PER NON DIMENTICARE
Eravamo all'inizio degli anni '80 quando una doccia ghiacciata si abbattè sulla comunità gay internazionale:un virus stava decimando la popolazione omosessuale del Nord America, il virus in questione era responsabile dell'immunodeficienza che lasciava così esposto l'organismo al contagio di batteri e virus alcuni dei quali di per sè non letali, ma in questa particolare circostanza diventavano un Cavallo di Troia per agenti patogeni più aggressivi.
Nel 1985-86 anche l'Italia conosce le prime morti riconducibili alla Sindrome da Immunofecienza Acquisita, meglio nota con l'acronimo inglese AIDS.
Come si intervenne?
Si incominciò una campagna di terrorismo mediatico che invece di evidenziare i
COMPORTAMENTI A RISCHIO (rapporti sessuali non protetti, scambio di siringhe, uso promiscuo di strumenti per l'igiene personale, trasfusioni sanguigne e di emoderivati non controllati), pose l'enfasi sui
GRUPPI A RISCHIO DI INFEZIONE HIV:
OMOSESSUALI E TOSSICODIPENDENTI, mentre sugli
EMOFILIACI infettati grazie alla speculazione sanitaria su SANGUE ed EMODERIVATI, (in cui fu coinvolto il GOTA della Sanità pubblica e privata:vi ricordate della liaison dangereuse tra Poggiolini e il Ministro della Salute On.De Lorenzo) si stese un velo pietoso.
Sarebbe stato sufficiente dire solo
TRE parole per evitare l'ecatombe di dolore, sofferenza di uomini e donne affetti da HIV-AIDS:
PRESERVATIVO,
SIRINGHE STERILI,
TEST HIV SU SANGUE ED EMODERIVATI.Nel 1986 il Ministro della Salute On.Donat Cattin inviò una lettera a tutti coloro che risultavano single all'anagrafe, (evidentemente stimati più a rischio di promiscuità sessuale) e con toni paterni consigliò loro di astenersi dai rapporti sessuali promiscui e dal far uso di droga.
Mentre forze sedicenti cristiano - cattoliche mettevano l'accento sul meritato castigo sceso su coloro che si erano perduti nella fornicazione e nei rapporti contro natura.
Perchè il messaggio sfosse chiaro:
l'AIDS si contrae perchè si è PUTTANE, FROCI e/o DROGATI!
Paradossalmente spettò proprio alla comunità gay ed ai comitati per i diritti delle prostitute, a coordinare, addossandosene tutti gli oneri morali e materiali, la campagna di informazione e di prevenzione per fronteggiare l'infezione HIV, distribuendo depliants informativi, preservativi, gel lubrificanti e siringhe sterili ed occupandosi di organizzare gruppi di self help tra sieropositivi
La Regione Toscana che a parole non è certo tra le più bigotte aspettò sino al 1992 per approntare una campagna di prevenzione centrata sull'uso del profilattico e di siringhe sterili.
In questi anni la percezione del rischio è calata, di AIDS non si muore più, ci sono i farmaci...in quanto al vaccino non se ne parla, non è conveniente, meglio vendere gli anti-retrovirali che portano a spendere qualche migliaia di dollari al mese per ogni persona HIV+.
Ma come procede la pandemia?
A 27 anni dalla prima morte attribuita all'infezione HIV-AIDS avvenuta negli Satti Uniti, non si è fatta molta strada come ci conferma l'articolo che segue a cura di Johann Rossi Mason.
Più di un terzo degli americani recentemente infettati dal virus HIV lo ha contratto da partner eterosessuali.
Lo ha annunciato uno studio federale che ha raccolto i dati in 29 stati (anche se la lista non ne include alcuni di grandi dimensioni come California, Illinois, New York e Texas)
Si tratta comunque del primo studio su larga scala che non misura la prevalenza dell'Aids ma la modalità di infezione.
I ricercatori hanno esaminato le statistiche dal 1999 al 2002 delle infezioni da HIV e hanno individuato che il 35% dei 101mila casi studiati è stato contratto con rapporti etero HIV positivi o persone ad alto rischio come i tossicodipendenti da eroina. Di questi il 74% era nero, il 15% bianco e il 64% era rappresentato da donne. Tra i ragazzi di età compresa tra i 13 e i 19 anni l’89% dei casi di infezione tra eterosessuali interessa le ragazze e le giovani donne di colore appaiono essere a più alto rischio, insieme agli adulti dai 30 ai 40 anni. Nei fatti anche altri studi suggeriscono che meno della metà di tutte le nuove diagnosi dei casi di Aids negli USA non si riscontrano tra gay o bisessuali ma proprio in soggetti etero.
Nel mondo, quindi, questa è una malattia che interessa gli eterosessuali e credere il contrario è un grosso errore di valutazione.
“Le persone etero ne sono colpite per il 90% se non di più” afferma il dottor Michael Horberg, direttore dell'HIV/Aids per il Kaiser Permanent Health Plan “Nel nostro paese si tratta di un gruppo che sta crescendo rapidamente”.
Dice Frank Edward Myers III, epidemiologo al Mercy Hospital di San Diego (una delle città a più alta rappresentanza di omosessuali) “Questi dati ci offrono una istantanea dell'andamento epidemiologico dell'infezione. Sono numeri che riflettono quello che abbiamo sempre saputo e che purtroppo ci confermano una scarsa consapevolezza del fenomeno tra gli etero.
Il problema è in crescita tra le donne di colore e gli uomini corrono un rischio nettamente inferiore.
Per le donne è più facile contrarre il virus perché lo ‘ricevono’ dal partner, la loro anatomia prevede maggiori superfici di contatto, maggiori rischi di lesioni accidentali delle mucose e tessuti più sensibili e ricettivi.
Tra l’altro i partner spesso rifiutano di indossare il preservativo e mettono le donne in pericolo”.
Ma i ricercatori americani sospettano anche che le giovani donne vengano contagiate a seguito di rapporti omosessuali segreti dei loro partner abituali.
In termini di prevenzione il preservativo continua ad essere il miglior presidio disponibile, oltre ad una educazione al sesso sicuro e ad una maggiore emancipazione femminile, che porti le donne più giovani a domandare esplicitamente metodi di protezione.
Le creme microbicide attualmente in sviluppo potranno aiutare le donne a proteggersi attivamente senza dover far leva sul partner.