giovedì 17 maggio 2007

Electro-psicopatologia quotidiana



Secondo uno studio condotto dal dottor Glenn Wilson del King's College di Londra, l'utilizzo compulsivo degli strumenti per la comunicazione in tempo reale causerebbe danni al Quoziente Intellettivo più vistosi di quelli prodotti dall'uso intensivo di cannabis.

Citato anche da quotidiani del calibro di “The Guardian”, lo studio del dottor Glenn Wilson, psichiatra del King’s College di Londra, su un campione di 1.100 volontari, è stato commissionato da Hewlett Packard. La ricerca, che si è focalizzata sul rapporto con la comunicazione in tempo reale in ufficio – telefoni, sms, posta elettronica – ha prodotti risultati devastanti.

Wilson non usa mezzi termini: il rapporto compulsivo che le “cavie” hanno sviluppato nei confronti dei tool citati avrebbe molti tratti in comune con la dipendenza dalle sostanze stupefacenti, in particolare dai derivati della canapa.

Tra gli effetti collaterali dello “sballo elettronico”, una spossatezza simile a quella causata da una notte in bianco e un calo di 10 punti (in media) del Quoziente Intellettivo, più del doppio di quanto registrato presso i più intensivi aficionados della cannabis.

Senza contare l'incidenza in negativo che l'ansia di rispondere al cellulare, ai messaggi istantanei e alla posta elettronica provoca sulle relazioni sociali.

Nonostante 9 intervistati su 10 pensino che sia molto maleducato interrompere pranzi e conversazioni per dedicarsi alle relazioni digitali (succede a un interpellato su 5), un terzo dei partecipanti all'inchiesta ritiene un tale comportamento “accettabile” e anzi “indice di diligenza ed efficienza”.

Per nulla d'accordo il dottor Wilson: a suo dire questa è la “la ricetta del pensiero confuso” che conduce ad un progressivo impoverimento delle prestazioni professionali. Proprio qualche mese fa, sul banco degli imputati erano finiti i personal computer: una ricerca effettuata su 100 mila studenti di 15 anni in 31 nazioni aveva svelato come le capacità letterarie e di calcolo di chi non possedeva un Pc fossero mediamente superiori a quelle degli alunni informatizzati.

È la moderna electro-psicopatologia quotidiana.

Questa notizia è stata pubblicata dal periodico “MyTech”.

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