lunedì 13 ottobre 2008

Stiamo costruendo una società di malati immaginari redazione

Autore: Franco Libero Manco
ECplanet
Oggi è raro trovare una persona che non sia affetta da qualche patologia diagnosticata da qualche laboratorio di ricerca medica. L'invecchiamento è considerato una malattia da combattere ad ogni costo; anche la menopausa e l'andropausa rientrano nella patologie da curare.
Per non parlare di malattie psichiche, una vera e propria epidemia. S
e vai dal medico e gli confessi di essere di natura ottimistica ti dice che soffri di turbe generalizzate della gaiezza, cioè della sindrome della gioia che si manifesta nella non curanza o nella perdita della realtà.
Se poi rifiuti di sottoporti alle terapie convenzionali vuol dire che soffrite di una psicosi detta fobia del medico e del sangue. Se sei di natura timida allora soffri di fobia sociale che va trattata con degli antidepressivi.
Il numero globale delle patologie psichiatriche è passato, dopo la seconda guerra mondiale, da 26 a 395.
I laboratori hanno constatato che basta moltiplicare il numero delle analisi per scoprire gli ammalati.
Se ad ogni test il 5% della popolazione è considerata a rischio, ogni nuova analisi permette di aumentare il numero dei malati; dopo 20 misurazioni differenti non resta che un 36% di persone che possono dire di essere in perfetta salute.
Dopo 100 analisi ne rimane solo l'1%.
Succede che se uno non va abbastanza dal medico bisogna che sia il medico ad andare da lui. Così sono stati inventati i laboratori mobili per l'analisi estemporanea del diabete, osteoporosi, salute dei denti, malattie cardiache ecc. in cui vengono offerti tests gratuiti di ogni genere.
Lo scopo ufficiale è quello della prevenzione nell'interesse della popolazione.
Lo scopo dissimulato è, invece, la caccia a malati ignari di esserlo, per aumentare così la clientela.
Ogni laboratorio “sponsor” elargisce informazioni sulla salute in cui vengono raccolte informazioni inerenti lo stato generale della salute del cittadino.
Questa manipolazione aumenta la pressione sui medici che prescrivono le ricette per far fronte non solo ad una folta schiera di informatori sanitari, ma anche dei pazienti che reclamano farmaci di cui hanno sentito vantare le meraviglie per combattere la malattia che è stata loro diagnosticata.
Così oggi, grazie ai laboratori metà della popolazione è in cura medica e l'altra metà, angosciata, si domanda “Non sarò malato anch'io” ?

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