domenica 18 ottobre 2009

TRA SCIENZA E COSCIENZA, I PRINCIPI DEL MEDICO NUOVO

In un mondo in continua e vorticosa evoluzione, il medico e' chiamato a dipanare questioni scientifiche, organizzative, economiche, etiche, persino antropologiche.
In che modo?
Con quale apparato culturale affronta queste variabili dalle quali dipende il funzionamento del sistema medico e sanitario? A Padova, durante il Convegno "Pensare per la professione", medici, bioeticisti, sociologi, filosofi, docenti hanno cercato, tutti insieme, di delineare la fisionomia del "Medico nuovo", individuando, uno dopo l'altro, quegli "snodi cruciali" che determinano oggi le scelte in medicina e sanita'.
Dopo tre giorni, ecco, nero su bianco, i cinque principi fondamentali che sono emersi dal dibattito: Societa', Salute e Sanita' evolvono in scenari e contesti complessi e adattativi in modo sincrono e correlato e il modello di erogazione delle cure si presenta sempre piu' integrato e articolato. La medicina non puo' e non deve operare come controparte della sanita', avendo entrambe scopi interdipendenti, interconnessi e circolari. In un mondo in cui il ruolo del contesto e' sempre piu' importante, la medicina non puo' costituire una variabile indipendente, cosi' come non puo' esserlo il mondo della malattia. E' matura l'idea che gli scopi della medicina vadano definiti attraverso la coscienza: una coscienza bioetica che dovrebbe imporre limiti alla medicina nel suo contesto sociale e culturale.
La medicina, cui viene continuamente rimproverato di essere sempre piu' una disciplina ingegneristico - riparativa, non puo' disgiungere l'obiettivo di efficienza da quello di efficacia e di equita' nella tutela della salute.
"La parola d'ordine e' integrazione - sintetizza il vicepresidente della FNOMCeO, Maurizio Benato, che e' anche il presidente dell'Ordine di Padova.
"Integrazione tra scienza, coscienza e sapienza, tra medicina e sanita', tra autonomia ed esigenze del paziente e scelte del medico, tra nuovi saperi e contesti sociali e culturali. Persino accettazione del rischio di errore come parte del procedimento medico, per una sua gestione e prevenzione concrete".
Quindi, la dichiarazione conclusiva del presidente della Federazione, Amedeo Bianco: "Accogliamo tutte le suggestioni di questo importante incontro, per costruire quel 'Medico nuovo' capace di interpretare i grandi cambiamenti della Medicina, della Sanita' e della Societa', per riproporre, in questo rinnovato contesto, la missione di sempre: la tutela della salute".
Riferendosi al concetto di salute scaturito dalla Dichiarazione di Alma Ata (OMS, 1978)
...noi aggiungiamo "la tutela della salute bio-psico-sociale e spirituale del singolo e della comunità".

1 commento:

Nicolo' Vincenti ha detto...

Da antropologo quale sono ho notato con curiosità come si sia parlato di questioni antropologiche all'interno del convegno senza avere antropologi come relatori ... eppure i temi dei diversi approcci alla salute e alla malattia in gruppi sociali ed etnici diversi sono temi fondamentali in un moderno paese occidentale.