Fonte: ANSA
Lo stress da lavoro colpisce nell'Unione Europea più di 40 milioni di persone, ovvero circa il 22% dei lavoratori, e rappresenta il secondo problema sanitario in Europa.
E' quanto è emerso nel corso della conferenza dell' European Academy of Occupation Health Psycology, organizzata dall'Ispesl in collaborazione con l'Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, in corso di svolgimento a Roma presso la Pontificia Università Urbaniana.
I grandi cambiamenti nel mondo del lavoro, a partire dell'introduzione di nuove tecnologie fino alla diffusione di nuove forme contrattuali flessibili, oltre a portare un profondo mutamento dell'organizzazione del lavoro, hanno introdotto anche nuovi rischi lavorativi.
Le cause di insorgenza di stress sono da attribuire ad uno squilibrio cognitivamente percepito tra gli impegni che l'ambiente fisico e sociale impone di fronteggiare e la propria capacità (percepita) di affrontarli; quando si sperimenta una condizione di questo tipo nella realta' lavorativa si parla di stress-lavoro correlato.
La ricerca nel settore ha mostrato che le cause dello stress lavoro-correlato sono molteplici, ma riconducibili principalmente alla tipologia di professione, all'organizzazione del lavoro ed al modo in cui sono gestite le risorse umane nel contesto lavorativo
In Italia, secondo l'Ispesl, sarebbero circa 4 milioni le persone soggette a stress da lavoro.
Nel nostro paese, spiega Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro Ispesl, "sono soggette a stress da lavoro categorie tradizionali come le professioni sanitarie, gli insegnanti, e le Forze dell'ordine, anche se di fronte alla frammentazione del mondo del lavoro rimangono coinvolti anche molti lavoratori precari e flessibili e gli over 45".
Per tutti questi soggetti, aggiunge Iavicoli, "il rischio maggiore, oltre ad una serie di disturbi di carattere psicosociale, che spesso portano ad un utilizzo crescente di psicofarmaci, è rappresentato da quelle malattie che poi correlate passano alla fase della somatizzazione, come ad esempio i disturbi gastrointestinali o cardiovascolari".
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