione ischemica cerebrale si produce come uno stato di allarme attorno ad essa, quasi fosse l'accorrere di soccorritori e di pompieri in seguito a un incidente: la lesione produce subito un'infiammazione locale con finalità riparative, ma che presto finisce per contribuire alla distruzione della zona lesionata, nonostante le cellule immunitarie si prodighino per rimodellare la zona colpita favorendo la formazione di nuovi circuiti cerebrali.

Accade che alcune cellule circostanti la zona lesa emettano un segnale che induce altre cellule, dotate di un particolare recettore, chiamato GPR17 (precedentemente individuato dallo stesso gruppo di ricerca), ad attivarsi.
È proprio attraverso la stimolazione di questo recettore che le cellule progenitrici immature presenti nel tessuto cerebrale (quasi fossero accese da un interruttore) iniziano il percorso differenziativo che potrà portarle a generare nuove cellule nervose. 'Sono cellule derivanti da cellule staminali - spiega la prof. Abbracchio - che hanno la capacità di evolvere in cellule nervose e cellule gliali. Queste ultime formano la mielina che riveste i prolungamenti nervosi e permette ai neuroni di comunicare fra di loro. Queste cellule possono quindi riformare la guaina mielinica danneggiata dalla lesione, ripristinando così la capacità di trasmettere impulsi'.
Purtroppo, in condizioni normali questo processo riparativo non si propaga in misura significativa, e il danno prevale sull'attività ricostruttiva. 'Ci siamo chiesti allora che cosa succede se proviamo a potenziare l'attività del recettore GPR17 - prosegue Abbracchio - e le nostre speranze si sono rivelate giuste: la stimolazione del recettore aumenta notevolmente la maturazione di queste cellule verso forme più specializzate, in grado di riformare la mielina'. 'Si tratta quindi - conclude la ricercatrice - di trovare terapie da somministrare precocemente nelle fasi successive a lesioni neurologiche acute (ictus, traumi spinali) o anche continuativamente nelle malattie degenerative croniche (come la sclerosi multipla e l'Alzheimer) per potenziare l'attività di questo recettore'.
Lo sfruttamento della scoperta è coperta da brevetto dell'Università di Milano che detiene l'80% della proprietà, in contitolarietà con l'Università di Pisa (10%) e il CNR (10%).

domenica 23 novembre 2008

Le frequenze delle emozioni

di: Edoardo Capuano
Recenti studi hanno dimostrato che le nostre emozioni provocano mutamenti vibrazionali che interagiscono direttamente con il nostro essere: un'emozione negativa, come la paura, corrisponde ad uno stato vibrazionale molto misero, a una lunghezza d'onda estesa; un'emozione positiva, come l'amore, corrisponde a un elevato modello vibrazionale, a una corta lunghezza d'onda.
Il corpo dell'essere umano è composto da materiale genetico dotato di un trasmettitore e un ricevitore estremamente sofisticati di frequenze.
In particolari sperimentazioni scientifiche si è osservato che inserendo il DNA in un contenitore tubolare di elettroni, questi ultimi si dispongono a formare una struttura uguale al DNA.
Se si rimuove il DNA, gli elettroni ritornano ad occupare le precedenti posizioni. Questa è la prova inequivocabile che il patrimonio genetico dell'essere umano interagisce di continuo con l'energia circostante; siamo noi, le nostre condizioni emotive, a influenzare il mondo di continuo.
Dentro ogni essere umano ci sono delle microantenne conosciute con il nome di amminoacidi direttamente collegate con il DNA. Inoltre, esistono 64 codici genetici o antenne, capaci di trasmettere e ricevere frequenze più elevate collegando ogni persona a dimensioni più elevate. Recenti studi scientifici suggeriscono che solo 20 di queste antenne sono attivate, e le rimanenti 44 rimangono “disattivate”. Ma solo 20 antenne sono insufficienti a collegare un essere umano con le frequenze più elevate. Ne deriva che ogni persona usa solo una piccola frazione del proprio potenziale cerebrale. Scienziati dell'Istituto HeartMath e di altri istituti di ricerca hanno fatto altre nuove e importantissime scoperte: queste microantenne presenti sul DNA si attivano o disattivano dalle frequenze filtrate in continuazione attraverso il DNA.
Per questo motivo le nostre emozioni hanno una funzione peculiare sull'attivazione di queste microantenne. Un'emozione di paura, il derivato di tutte le nostre emozioni negative, può attivare solo alcune di queste “antenne” perché genera una lunghezza d'onda lenta e lunga.
Mentre l'amore, il derivato di tutte le nostre emozioni positive, riesce ad attivare un numero molto più elevato di “antenne” perché genera una lunghezza d'onda veloce e corta.

sabato 22 novembre 2008

Angoscia collettiva

Angoscia collettiva - ecplanet.ch - Sabato 22.11.2008 - Index

Acqua e fisica quantistica

Autore: Emilio Del Giudice
A cura di: Progetto MEG
Questo secolo è nato con grandi speranze, e poi ha attraversato vicissitudini turbolente. Le rivoluzioni dell'inizio secolo danno proprio l'impressione di dar luogo all'opposto di quello per cui erano nate. La rivoluzione quantistica era nata per ricondurre a un comportamento unitario il comportamento a priori del tutto sconclusionato degli insiemi di atomi.
Un atomo ha il senso d'identità, di appartenenza a un oggetto, o è un modo antropomorfico di porre la questione? Cosa fa uscire l'atomo dalla sua solitudine, rotta solo da scontri con altri atomi ?
Un mondo di atomi isolati che si urtano periodicamente, assomiglia a certi incubi delle società contemporanee, dove spesso gli individui si incontrano solo entrando in contrasto.
La legge per cui gli atomi operano collettivamente, coerentemente, non avviene a causa di urti estrinseci casuali... ma viene dallo spazio in cui questi atomi sono inseriti, in cui navigano. È il mezzo che fornisce loro un'identità collettiva.
Questo spazio era inesistente nella fisica classica, era un puro recipiente vuoto, mentre nel vuoto quantistico le cose cambiano.
Anche nella fisica classica si dice che il vuoto viene poi riempito dai campi, gravitazionale, elettromagnetico, e così via. Questi campi però richiedono energia per essere accesi, altrimenti hanno valore zero.
Nella fisica quantistica, niente può avere valore permanente zero, altrimenti sarebbe perfettamente determinato. Qui vediamo come l'incontrollabile fluttuabilità elementare è la base per la costruzione di qualcosa di permanente. Siccome niente può essere permanentemente zero, abbiamo delle fluttuazioni: immaginate lo spazio vuoto come buio in cui ogni tanto si accende una luce, che è la fluttuazione del campo magnetico.
Heisenberg ci insegna che questo fenomeno può esistere solo per un tempo molto limitato, perché i valori medi devono essere quelli classici, si devono conservare, e possono essere violati solo per un breve istante di pazzia.
Però lo spazio è riempito da queste fluttuazioni, gli atomi che si trovano in tale spazio le avvertono e, se sono particolarmente densi, l'interazione tra la fluttuazione del campo e la corrispondente fluttuazione dell'atomo può diventare, in condizioni opportune, così elevata da diventare un fatto permanente, perché dà luogo a un'energia attrattiva che abbassa il livello energetico del sistema fisico, il sistema fisico per una legge fondamentale adotta la configurazione che richiede il minor livello di energia.
Il diametro medio di una molecola d'acqua è di 1 armstrong, la distanza media nel vapore sono 36 armstrong, una folla molto rada, come se delle persone stessero a 40 metri l'una dall'altra; nei liquidi stanno a 3 armstrong, praticamente a contatto, e questo accade in un momento di transizione, in cui il vantaggio energetico di muoversi tutti in fase diventa rilevante rispetto al vantaggio di stare separati. Le due configurazioni, quella gassosa e quella condensata, prevalgono a seconda di qual è la situazione più economica, una volta fatto il calcolo dell'energia.
Esistono delle situazioni che corrispondono a quelle di esistenza ordinaria, in cui gli atomi si riposano di più danzando insieme che da soli: diventa un principio di costruzione estrinseca ed intrinseca, perché gli atomi si muovono non solo di per sé stessi, ma sulla base di una sollecitazione che ricevono da un campo generato da tutti gli altri, e anche da sé stessi, quindi abbiamo un principio di automovimento.
Nella fisica classica l'atomo si muove solo per sollecitazione esterna: nel sistema non coerente l'altro atomo è un ostacolo, un nemico contro cui sbatto, nel sistema coerente l'altro è la condizione del mio moto, ed io sono la condizione del suo, e ci si muove non a dispetto l'uno dell'altro, ma proprio perché c'è l'altro. È un automovimento e non un eteromovimento, quindi la modifica avviene dall'interno, cioè l'esterno può modificare il sistema solo se ne modifica l'interno e passa attraverso la modifica della relazione di fase che li avvolge tutti. A meno che la sollecitazione esterna non sia così grande, un urto così violento, da superare le barriere energetiche che proteggono il sistema coerente e quindi buttare a viva forza alcune particelle fuori dalla loro danza, creando così una parte non coerente. Nella vita esiste la coerenza ma anche la non coerenza. L'acqua è un insieme di due fluidi, c'è una parte dello spazio con queste molecole che si muovono in fase, ma esistono anche regioni in cui si addensano “gli esuli”, cacciati da fluttuazioni termiche particolarmente forti: la frazione non coerente cresce con l'aumento di temperatura, in essa le molecole si muovono come un gas, dando luogo all'entropia, ossia la temperatura osservata del liquido.
Il sistema coerente ha entropia e temperatura zero.
Però l'esistenza di queste frequenze non coerenti è importante anche per la vita: nel sistema coerente possono infiltrarsi degli “ospiti”, cioè molecole non di acqua; ma in un sistema coerente tutte le molecole si devono muovere con lo stesso ritmo... per cui vengono cacciati, e una coerenza locale diventa nemica di una coerenza universale. Come possono insiemi coerenti di frequenze diverse dar luogo a un sistema aggregato come l'organismo vivente, in cui ci sono tantissimi tipi di coerenza ? È un problema che deve essere ancora risolto.
Le molecole diverse, non potendo entrare nel sistema coerente, entrano negli interstizi di non coerenza, ecco perché la vita ha una temperatura minima al di sotto della quale non si può scendere; calando la temperatura, la parte non coerente sparisce, e gli interstizi, divenuti troppo piccoli, non possono far entrare le molecole diverse sufficienti a dare luogo all'organismo vivente. Si calcola che la dimensione della grandezza di quegli interstizi nell'acqua è più o meno quella delle macromolecole biologiche; a temperature più basse non avrebbero lo spazio per entrare.
Con l'aiuto del campo elettromagnetico dell'acqua, che non è strettamente intrappolato ma trapela fuori, le molecole entrano e danno luogo a forme di coerenza diverse, si organizzano anche loro. A un certo punto, hanno anche la possibilità di svolgere reazioni chimiche che producono energia, cambiando così la loro natura, quindi tutto il gioco delle frequenze elettromagnetiche del campo deve evolversi in corrispondenza del cambiamento dei protagonisti del sistema. L'energia prodotta da queste reazioni, ai bordi della regione coerente, non se ne va in forma di calore, ma in forma di onde, e può dar luogo a una forma di coerenza.
La chimica e l'elettromagnetismo si incastrano l'una nell'altro, nel senso che le molecole non interagiscono casualmente, ma si incontrano per un principio di risonanza elettromagnetica, se le loro frequenze di oscillazione rispetto al campo si accordano. Per cui ci sono attrazioni privilegiate che daranno luogo a reazioni chimiche favorite rispetto ad altre. L'energia emessa da queste reazioni chimiche può trasformarsi in alimentazione di eccitazioni elettromagnetiche, che a loro volta portano il gioco più lontano.
Nell'acqua liquida semplice, la frequenza oscillatoria del campo responsabile della coesione delle molecole è una sola; quando abbiamo a che fare con più sistemi, ognuno con la sua frequenza, tenendo presente anche che cambiano nel tempo, cominciamo ad avere un insieme di “note” che variano nel tempo e non sono più note singole, ma voci, messaggi.
Questa può essere una delle strade per capire come emerge la coscienza dalla materia.

Uomo: insieme di cellule o altro ?

a cura di freenfo
Molte persone ignorano totalmente l'anatomia sottile degli esseri viventi, per molti il corpo umano è un sofisticato insieme di apparati e cellule che adempiono al loro compito prestabilito. Questa visione meccanicistica dell'essere umano è alla base della medicina moderna. Per la scienza medica è impensabile e assurdo considerare il corpo attraverso un punto di vista energetico ed emozionale.
Anche il concetto di anima non viene preso in considerazione, poiché attualmente non dimostrabile con le attuali leggi scientifiche.
Le stesse leggi che partono da presupposti dogmatici, ai quali lo scienziato razionale si affida con totale fede.
Il realtà scienza e religione utilizzano le stesse metodologie comportamentali, affidandosi entrambe ad assiomi dati per certi.
Questo approccio, anche se determina la maggior parte delle scoperte utili alla vita dell'uomo, ha profonde carenze per quanto riguarda l'interazione che ogni essere rappresenta con l'ambiente circostante.
Immaginare un uomo costituito di atomi e molecole, privo di un corpo energetico in grado di interagire con Tutto, è come vedere il mondo attraverso gli occhi di Truman (Personaggio del film “The Truman Show”). Significa ignorare le molteplici interazioni che l'essere manifesta attraverso la continua co-creazione che compie nella propria vita.
Ogni essere è parte integrante di un campo energetico globale, nel quale interagisce con la propria bioenergia, veicolo primario per lo scambio di informazioni. Riprendendo l'esempio della malattia, in questo modo si poterebbe affermare che non è altro che il frutto di uno squilibrio del campo energetico, influenzato dalla nostra percezione dell'essere, la nostra completezza e auto realizzazione e da una serie di fattori esterni (patogeni). Tali patogeni hanno la capacità di innescare il processo della malattia se il corpo energetico umano si trova in condizioni di squilibrio e deficit. Un esempio lampante di tale fenomeno è rappresentato dallo stress, al quale oggi molti luminari attribuiscono la maggior parte delle malattie “autoimmuni” o inspiegabili. Per autoimmuni si intende un complicato meccanismo che condiziona l'armonia del nostro sistema immunitario, che non riconosce più il corpo come entità da preservare.
Se immaginiamo i continui attacchi psichici che subiamo durante il corso della giornata, stress lavorativo, traffico, vita frenetica, mancanza di affetto e tempo libero, è facile comprendere come queste influenze possano avere un ruolo fondamentale per la nostra salute.
Certo questo lo dicono in tanti, ho scoperto l'acqua calda direte voi!
Il punto invece è che questa acqua calda non è del tutto scoperta, poiché dietro le abusate parole come “stress” e “cause non ancora identificate”, si celano tutti i limiti di una medicina che non vuole allargare gli orizzonti della ricerca a tutto quello che non è visibile ai cinque sensi, ma può essere percepito con una maggiore integrazione fra i nostri emisferi cerebrali.
Il pensiero crea la materia, il pensiero influenza il nostro campo energetico, rende il nostro corpo protetto o non protetto da attacchi esterni, a seconda di come noi indirizziamo tali pensieri.
Un nuovo modo di concepire la malattia sta venendo alla luce spontaneamente, fra qualche anno i medicinali di sintesi saranno considerati superati e nocivi, semplicemente perché non si può curare l'uomo come un auto o un elettrodomestico, si deve necessariamente considerare l'essere nella sua totalità.
Questo articolo rappresenta un semplice spunto di riflessione, non esaustivo riguardo al problema, per il quale non basterebbero migliaia di pagine per avere un'idea molto più ampia. In nessun caso si critica la medicina e le ricerche che hanno portato l'uomo a raggiungere un benessere sempre maggiore, vuole solo evidenziare i suoi limiti, imposti spesso da un sistema economico interessato al profitto piuttosto che alla salute. Immaginando una medicina che si preoccupi davvero dell'uomo e apra le porte alle nuove sensazionali scoperte in ogni campo, l'uomo avrebbe il diritto di vivere in un paradiso terrestre qui e ora.
Articolo correlato: Medicine e terapie..., Freenfo, Aprile 2008 Articolo correlato: La medicina del futuro, Freenfo, Dicembre 2007

mercoledì 19 novembre 2008

La Prevenzione ... nel piatto:la piramide alimentare toscana

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Per combattere l'epidemia di diabete di tipo 2 e l'obesità, la diabesità, che colpisce 250 milioni di persone nel mondo, 3-4 milioni in Italia, sono fondamentali una corretta alimentazione e il moto. È questo il consiglio dell'Amd, l'associazione dei medici diabetologi, presente al 'Salone Internazionale del Gusto' di Torino. “La medicina più efficace per star bene è la qualità della vita ed il primo passo per conseguirla è scegliere una sana, equilibrata e corretta alimentazione, che con l'attività fisica è fondamentale per combattere molte malattie della vita moderna, incluso il diabete di tipo 2', ha detto il Presidente dell'Amd, Adolfo Arcangeli, alla tavola rotonda 'Quando il cibo ci ammala'. Gli scienziati sono d'accordo nell'affermare che 'la dieta mediterranea' è tra le abitudini migliori e più sane, e hanno identificato un modello - la 'piramide alimentare' - che in un'immediata rappresentazione grafica illustra le corrette proporzioni dei cibi che non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta. “Oggi esistono specifiche piramidi di molte Nazioni, che coniugano le tradizioni alimentari con le indicazioni frutto della ricerca nutrizionale”, ha spiegato Arcangeli. In Toscana, “nella quale risiedo e opero, è stato fatto qualche cosa in più - ha proseguito - con un'iniziativa unica, è stata sviluppata una 'piramide alimentare toscana', che declina in ambito regionale prodotti e abitudini per un'alimentazione corretta, in linea con la cultura e le tradizioni alimentari della regione. Ricercatori e scienziati hanno selezionato alcuni prodotti in base alle loro caratteristiche organolettiche, alla loro varietà e genuinità, alla vicinanza tra il luogo di produzione e quello di consumo, in modo da consumare cibi più freschi e più sani. Il risultato propone 70 prodotti, di cui 65 appartengono alla tradizione toscana”. In particolare: frutta e verdura; cereali e derivati e olio extravergine di oliva; legumi, frutta secca, latte e yogurt; pesce e pollame; formaggi, uova e patate; infine carne, salumi e dolci. “Un appropriato consumo di acqua, di vino, insieme ad una costante attività fisica”, è insomma 'la piramide alimentare' giusta, ha notato Arcangeli per il quale “è possibile affrontare contemporaneamente” sia il cambiamento delle abitudini alimentari, che causa sovrappeso, obesità e le malattie correlate, come il diabete di tipo 2, i disturbi cardiovascolari e alcuni tumori che l'impatto ambientale.

Carciofi: per il fegato

r.s. a cura della redazione ECplanet
Il fegato è l'organo centrale del metabolismo generale ed anche la ghiandola più grande del corpo.
Secerne la bile e può trasformare le sostanze tossiche affinché l'organismo le elimini.
Ma anche il miglior sistema di depurazione ha dei limiti, se non viene ridotta o se continua ad aumentare l'introduzione di sostanze che lo costringono ad un superlavoro, come ad esempio con consumo regolare di alcolici o un alimentazione troppo ricca di grassi e colesterolo.
Per depurare il fegato, un'ottima bevanda è l'acqua di cottura dei carciofi (2-4 bicchierini al giorno) oppure è possibile far macerare 100 g di foglie di carciofo in 1 litro e mezzo di vino bianco secco, da bere poi un bicchierino a ogni pasto.

Proprietà della bava di lumaca

r.s. a cura della redazione ECplanet

Lo so fa impressione ma dovete sapere che è una delle sostanze migliori per la cura e la rigenerazione della pelle. Si chiama Elicina, contiene antiossidanti capaci di rallentare il processo dell'invecchiamento eliminando i radicali liberi e il suo contenuto in proteine è indispensabile per ridare all’epidermide un aspetto sano, giovane e tonico.
È ricca di vitamine, riduce l'infiammazione e favorisce l'abbronzatura garantendo l'idratazione della pelle. Riduce le infezioni virali o batteriche facendo da barriera protettiva contro gli agenti patogeni che si insinuano sulla superficie o nei pori della pelle.
Migliora l'elasticità e gli inestetismi, cura l'acne, le cicatrici, le smagliature e le scottature. Ha una consistenza non grassa quindi una volta applicata non lascia untuosità perché si assorbe con facilità.
Questa secrezione è stata oggetto di numerosi esperimenti e le sue proprietà sono state riconosciute dopo la tragedia di Chernobyl, le lumache sono gli unici animali a non aver riportato mutamenti genetici come conseguenza delle radiazioni grazie proprio alla loro bava.
Oggi questa sostanza è in commercio in 30 paesi.

L'Indigo cura la psoriasi

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
La Indigo naturalis, una pianta di colore blu scuro usata nella medicina cinese tradizionale, sembra essere efficace nel trattamento della psoriasi, ha scoperto uno studio condotto a Taiwan.
La psoriasi è una malattia cronica della pelle per la quale non esiste al momento alcuna cura, anche se alcune terapie riescono a produrre una remissione. Questa malattia causa chiazze eritematose, cioè aree arrossate, e squame. Quando la malattia progredisce, si sviluppano squame di colore bianco-argentino, spesso su braccia, gomiti, ginocchia e gambe.

Realtà come illusione ottica

Neural Nets simulation

Libero arbitrio o condizionamento psico - sensoriale?Realtà o illusione?

I meccanismi delle decisioni
Fonte: Cordis
Ripreso da: www.molecularlab.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
L'attività legata alle decisioni semplici avviene nelle regioni del cervello che ricevono i relativi stimoli e ne controllano la risposta del corpo.
Secondo una nuova ricerca finanziata dall'UE, l'attività legata alle decisioni semplici non avviene nella parte del cervello responsabile degli aspetti più avanzati della cognizione, quali l'autocoscienza, come si pensava in precedenza. Avvengono invece nelle regioni del cervello che ricevono i relativi stimoli e ne controllano la risposta del corpo.
Il lavoro, pubblicato online dalla rivista Nature Neuroscience, è stato in parte finanziato attraverso il progetto finanziato dall'UE “Investigations in Brain Sciences Education Network”, sostenuto attraverso lo schema Marie Curie nell'ambito del Sesto programma quadro (6° PQ). “È importante capire come il cervello prende le decisioni in condizioni normali per acquisire conoscenze su malattie come il morbo di Alzheimer, le lesioni cerebrali traumatiche o gli ictus, nelle quali la capacità di prendere decisioni viene compromessa,” ha spiegato il professor Maurizio Corbetta della facoltà di medicina della Washington University negli Stati Uniti.
Ci piace pensare alle nostre decisioni come se si trattasse di atti volontari, ma ciò potrebbe rivelarsi un'illusione. Molte decisioni potrebbero essere prese molto più direttamente e automaticamente da ciò che il nostro cervello percepisce.” Per molto tempo i ricercatori hanno pensato che gli uomini avessero una specie di modulo delle decisioni nel cervello che coinvolgesse il lobo frontale, la parte del cervello responsabile di processi cognitivi più avanzati. La ricerca ha però recentemente rivelato che nelle scimmie le attività semplici sono mediate da meccanismi relativamente semplici contenuti nelle regioni del cervello sensoriali-motorie. In quest'ultimo studio, scienziati provenienti daItalia e USA si sono impegnati per vedere se lo stesso valeva per gli uomini.
Hanno insegnato a volontari a svolgere un compito che prevedeva la distinzione tra una fotografia di un viso e quella di un edificio. Se vedevano un viso, i volontari dovevano muovere gli occhi in una determinata direzione; se vedevano un edificio, dovevano tendere la mano verso la stessa direzione. “Tale decisione non è automatica. Richiede attenzione verso lo stimolo e controllo della reazione,” ha detto il professor Corbetta.Variazioni nel livello di rumore confondevano le figure per il poco tempo in cui erano visibili. Mentre i volontari svolgevano il compito, il loro cervello veniva esaminato con una risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI). Gli esami hanno rivelato che l'attività nella parte del cervello responsabile della progettazione di attività come il movimento degli occhi o delle mani aumentava a seconda del tipo di figura che veniva mostrata (un viso o un edificio) e il tipo di reazione che il cervello stava progettando (movimento degli occhi o della mano). Quando la figura era associata a meno rumore, rendendo la decisione più facile, l'attività cerebrale nella relativa area del cervello aumentava in proporzione. “Questo suggerisce che tali regioni del lobo parietale elaboravano tutti i segnali sensoriali, decisionali e motori necessari per prendere e mettere in atto la decisione,” ha commentato l'autrice principale dello studio Annalisa Tosoni, specializzanda presso l'Università di Chieti, in Italia . “Al contrario, nessuna area del lobo frontale, che si pensava fosse coinvolta nella decisionalità, ha aumentato significativamente la propria attività al momento della decisione.” “Anche per decisioni visive arbitrarie e in qualche modo complesse, sembra che sia una questione di quantità di informazioni sensoriali che spinge il cervello verso una scelta piuttosto che un'altra,” ha aggiunto il professor Corbetta. Secondo i ricercatori, i risultati sostengono l'idea di una “cognizione incorporata”, in cui funzioni cognitive astratte sono basate su semplici meccanismi di elaborazione sensoriali-motori. Più semplicemente, “vedere e decidere consiste, in effetti, nel pianificare una risposta motoria,” hanno scritto gli scienziati. Il team ha adesso in programma di studiare se le decisioni più complesse sono elaborate dallo stesso meccanismo sensoriale-motorio, e se le decisioni sono influenzate dalla quantità di ricompensa che il soggetto si aspetta quando prende decisioni semplici e complesse.
Data articolo: novembre 2008

martedì 18 novembre 2008

Informazioni genetiche:dal DNA alla proteina

Fonte: www.bioblog.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Il DNA, come tutti sappiamo, è un filamento a doppia elica formato da una sequenza fissa di basi azotate presente in maniera identica in tutte le cellule del nostro organismo, in particolare all'interno del nucleo.
Ma in che modo vengono trasmesse le informazioni genetiche ?
La trasmissione di informazioni genetiche non è affatto semplice e qualunque tipo di errore o di interferenza estera (come vedremo nel prossimo articolo sulle mutazioni genetiche), può creare problemi. La prima fase è detta trascrizione e coinvolge RNA e DNA. Il DNA sintetizza l'mRNA, sigla che sta per RNA messaggero, che trasmette messaggi genetici. In particolare la traduzione è la conversione di un linguaggio in un altro, cioè la conversione dell’acido nucleico in proteine.
Per “tradurre” il linguaggio degli acidi nucleici in linguaggio peptidico, c'è bisogno di un intermediario, l'tRNA, l'RNA di trasporto, necessario per trasformare le triplette di basi azotate in un solo amminoacido.
Per formare una catena polipeptidica sono necessari diversi amminoacidi che formano dei peptidi, gli amminoacidi però non sono in grado di riconoscere il codone dell'RNA a cui dovrebbero legarsi, ed è proprio l'tRNA che permette loro.
* di formare catene peptidiche corrette
* di riconoscere i codoni dell'mRNA
A questo punto, sappiamo che L'RNA è costituito da un solo filamento e contiene anche esso i suoi codoni, una tripletta di basi azotate, l'tRNA si ripiega e si avvolge su se stesso, formando una speciale sequenza di basi azotate, chiamata anticodone, complementare al codone del mRNA. Questi due RNA lavorano con l'ausilio dei ribosomi che possiedono delle subunità dove si situano tRNA e mRNA, che vengono tenuti assieme dal ribosoma che fa che si attacchino gli amminoacidi formatisi alla catena poliptidica in formazione.
Questo processo continua fin quando un codone d'arresto non interrompe il tutto.

sabato 15 novembre 2008

La nascita di nuovi neuroni continua per tutta la vita...

... BASTA SOLO DARE NUOVI STIMOLI AL CERVELLO
La nascita di nuovi neuroni (neurogenesi) non cessa totalmente dopo lo sviluppo, ma continua per tutta la vita in alcune zone del sistema nervoso adulto.
Ricerche recenti hanno mostrato che la neurogenesi è indispensabile per la formazione della memoria e interessa in particolare l'ippocampo, una parte del cervello che si trova nel lobo temporale e che è sede di funzioni cognitive di vitale importanza. Gli studi, tuttavia, non sono riusciti ancora a chiarire in che modo i neuroni 'neonati' vadano ad integrarsi nei circuiti già esistenti, contribuendo di fatto alla formazione di nuovi ricordi e al buon mantenimento dei vecchi.
Il team di ricercatori del CNR-LUMSA-EBRI presso il Centro Europeo di Ricerca sul Cervello, struttura nata con il fondamentale contributo della Fondazione Santa Lucia, ha fatto un ulteriore ed importante passo verso la comprensione delle condizioni necessarie affinché i neuroni neonati si attivino nel favorire e migliorare alcuni tipi di apprendimento e memoria.
I neuroscienziati, coordinati da Felice Tirone dell'Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare (INMM) del CNR, in collaborazione con il prof. Vincenzo Cestari dell'Istituto di Neuroscienze del CNR e dell'Università LUMSA e del dr. Alberto Bacci dell'European Brain Research Institute, hanno dimostrato con il loro studio che un fattore di fondamentale importanza per la neurogenesi è rappresentato dalla velocità con cui i progenitori (le cellule staminali che daranno luogo ai neuroni) si differenziano nell'ippocampo. Da questa velocità dipenderà infatti il buon esito di tutto il processo.

il cannocchiale

Floriterapia e Omeopatia per la memoria

r.s. a cura della redazione ECplanet
Fonte: fitnessblog.girlpower.it
Lo stress e i problemi di circolazione non sono gli unici nemici della memoria.
“Alcuni metalli - spiega Giovanni Fasani, specialista di Igiene, medicina preventiva e nutrizione a Milano - come piombo, alluminio e mercurio, danneggiano il sistema nervoso. Vanno ricercati con speciali test ed eliminati dall'organismo. Per farlo, serve una cura a base di minerali che va studiata caso per caso dallo specialista”.

Spesso la mancanza di memoria è causata dai troppi stimoli che arrivano al sistema nervoso che si logora.
“Le cure più adatte - spiega Massimo Soldati, psicologo ed esperto di floriterapia a Milano - sono quelle omeopatiche: una buona scelta è Argentum nitricum, che aiuta a combattere ansia e agitazione. Altrimenti si può provare con i fiori di Bach, come White Chestnut, indicato per chi alterna momenti di super attività della mente ad altri di vera e propria apatia”.

Clematis serve, invece, quando si ha scarsa memoria per i dettagli, perché non si riesce a concentrarsi. La dose, per ognuno di questi rimedi, è di quattro gocce quattro volte al giorno. Aiutano la memoria anche le vitamine del gruppo B, in particolare la B6. Non è difficile trovarla, anche sotto forma di integratore alimentare.

giovedì 13 novembre 2008

STRESS POST TRAUMATICO E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO

I cattivi ricordi bloccano i nuovi
di: Massimo Ortelli
Ricercatori dell'University of South Florida e del James A. Haley Veterans’ Hospital hanno constatato che in topi di laboratorio i cattivi ricordi tendono a inibire la conservazione delle nuove informazioni, quelle appena assimilate.
Dopo accurati test, si è osservato in giovani topi a cui era stata procurata una brutta esperienza di paura che la conservazione della nefasta esperienza durava almeno un semestre, ovvero un quarto della durata media della loro vita.
È stato inoltre osservato che nel momento in cui agli animali veniva rammentato il brutto ricordo, assumevano lo stesso comportamento di soggetti umani affetti da PSTD.
In particolare, essi tendono a evitare qualsiasi cosa associata con l'esperienza originale, e la loro facoltà mnemonica emotiva a lungo termine interferisce negativamente con la capacità di ricordare nuove informazioni appena assimilate.
Lo studio del modello animale ha lo scopo di comprendere le reazioni dell'ippocampo e altri settori cerebrali coinvolti di fronte a memorie intruse.
In questo modo si potranno mettere a punto nuove terapie farmacologiche sperimentali che prevengano gli effetti di questi ricordi sul comportamento, come ad esempio il disturbo post-traumatico da stress (PSTD). La ricerca è stata recentemente presentata nel corso del convegno di biologia sperimentale tenutosi a San Diego.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:
University of South Florida

Influenza e crisi economica

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Un italiano su quattro rischia il 30% in più di altri di ammalarsi di influenza a causa di una condizione di stress cronico sempre più diffusa nel nostro Paese a causa di lavoro precario, mobbing, licenziamento, crisi di borsa, separazione, tradimento, malattie o perdita di persone care.
Lo rivela il professor Massimo Biondi, direttore del dipartimento di psichiatria dell'Università La Sapienza che presenterà una relazione al Congresso nazionale della società di psiconeuroendocrinologia in programma a Roma dal 24 al 26 ottobre prossimi. "Chi ha una condizione di stress che dura da più di due mesi e causata da queste varie condizioni di vita che oggi sono sempre più frequenti - sottolinea Biondi all'Agi - con l'arrivo dell'influenza è più predisposto del 30% di ammalarsi. Questo a causa di meccanismi neurali, ormonali e immunitari che riducono l'efficienza antivirale: si producono meno anticorpi e la capacità delle cellule linfocitarie di difendere l'organismo è ridotta. Ora, se uno se ne sta chiuso in casa da solo e non si espone, non si ammala, ma se è una persona che incontra gli altri, stringe spesso le mani, soggiorna in ambienti condivisi quali possono essere uffici, scuole, mezzi di trasporto le probabilità di rimanere vittima del virus aumentano notevolmente”. “Per quanto riguarda le età e il sesso non ci sono differenze - precisa lo psichiatra - si va dalla coppia giovane che si sta separando, al quarantenne che perde il lavoro, al cinquantenne deluso dalle perdite in borsa, al sessantenne pre-pensionato. Si tratta di un fattore che si aggiunge naturalmente alla genetica, a condizioni di debilitazione, all'esposizione a grandi quantità di virus perché si vive in luoghi in cui tutti starnutiscono.
Lo stress in questi casi ha un effetto modulante.
Ed anche il vaccino ha meno effetto”.

martedì 11 novembre 2008

Stress e tumori

r.s. a cura della redazione ECplanet
Stress e depressione peggiorano la prognosi del tumore al seno. Il neurofarmacologo Tullio Giraldi al Congresso della Società italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia (24-26 ottobre a Roma) presenterà i risultati di una ricerca in corso. Ordinario di Farmacologia dell'Università di Trieste, Giraldi da anni studia sia sugli animali sia sugli umani gli effetti dello stress sull'insorgenza e sulla diffusione dei tumori. Sull'animale ha ripetutamente documentato che situazioni stressanti favoriscono l'insorgenza dei tumori, la loro diffusione (metastatizzazione) una volta insediati e la riduzione dell'efficacia delle terapie.
Al Congresso della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia, in programma a Roma dal 24 al 26 ottobre, presenterà i dati preliminari di una ricerca in corso su donne operate per tumore al seno. La ricerca riguarda 145 pazienti (età media 55 anni) con tumore della mammella, reclutate presso il servizio ambulatoriale e il day-hospital della Struttura Complessa di Oncologia Clinica dell'Azienda Ospedaliero -Universitaria Arcispedale S. Anna di Ferrara. “Dai dati che stanno emergendo dallo studio -ha dichiarato il prof. Giraldi- appare con adeguata evidenza che eventi di vita stressanti, e tra questi certamente la difficoltà di adattamento mentale al cancro che fa seguito alla diagnosi e all'inizio della cura, possono modificare l'evoluzione della malattia, non solo in termini di aumentata crescita neoplastica, ma anche di maggiore diffusione metastatica, e soprattutto di minore risposta al trattamento chemioterapico, la cui efficacia può essere addirittura abolita dallo stress e dalla depressione”. Questi dati indicano inoltre che fattori genetici costitutivi dei singoli soggetti, quali il cosiddetto “polimorfismo del trasportatore della serotonina” (il neurotrasmettitore del buon umore), possono aumentare la vulnerabilità alla sofferenza mentale causata dalla diagnosi e dalle terapie della mammella. Ciò apre interessanti prospettive per l'impiego, nei soggetti geneticamente predisposti, di farmaci antidepressivi scelti anche in base allo specifico assetto genetico del paziente. “L'integrazione di questi approcci ai trattamenti standard - ha concluso lo scienziato- potrà così consentire una maggiore attenzione ed una più agevole identificazione della sofferenza mentale delle singole persone, il cui trattamento neuropsicofarmacologico potrà essere individualizzato aumentando la possibilità di ottenere evidenti riposte terapeutiche”.

Apoptosi cellulare

Apoptosi cellulare - ecplanet.ch - Mardedì 11.11.2008 - Index

Quiete mentale e tumori

di: Donata Allegri
David Spiegel e Sandra Sephton, ricercatori del Centro Medico dell'Università di Stanford, sono stati fra i primi a individuare un possibile legame fra un benessere mentale ed un rapido recupero da un tumore.
In questo studio, pubblicato sul periodico scientifico britannico “Brain, Behaviour and Immunity”, i due studiosi americani hanno dimostrato che il sonno è un buon alleato contro il cancro.
L'Idrocortisone è un ormone importante perché regola il sistema immunitario, comprese le attività cellulari che aiutano il corpo a combattere contro il cancro. Il suo ciclo naturale comporta i massimi valori all'alba e poi un graduale abbassamento dei valori con l'andare della giornata; per questo motivo un ritmo di sonno poco regolare potrebbe sfasare il ciclo naturale dell'idrocortisone rendendo il corpo più vulnerabile al cancro. In studi precedenti i due scienziati avevano notato che donne malate di cancro al seno il cui ciclo di idrocortisone raggiungeva i massimi livelli in pomeriggio piuttosto che all'alba a causa di ritmi di sonno disturbati, morivano prima di cancro rispetto a pazienti col sonno più regolare.
Altro ormone importante è a melatonina, che viene generato dal cervello mentre dormiamo ed è in grado di prevenire danni al DNA che potrebbero portare al cancro. Questo ormone nelle donne ha anche il ruolo di rallentare la produzione di ormoni estrogeni che, a loro volta stimolano le cellule cancerogene nei seni e nelle ovaie a continuare a dividersi. Per questo motivo si pensa, dopo vari accertamenti, che donne che lavorano di notte siano più soggette agli effetti degli ormoni estrogeni e quindi ad ammalarsi di cancro perché producono meno melatonina. Un altro ormone importante per la difesa dell’organismo è il cortisolo che aiuta a regolare l'attività del sistema immunitario, compresa quella di un gruppo di cellule, chiamate Natural Killer, che contribuiscono alla lotta contro il cancro. Tale ormone normalmente raggiunge livelli di picco all'alba per poi declinare durante il giorno.
Il sonno sembra importante anche per altri mammiferi: uno studio ha infatti dimostrato che i topi, se hanno i ritmi di sonno alterati, mostrano una crescita molto più rapida del tumore rispetto ai loro compagni con un ritmo di sonno più naturale.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:
Stanford University School of Medicine
Donata Allegri
E-mail: donata.allegri@ecplanet.com
Sito personale: Crocevia

lunedì 10 novembre 2008

Boom delle sostanze psicotrope di origine naturale

Boom delle droghe leggere - ecplanet.ch - Lunedì 10.11.2008 - Index

Effetti delle radiazioni non ionizzanti

r.s. a cura di Straker

(articolo del Dottor Fausto Intilla)

Pubblichiamo un breve, ma chiaro contributo del Dottor Fausto Intilla, fisico teorico e divulgatore scientifico, sui pericoli per la salute collegati ai campi elettromagnetici. La lettura di questo articolo dovrebbe indurre, per lo meno, ad un uso moderato ed accorto del cellulare, secondo il decalogo stilato dal Dottor Herberman.
Da un punto di vista strettamente energetico, l’interazione della radiazione elettromagnetica non ionizzante con un tessuto biologico si risolve in un trasferimento di energia dalla radiazione al tessuto e produce un campo elettromagnetico all'interno della materia diverso da quello applicato in origine.
L'energia elettromagnetica, una volta assorbita, viene convertita in calore.
La conversione in calore può avvenire con o senza un misurabile rialzo della temperatura corporea (febbre).
L'organismo reagisce al calore, cercando di eliminarlo in varie tappe.
Sono l'occhio e le gonadi gli organi più sensibili all'esposizione alle RF (radiofrequenze) ed alle MO (microonde).
Il cristallino è la parte dell’occhio che risente maggiormente dell'irraggiamento con radioonde; questo organo non è vascolarizzato e quindi, potendo dissipare calore solo per scambio termico con l'umor acqueo ed il corpo vitreo, va facilmente incontro al surriscaldamento.
Altri possibili effetti sull'occhio sono la cataratta, l'opacizzazione della cornea, la congiuntivite, l'infiammazione dell’iride, la comparsa di lesioni retiniche.
Sono stati inoltre segnalati possibili effetti sul sistema cardiocircolatorio come le aritmie ipo-ipercinetiche, stati di ipo-ipertensione, mentre i possibili effetti sul sistema neuroendocrino riguardano una diminuita risposta alla fotostimolazione, l'innalzamento della soglia uditiva-visiva, l'ipereattività tiroidea, l'oligospermia o l’azospermia.
Data articolo: novembre 2008
Fonte: Straker

venerdì 7 novembre 2008

SCIENZE QUANTISTICHE E LIBERTA' DI COSCIENZA

Centro Studi Educare alla Salute
Via della Repubblica,75
EMPOLI
Segreteria : 335 440016

SCUOLA DI SCIENZE QUANTISTICHE

VENERDI’ 21 - SABATO 22 NOVEMBRE 2008
Orario lezioni : 9:00 – 18:00
II ° UNITA’ DIDATTICA
Scienze quantistiche e libertà di coscienza
Come creare la nostra realtà personale e sociale
manifestando i propri desideri nel campo delle infinite possibilità
Relatore: Dott. GAETANO CONFORTO
Nei seminari verranno trattati i temi relativi alle nuove scoperte della fisica quantistica
applicate al vivere quotidiano e alla salute.
Ci saranno momenti di grande emozionalità e si insegneranno potenti tecniche
in grado di eliminare le emozioni nocive alla nostra crescita ed al nostro benessere.
Molto utile per le coppie e le famiglie!
Programma
Le basi della fisica quantistica
Come la coscienza crea il mondo materiale
I tre livelli di coscienza per agire sul Campo Energetico Cosciente
Le tecniche per eliminare le principali emozioni negative
Basi di guarigione quantistica con pratica di gruppo
Le tecniche per realizzare i nostri obiettivi
La fisica quantistica e la gestione economica:
spiritualizzare la materia

lunedì 3 novembre 2008

Impedire l'evoluzione umana

In questi tempi si fa un gran parlare di diritto all'istruzione, adesso si parla di Università, ma nessuno dice che si sta parlando di istituzioni che non hanno il compito di formare bensì di disinformare.
Vi segnalo questo articolo affinchè si sposti l'attenzione sul vero problema: che futuro avranno delle menti narcotizzate e istruite a credere a novelle insegnate come inoppugnabili verità scientifiche...allo scopo di
Impedire l'evoluzione umana - ecplanet.ch - Lunedì 03.11.2008 - Index

Cambia Frequenza, è ora !

Cambia Frequenza, è ora ! - ecplanet.ch - Lunedì 03.11.2008 - Index

La verità scientifica? Meglio metterci una pietra sopra...

redazione ECplanet
...almeno per quanto riguarda i risultati della maggior parte degli studi scientifici, per i quali bisogna rassegnarsi all’idea che «è più probabile che siano falsi piuttosto che veri».
Questa tesi, certamente provocatoria e tutt’altro che incoraggiante, è stata illustrata (e dimostrata, numeri alla mano) sulla rivista ad accesso libero PLoS Medicine da John Ioannidis dell’Università greca di Ioannina, che non è nuovo ad affermazioni «forti» sulla validità o meno degli studi scientifici.
Nel luglio di quest’anno, infatti, su JAMA era comparso uno studio dello stesso autore che si proponeva di valutare con quale frequenza i risultati di studi clinici che dimostravano l’efficacia di una cura fossero stati smentiti o ridimensionati da ricerche successive.
Analizzando 45 studi, pubblicati sulle riviste mediche più prestigiose tra il 1990 e il 2003, Ioannidis aveva osservato che i dati di 7 erano stati ribaltati e per altri 7 c’era stato un significativo ridimensionamento. Una smentita più o meno forte, quindi, era arrivata per un terzo di questi studi. Forte di questa premessa, Ioannidis ha inquadrato in un modello matematico, quantificandoli, i parametri considerati significativi per valutare la validità di uno studio e, quindi, le possibili fonti di errore.
Il più intuitivo di questi parametri, ma anche il meno accurato, è la significatività statistica.
Uno studio è considerato statisticamente significativo se la probabilità che il risultato sia completamente dovuto al caso è una contro venti: questo significa che, esaminando 20 differenti ipotesi scelte a caso, una di esse, in media, potrà risultare statisticamente significativa. Mentre dal punto di vista puramente matematico questo può risultare un parametro affidabile per determinare la validità di un metodo, se ci si cala nella realtà delle ipotesi che sono analizzate nelle ricerche ci si rende conto che la significatività statistica non può essere l’unico elemento su cui basarsi per valutare uno studio. Quando le possibili ipotesi da analizzare sono centinaia (è il caso, per esempio, dell’influenza di un gene su una malattia), questo standard può indurre in errore: infatti alcune ipotesi in apparenza significative potrebbero essere, per gli scherzi del caso, false. O per converso, se si prendono in considerazione, in modo del tutto casuale, 20 ipotesi false, una di esse potrebbe risultare vera. Questo aspetto, per quanto importante, non è però l’unico che Ioannidis considera nel suo modello. Vari altri fattori possono indurre errori negli studi scientifici. Le limitate dimensioni dei campioni considerati, per esempio, o un disegno poco accurato dello studio, che consente ai ricercatori di «pescare» tra i propri dati quelli che provano la tesi iniziale. C’è poi da tenere nel dovuto conto anche la «parzialità» dei ricercatori, dovuta all’attaccamento alla propria teoria o ad aspetti più profani di interesse economico. Elaborando tutti questi elementi secondo il proprio modello matematico, Ioannidis arriva a concludere che uno studio disegnato secondo buoni parametri può arrivare ad avere l’85 per cento delle probabilità di dare risultati corretti; se i parametri non sono rispettati o lo sono solo in parte questa probabilità scende fino al 17 per cento. Quindi, calcolatrice alla mano, in media più della metà degli studi dà risultati falsi con buona probabilità. Che fare, allora ? «La verità scientifica è un bersaglio in movimento» commentano gli editori di PLoS Medicine. «La possibilità che la maggior parte delle conclusioni sia falsa fa inevitabilmente parte dell’impegno nella ricerca. Chiunque sia coinvolto nella realizzazione e nella pubblicazione degli studi deve necessariamente essere di mente aperta, rigoroso e onesto nel progettare gli esperimenti, analizzare i risultati, comunicare le conclusioni, revisionare i manoscritti, commentare i lavori e accettare che l’incertezza esiste nel campo della ricerca». A questo punto, non senza una punta di malignità, ci sarebbe da chiedersi, come fa l’Economist: che probabilità c’è che lo studio di Ioannidis sia falso ? Come individuare i risultati falsi ? Secondo Ioannidis alcuni elementi aiutano a individuare i risultati che hanno maggiore probabilità di essere falsi: 1. più sono piccole le dimensioni degli studi, più bassa è la probabilità che diano risultati validi; 2. più limitato è l’effetto misurato, più è probabile che i risultati siano falsi: è più facile avere risultati validi quando si indagano effetti di grande portata (per esempio la relazione tra fumo e malattie cardiovascolari) piuttosto che quelli supposti «piccoli» (per esempio i fattori genetici di rischio di alcune malattie); 3. più alto è il numero delle relazioni analizzate, più probabilmente lo studio darà risultati falsi: gli studi disegnati per confermare un’ipotesi (trial controllati e randomizzati in fase III o metanalisi), per esempio, hanno maggiore probabilità di dare risultati veri; 4. più elevata è la flessibilità nel disegno e nel metodo analitico dello studio, maggiore è la probabilità di avere risultati falsi: l’aderenza a modelli standard condivisi aumenta la proporzione di risultati positivi; 5. più grandi sono gli interessi (economici e non) in gioco, minore è la probabilità che lo studio dia risultati validi; 6. più «caldo» è il campo di ricerca (con grande competizione tra molti gruppi di ricercatori), più elevata è la probabilità che i risultati siano falsi: può sembrare paradossale ma, quando la competizione è accesa, il fattore tempo assume un’importanza fondamentale, spingendo i ricercatori a diffondere nel minor tempo possibile i propri risultati ritenuti «positivi».

IPNOSI DI MASSA E MIND CONTROL

Autore: Laura Scafati per Disinformazione.it
Fonte: www.popobawa.it - www.popoblog.splinder.com
redazione ECplanet

Che i nostri cervelli subiscano continuamente dei veri e propri attacchi dall'esterno è, ormai, un fatto noto di cui siamo consapevoli. Quello che ci coglie impreparati è, invece, la scoperta di essere diventati oggetto di una vera e propria Ipnosi di Massa senza averne mai percepito la presenza. Eppure: parole, colori, suoni e tecniche - di cui non siamo mai stati consapevoli - vengono usati dai Media e dalla Pubblicità con lo scopo di ipnotizzarci.
D’altra parte è risaputo che la gente crede a qualsiasi cosa le venga ripetuta abbastanza spesso per cui è semplice, per gli “ipnotizzatori”, architettare qualsiasi cosa serva loro per raggiungere gli scopi prefissati. Questo bombardamento continuo del nostro subconscio attraverso una versione unica delle informazioni condiziona pesantemente il modo in cui il conscio e il subconscio vedono se stessi e il mondo.
Di conseguenza, Noi permettiamo alla totalità dei Media di programmare i nostri modelli di pensiero e di creare la nostra realtà.
In poche parole: siamo diventati spettatori del Mondo invece che partecipanti senza che ce ne fossimo mai resi conto ! Questo avviene dal momento che gli “ipnotizzatori” decidono le sorti dell'Umanità mentre noi stiamo seduti sugli spalti a guardarli giocare la partita. Non ci siamo neppure dovuti stendere sopra un divano per ascoltare le loro parole sussurrate nell'orecchio ! A noi basta stare seduti sulla seggiola ad ascoltare chi legge il telegiornale… gli attori, le voci di sottofondo della pubblicità e i vari presentatori; il gioco è fatto ! I messaggi pian piano si insinuano nelle nostri menti fino a portarci a pensare come vogliono “farci pensare” coloro che possiedono: i Media, le Banche, le Case farmaceutiche, le Compagnie di armamenti, le Compagnie petrolifere, i politici ed altri ancora…
Può sembrare una visione apocalittica della situazione, ma corrisponde alla realtà attuale ! Il dottor Welson Bryan Key, autore di tre libri sull’argomento: “Media Sexploitation”(Lo sfruttamento sessuale mediatico); “The Clam Plate Orgy” (L’orgia del piatto di molluschi); “Subliminal Seduction” (Seduzione subliminale) ha rivelato l'esistenza del Tachistoscopio, un proiettore con un otturatore ad alta velocità che fa lampeggiare messaggi ogni cinque secondi per 1/3 di millesimo al secondo. Questi messaggi non vengono percepiti ad occhio nudo, ma vengono incamerati dal subconscio. Poi risalgono dal livello inconscio a quello conscio sotto forma di un pensiero, di un desiderio, di un'opinione…. Ormai esiste una Tecnologia tale per cui da un trasmettitore radio o televisivo si possono trasmettere messaggi subliminali sfruttando la lunghezza d’onda del trasmettitore stesso come “onda portante” attraverso cui si diffonde il messaggio stesso.
Il problema si complica quando ci si rende conto che insieme allo sviluppo di tecniche di Ipnosi di massa sono state messe a punto anche quelle mirate ai singoli individui.
Il “mind control” (controllo della mente) e il “brainwashing” (lavaggio del cervello) sono alcuni dei metodi riferiti alla persuasione forzata, ai sistemi di coercizione psicologica e ai meccanismi di influenza sui processi mentali di soggetti “nel mirino”.
In parole semplici: i sistemi psicologici coercitivi sono programmi per la modifica dei comportamenti che si basano sull'uso della forza mentale e che sono posti in essere per far conoscere e abbracciare nuove idee, consuetudini, credenze o ideologie. Quanto di più pericoloso possa esistere !!
Nel corso di simili piani di azione “il soggetto bersaglio” è progressivamente portato a percorrere una serie di step o passaggi pressoché invisibili.
«Ogni singola tappa è tanto piccola da rendere impercettibili i cambiamenti della persona e da non far capire che le variazioni di condotta eventualmente avvertite sono motivate da forzature o altri condizionamenti esterni» (Umberto Rametto Roberto Di Nunzio “Le nuove Guerre” Edz. Bur). È ovvio che i destinatari delle operazioni di coercizione non debbono nutrire nessun sospetto in merito agli obiettivi nascosti del programma in atto. Pertanto, le tecniche in questione sono generalmente applicate come manifestazione di buone intenzioni nei confronti della vittima con il chiaro intento di prospettare al soggetto un ambiente di amici e alleati, così da far crollare qualsiasi tipo di difesa o protezione psicologica, che verrebbe adottata in un contesto ostile.
La National Security Agengy (NSA) la super-agenzia statunitense, avrebbe varato - già da tempo - un futuribile progetto nel quale si mescolano tecniche subliminali e post-ipnotiche, per arrivare addirittura al sonnambulismo ai fini di ottenere risultati sul fronte dell'Intelligence. Tra le tecniche di “Mind control” la più nota è quella denominata “Programma MKUltra”e gestita dalla CIA. Tale Programma ebbe inizio negli anni cinquanta per opera dello psichiatra scozzese Ewen Cameron, che divenne amico di Allen Dulles, capo della CIA, dopo aver prestato servizio come psichiatra di parte statunitense/canadese al Processo di guerra di Norimberga.
La CIA , quindi, sotto Allen Dulles, finanziò lo psichiatra come è stato confermato da documenti resi pubblici nel 1977, in seguito alla Legge statunitense sulla Libertà d'Informazione. La maggior parte dei documenti erano stati distrutti, ma ne emersero abbastanza da offrire una vaga idea dell’incubo che doveva essere il MKUltra ! Il Progetto includeva l'uso di droghe (come LSD) e diverse tecniche di manipolazione mentale note come “depatternig” e “dominio psichico”. La CIA ammise di aver sostenuto la ricerca sulla mente umana e sul controllo del comportamento presso 150 Istituzioni, tra cui figuravano: Ospedali, Prigioni, Case farmaceutiche e 44 Università. Vi risultavano coinvolti almeno 185 scienziati. I bersagli erano quelli considerati “esseri umani inferiori” come le prostitute, gli stranieri, persone di colore ed i tossicodipendenti. Furono usati anche soldati delle Forze Armate statunitensi. Veniva somministrato loro LSD, mentre gli veniva detto che si trattava di test di sperimentazione di maschere antigas ed altri congegni difensivi.
Nella rivista “Observer” del 16 ottobre 1994, la giornalista Elizabeth Nickson raccontò le storie di molte delle vittime di Cameron, compresa sua madre. Una delle tecniche usate consisteva nell’usare un registratore chiamato “Cerephone”, che veniva inserito sotto il cuscino della vittima e ripeteva in continuazione alcuni messaggi. Questa era una forma di “dominio psichico” e il risultato era che la vittima finiva per essere ossessionata da quella frase e non riusciva a pensare a nient’altro.
Il dominio psichico, l'immissione della “nuova” personalità, spesso seguiva alla elettroterapia, la distruzione della personalità naturale. Con il passare degli anni, le tecniche si sono raffinate ed il documento “Silent Wapons For A Quiet War” rivela l'impulso dato dalla Fondazione Rockefeller nel finanziare la ricerca presso la Harvad University , nell'ambito delle possibilità di controllo del pensiero umano attraverso il computer. Lo scopo è quello di sostituire totalmente il denaro cartaceo con il denaro elettronico rappresentato dalle carte di credito e, poi, di sostituire le carte di credito e le carte di identità con un microchip sottocutaneo.
Nel 1994, la Intel Corporation firmò un contratto di cinque anni per mettere a punto tale dispositivo presso i suoi laboratori di Rio Rancho, nel New Mexico, Questo microchip sarebbe collegato a un computer globale con la scusa che tutte le transazioni finanziarie devono essere registrate dalla nuova Banca centrale mondiale. Il computer saprebbe tutto quello che c’è da sapere su di noi in ogni momento e sarebbe, anche, in grado di inviare messaggi nella direzione opposta - dal computer verso di Noi - programmando così la nostra coscienza. C’è da tremare sul serio !!
Un altro aspetto importante da tener conto è che il “mind control” può essere effettuato anche attraverso il computer, che si trova sulla nostra scrivania.
I virus subliminali – saltati fuori una dozzina di anni fa - spesso sono nascosti all'interno dei programmi salvaschermo, o “screensavers” oppure ben occultati dentro i prodotti applicativi più popolari. Il virus subliminale non cancella nulla sul disco fisso, ma invia messaggi subdoli che non vengono rivelati dalla parte cosciente della mente umana e sono indirizzati ad influenzare il comportamento di chi si trova a subire la somministrazione occulta di suggerimenti ed ordini.
La prima traccia di un simile virus risale al 1996 e si trova in un video gioco di animazione chiamato “Endorfun”.
Nella colonna sonora di questo gioco, erano stati inseriti 100 messaggi subliminali di positiva autoaffermazione del tipo: “amo il mondo e il mondo ama me” per arrivare a “per me va bene avere tutto quello che voglio”. Sono Virus che rappresentano un pericolo di estrema portata senza contare, poi, che potrebbero essere impiegati anche in campo militare. Pensate cosa potrebbe accadere se il nemico riuscisse ad introdursi in un sistema informatico dell’avversario, magari quello destinato al controllo del traffico aereo per piazzarci messaggi subliminali !
Nel numero del Febbraio 1997, la rivista militare moscovita “Orienteer” pubblicò una testimonianza del maggiore russo I. Chernishev che riportava alcune prove circa l’esistenza di un generatore psicotronico in grado di produrre emissioni elettromagnetiche, che possono essere inviate sulle persone-bersaglio attraverso la linea telefonica, il televisore, la radiolina, il computer e persino attraverso le lampadine. Alla luce di quanto detto sembrerebbe quasi di non avere scampo dal momento che siamo sottoposti ad una “guerra silenziosa”, che spara situazioni al posto di proiettili.
Situazioni azionate da processori di dati, invece che da polvere da sparo; da un computer, invece che da un fucile… agli ordini - per esempio - di un banchiere invece che di un generale.
Una guerra, che non fa alcun rumore, non provoca alcuna evidente ferita fisica o mentale e non interferisce ovviamente con la nostra vita sociale e con la quotidianità. Una guerra subdola dal momento che non siamo in grado di riconoscere l'arma, che ci colpisce e quindi siamo portati a credere che tale arma non esista e che, magari, sia frutto della fantasia malata di tutti coloro che amano vedere complotti in ogni luogo.
Purtroppo, quando un'arma segreta viene usata gradualmente non ci si rende mai conto della sua presenza, anzi ci si adatta al punto da tollerare la sua invasione nella nostra vita. Non ci rendiamo conto del pericolo fino a quando la pressione psicologica ed economica diventa troppo forte, fino a farci cedere. Per questo motivo, l'arma segreta è un tipo di strumento di guerra biologico dal momento che attacca la nostra vitalità, le nostre scelte… tutta la nostra vita. Credo che si possa affermare con tutta tranquillità che la Manipolazione di massa è il più grave attacco terroristico che si possa portare all'essenza stessa di ogni uomo !
Corriamo dei seri pericoli ed è innegabile, ma nulla sarà perduto se riprenderemo a pensare da soli ben consci dell'esistenza di queste Manipolazioni. Sappiamo bene, infatti, che la certezza dell'esistenza di un problema induce, prima o poi, a trovare delle soluzioni per il problema stesso. Soluzioni che dobbiamo trovare altrimenti non ci sarà più scampo per la nostra Libertà.
Nessuno potrà alienare i nostri cervelli se alleneremo i nostri sensi a “guardare” oltre l'apparenza nella piena consapevolezza che “nulla è mai come appare” !




Amore… è vera scelta?Dipende tutto da Edipo

di: Abrahm Abbot
È ormai e risaputo il detto “niente è un caso e la fisica moderna ne spiega i contenuti”.
Regola sacrosanta valida anche per quelle questioni che, apparentemente, sembrerebbero non aver nulla da spartire con il calcolo e le decisioni a priori come la scelta del proprio partner. L’evolversi della moderna psicologia ha dimostrato che non è un caso che la scelta ricada su una persona anziché su un'altra, magari agli occhi di tutti (e anche ai nostri) più adatta alla nostre esigenze. Sono diverse le teorie secondo cui la scelta di un partner non è affatto casuale, ma dipenderebbe dall'evoluzione del famoso complesso edipico descritto la prima volta da Sigmund Freud.
Secondo il fondatore della psicoanalisi il complesso di Edipo compare nel bambino la prima volta attorno ai 3 anni e raggiungerebbe il suo culmine intorno ai cinque. È durante questo periodo che il bimbo inizia a scoprire, e intuire, la differenza tra i sessi. È attratto dal genitore di sesso opposto con il quale instaura, o cerca di instaurare, un rapporto di tipo preferenziale che tende a detronizzare il genitore del suo stesso sesso. Poi con il superamento di questa fase, avviene l'identificazione con il genitore dello stesso sesso, quindi con il suo ruolo e i suoi comportamenti caratteriali. È la fase in cui la figura genitoriale viene vista come paritaria e non più rivale in quanto, ora, la scelta dell'oggetto d'amore viene spostata fuori campo, al di fuori della famiglia.

Secondo Freud, se il complesso di Edipo viene risolto si tenderà a cercare un partner con le caratteristiche del genitore dell'altro sesso, mentre, se il rapporto è di tipo conflittuale, si tenderà a scegliere un partner con le caratteristiche opposte.A secondo che i sentimenti vissuti verso i genitori siano positivi o negativi, elaborati o irrisolti, questo determinerà la scelta che si andrà a fare.
Così parlò Sigmund Freud il fondatore della psicoanalisi.
Un quadro che riesce a semplificare, forse un po’ troppo, l’andamento delle cose. In ogni modo, non si può non affermare che ogni persona ha propri gusti e inclinazioni.
Si tratta di forme mentali personalizzata che non devono mai passare in secondo piano quando si tratta di scelte.
Il caso offre delle opportunità, sta all’individuo saperle cogliere nel nome di Edipo, di Elettra, e delle loro famiglie.