martedì 23 settembre 2008

Psicofarmaci come antistress...

Fonte: www.corriere.it
Data articolo: luglio 2008
Milano «capitale dell'abuso»
Psicofarmaci usati come antistress per lenire gli effetti dell'insoddisfazione e delle pressioni subite sul lavoro.
Un fenomeno in continuo aumento, segnalato dall'assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna. L'allarme è stato lanciato proprio da Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, durante il convegno «Salute sul lavoro».
«Gli esperti stanno registrando un abuso di psicofarmaci correlati allo stress da lavoro - spiega - e Milano spicca negativamente per il record di casi del genere».
La metropoli, secondo gli esperti del settore, sembra aggiudicarsi il titolo di Capitale degli impiegati stressati.
«Sono state condotte diverse indagini -osserva Pietro Penati, coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia- e tutte hanno confermato che circa il 50% dei lavoratori italiani è afflitto o affetto da stress da lavoro. La Lombardia rispecchia queste cifre».
L'instabilità emotiva, avverte Landi, «si ripercuote pericolosamente anche nella vita familiare. «Non si può parlare solo dei dipendenti degli uffici o degli operai. Nella classe dei lavoratori rientrano di diritto anche le casalinghe che spesso vivono un profondo stato di solitudine, aggravato dal mancato riconoscimento del loro ruolo. Una fonte enorme di stress».
INIZIATIVE - Per affrontare l'emergenza salute sul lavoro, l'assessorato comunale ha deciso di avviare un primo nucleo di iniziative, tra cui «un libro bianco. Contro le morti bianche, ma non solo: contro gli infortuni in genere, lo stress e l'abuso di psicofarmaci, il mobbing, i casi estremi di stalking che talvolta si verificano. Contro tutte le minacce alla salute del lavoratore».
La fatica è anche psichica e sensoriale.
Si pensi al rumore eccessivo e ripetitivo cui sono sottoposti certi lavoratori: si ripercuote non solo sull'udito ma su tutto l'organismo. Lo stress da lavoro è sempre più diffuso: si va da una fase moderata che permette il recupero totale, a una più intensa con conseguente accumulo dello stress, fino ai casi più gravi in cui l'affaticamento emotivo è permanente e dannoso. LA SINDROME - La chiave per comprendere il fenomeno è in una definizione: Sindrome generale di adattamento. La prima tappa è quella dell'allarme.
Tutto comincia con un aumento dell'adrenalina e dei corticoidi circolanti, e con uno stato di tensione emotiva.
Poi si passa ai tentativi di resistenza, cioè allo sforzo di adattamento biologico e comportamentale agli stimoli esterni. Se l'operazione fallisce, scatta l'esaurimento.
«I sintomi dello stress da lavoro sono molto comuni: alterazione del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa. Ma anche problemi all'apparato digerente, iperidrosi, formicolii. Sul fronte psichico i campanelli d'allarme sono ansia e aggressività, perdita di autostima fino alla depressione», elenca Penati.
Un caso tipico di stress da lavoro è quello del 'burnout', aggiunge Pietro Penati, coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia, «che porta gradualmente il lavoratore dall'entusiasmo idealistico all'apatia.
Ultimo stadio: la morte professionale».

1 commento:

Francesco ha detto...

Credo che un grosso contributo al fenomeno stress sia dato dall'uso stesso degli psicofarmaci. Se funzionano ci fanno andare spesso oltre la soglia, per cui alla lunga ci ritroviamo ad essere depressi e con gli psicofarmaci! La depressione è un "salvavita"! E' come togliere il salvavita al nostro impianto elettrico se non la consideriamo per ciò che è. Come accade nella realtà prima o poi qualcuno si fa veramente male! Preferiamo una società DOPATA sempre più infelice e medicalizzata!!! Altro che Milano da bere!!!