sabato 6 dicembre 2008

Impotenza maschile e biotecnologia

r.s. a cura della redazione ECplanet
L'impotenza nel 2025 toccherà ben 322 milioni di uomini: ma un aiuto arriverà dalla biotecnologia con innesti o protesi di terza generazione se non funzionano le terapie farmacologiche.

È quanto riporta il 'Journal of Urology' e le stime vengono dall' VIII Congresso Europeo sulla Medicina Sessuale svoltosi a Copenhagen. In Italia, il mercato dei prodotti per l'impotenza, ha sfiorato, nel 2002, i 2 milioni di pezzi venduti generando un guadagno di oltre 52 milioni di euro.

Tra questi prodotti, anche le protesi peniene che, grazie alle biotecnologie, si stanno ritagliando una parte importante all'interno del settore in quanto il 'Drug resistant erectile dysfunction', ossia Disfunzione Erettile resistente ai medicinali, è in aumento: ogni mese sono 100mila gli uomini che non rispondono ai farmaci.

In Italia, si contano circa 900mila gli uomini che soffrono di disfunzione erettile e che non possono essere curati attraverso la somministrazione di pillole. La medicina protesica, negli ultimi 20 anni, ha fatto balzi da gigante per rispondere alle esigenze della sessualità maschile. “Le biotecnologie hanno recentemente fatto ulteriori passi in avanti nell'area della protesica peniena, affrontando due importanti aspetti legati ai nuovi modelli: maggior praticità d'uso e maggiore sicurezza”, dice Edoardo Pescatori, responsabile dell'unità di andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena. Secondo l' “Annals of Surgey”, l'invecchiamento della popolazione porterà un aumento del 35% negli interventi urologici entro il 2020. Nonostante queste premesse, “il numero di impianti protesici è ancora relativamente basso - aggiunge Pescatori - C'è poca consapevolezza sia dei pazienti sia dei medici di base del trattamento soddisfacente che si può ottenere con un impianto protesico”.

Nel 2001, in Italia erano state richieste 410 protesi.

Nel 2006, gli interventi di chirurgia protesica sono stati 1.200 (lo 0,4% della popolazione maschile affetta da DE). “La domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: chi si interesserà dei fallimenti delle terapie mediche ?”, s'interrogano gli andrologi europei che domenica si riuniranno a Bruxelles per l' XI Congresso della Società Europea di Medicina Sessuale per sensibilizzare le problematiche legate alla sessualità maschile.

“Le aziende leader nel settore della protesica andrologica - conclude Pescatori - hanno lavorato per rendere più naturale e sicura possibile la sessualità di chi necessita di questa strategia terapeutica. Oggi, i problemi meccanici e le infezioni, già esigue, sono ulteriormente diminuiti”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Kissme ha detto...

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