E' in commercio la prima pillola contraccettiva a rilasciare l'estradiolo (naturale), l'ormone chiave del corpo femminile che lo riconosce come proprio.
Dopo 50 anni di ricerche, si e' sostituito il derivato sintetico, l'unico utilizzato finora, con una sostanza esattamente identica a quella rilasciata normalmente dall'organismo.
Questa pillola contraccettiva agisce con un mix a dosaggio flessibile di estradiolo valerato e dienogest, "un progestinico gia' impiamente impiegato con successo per il suo potente effetto sull'endometrio - spiega la prof.ssa Franca Fruzzetti, ginecologa della clinica universitaria S. Chiara di Pisa, intervenendo nel corso della conferenza stampa al Congresso della Societa' Europea di Ginecologia in corso a Roma-"che garantisce il buon controllo del ciclo mestruale ed un'elevata sicurezza contraccettiva (la stessa delle pillole gia' in commercio); un'alta tollerabilita' ed un ridottissimo impatto metabolico perche' l'estrogeno utilizzato e' quello che il corpo femminile conosce da millenni".
In Italia l'80 % delle donne non sceglie la pillola come contraccettivo; in media sono solo il 16,2% a farne uso, a fronte del 50% in Olanda, del 40% in Francia e Portogallo o del 30% in Svezia.
Attualmente le donne che si rivolgono al ginecologo per la contraccezione per il 50% hanno tra i 20 e i 29 anni di età ed il 70% oltre i 30 anni, richiedono un prodotto naturale, che considerano piu' rispondente alle loro esigenze.
Personalmente non siamo favorevoli alla manipolazione del sistema endocrino attraverso l'introduzione di ormoni, preferiamo, avendoli sperimentati con successo i dispositivi intrauterini e propendiamo per l'utilizzo del profilattico, che responsabilizza anche l'uomo nella contraccezione mentre tutela entrambi i partners dalle malattie sessualmente trasmissibili, tra l'altro in continuo aumento nella popolazione eterosessuale.
Certo la pillola contraccettiva da un punto di vista commerciale garantisce sicuramente la fidelizzazione del cliente con l'acquisto di una scatola al mese, mentre lo IUD si cambia ogni 3-5 anni. Lo crediamo bene che le istituzioni scientifiche plaudino alla nuova arrivata, d'altronde gran parte dei loro finanziamenti per la ricerca provengono proprio dalle case farmaceutiche.
In Italia e non solo...chi se la canta, se la suona, anche se nella prestigiosa cornice di un congresso scientifico.
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