Dopo un'inverno rigido e una primavera piovosa, ci aspetta davvero un'estate meno calda del solito?
Magari come nel 1816, quando nevicò ad agosto? difficile dirlo, ma anche allora c'era di mezzo un vulcano... nel 1815 infatti vi fu l'eruzione del vulcano Tambora che sparò nell'atmosfera un'enorme quantità incredibile di ceneri e lapilli.
Questa strana primavera è ormai agli sgoccioli, con il suo carico di vento, pioggia e freddo.
Questa strana primavera è ormai agli sgoccioli, con il suo carico di vento, pioggia e freddo.
Neanche i metereologi concordano sulle previsioni, anche se trattandosi di previsioni a così lungo termine il margine di errore è molto ampio, per alcuni "la stagione calda sarà più fresca del solito" mentre per altri "sarà secca e piacevolmente mite fino a settembre inoltrato".
Inutile dire che , e così sono molto diverse anche le varie interpretazioni dei "segni" metereologici.
Alcuni ricordano il 1816, anche conosciuto come l'"anno senza estate": un inverno freddo, una primavera tardiva e infine un giugno e un luglio con neve e punte sotto zero in Nord Europa, fino a un'illusione di caldo all'inizio di agosto cui seguì una nuova irruzione molto fredda che arrivò fino al Mediterraneo in Europa e nel golfo del Messico in America.
«Normalmente - ha recentemente dichiarato il metereologo Andrea Giuliacci - nelle annate in cui c'è stato il Nino, quella particolare anomalia climatica dell'Oceano Pacifico, l'estate italiana è stata solitamente più calda del normale. Però stavolta possiamo escludere un'estate eccezionalmente calda perchè è piovuto molto, sia in inverno sia in primavera e con i primi caldi estivi il suolo comincerà a far evaporare tutta l'umidità che ha accumulato. L'evaporazione è un processo che sottrae calore all'atmosfera, per cui tenderà a limitare il surriscaldamento della bassa atmosfera». Non solo: «Sono ormai quasi quattro anni che il sole emette un pò meno calore rispetto a quello che dovrebbe fare. Non è ripartito il nuovo ciclo di 11 anni delle macchie solari, e quindi abbiamo un pò di calore in meno, e questa è probabilmente anche la causa dell'inverno rigido che abbiamo avuto quest'anno».
Ma malgrado il caldo non arrivi ,al suo posto quest'anno si preannuncia un'invasione massiccia di zanzare. «Visto il lungo inverno appena passato - fa presente il professore Vincenzo Girolami, professore ordinario di entomologia agraria della Facoltà di Agraria presso l'Università di Padova -, quest'anno molto probabilmente sarà posticipato il proliferare degli insetti. È soprattutto a partire da luglio che, con l'arrivo del vero caldo, vedremo una presenza più massiccia di molte specie, con dei picchi notevoli verso la fine dell'estate».
Alcuni ricordano il 1816, anche conosciuto come l'"anno senza estate": un inverno freddo, una primavera tardiva e infine un giugno e un luglio con neve e punte sotto zero in Nord Europa, fino a un'illusione di caldo all'inizio di agosto cui seguì una nuova irruzione molto fredda che arrivò fino al Mediterraneo in Europa e nel golfo del Messico in America.
«Normalmente - ha recentemente dichiarato il metereologo Andrea Giuliacci - nelle annate in cui c'è stato il Nino, quella particolare anomalia climatica dell'Oceano Pacifico, l'estate italiana è stata solitamente più calda del normale. Però stavolta possiamo escludere un'estate eccezionalmente calda perchè è piovuto molto, sia in inverno sia in primavera e con i primi caldi estivi il suolo comincerà a far evaporare tutta l'umidità che ha accumulato. L'evaporazione è un processo che sottrae calore all'atmosfera, per cui tenderà a limitare il surriscaldamento della bassa atmosfera». Non solo: «Sono ormai quasi quattro anni che il sole emette un pò meno calore rispetto a quello che dovrebbe fare. Non è ripartito il nuovo ciclo di 11 anni delle macchie solari, e quindi abbiamo un pò di calore in meno, e questa è probabilmente anche la causa dell'inverno rigido che abbiamo avuto quest'anno».
Ma malgrado il caldo non arrivi ,al suo posto quest'anno si preannuncia un'invasione massiccia di zanzare. «Visto il lungo inverno appena passato - fa presente il professore Vincenzo Girolami, professore ordinario di entomologia agraria della Facoltà di Agraria presso l'Università di Padova -, quest'anno molto probabilmente sarà posticipato il proliferare degli insetti. È soprattutto a partire da luglio che, con l'arrivo del vero caldo, vedremo una presenza più massiccia di molte specie, con dei picchi notevoli verso la fine dell'estate».
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