di: Oscar Bettelli
Il fenomeno della diffrazione è estremamente significativo per quanto riguarda le leggi che governano il comportamento della materia.
Una sola fenditura produce una immagine indifferenziata mentre due fenditure generano una immagine differenziata, la figura di interferenza, lo spettro a righe caratteristico.
Il passaggio dall'uno al molteplice non avviene in maniera caotica ma risulta soggetto a leggi che intrinsecamente governano il fenomeno fisico a livello statistico. La suddivisione dell'unità in una molteplicità implica la creazione di una relazione tra le varie componenti, tale relazione si presenta come principio ordinatore rispetto al caos preesistente. L'uno non presuppone null'altro che se stesso.
Nell'unità si realizza la totalità dell'essere. Nel momento in cui l'uno si suddivide nel molteplice subentra la varietà dell'essere, ciascuna parte è libera di esistere in maniera indipendente dal tutto. Eppure la natura ci mostra come si mantenga una correlazione tra le varie parti, correlazione soggetta a leggi statistiche. Il comportamento della materia a livello sub-atomico indica come le possibilità di movimento delle singole particelle sia soggetta oltre che a forze fisiche anche a leggi matematiche che ne governano il comportamento a livello statistico.
Sembrerebbe che le particelle siano in relazione scambievole tra loro e siano influenzate reciprocamente. L'equazione matematica che descrive il comportamento statistico delle particelle sembra trascendere le interazioni fisiche tra le particelle stesse e nondimeno predice con precisione l'evolversi dell'intero sistema.
La stabilità della materia si basa sul comportamento complessivo di una molteplicità di particelle in moto caotico. Tale comportamento complessivo rivela una unità di struttura che ha validità solo statisticamente e si produce a partire da un notevolissimo numero di comportamenti caotici individuali.
L'esistenza di una tale legge generale di comportamento richiama alla memoria la legge dei grandi numeri, ma per la propria specificità non sembra plausibile che ad essa possa ricondursi completamente. Intuitivamente saremmo propensi a pensare ad un principio di correlazione tra le diverse parti che ricostituisca l'omogeneità del tutto originario, in altri termini il molteplice che ritorna nell'unità: tutto è uno.
Due orologi che forniscono la stessa ora non sono correlati da interazioni fisiche ma il sincronismo deriva dalla struttura comune ed ha origine nello stato complessivo iniziale. Allo stesso modo le leggi matematiche di correlazione statistica dei singoli eventi fisicamente separati conserva l'unità complessiva dell'intero sistema.
Le particelle sono coordinate non da uno scambio fisico di informazione ma piuttosto dalla propria intrinseca natura. In effetti l'esistenza di una tale legge matematica, che suggerisce una corrispondente proprietà fisica della materia, risulta essere una sorpresa non facilmente spiegabile dall'intelletto in termini di interazioni soggette al principio di causa ed effetto.
Il fenomeno della diffrazione è estremamente significativo per quanto riguarda le leggi che governano il comportamento della materia.
Una sola fenditura produce una immagine indifferenziata mentre due fenditure generano una immagine differenziata, la figura di interferenza, lo spettro a righe caratteristico.
Il passaggio dall'uno al molteplice non avviene in maniera caotica ma risulta soggetto a leggi che intrinsecamente governano il fenomeno fisico a livello statistico. La suddivisione dell'unità in una molteplicità implica la creazione di una relazione tra le varie componenti, tale relazione si presenta come principio ordinatore rispetto al caos preesistente. L'uno non presuppone null'altro che se stesso.
Nell'unità si realizza la totalità dell'essere. Nel momento in cui l'uno si suddivide nel molteplice subentra la varietà dell'essere, ciascuna parte è libera di esistere in maniera indipendente dal tutto. Eppure la natura ci mostra come si mantenga una correlazione tra le varie parti, correlazione soggetta a leggi statistiche. Il comportamento della materia a livello sub-atomico indica come le possibilità di movimento delle singole particelle sia soggetta oltre che a forze fisiche anche a leggi matematiche che ne governano il comportamento a livello statistico.
Sembrerebbe che le particelle siano in relazione scambievole tra loro e siano influenzate reciprocamente. L'equazione matematica che descrive il comportamento statistico delle particelle sembra trascendere le interazioni fisiche tra le particelle stesse e nondimeno predice con precisione l'evolversi dell'intero sistema.
La stabilità della materia si basa sul comportamento complessivo di una molteplicità di particelle in moto caotico. Tale comportamento complessivo rivela una unità di struttura che ha validità solo statisticamente e si produce a partire da un notevolissimo numero di comportamenti caotici individuali.
L'esistenza di una tale legge generale di comportamento richiama alla memoria la legge dei grandi numeri, ma per la propria specificità non sembra plausibile che ad essa possa ricondursi completamente. Intuitivamente saremmo propensi a pensare ad un principio di correlazione tra le diverse parti che ricostituisca l'omogeneità del tutto originario, in altri termini il molteplice che ritorna nell'unità: tutto è uno.
Due orologi che forniscono la stessa ora non sono correlati da interazioni fisiche ma il sincronismo deriva dalla struttura comune ed ha origine nello stato complessivo iniziale. Allo stesso modo le leggi matematiche di correlazione statistica dei singoli eventi fisicamente separati conserva l'unità complessiva dell'intero sistema.
Le particelle sono coordinate non da uno scambio fisico di informazione ma piuttosto dalla propria intrinseca natura. In effetti l'esistenza di una tale legge matematica, che suggerisce una corrispondente proprietà fisica della materia, risulta essere una sorpresa non facilmente spiegabile dall'intelletto in termini di interazioni soggette al principio di causa ed effetto.
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