Dalla Giornata mondiale dell'Obesita' emerge un quadro critico sul benessere psicofisico dell'infanzia ed adolescenza nel nostro paese: il 36 per cento dei giovani fino a 18 anni, con una prevalenza per il sud, sono in sovrappeso.
La media più alta in Europa.
Le conseguenze del sovrappeso sono note malattie cardiovascolari, diabete, disturbi della sfera sessuale e riproduttiva, etc..
Che dire?
Che la responsabilita' primaria e' delle famiglie, cioe' dei genitori.
Pensare di fare il bene dei propri figli ingozzandoli di cibo, spesso ad alto contenuto calorico. Trasferire questo compito alla scuola e' sbagliato.
La scuola insegna, la famiglia educa.
Una corretta educazione alimentare nasce nelle cucine delle nostre case, prima ancora che la scuola trasferisca le 'informazioni' alimentari nelle aule.
Se questo non e' chiaro ai genitori avremo una prossima generazione di malati, o di aspiranti tali, dal momento che a nostro parere i disturbi legati all'alimentazione e nutrizione sono già un campanello di allarme di un disagio più profondo con se stessi e con gli altri.
Certo le responsabilità non sono solo attribuibili alla famiglia o alla scuola, impotenti verso un bombardamento mediatico cui i bambini sono esposti: merendine, biscotti, bibite, gelati etc... Proponiamo una moratoria sugli spot pubblicitari di prodotti alimentari destinati al consumo voluttuario, come quelli appena citati, così come avviene per il tabacco. Perchè il cibo, come l'alcol (di cui ancora il telespettatore deve subire la propaganda più o meno occulta), ingrassa e quasi mai nutre; quindi è pericoloso per la salute tanto quanto le sostanze di abuso, così severamente sanzionate dalla legge.
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