di: Oscar Bettelli
Fino a che punto i nostri sensi sono affidabili? Per un organismo biologico i sensi sono gli unici canali di comunicazione con il mondo esterno. In un essere umano ci troviamo di fronte al fenomeno della auto-consapevolezza ed è possibile costruire congetture intorno al mondo astraendo dai dati percepiti dai sensi in modo tale che "concetti" astratti divengano "oggetti" su cui la ragione può speculare.
Fino a che punto i nostri sensi sono affidabili? Per un organismo biologico i sensi sono gli unici canali di comunicazione con il mondo esterno. In un essere umano ci troviamo di fronte al fenomeno della auto-consapevolezza ed è possibile costruire congetture intorno al mondo astraendo dai dati percepiti dai sensi in modo tale che "concetti" astratti divengano "oggetti" su cui la ragione può speculare.
L`uomo può quindi, a differenza delle altre creature viventi, dubitare dei propri sensi e costruire le proprie certezze su intuizioni provenienti dal mondo interiore percepito soggettivamente.
La nozione, derivante dall`analisi del fenomeno "percepire", di una realtà che trascende l`esperienza sensibile dà origine ad un moto dello spirito di ricerca di una verità che sfugge al dominio dei sensi e porta a congetture raggiungibili solo con l`intelletto ed il pensiero astratto. La distruzione del concetto di tempo operata dalla teoria fisica della relatività (esiste un tempo per ogni osservatore) è un esempio significativo di queste potenzialità della speculazione matematica e, in generale, filosofica. Ogni osservatore è però isolato nella propria personale, unica ed irripetibile concezione del mondo, nella propria esperienza vissuta costituita da una molteplicità di percezioni individuali. Il mondo diviene pertanto una mera possibilità di cui è possibile affermare un`esistenza solamente probabile ovvero, in ultima istanza, basata sulla verosimile credenza od ipotesi di esistenza. Fortunatamente gli uomini possono comunicare tramite il linguaggio che pur essendo esso stesso pura convenzione soggettiva consente di confortare le proprie credenze sul mondo confrontandole con il pensiero di altri. Se un uomo fosse completamente isolato come potrebbe distinguere tra sogno e realtà? Il divenire continuo del percepito rende problematico persino il sussistere di entità oggettive: l`albero che era qui ieri oggi non c`è più. La memoria vacilla quando lo stimolo non gode della proprietà di ripetibilità: un evento singolare ed irripetibile si perde nella memoria confondendosi con le fantasie soggettive e diviene incomunicabile, non esteriorizzabile. La possibilità di mettere in dubbio l`esistenza dell`essere costituisce la massima potenzialità dell`intelletto umano ed anche la fonte dello struggimento più acuto. Il nulla fagocita l`esistente riconducendolo di nuovo al nulla. Quello che rimane è solo il processo continuo del divenire che dal nulla crea l`esistente e nel nulla ritorna perdendosi così agli occhi umani ogni senso di assoluto.
Dal momento che l`uomo dubita dei propri sensi l`intelletto si perde in una ricerca di assoluto che sfugge a qualsiasi definizione. Solo il qui ed ora esiste ed in esso si cela l`eternità.
Ma la speculazione intellettuale continua oltre i limiti del tempo e dello spazio, oltre l`infinitamente grande e l`infinitamente piccolo, in una dimensione in cui solo la coscienza può spaziare.
È in questo campo che maestri di verità trovano la propria linfa vitale, gli spunti più elevati di esperienza trascendente.
Ma l`essere ci riporta alla concreta dimensione esistenziale.
Terminato il volo fantastico nel mondo delle idee i sensi operano efficacemente per riproporci il contingente il particolare a cui volenti o nolenti dobbiamo sottostare almeno prendendone atto.
L`attimo fuggente si ripropone con tutti i vincoli insiti in un disegno governato da leggi naturali.
Ed è per questo che non possiamo far altro che meravigliarci ad ogni istante che effettivamente l`esistente esista.
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