mercoledì 21 ottobre 2009

INVESTIRE IN GIOVINEZZA: LA BANCA DEI PEZZI DI RICAMBIO

FAUST ed il MITO DELL'ETERNA GIOVINEZZA:
E' IMPORTANTE ESSERE QUI SE NON SAPPIAMO PERCHE' SIAMO QUI?
Gli uomini del futuro (un futuro prossimo, forse gia' i nostri figli) arriveranno senza difficolta' a superare i cento anni, e soprattutto avranno un corpo di splendidi cinquantenni. Trapianti, ricambi di parti del corpo, nuovi tessuti, protesi anti-rigetto potranno mantenerci giovani anche da vecchissimi: ne sono convinti gli scienziati, secondo i quali dopo il traguardo dell'allungamento della vita media fino al secolo ora l'obiettivo futuribile della scienza e' quello di farci arrivare in piena forma alla vecchiaia.
Su questo obiettivo gli esperti dell' Universita' di Leeds stanno investendo seriamente, in tutti i sensi: 50 milioni di sterline in cinque anni per il progetto "50 anni attivi dopo i 50".
Il piano e' semplice: fornire i pensionati, in un prossimo futuro, di tessuti propri, coltivati in vitro e ancora "giovani" per sostituire quelli usurati, e "ricambi" di fianchi, ginocchia, valvole cardiache e altro ancora.
L' Istituto universitario di ingegneria medica e biologica di Leeds ha gia' fatto un trapianto di anca che dovrebbe durare per tutta la vita, anziche' i 20 anni al massimo delle attuali anche artificiali.
La combinazione di una lega di metallo cromato al cobalto con una sfera di ceramica dovrebbe facilmente sopportare, sono convinti gli scienziati, gli oltre cento milioni di passi che la gamba compie dai 50 ai 100 anni.
Il concetto e' quello di creare tessuti trapiantabili, e in futuro anche organi, che il corpo puo' far propri, per aggirare il problema del rigetto.
Finora le nuove tecniche hanno prodotto valvole cardiache perfettamente funzionanti.
Si tratta di prendere una valvola cardiaca da donatori sani - da un essere umano o un animale adatto, come un maiale - e delicatamente estrarne le cellule con un cocktail di enzimi e detergenti.
Ne rimane una sorta di impalcatura inerte trapiantabile nel paziente senza rischio di rigetto.
E' il corpo del trapiantato a ripopolare la struttura di cellule.
Il metodo viene studiato in Gran Bretagna anche per la pelle, nel campo dei trapianti in pazienti con gravi ustioni.
Tuttavia per raggiungere il traguardo della sostituzione di tutti i tessuti ci vorranno dai 30 ai 50 anni.

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