lunedì 7 dicembre 2009

Holiday depression: quando le feste natalizie diventano un inferno

Come un raffreddore, come un’influenza anche la solitudine è contagiosa
E le donne sono le più infettate e infettabili, molto più degli uomini.
La notizia arriva da un gruppo di ricercatori dell’ Università di Chicago, dell’ Università di San Diego-California e dell’Università di Harvard, che hanno pubblicato un servizio sul numero di dicembre del Journal of Personality and Social Psychology.
Le persone sole tendono a trasmettere i loro sentimenti di tristezza alle persone con cui convivono o che frequentano – proprio come si trasmette un'infezione virale-, cosa che alla fine le fa rimanere isolate dalla società.
Lo schema di contagio porta gli individui a essere emarginati e ad isolarsi.
E di solitudine si parla tanto soprattutto adesso, a ridosso degli imminenti giorni di feste, come le prossime“maratone” natalizie.
Perché sono numerose le donne – ma non solo loro – che ne soffrono e gli appuntamenti forzati del Natale, Capodanno e dintorni, con tutto il loro bagaglio di pranzi, cenoni e raduni familiari, non fanno che esasperare quel senso di malinconia e angoscia provato da chi sola si sente o lo è davvero.
Vivere quelle giornate con profonda frustrazione, il più delle volte dando forfait e augurandosi che arrivi in fretta l’Epifania (che tutte le feste porta via…).
Lo studio americano analizza dettagliatamente il tema della solitudine.
Prima di perdere gli amici, secondo la ricerca, le persone sole trasmettono sentimenti di solitudine ai pochi amici rimasti che a loro volta tendono a diventare soli. Quando vivendo ai margini, si hanno pochi amici, si perdono via via anche i pochi rimasti.
Si diventa infatti meno fiduciosi negli altri, e si cade in un circolo vizioso che rende sempre più difficile formare nuove relazioni.
Quello che serve in questi casi è una sola cosa: aiuto. Fondamentale saper riconoscere i sintomi della depressione nelle persone care che ne sono colpite e star loro vicino per affrontarla al meglio e il prima possibile.
Senza trascurare i piccoli campanelli d’allarme.
Prima di esserne contagiati.
Il segreto per combattere la solitudine è capire che non è nient’altro che un segnale biologico del nostro corpo.
Tutti gli esseri umani si sentono soli a un certo punto della loro vita, così come sentono di avere fame o sete.
Se si sperimenta il senso di isolamento, quindi, non bisogna sottovalutarlo, ma anzi occorre cercare di porvi rimedio.

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