sabato 23 giugno 2007
Il Pilota automatico del cervello
Se facciamo un calcolo aritmetico il cervello non ha bisogno di ripassare le tabelline, quando guidiamo la macchina non dobbiamo pensare ogni volta a cambiare la marcia o ad usare un pedale, compiamo infatti molte azioni in maniera automatica, per risparmiare risorse ed energie mentali.
Quella del ‘pilota automatico’ è infatti una peculiarità del cervello, che costruisce un repertorio di risposte ai problemi che già conosce, quelli che incontra con maggiore frequenza, per risparmiare tempo e fatica.
Dal punto di vista anatomico nuovi studi dimostrano che la corteccia è in grado di rispondere in modo appropriato e automatico a stimoli successivi a compiti ripetitivi. Pubblicato da Nature, lo studio di Ian Dobbins della Duke University (insieme a David Schnyer e Mieke Verfaellie della Boston University School of Medicine e Daniel Scacter della Harvard University) ha cercato di distinguere tra due differenti teorie di come la corteccia cerebrale risponda a questi stimoli.
Entrambe le teorie cercano di comprendere come si verifica il fenomeno della ripetizione: infatti quando alle persone viene chiesto di fare una classificazione, la performance migliora tante più volte viene ripetuto il compito.
Applicando particolari tecniche di visualizzazione del cervello (la Risonanza Magnetica Funzionale, FMRi) si è evidenziato che durante questi compiti il cervello mostra una attività ridotta, chiamata ‘neural priming’, ossia ‘innesco neuronale’ un meccanismo che consente di migliorare la performance quando il compito viene appreso.
La teoria più popolare sul ‘neural priming’ sostiene che la riduzione dell’attività corticale sia dovuta ad una sintonizzazione da parte della corteccia dell’informazione sugli ‘oggetti’ coinvolti nel compito e più ne conosce la funzione più tende ad utilizzare solo le informazione necessarie a svolgere il compiti, tenendo da parte i dettagli.
La novità evidenziata dagli scienziati della Duke è che questo si verifica anche in soggetti colpiti da amnesia.
Ciò indicherebbe che esistono sistemi separati, stagni, di memoria che funzionano in modo indipendente e che quindi, se una parte della memoria continua a funzionare, altri ‘settori’ possono rimanere efficienti.
Istituzione scientifica citata nell'articolo: Duke University
mercoledì 20 giugno 2007
Onde cerebrali e Stati di Coscienza
Esse sono:
1) Onde Alfa (mente subcosciente)
2 ) Onde Beta ( mente cosciente )
3) Onde Delta (centro di Potere psichico)
4 ) Onde Theta ( potere psichico )
5 ) Onde Gamma ( Potere psichico profondo )
1. Le onde alfa
Le Onda Alfa provengono dal subcosciente a hanno una frequenza che va da 8 a 13 cicli al secondo. Esse possiedono un voltaggio di 50 microvolts. Nascono principalmente nelle parti superiori del cervello, cioè regione della memoria (il subcosciente è basato sulla memoria).
Esse si producono nel cervello durante un sonno leggero o durante uno stato di narcosi, o quando gli occhi sono chiusi.
Nascono cioè in uno stato mentale nel quale il subcosciente assume il controllo sul cervello.
Le Onde Alfa sono annullate quanto l'individuo riceve stimoli visivi o dopo sforzi mentali o in altri stati nei quali la mente cosciente è impiegata attivamente.
Esse spariscono dunque quando gli occhi sono aperti.
Ciononostante, se il campo visuale è uniforme, o se portate degli occhiali che si appannano e nascondono ciò che osservate di significativo, le onde Alfa non sono annullate.
Ma se fate il minimo tentativo per distinguere un dettaglio qualsiasi nel campo visivo, e quindi usate attivamente la mente cosciente, le onde Alfa si dileguano.
Le onde Alfa spariscono durante il sonno e sono sostituite da strepiti intermittenti di basso voltaggio e di alta frequenza chiamati «fissi di sonno».
E ciò perché, durante il sonno non è realmente il subcosciente che assicura il controllo ma l'inconscio.
2. Le onde beta
Le onde Beta nascono nella mente cosciente. Esse hanno una frequenza da 15 a 60 cicli al secondo. Il voltaggio è più basso di quello delle onde Alfa e va da 5 a 10 microvolts. Esse nascono principalmente nei centri dei sensi e dei muscoli del cervello che la mente cosciente governa. Hanno una frequenza da 20 a 25 cicli al secondo. Non sono inibite dall'apertura o dalla chiusura degli occhi perché voi siete coscienti quando sono presenti.
3. Le onde delta
Le onde Delta nascono nel centro del Potere psichico. Hanno una frequenza da 1 a 15 cicli al secondo. Pertanto il loro voltaggio è molto elevato, da 20 a 200 microvolts e quindi le onde cerebrali del potere psichico sono molto potenti.
Esse hanno origine nella Zona del Silenzio del cervello che emette onde al ritmo che va da 3 a 8 al secondo.
Le onde Delta sono quindi indiscutibilmente le onde del Centro di potere psichico.
Raramente posson esser registrate sull'adulto medio quando è sveglio, ma appaiono normalmente quando dorme.
Ciò avviene perché è durante il sonno che l'adulto utilizza abitualmente una porzione considerevole dei suoi poteri psichici o esperienze.
Quando le onde Delta vengono registrate da un adulto sveglio, vuol dire che soffre d'una depressione mentale, di una depressione di coscienza provocata da tossici, da un tumore al cervello o da epilessia.
Un simile stato significa realmente che la sua mente non si controlla completamente, e che è sotto il controllo di qualche altro influsso mentale misterioso dal potenziale elettrico stupefacente.
Le onde Delta non sono inibite dagli occhi chiusi o aperti e ciò indica che il centro di potere psichico può funzionare sia da svegli che da addormentati.
Poiché le onde Alfa si producono solamente durante la sonnolenza, se le onde Delta le soppiantano in quello stato, ciò significa che il Centro del potere psichico ha il controllo della situazione e che il subcosciente è «nel sonno».
4. Le onde theta
Le onde Theta sono comunemente nella regione delle tempie.
Esse hanno una frequenza che va da 4 a 17 cicli al secondo. Poiché la regione delle tempie fa parte del Centro del Potere psichico, le onde Delta e Theta sono onde del potere psichico.
5. Le onde gamma
Le onde Gamma sono quelle dei profondi poteri psichici, come quelle del medium in «trance». Esse hanno una frequenza di 14 cicli al secondo.
La quantità di elettricità che è possibile essere registrata nel cervello varia con la intensità dello stato di coscienza.
In uno stato di leggero sonno appaiono le onde Delta.
Le onde Alfa permangono, ma vengono sovrapposte dalle frequenze più lente delle onde Delta.
Nel sonno profondo le onde Alfa spariscono completamente e vengono sostituite dalle Delta (specialmente durante l'ipnosi).
Il centro del potere psichico ha allora il completo controllo del cervello.
In qualche occasione la frequenza Delta è pure sostituita da una frequenza più rapida, le onde Gamma.
RIASSUMENDO:
1. Le onde Alfa sono l'elettricità nervosa del subcosciente, cioè l'elettricità nervosa della personalità subconscia. 2. Le onde Beta sono l'elettricità nervosa della mente cosciente, cioè delle regioni dei sensi e dei muscoli del cer- vello. Esse sono anche l'elettricità nervosa della personalità conscia. 3. Le onde Delta così come le Theta sono l'elettricità nervosa del Centro di potere psichico, o della vostra personalità inconscia. 4. Le onde Gamma che sono rarissime, sono l'elettricità nervosa della personalità totalmente inconscia.
Sono le onde cerebrali del medium in «trance», e provengono dal Potere psichico.
giovedì 14 giugno 2007
MATEMATICA/MENTE
Risolto il paradosso dei gemelli di Einstein
16 Feb 2007
Uno dei più famosi paradossi di Einstein è quello che riguarda i gemelli: si suppone che vi siano due gemelli, uno dei quali resti sul pianeta Terra e l’altro navighi nello spazio ad una velocità che si approssima sempre più a quella della luce; se la velocità dell’astronave aumenta, il valore del tempo sull’astronave deve diminuire, ovvero, l’orologio biologico del gemello nello spazio rispetto a quello rimasto sulla Terra, gira più lentamente.
Se così fosse il gemello che ritorna dal viaggio spaziale trova il fratello molto più invecchiato rispetto lui. Finora questo paradosso è stato una vera e propria sfida alla ricerca per individuare un modello concettuale che, pur sembrando per molti aspetti logico, se applicato rigorosamente diviene irrazionale. Il paradosso consiste nel fatto che visto dalla Terra è il tempo del gemello nello spazio ad essere rallentato e quindi al suo rientro sulla Terra dovrebbe trovare il gemello più invecchiato.
Dal punto di vista dell’astronave, invece, è la Terra che si sta muovendo e quindi il gemello sulla Terra dovrebbe essere più giovane.
I due gemelli, quindi, possono essere più giovani o più vecchi l’uno rispetto all’altro a seconda del punto di osservazione.
Da qui nasce l’appellativo di paradosso, almeno fino ad oggi. E’ infatti di questi giorni la notizia che il professore Subhash Kak, dell’Università della Lousiana, ha finalmente risolto il paradosso. ”Se il gemello a bordo della nave spaziale si recasse sulla stella più vicina al nostro pianeta, distante 4.45 anni luce viaggiando all’86% della velocità della luce, rientrando sul pianeta Terra sarebbe invecchiato di 5 anni mentre il gemello rimasto a terra sarebbe invecchiato più di 10 anni!”, ha dichiarato il professore Kak. I risultati della ricerca di Kak sono stati pubblicati online sull’International Journal of Theoretical Science.
Kak ha commentato: “Ho risolto il paradosso studiando un nuovo principio del relativismo, secondo il quale un corpo in movimento non è da relazionarsi rispetto ad un altro corpo uguale (così come nel caso dei gemelli) ma rispetto alle stelle più vicine ad esso”.
lunedì 11 giugno 2007
Il matrimonio divino
Dal successo o fallimento delle nostre carriere e relazioni, alla salute della famiglia fino alla pace del mondo, questi studi mettono insieme un un tale corpo di prove da suggerire che noi tutti si possa attivamente partecipare al risultato degli eventi personali, ma anche globali, delle nostre vite.
giovedì 7 giugno 2007
L'altruismo, un'arma vincente:PAROLA DI PIPISTRELLO VAMPIRO
Emerge da uno studio condotto dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr sui pipistrelli vampiri, maestri in questa strategia nel gruppo
I meccanismi dell'empatia
Si soffre anche per il dolore fisico degli altri: è l'empatia. L'empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri e condividerne gli stati d'animo. Se sino ad oggi si credeva che interessasse solo i sentimenti e le emozioni oggi alcune ricerche hanno evidenziato che la capacità di apprezzare il dolore fisico degli altri è elaborata dalle stesse aree del cervello che noi usiamo per vivere il dolore che percepiamo personalmente.
domenica 3 giugno 2007
Coscienza collettiva
Il termine sanscrito “Mantra” può essere inteso anche come meditazione, come invito a riflettere sul divenire e sulla cessazione del divenire, a mettere completamente da parte ogni egoismo.
sabato 2 giugno 2007
Non nemici da combattere ma squilibri da sanare
Se chiedete a qualcuno se è contento della vita che fa o se gli piace il sistema in cui vive, vi risponderà quasi sicuramente che non è proprio la vita che vorrebbe fare e che il sistema potrebbe essere, di sicuro, migliore.