di: Alessio Mannucci
Narra Apollonio: Entrarono profondamente nel corso del fiume Eridano, là dove un tempo Fetonte, colpito al cuore dal fulmine ardente, e bruciato a metà, cadde dal carro del Sole... (Apollonio Rodio, Argonautiche, IV, 596-598).
Il mito narra che Fetonte convinse suo padre, il Sole, a lasciargli guidare il carro fiammeggiante che illumina il mondo; incapace, però, di sorreggere l'impeto dei cavalli, provocò gravi danni alla Terra, tanto che, Zeus, per fermarlo, lo colpì con un fulmine e lo fece precipitare nell'Eridano, fiume divino, figlio di Oceano e di Teti, identificabile con lo stesso Fetonte che vi è annegato.
Il fiume Eridano è stato variamente identificato con l'Ebro, con il Reno, con il Rodano o con il Po. Quest'ultima ipotesi è avvalorata dal mito degli Argoauti, che entrarono nel Po dall'Adriatico e lo risalirono fino al paese dei Celti.
La costellazione Eridanus prende il nome da questo mitico fiume; è una grande costellazione, distante circa 300 anni luce dalla Terra, che si estende molto in declinazione, tanto che la parte meridionale non è visibile dall'Italia, così come ci è preclusa la vista della sua stella più brillante, chiamata Achernar, di magnitudine 0.5, posta all'estremità meridionale della costellazione a rappresentare la foce del fiume; il nome Achernar deriva, infatti, dall'arabo “Akher-al-Nahr”, che significa proprio “la foce del fiume”.
La particolare disposizione di questo gruppo di stelle, nota fin dai tempi di Eudosso, suggerì fin dall'antichità l'immagine di un fiume.
Costellazione balzata recentemente all'onore delle cronache per via di un fenomeno astronomico mai osservato in precedenza: una sorta di “romanticismo stellare” tra due stelle binarie, ovvero “compagne”, durato milioni di anni, che alla fine ha ridotto la più generosa delle due ad un oggetto demassificato e svuotato della propria energia nucleare, tanto che gli astronomi non sanno in che categoria classificarla.
“Come in una storia romantica di altri tempi, la stella più piccola si è dimosrata la più generosa, dando tutta sé stessa, fino a che non ha avuto più niente da dare”, ha dichiarato l'astronomo Steve Howell, del National Optical Astronomy Observatory di Tucson, in Arizona.
Il sistema binario a variabili cataclismiche chiamato “EF Eridanus” è costituito da un ricevente, una stella bianca nana, giunta da una massa pari a circa il 60% della massa solare, e da un donatore, regredito a circa un ventesimo della massa solare.
Howell da una parte, e Thomas Harrison della New Mexico State University, dall'altra, hanno fatto delle misurazioni altamente precise agli infrarossi di EF Eridanus, usiando i telescopi Gemini North e Keck II telescopes, entrambi a Mauna Kea, nelle Hawaii, rispettivamente nel dicembre del 2002 e nel settembre del 2003. Il periodo orbitale di 81 minuti dei due oggetti era probabilmente di 4 o 5 ore quando è cominciato il trasferimento di massa da una all'altra stella, circa 5 miliardi di anni fa.
Gli astronomi ritengono che, originariamente, la stella donatrice fosse di dimensioni molto simili a quelle del Sole.
“Quando e perché è cominciato il processo interattivo di trasferimento di massa e energia, e perché si sia interrotto, non ci è dato di saperlo”, ha concluso Howell.
Durante il processo si sono verificate ripetute e violente esplosioni, e i due oggetti si sono spesso avvicinati in un movimento a spirale durnate il quale un enorme ammontare di energia gravitazionale convertita in raggi-X ha alimentato il processo di trasferimento. Attualmente, i due oggetti orbitano l'un l'altro alla stessa distanza che c'è tra la Terra e la Luna.
Si stima che nella nostra galassia si verifichino più di un milione di tali fenomeni, ma sono solo nelle vicinanze del Sole.
Istituzioni scientifiche citate nell'articolo:
National Optical Astronomy Observatory
http://www.nmsu.edu/
Gemini Observatory
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