Fonte: Medicina Generale
Non dipende dal cinismo l'atteggiamento flemmatico e distaccato che i medici mantengono di fronte al dolore dei pazienti.
La causa andrebbe ricercata piuttosto in una serie di meccanismi innescati automaticamente nel cervello di chi cura e che si imparano ad acquisire fin dall'università.
È la scoperta di alcuni ricercatori delle università di Chicago e Taipei, secondo i quali la risposta messa in atto dal cervello quando si osserva qualcuno che soffre si può imparare a controllare.
Per dimostrarlo sono stati arruolati due gruppi di volontari: uno composto da 14 fra donne e uomini in media di 35 anni d'età, un altro da 14 medici, sottoposti a risonanza magnetica durante l'esperimento. In tutti i componenti del primo campione, quando qualcuno veniva punto con un ago dai ricercatori, la risonanza mostrava l'attivazione del circuito del dolore nel cervello.
Questo non avveniva quando le persone venivano solamente toccate con un cotton-fioc.
Fra i medici arruolati per l'esperimento, invece, non è stato possibile registrare alcuna variazione dell'attività cerebrale né quando assistevano a punture vere e proprie, né quando gli ipotetici pazienti venivano solamente sfiorati da un bastoncino di cotone. Al contrario, nei camici bianchi si è potuta osservare una più massiccia attività nella zona del cervello dove vengono regolate e controllate le emozioni.
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