Scienziati italiani coordinati da Uberto Pagotto, endocrinologo dell'Università di Bologna, hanno trovato il segreto per creare un farmaco anti-obesità che non agisce sul cervello ma solo sul metabolismo.
Pubblicata sulla rivista Cell metabolism, la ricerca dimostra che per dimagrire non serve un farmaco che riduca l'appetito ma basta uno che agisca sul metabolismo energetico, inducendo a bruciare più calorie.
Un farmaco selettivo che faccia questo non interferendo con i recettori CB1 del cervello, quindi, potrebbe essere promettente e sicuro contro l'obesità e le patologie associate (diabete per esempio).
La storia della molecola rimonabant è travagliata: il farmaco infatti, che agisce sia sul cervello spegnendo i recettori dei cannabinoidi CB1 diminuendo l'appetito, sia sul metabolismo corporeo, è troppo pericoloso.
Uno studio su Lancet ne dimostrò la capacità di triplicare il rischio di ansia e depressione; inoltre la Food and Drug Administration (FDA), ha scoperto un aumento del rischio suicidio tra i pazienti cui è stato somministrato.
Ciò ha indotto le autorità regolatorie Usa e Europee (FDA ed EMEA), a ritirarlo dal commercio, lui e tutti i farmaci affini.
Ma i ricercatori italiani si sono chiesti se una molecola selettiva che spenga solo i recettori CB1 del tessuto adiposo, del fegato e dei muscoli, ma non quelli del cervello, potesse funzionare senza rischi.
La risposta è sì e i ricercatori l'hanno dimostrato con un esperimento molto ingegnoso: hanno 'arruolato' dei topolini e il hanno divisi in due gruppi, entrambi messi all'ingrasso.
Per prevenire l'aumento di peso i ricercatori hanno bloccato i loro recettori CB1.
Nel primo gruppo ad essere disattivati sono stati tutti i recettori CB1, anche quelli del cervello, simulando quindi l'azione - pericolosa - del rimonabant.
Nel secondo gruppo sono stati bloccati solo i CB1 degli organi periferici lasciando accesi quelli del cervello; ciò simula quindi l'azione di un ipotetico farmaco simile al rimonabant ma selettivo e quindi sicuro per il cervello.
Ebbene entrambi i topi non sono ingrassati nonostante la dieta ipercalorica.
Lo studio dà evidenza che non serve agire sul cervello e spegnere l'appetito per indurre il dimagrimento: basta agire sul metabolismo energetico, inducendo a bruciare più calorie spegnendo solo i recettori CB1 degli organi periferici.
Il che non deve indurre a ragionamenti altrettanto pericolosi: mangiare tutte le schifezze che si vuole tanto con la pillola non si ingrassa.
1 commento:
Mi sembra che questa pillola sarebbe una cosa bellissima, per chi a problemi di peso, come me.
Vorrei sapere a che punto è, e quando potrà essere sul mercato.
Franco
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