In un terzo delle sperimentazioni in oncologia viene dichiarato qualche tipo di conflitto di interesse, soprattutto un coinvolgimento delle aziende farmaceutiche.
E’ il calcolo compiuto da una ricerca dell’ Università del Michigan, apparsa sul numero di giugno 2008 della rivista Cancer.
Su 1.534 pubblicazioni scientifiche esaminate (tutte tratte da otto fra le maggiori riviste del settore), il 17% dichiara un finanziamento da parte dell’industria e il 12% la presenza di almeno un autore con qualche incarico presso imprese farmaceutiche.
Su 1.534 pubblicazioni scientifiche esaminate (tutte tratte da otto fra le maggiori riviste del settore), il 17% dichiara un finanziamento da parte dell’industria e il 12% la presenza di almeno un autore con qualche incarico presso imprese farmaceutiche.
E con quale effetto?
In generale, hanno concluso gli autori, gli studi che dichiarano conflitti di interesse hanno la tendenza a ottenere risultati più positivi rispetto alla media.
E non solo in oncologia: un confronto di 124 metanalisi su farmaci contro l’ipertensione, apparso sul British Medical Journal nel 2008, ha evidenziato che anche se i risultati effettivamente positivi riguardavano poco più del 50% dgli studi, oltre il 90 % degli articoli riportava conclusioni comunque positive.
E non solo in oncologia: un confronto di 124 metanalisi su farmaci contro l’ipertensione, apparso sul British Medical Journal nel 2008, ha evidenziato che anche se i risultati effettivamente positivi riguardavano poco più del 50% dgli studi, oltre il 90 % degli articoli riportava conclusioni comunque positive.
Nessun commento:
Posta un commento