venerdì 13 luglio 2007

La fabbrica della malattia


Boom sindromi psichiatriche

di: Sheila M. Rothman


Negli anni recenti, i tipi di comportamenti etichettati come malattie sono aumentati drammaticamente.

La psichiatria moderna è pronta a trattare non solo depressione e schizofrenia, ma anche malumore, ansia e bassa autostima, sentimenti che la maggior parte di noi ha provato ogni tanto.

In nessun luogo questo si è sviluppato tanto chiaramente quanto nelle edizioni del manuale degli psichiatri, “Manuale Statistico e Diagnostico dei Disordini Mentali”, o DSM.

Pubblicato dall’American Psychiatric Association, la cui prima edizione uscí nel 1952, elencava 60 categorie, che includevano la schizofrenia, la paranoia e altre aberranti forme di comportamento.

In contrasto, la quarta edizione o DSM-IV, che uscì tre anni fa, ha più di 350 classificazioni (secondo il mio conteggio).

Molti dei disordini descritti hanno criteri che si sovrappongono e deboli manifestazioni, e ognuno può avere sei o più sintomi.

Pazienti che ne manifestano tre o più ricevono la diagnosi.

Dato che molti di noi hanno sofferto di almeno alcuni dei sintomi che caratterizzano le nuove malattie, il loro status come disordini solleva la prospetiva di definirci tutti come mentalmente malati.

La proliferazione delle categorie di malattie sta iniziando ad offuscare la distinzione tra malattia e salute, tra persone e pazienti.

Offrendoci di sollevarci dai malumori e dalle ansie che sono parte della vita quotidiana, i medici non stanno procurando altro che le cure per dati disturbi: essi sono pronti ad aiutarci rendendoci meglio che normali. Prendete una delle nuove malattie classificate, disordine dismorfico del corpo. BDD, così è conosciuto, è caratterizzato dal passare eccessivo tempo ad esaminare se stessi allo specchio e grande preoccupazione per la taglia e forma di una parte del corpo.

Ma come si distingue la malatia dalla vanità?

In un suo recete libro, “The Broken Mirror,” Katharine Phillips, una psichiatra della Brown University School of Medicine che contribuì a stabilire i criteri del BDD, dice che più di 5 milioni di Americani (sia uomini che donne) ne soffrono.

Ella ammise che “la differenza tra BDD e normale preoccupazione per l’apparenza può essere ampiamente una questione di grado”.

Ma questo non dissuase lei, né l’American Psychiatric Association, dal classificarlo come disordine - e includerlo nel DSM-IV.

Un'altra nuova malattia, disturbo disforico premestruale (PMDD) è caratterizzato da irritabilità, tensione, tristezza, letargia, mal di testa, e aumento di peso.

Ciò che trasforma questi comuni sintomi in una malattia è la [comparsa] temporale; essi di solito compaiono una settimana prima delle mestruazioni e scompaiono alcuni giorni dopo.

Ma sintomi irrilevanti e transitori sono veramente indicativi di una malattia ?

È una (imperfetta) correlazione tra un normale ritmo corporeo e cambiamenti ormonali terreno sufficiente per trovare una patologia ?

Con la PMDD la linea di separazione tra normale e anormale diviene ambigua. I curatori del DSM-IV, si trovano a loro agio ad espandere ulteriormente le già vaste categorie dei disordini mentali.

Sotto il titolo “Altre Condizioni Che Possono Essere Oggetto Di Attenzione Clinica , essi includono “problema relazionale tra i partner, problema di relazione tra fratelli, declino cognitivo correlato all'età, lutto, problemi accademici, problema occupazionale, e problema della fase di vita”.

Mettete tutte queste categorie insieme e la divisione tra persona e paziente virtualmente scompare.

Questo è anche evidente nell’espansione del gruppo di malattie associate con i noti disordini alimentari. Il primo ad essere ampiamente riconosciuto, negli anni ’70, fu l'anoressia nervosa, i cui sintomi includono una intensa paura di guadagnare peso, amenorrea (in assenza di mestruazioni) e distorsione dell’immagine corporea, così che chi ne soffre pensa di essere grasso anche quando è sottopeso ed emaciato.

L'anoressia fu seguita nella letteratura psichiatrica degli anni ’80 dalla bulimia nervosa, che è caratterizzata da abbuffate o diete croniche e persistente preoccupazione per il peso e la forma del corpo.

Entrambi questi disordini rappresentano reali problemi per chi ne soffre, ma dato chi i sintomi possono sporadicamente apparire in persone sane, gli psichiatri sono obbligati a valutare “il contesto in cui il mangiare avviene”, secondo il manuale.

Ciò che è “eccessivo consumo in un tipico pasto può essere considerato normale durante una celebrazione o il pasto di una festa”.

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