venerdì 26 dicembre 2008

Un buco nel campo magnetico terrestre


16 Dicembre 2008
Articolo pubblicato sul sito della Nasa
http://science.nasa.gov
I cinque satelliti THEMIS della NASA hanno scoperto un buco nel campo magnetico terrestre dieci volte più grande di qualsiasi cosa in precedenza si pensava esistesse. Il vento solare può fluire attraverso questa apertura per "caricare" la magnetosfera per potenti tempeste geomagnetiche. Ma il buco non è di per sé la più grande sorpresa. I ricercatori sono ancora più stupiti dallo strano ed inaspettato modo in cui si è formato, ribaltando le idee a lungo sostenute dalla fisica spaziale.
"In un primo momento non potevo crederci," afferma lo scienziato del progetto THEMIS David Sibeck del Goddard Space Flight Center. "Questa constatazione altera sostanzialmente la nostra comprensione dell'interazione tra vento solare e magnetosfera.
La magnetosfera è una bolla di magnetismo che circonda la Terra e ci protegge dal vento solare.
Esplorare la bolla è un obiettivo chiave della missione THEMIS, lanciata nel Febbraio 2007.
La grande scoperta è avvenuta il 3 giugno 2007 quando le cinque sonde sono passate attraverso la frattura appena si è aperta. I sensori a bordo hanno registrato un torrente di particelle di vento solare che fluiva nella magnetosfera, segnalando un evento di inaspettate dimensioni ed importanza.
"Il buco è enorme — quattro volte più grande della Terra stessa," spiega Wenhui Li, un fisico spaziale presso l'Università del New Hampshire che ha analizzato i dati. Il collega di Li Jimmy Raeder, anche lui del New Hampshire, dice "1027 particelle al secondo sono fluite nella magnetosfera—che sarebbe un 1 seguito da 27 zeri. Questo tipo di afflusso è di un ordine di grandezza superiore a quello che pensavamo fosse possibile."
L'evento è iniziato con un piccolo avvertimento quando una dolce raffica di vento solare ha emesso un fascio di campi magnetici dal Sole alla Terra. Come una piovra che avvolge i suoi tentacoli intorno ad una grande vongola, i campi magnetici solari hanno avvolto la magnetosfera e l'hanno aperta rompendola. Il buco si è creato per mezzo di un processo chiamato "riconnessione magnetica." Dai poli della Terra, i campi magnetici solari e terrestri si sono collegati (riconnessi) per formare canali per il vento solare. I canali sopra l'Artico e l'Antartico rapidamente si sono estesi; in pochi minuti si sono sovrapposti sull'equatore terrestre per creare il più grande buco magnetico mai registrato da un satellite che orbita intorno alla Terra

Continua...http://nasa.gov/themis
articolo originale in inglese consultabile al sito:
http://science.nasa.gov/headlines/y2008/16dec_giantbreach.htm

mercoledì 24 dicembre 2008

domenica 21 dicembre 2008

FATE UN REGALO A VOI STESSI E AI VOSTRI CARI

Scuola di Scienze Quantistiche
16-17 gennaio 2009

IV UNITA' DIDATTICA
GUARIGIONE QUANTISTICA
Relatore: Dott. GAETANO CONFORTO
www.quantumedicine.com - www.gaetanoconforto.com
Modalità di Iscrizione:
Versamento su C/C POSTALE N.86914504 intestato a Torti Umberta
Se siete utenti Skipe, cliccando su INVIA
Oppure con PayPal
Sarà rilasciato un attesto di partecipazione dalla Speedgrowth srl.





Guarigione Quantistica







Iscrizioni entro il 24 Dicembre €150,00

Iscrizione 4 Sezioni didattiche €550,00.

La Scuola è dotata di supporti digitali e connessione Internet.
Sede:Via della Repubblica 75 - Empoli(Firenze)
Segreteria:
3386009743-335440016


Programma

-Principi di fisica quantistica applicata al corpo umano

-Principi di fisica quantistica applicata alla coscienza

-Non località quantistica

-La mente non locale: caratteristiche e funzioni

-Il campo energetico della mente

-La natura quantistica del pensiero

-La mente non locale e la guarigione personale e a distanza

-Le visualizzazioni quantistiche terapeutiche

-Le energie di guarigione

-Raggiungere il regno quantistico e dialogare con esso

-Network neuronali coinvolti nel viaggio quantistico

- L’universo energetico vivente

-La medicina della III era

-La medicina dell’eternità

- Terapia Quantistica Emozionale e coscienza quantistica

-Tecniche di guarigione quantistica nei problemi più comuni ( dolore, artriti, obesità, cardiopatia, epatopatie, gastropatie, dismetabolismi, disendocrinie, ecc…..)

venerdì 19 dicembre 2008

Studio sulla felicità

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Eventi contingenti della nostra vita, come il matrimonio o la nascita di un figlio, possono rendere le persone più felici, ma solo per un breve periodo di tempo.
Il nostro livello di felicità resta sostanzialmente uguale per tutta la vita adulta: lo ha scoperto uno studio durato 20 anni condotto in Germania e pubblicato dall'Economic Journal.
I ricercatori hanno misurato il livello di soddisfazione nei confronti della loro vita di centinaia di persone tra i 18 e i 60 anni al momento dell'inizio dello studio.
Anche dopo eventi traumatici, il peggioramento dell'umore era temporaneo: il soggetto tendeva a recuperare il livello di soddisfazione che aveva in precedenza.
Lo studio ha analizzato un processo psicologico chiamato 'adattamento': il modo in cui le persone si adeguano alle circostanze, positive o negative.
I volontari tedeschi hanno risposto a domande sul loro livello di felicità a intervalli regolari nel corso dei vent'anni dello studio. Hanno dovuto anche riferire degli eventi principali della loro vita.
I ricercatori hanno così osservato che solo la perdita del lavoro intaccava a lungo termine la felicità dell'individuo, mentre altri eventi traumatici, come il divorzio o il restare vedovi, producevano sì dolore, ma i soggetti si riprendevano rapidamente.
Ugualmente temporaneo l'effetto sull'umore degli eventi positivi: l'aumento della felicità durava due anni per la nascita di un figlio, per esempio.
Secondo il Dr. Yannis Georgellis della Brunel University, 'Le persone si riprendono rapidamente dagli eventi negativi, ma anche gli effetti di quelli positivi non durano molto'.
Aggiunge Francois Moscovici della White Water Strategies: diversi studi hanno dimostrato che le persone hanno un livello di felicità 'fisso', che può essere temporaneamente modificato da eventi contingenti, ma tende a tornare al livello di partenza.
'Una specie di termostato della felicità: quando un evento importante ci colpisce, che sia positivo o negativo, la molla si muove, ma torna rapidamente alla posizione di partenza'.

Anoressia nervosa e danni epatici

Fonte: Reuters Health
Ripreso da: www.sanihelp.it
Le persone affette da disturbi dell'alimentazione, in particolare che soffrono di anoressia nervosa, possono evidenziare profonde alterazioni della funzionalità epatica: è quanto sostiene uno studio condotto presso l'Ospedale di Beaujon in Francia e pubblicato sulla rivista Gastroenterology. I ricercatori hanno seguito 12 pazienti, per lo più donne, tutti sui 20 anni, con anoressia nervosa.
A causa della loro patologia di base e per la forte denutrizione questi pazienti non mostrano glicogeno a livello epatico poichè tutto il glicogeno viene continuamente convertito in glucosio per la produzione di energia.
Due enzimi epatici normalmente monitorati per individuare eventuali patologie del fegato, in questi soggetti, mostrano valori completamente fuori norma.
Gli epatociti di questi pazienti, inoltre, arrivano ad autodigerirsi: l'autodigestione è un processo poco noto e piuttosto raro.
Gli autori dello studio, perciò, ritengono l'anoressia nervosa con severa denutrizione una delle cause di patologie acute del fegato.
Data articolo: ottobre 2008

Autoipnosi contro le allergie

di: Anna Ermanni
Chi è alla disperata ricerca di una soluzione contro le allergie stagionali potrebbe trovare aiuto nell'autoipnosi.
Lo suggerisce uno studio di ricercatori svizzeri che ha scoperto come la semplice concentrazione dei propri pensieri su ambienti privi di allergeni possa ridurre i sintomi del raffreddore da fieno di un terzo.
Anche se l'arrivo della primavera porta un tempo più mite, innesca anche il rilascio del polline delle piante che provoca le allergie.
Nei paesi industrializzati, la rinite allergica affligge circa il 10-15 per cento degli adulti.
Per fronteggiarla, ci si rivolge a farmaci come gli antistaminici, i decongestionanti e talvolta gli steroidi.
Ma tutti questi possono avere fastidiosi effetti collaterali.
Per ridurre i sintomi esistono anche approcci alternativi, compresi metodi legati alla psicoterapia.
Nel tentativo di valutarne l'efficacia, Wolf Langerwitz dell'University Hospital di Basilea e colleghi hanno reclutato 79 pazienti con reazioni allergiche al polline più o meno gravi e li hanno addestrati all'uso dell'autoipnosi.
I partecipanti dovevano innanzitutto entrare in uno stato di trance e poi concentrare la propria mente su un tema particolare.
L'intero processo richiede non più di cinque minuti.
I ricercatori hanno istruito i pazienti a immaginare di trovarsi in un luogo privo di allergeni, come una spiaggia o una pista da sci.
Le analisi hanno dimostrato che in assenza di autoipnosi la risposta biologica agli allergeni risultava più alta di circa un terzo.

Istituzione scientifica citata nell'articolo:
Universitätsspital Basel

giovedì 18 dicembre 2008

Adolescenti oggi:famiglia,lavoro,droghe,alcol e fashion

Crisi della genitorialità e delle istituzioni pedagogiche-formative, questa la sintesi del rapporto 2008 della Società Italiana di Pediatria.

La società italiana? una casa senza fondamenta

Fonte: www.libero.it

Sconfortante il ritratto degli adolescenti d'oggi fatto dalla Società Italiana di Pediatria: chattano con sconosciuti, fumano, bevono e si drogano sempre di più e i genitori non intervengono
A vedere la gerarchia di valori e le persone che ispirano loro più fiducia sembrano placidi agnellini.

La famiglia, il lavoro e gli amici sono i loro "fari", poliziotti e carabinieri gli "angeli custodi".

Peccato però che, a scavare un po' di più nel mondo giovanile - come ha fatto la Società italiana di Pediatria con l'indagine 2008 Abitudini e Stili di vita degli adolescenti -, l'immagine che emerge della "Generazione Youtube" è totalmente diversa, decisamente "dannata" e piuttosto preoccupante.

Gli adolescenti rappresentati dallo studio sono web-dipendenti, vivono costantemente connessi e ininterrottamente collegati a siti di incontro e network sociali. Qui, con una prevalenza delle femmine, per lo più scaricano video e canzoni ma soprattutto chattano, parlando prevalentemente di sesso (lo fa regolarmente un terzo del campione) e spesso con perfetti sconosciuti.

Quando escono di casa, però, le cose vanno anche peggio: complici anche dei genitori sempre meno autorevoli e rigorosi, i ragazzi (l'indagine ha coinvolto giovani tra 12 e 14 anni) si intrattengono con fumo, alcol e sballo, e proseguono a tessere la propria rete sociale, a base di chiacchericcio e sensualità, sui telefonini. Che non di rado vengono ricaricati da estranei in cambio dell'invio di foto personali, più o meno osé.

Allarmanti risultano i dati sulla confidenza degli adolescenti con sigarette, alcolici e droghe: tra i 12-14enni un terzo circa fuma, oltre il 41% si è fatto una canna, pochi meno sono i bevitori di superalcolici e uno su dieci si è ubriacato (+12%).

Forse per dimenticare i pericoli che si corrono fuori dalle mura domestiche, visto che circa il 70% ha assistito ad atti di bullismo, e cresce la percentuale di chi pensa sia un atteggiamento da "fifone o spia" quello di chi va a raccontare a degli adulti ciò cui ha assistito.

Nessun conforto dunque?

Forse uno sì: gli adolescenti di oggi sembrano avere buone abitudini alimentari, fanno fuori pasto più sani (latte, frutta e biscotti sono in cima alle preferenze), non bevono troppe bevande gasate e consumano poche merendine.

La speranza è che non si comportino così solo per inseguire pericolosi modelli di eccessiva magrezza.

mercoledì 17 dicembre 2008

La salute nel piatto:10 alimenti buoni per il benessere ed il palato

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Non compaiono spesso sulla nostra tavola, eppure, secondo il nutrizionista Dr. Jonny Bowden che per Abc News, questi dieci cibi sono un vero toccasana.
Ecco dunque la lista per la prossima spesa al supermercato.
1. Barbabietole.
Sono un'ottima fonte di folato e betaina, due sostanze che abbassano i livelli di omocisteina nel sangue, un composto che può danneggiare le arterie e aumentare il rischio di malattie cardiache. In più i pigmenti naturali - betacianine - delle barbabietole si sono provati dei potenti anti-cancerogeni nei test sui topi.
2. Il cavolo (famiglia delle crucifere).
Da apprezzare soprattutto per il contenuto di sulforafano, un composto chimico che aiuta la produzione di enzimi nel corpo che combattono i radicali liberi e riducono il rischio di cancro. 3. Guava, un frutto tropicale, con una altissima concentrazione di fibre e di licopene, un antiossidante che tiene lontano il cancro alla prostata.
4. La bieta, ricca di luteina e zeaxantina, dei carotenoidi che proteggono la retina dai danni dell'invecchiamento.
5. La cannella. Tiene sotto controllo gli zuccheri nel sangue.
6. La portulaca (Portulaca oleracea), comunemente considerata una pianta infestante, andrebbe invece usata a tavola (come il prezzemolo o per la preparazione di salse) perché ricchissima di grassi omega-3; inoltre contiene grandi quantità di melatonina, un antiossidante che aiuta a prevenire i tumori.
7. Succo di melagrana.
Abbassa la pressione e fornisce molta vitamina C.
8. Bacche di Goji, dall'alto potere antiossidante.
I loro zuccheri inoltre abbassano la resistenza all'insulina - fattore di rischio del diabete - nei topi.
9. Prugne secche.
Hanno grandi quantità di acidi neoclorogenico e clorogenico, degli antiossidanti potenti, anche qui efficaci nel prevenire i tumori.
10. Semi di zucca.
Sono molto ricchi di magnesio.
Una dieta ricca di magnesio aiuta a vivere più a lungo, secondo una recente ricerca francese.

Alternative alla terapia ormonale sostitutiva: si sperimentano rimedi botanici.

Alternative alla terapia ormonale di: Johann Rossi Mason
Molte donne sono fortemente indecise tra i benefici e i rischi della Terapia Ormonale Sostitutiva (HRT) farmacologica in menopausa. Un dubbio aumentato dalla consapevolezza che la menopausa non sia una malattia ma una fase fisiologica della vita femminile. Molte donne sceglierebbero volentieri sistemi `dolci´ per alleviare i sintomi più fastidiosi e, sempre in maggior numero, chiedono alternative alle medicine non convenzionali.
Un approccio percepito come più `naturale´, più in sintonia con la ricerca integrale di equilibrio corpo-mente.
A questo proposito uno studio esaminerà l´effettività e la sicurezza della `cimicifuga´ (Actaea Racemosa) e del trifoglio rosso come rimedi naturali per alleviare i sintomi della menopausa. I ricercatori della Nortwestern Memorial Hospital di Chicago stanno infatti cercando delle volontarie sane proprio allo scopo di testare le due erbe.
Lo studio sarà sponsorizzato dal `National Institute of Health e dal National Center for complementary and alternative medicine. “Il nostro obiettivo” spiega il dottor Lee Shulman, capo della Divisione di Medicina Riproduttiva al Nortwestern “è quello di determinare il ruolo di alcuni prodotti botanici nella gestione della menopausa. Inoltre testeremo la loro capacità di alleviare sintomi tipici come insonnia, disturbi dell'umore e problemi sessuali”
Queste due erbe sono alla base di un integratore dietetico che agisce in una maniera molto simile agli ormoni femminili “Molte donne usano già questo tipo di prodotti, ma non erano stati ancora fatti studi specifici per valutare il loro possibile uso come `terapia ormonale sostitutiva´ e come trattamento di prima linea a breve termine per le vampate di calore, un problema molto sentito e percepito come fattore capace di limitare la qualità di vita delle donne” è ciò che afferma la dott.ssa Cate Stika, capo della Divisione di Ostetricia e Ginecologia dello stesso ospedale.
Questo studio è particolarmente importante alla luce delle polemiche e della confusione relativa all´uso della HRT. “Moltissime donne chiedono alternative ai farmaci e noi dobbiamo essere in grado di dare delle risposte basate su evidenze scientifiche, in particolare su erbe e rimedi botanici che possono essere molto attivi e, in alcuni casi, pericolosi a dosaggi variabili” conclude la dottoressa Stika.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:
Nortwestern Memorial Hospital

Disturbi alimentari:nuova terapia cognitivo-comportamentale

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Nuove speranze per i milioni di persone che soffrono di disturbi alimentari, a partire dalla bulimia. Una nuova terapia messa a punto da un gruppo di scienziati britannici è in grado di risolvere 4 casi su 5, attraverso un approccio cognitivo-comportamentale che si è rivelato assai efficace. Lo studio, condotto su 154 soggetti dall' Università di Oxford e pubblicato sul Journal of Psychiatry, ha registrato nei pazienti un miglioramento “completo e duraturo”.
Attualmente, il trattamento è ufficialmente raccomandato solo per i pazienti affetti da bulimia.
Circa il 40% di coloro che soffrono di disturbi alimentari sono colpiti da bulimia, il 20% da anoressia, e il resto sono “disturbi atipici”, che possono combinare entrambe le patologie. La nuova tecnica funziona utilizzando una serie di sessioni di consulenza che aiutano la persona interessata a realizzare i collegamenti tra le sue emozioni e i comportamenti, e fornisce modi per modificare il suo comportamento.
Il prof. Christopher Fairburn, che ha condotto lo studio, ha sviluppato due versioni specificamente per le persone con disturbi alimentari, una che si è concentrata completamente sui disturbi dell'alimentazione, l'altra che riguarda anche il deficit nell'autostima, ritenuto una delle cause dei disturbi.
Entrambi i trattamenti si sono svolti con sessioni di ambulatorio di 50 minuti ripetute una volta alla settimana per 20 settimane.
Successivamente, i ricercatori hanno riscontrato che la maggior parte dei pazienti aveva risposto bene, e che tale miglioramento è stato mantenuto nel corso dell'anno successivo, cioè il periodo durante il quale è più probabile che si verifichino le ricadute.
I due terzi dei pazienti, in particolare, ha fatto registrare una guarigione “completa e duratura”, molti del restante terzo hanno riportato comunque sostanziali miglioramenti.
E un secondo studio, che applica lo stesso metodo su pazienti anoressici, sembra stia dando analoghi, promettenti risultati. “Per la prima volta - esulta il prof. Faisburn - abbiamo un unico trattamento che può essere efficace nella maggior parte dei casi, senza la necessità per i pazienti di essere ricoverati in ospedale. Una terapia che può migliorare la vita di milioni di persone”. Il segreto ? Parlare molto, far parlare il paziente, consentirgli di mettere a fuoco i veri problemi psicologici alla base del disturbo alimentare, ed affrontarli per quello che sono, evitando di mettere in mezzo il cibo.
“La vita è cambiata”, dicono in coro i pazienti dello studio.
Ed è probabile che se la terapia prenderà piede cambierà quella di molta altra gente.

lunedì 15 dicembre 2008

Fratture ricomposte con un polimero che sostituisce l'osso

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Un team di scienziati britannici ha sviluppato un materiale che si inietta nelle ossa rotte, dove indurisce in pochi minuti, curando le fratture.
La sostanza, simile a dentifricio, forma una sorta di sostegno biodegradabile sul quale ricresce l'osso fratturato.
Gli scienziati che hanno inventato questo materiale, della Nottingham University, sostengono che potrebbe evitare in molti casi l'uso delle protesi.

Il team è attualmente al lavoro per avviare i trial clinici in Gran Bretagna e pensa che l'innovazione diventerà di uso comune negli Stati Uniti entro i prossimi 18 mesi.
Questo "osso iniettabile" ha vinto un prestigioso premio per l'innovazione medica la scorsa settimana ed è parto della mente del Professor Kevin Shakesheff, della University of Nottingham.
Il suo vantaggio rispetto ai tradizionali cementi per ossa è nel processo con cui indurisce. Mentre i cementi convenzionali emettono calore indurendo, uccidendo le cellule circostanti, questo polimero non produce lo stesso effetto.

A temperatura ambiente, il materiale ha la consistenza del dentifricio; quando sale alla temperatura del corpo, si indurisce. Il Professor Shakesheff spiega che è facile iniettarlo nel punto esatto dove si trova la frattura senza incisione chirurgica, a differenza di quanto accade per le protesi. “Non solo non occorre l'intervento chirurgico”, ha detto il Professore, “ma il paziente non resta con l'area danneggiata”.

Basterà inserire l'ago, iniettare il polimero dove è necessario e poi lì, col calore del corpo, il materiale si indurisce, ma senza uccidere le cellule circostanti, che continuano a crescere normalmente. Restano alcuni limiti da superare: anche se il polimero in pochi minuti diventa duro con un osso vero, il collegamento tra il polimero e il vecchio osso è più debole; per esempio, una frattura alla gamba curata in questo modo avrebbe comunque bisogno di chiodi metallici per evitare che le parti si separino quando il paziente cammina.
Tuttavia per il team della Nottingham l'invenzione ha grande potenziale, soprattutto nei casi in cui occorre un supporto per sostenere la crescita di nuove cellule nel corpo; molti ortopedici hanno commentato la notizia entusiasti.

sabato 13 dicembre 2008

Il gene dell'effetto placebo

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
È uno dei grandi misteri della medicina: perché alcune persone a cui viene somministrato un placebo, cioè un farmaco “finto”, senza molecole attive, ma creduto efficace da chi lo assume, stanno effettivamente meglio ?
L'ipotesi più accreditata era legata alla forza della psiche: credere di star per guarire aiuta effettivamente a guarire.
Ma uno studio dell' Università di Uppsala, in Svezia, pubblicato sulla rivista New Scientists ha risolto l'enigma: il segreto è in un gene, il triptofano idrossilasi-2, che produce la serotonina nel cervello.
Gli scienziati svedesi, coordinati dal dottor Tomas Fusmark, hanno studiato 25 persone affette da “ansia sociale”, una paura patologica di subire pubbliche umiliazioni.
I volontari erano chiamati a superare il terrore della gente tenendo due discorsi pubblici, uno prima e uno dopo il periodo di “trattamento” con un farmaco anti-ansia (in realtà semplici pillole “vuote” rivestite di zucchero, l'equivalente terapeutico di un bicchier d'acqua) durato otto settimane. Miracolosamente, la metà dei soggetti si è sentita molto meno ansiosa e nervosa durante il secondo discorso. Autosuggestione ?
In realtà, uno scanning cerebrale ha dimostrato un effettivo calo del 3% nell'attività dell'amygdala, il centro della 'paura'.
E otto sui dieci volontari che hanno risposto positivamente al placebo si sono rivelati avere due copie della variante 'G' del gene triptofano idrossilasi-2, collegato proprio a una più bassa dose di ansietà.
I pazienti, in sostanza, erano geneticamente “pronti” a risolvere da soli il loro problema, e il placebo non ha fatto altro che indurli a “utilizzare” la loro predisposizione genetica per stare meglio.
Una sorta di alleanza tra geni e psiche che, secondo Furmark, probabilmente vale anche per altre patologie.
Lo conferma anche uno scienziato italiano, Fabrizio Benedetti dell' Università degli Studi di Torino: "Sappiamo che non c'è un solo effetto placebo - ha detto al giornale britannico Daily Mail - ma molti. Alcuni potrebbero funzionare attraverso la genetica, altri attraverso l'aspettativa di una ricompensa".

giovedì 11 dicembre 2008

VEDERE LE EMOZIONI...SENZA L'AIUTO DELLA VISTA

Cecità emozionale

di: Enrico Loi

La rivista “Nature Neuroscience” ha reso noto che un paziente con le aree cerebrali preposte all'elaborazione dei segnali visivi danneggiate, quindi tecnicamente cieco, ha reagito comunque a determinati segnali visivi.
Questa scoperta prova, per la prima volta, che particolari funzioni di “riconoscimento visivo” vengono gestite da una parte del cervello completamente differente da quelle normalmente associate con la vista.
Ricercatori dell'Università del Galles, hanno esaminato un paziente cieco a cui gli era stato detto di percorrere un breve tracciato con l'aiuto di un bastone. Con l'intento di verificare le sue reazioni, durante il tragitto gli furono proiettate alla rinfusa immagini geometriche che egli riusciva ad indovinare solo a caso.
Ma nel momento in cui gli venivano proiettate immagini di volti che esibivano emozioni come rabbia, felicità, tristezza o paura, egli riusciva sorprendentemente ad azzeccare le variazioni emozionali dei volti stessi, un risultato che andava al di la dei semplici tentativi casuali.
Secondo i promotori della ricerca, gli stati emozionali visibili su un volto non vengono registrati dalla corteccia visiva ma da un'altra zona del cervello. Si tratta dell'amigdala, un'area cerebrale posta all'interno del lobo temporale.

Istituzione scientifica citata nell'articolo:

http://www.bangor.ac.uk/


mercoledì 10 dicembre 2008

Spegnete la televisore, accendete la memoria

Secondo uno studio, effettuato da un team di ricercatori australiani, spegnere il televisore per iniziare le parole crociate e mangiare più pesce, potrebbe essere la chiave per migliorare la memoria.
Dai risultati di un sondaggio on-line, è emerso che pure le persone che leggono “fiction” hanno una memoria migliore rispetto a quelle che non lo fanno.
Al contrario, i bevitori di bevande alcoliche trovano molto difficile ricordare i nomi.
Secondo lo psicologo Nancy Pachana, docente e ricercatore presso la scuola di psicologia dell'Università del Queensland, la televisione non è da considerare totalmente negativa per la memoria se si conduce uno stile di vita sereno accompagnato da una dieta salutare.
Il test è stato fatto da quasi 30mila persone.
Esse erano confrontate da esercizi di memoria: dovevano ricordare la lista della spesa; i nomi delle persone; volti ed occupazione.
Ai partecipanti veniva fatto riempire un formulario nel quale venivano elencate le proprie abitudini giornaliere come: i cibi preferiti; le bevande; i programmi televisivi di gradimento: le letture preferite, ecc.
Dai risultati non è emersa una forte differenza tra uomini e donne, ma chi guardava regolarmente la televisione non manifestava nei test un quoziente mnemonico ottimale. I ricercatori sostengono che i risultati del test fanno capire, senza ombra di dubbio, che sarebbe meglio spegnere spesso il televisore, o almeno non guardarlo troppo.
Coloro che guardano il televisore meno di 1 ora al giorno hanno dei risultati decisamente migliori rispetto agli altri.
Anche le bevande alcoliche incidono nettamente sulla memoria: coloro che bevono meno di due bicchieri al giorno hanno risultati migliori in tutte le domande.
Coloro che “allenano” il cervello con le parole crociate hanno doti mnemoniche eccellenti, mentre chi mangiare pesce una volta la settimana migliora la capacità di ricordare la lista della spesa. I ricercatori avvertono che i risultati del test on-line hanno un valore puramente indicativo e non statistico visto che ogni persona, che ha aderito al test, poteva anche mentire o scherzare.
Tuttavia, il dottor Nancy Pachana sostiene che una mente attiva è determinante per la memoria.
Se la televisione va guardata attivamente, senza subirla, può anche aiutare la memoria.
Ottima – conclude il ricercatore – è la lettura, però con la televisione spenta.
Fonte: Reuters International / settembre 2006 Traduzione a cura di: Bruno Chastonay
Sito correlato all'articolo:
The National Memory Test

Thought Vibration

Attrarre ciò che più desideriamo è davvero possibile e alla portata di tutti.
Come ?
Imparando a utilizzare a nostro vantaggio la Legge di Attrazione che insegna che la mente è un potente magnete attraverso cui letteralmente possiamo“materializzare” i nostri desideri. Ma allora perché soltanto alcune persone ottengono quelle cose che tutti cerchiamo ? Cosa hanno loro di speciale ? Queste persone sanno generare pensieri sulla stessa lunghezza d'onda di denaro, benessere, salute e prosperità.
Viene da sé che tutte queste cose si realizzano nella loro vita come la luce solare, una volta emanata, colpisce senza sforzo ogni cosa. Atkinson (alias Yogi Ramacharaka) afferma nel suo ultimo libro Acquista subito il libro: La Straordinaria Forza di Attrazione dei Nostri Pensieri
“Come un sasso lanciato in acqua, il Pensiero produce increspature e onde che si propagano lungo il grande Oceano del Pensiero. C'è una differenza, comunque: le onde sull'acqua si muovono su un solo livello in tutte le direzioni, mentre le onde del Pensiero muovono in tutte le direzioni da un centro comune, proprio come i raggi che irradiano dal Sole”.

Le donne sono più emotive

L'analisi delle aree cerebrali attivate in un test specifico mostra le differenze «biologiche»
Anche la scienza lo conferma: le donne sono più emotive ed empatiche degli uomini. L'altra «metà del cielo» sarebbe intrinsecamente più incline a esprimere le proprie emozioni e a decodificare quella altrui attraverso indicatori «non verbali». A dimostrarlo è uno studio condotto dal gruppo di Alice Mado Proverbio, del laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva dell'universitá di Milano-Bicocca, in collaborazione con Alberto Zani, dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr di Milano-Segrate. «Abbiamo osservato - spiega Mado Proverbio - le risposte cerebrali di 12 uomini e 12 donne (studenti universitari destrimani e sani) alla vista di circa 220 immagini a colori raffiguranti persone di varia età, numero e genere in differenti contesti sociali (a passeggio, in bicicletta, mentre leggono, giocano, si salutano, vanno a far la spesa, danno da mangiare al cane, fanno sport) o solo paesaggi urbani o naturali (interni o esterni di uffici, scuole, appartamenti, boschi, colline, spiagge)».
ANALISI NEUROLOGICA - L'analisi dell'attivazione delle diverse aree cerebrali «accese» dai diversi stimoli ha permesso di riconoscere una maggiore risposta cerebrale per le immagini con esseri umani piuttosto che con scenari nelle donne rispetto agli uomini. «I dati suggeriscono un maggiore interesse e attenzione da parte del cervello femminile per questa classe di stimoli biologicamente rilevanti, cioè le immagini dei propri simili. Si può infatti pensare che il ruolo biologico di nutrice/allevatrice sia ottimizzato da una maggiore empatia nei confronti dei piccoli» spiega Mado Proverbio. «La predisposizione genetica della donna a essere più interessata a stimoli sociali, piuttosto che, per esempio, a macchinari, è in parte confermata da studi comparativi che evidenziano differenze di sesso in primati non-umani. I Cebi subsahariani femmine preferiscono di gran lunga giocare con le bambole piuttosto che con palle o macchinine e viceversa; i piccoli macachi Rhesus femmina passano molto più tempo dei maschi a prendere in braccio e manipolare i piccoli del loro gruppo, e così via».
«Complessivamente - conclude la ricercatrice dell'università di Milano - i nostri studi forniscono interessanti indizi sull'esistenza di differenze di sesso nei circuiti neurali dell'empatia e aiutano in parte a comprendere la diversa incidenza tra i sessi delle disfunzioni cerebrali legate alla mancanza di empatia, ad esempio autismo e personalitá antisociale, patologie più frequenti negli uomini che nelle donne».

Ma che freddo fa....quando ci sentiamo soli ed abbandonati

Fonte: www.benessereblog.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Che anima e corpo fossero intimamente vincolati non è una novità neanche per la medicina, ma un recente studio dell'Università di Toronto ha scoperto che lo sono più di quanto potessimo immaginare. Pare infatti che la sensazione di eccessivo freddo possa essere collegata alla sensazione di solitudine in chi ha recentemente troncato una relazione sentimentale o modificato - volente o nolente - le proprie abitudini di vita in modo da ritrovarsi spesso da solo.
Il freddo che si avverte nell'anima, dunque, diventerebbe somatico.
Questo spiega anche la diversa percezione della temperatura anche quando essa non sia normalmente percepita come fredda da altre persone, com'è stato dimostrato dai test condotti su volontari suddivisi in due gruppi:
uno di questi era formato da persone che avevano subito episodi di esclusione sociale.

lunedì 8 dicembre 2008

Le piante che ci salvano dall'inquinamento domestico

di: Luigi Mondo & Stefania Del Principe
Il progresso ha i suoi vantaggi ma, come per tutto, c’è il risvolto della medaglia.
Da un lato abbiamo il meglio della tecnologia in casa: dall'Hi-fi al Wi-fi, dal microonde al micro-cellulare… dall'altro viviamo in ambienti altamente inquinati da elettromagnetismo, vapori, aria avvelenata. A questo punto i casi sono due: o cambiamo vita o cerchiamo di salvare il salvabile.
Qui opteremo per la seconda soluzione; quella più alla portata di noi comuni mortali. Si stima che l'aria che staziona in ambienti domestici e uffici sia fino a 10 volte più inquinata di quella che troviamo fuori. Questa continua esposizione all'inquinamento si traduce in disturbi più o meno gravi: si va dalla semplice allergia alla più seria asma, sino ad arrivare a tutta una lunga lista di patologie.
Tra gli imputati, gli apparecchi elettrico-elettronici, i mobili, i detersivi, i materiali edili e i rivestimenti e, ahimè, anche i vestiti.
Tra gli inquinanti presenti in case e uffici che minacciano la nostra salute ci sono: Formaldeide (presente in quasi tutti i prodotti che abbiamo in casa, dai mobili alla carta igienica); Benzene, Xylene e Tricloroetilene (vernici, monitor, tappezzeria, fotocopiatrici, fumo); Cloroformio (acqua potabile); Ammoniaca; Alcoli e Acetone (moquette, cosmetici). Dopo questa premessa e prima di gridare “sono spacciato !”, è bene sapere che alcuni coscienziosi scienziati della Nasa c’informano che possiamo limitare i danni circondandoci di piante d'appartamento “specializzate” in ecologia domestica. Sono almeno 50 le specie di piante che possono aiutarci. Qui ne citeremo alcune, le più comuni.
Tutte le piante purificano l'aria. Qualcuna è “specializzata” contro alcuni agenti.
• Areca (Chrysalidocarpus lutescens): tra le più gettonate contro quasi tutti gli agenti inquinanti;
• Ficus robusta: il migliore tra i Ficus;
• Palma Rhapis excelsa: ottima per purificare;
• Chamaedorea seifrizii: contro formaldeide, benzene e tricloroetilene. Ideale per umidificare l'aria secca in inverno;
• Dracena (Dracaena deremensis): la più efficace tra le dracene;
• Dracena Massangeana (Dracaena fragrans): specializzata contro la formaldeide;
• Dracena (Dracaena marginata): specializzata contro xylene e tricloroetilene;
• Edera (Hedera helix): altra pianta contro la formaldeide;
• Phoenix roebelenii: la migliore tra il genere palme. Contro lo xylene;
• Felce di Boston (Nephrolepis exaltata): umidifica. È specializzata contro la formaldeide;
• Spatifillo (Spathiphyllum spp): contro alcoli, acetone, tricloroetilene, benzene e formaldeide;
• Nephrolepis obliterata: specializzata contro formaldeide e alcoli;
• Filodendro (Philodendron erubescens): la migliore della sua specie;
• Sansevieira Trifasciata: l'ideale per la camera da letto poiché di notte emette ossigeno anziché anidride carbonica come le altre piante;
• Aloe vera barbadensis: altra pianta da camera da letto che si comporta come la Sansevieria;
• Liriope spicata: contro i vapori d'ammoniaca;
• Tulipano (Tulipa gesneriana): contro formaldeide, xylene e ammoniaca

domenica 7 dicembre 2008

TUTTI PAZZI PER...MANGOSTEEN


La Garcinia mangostana, più comunemente nota con il nome di Mangosteen (in italiano Mangostano), appartiene alla Famiglia delle Guttiferae.
E’ un frutto tipico di vaste aree del Sud-Est Asiatico. Paesi come Thailandia, India, Malaysia, Vietnam e Filippine, ma anche Australia e Hawaii, usufruiscono infatti dei benefici di questo frutto.

Il frutto, commestibile, è di forma tondeggiante, con un diametro di circa 5-7cm, non richiede fecondazione e inizialmente si presenta di un verde chiaro.

Il pericarpo del frutto assume un colore viola profondo quando giunto a maturazione.

La fama improvvisa in Occidente del mangostano è dovuta alla scoperta del suo elevatissimo contenuto di Xantoni.

Nel 1992 gli scienziati isolarono gli Xantoni dalla frutto del Mangostano, nel 1994 scoprirono le proprietà antiossidanti del frutto e nel 1997 le proprietà immunostimolanti .
La classe degli Xantoni, assimilabile in prima istanza alla famiglia dei polifenoli, derivati dal Benzo-Y- pirone, possiede molteplici proprietà farmacologiche: antiossidante,antinfiammatoria,antibatterica,antimicotica,antiallergica.
Gli Xantoni sono presenti anche in altre specie botaniche come l’Iperico e la Genziana .
Nel caso del succo di Mangostano, commercializzato dall'americana XANGO, sono presenti sostanze già ben consolidate nella bibliografia clinica farmacologica quali le Catechine e i Polifenoli, Potassio, Calcio, Fosforo, Ferro, Vitamina B1, B2, B6, Vitamina C.
Coloro che lo hanno provato per un periodo di circa sei mesi alla dose di 60-90 mg al giorno dichiarano di avere ottenuto risultati significativi nella stipsi cronica, insonnia, allergie, sovrappeso, artrite, dermatite atopica.
L'interesse dell'opinione pubblica è crescente, anche se in Italia il prodotto non è ancora facilmente reperibile.
La ditta Xango è presente in oltre 20 paesi, in Europa il prodotto è reperibile in Germania, Svezia ed Inghilterra, dove ha avuto un exploit di vendite anche grazie un'intelligente operazione di marketing che fidelizza il cliente dandogli l'opportunità di diventare egli stesso distributore del prodotto.

Proteine vegetali

Fonte: www.benessereblog.it
Ogni giorno quando ci sediamo a tavola stiamo attenti a misurare e spesso razionare le quantità di grassi e zuccheri che introduciamo mangiando nel tentativo di non ingrassare e - se possibile - dimagrire.
Pochi di noi si curano, invece, di un altro fondamentale macro-nutriente: le proteine.
Errore per i nutrizionisti imperdonabile visto il ruolo fondamentale che svolgono. Una loro carenza, infatti, può accelerare i processi di invecchiamento ed aumentare il rischio di insorgenza di malattie del metabolismo.
Ecco perché i nutrizionisti concordano sulla necessità di limitare l’apporto calorico quotidiano, consumando meno grassi e zuccheri semplici, privilegiando frutta, verdura e carboidrati complessi e diminuendo il consumo di proteine animali a favore di quelle vegetali.
Le proteine, infatti, non sono tutte uguali.
Sono classificate in base al loro contenuto in aminoacidi essenziali e alla loro digeribilità.
Le proteine più complete, dette anche nobili, sono quelle che contengono tutti gli aminoacidi essenziali. A questo gruppo appartengono le proteine animali.
Sono incomplete, invece, le proteine che mancano di uno o più aminoacidi essenziali, come accade in alcune proteine vegetali. Le proteine si trovano principalmente in carne, pesce, salumi, uova, formaggi, latte e yogurt.
Uova e carni sono gli alimenti più completi dal punto di vista proteico, ma sono anche molto ricchi di grassi saturi e colesterolo.
Ecco perché, sarebbe meglio scegliere proteine di origine vegetale, come quelle contenute in fagioli, lenticchie, piselli e – anche se in dosi minori – in frumento, soia, avena e farro.
In particolare, le proteine del pisello, associate a quelle derivate dai cereali, forniscono la quantità di aminoacidi ideale dal punto di vista nutrizionale.
I piselli sono tra gli alimenti più ricchi di carboidrati e vitamina C, contengono ottime quantità di fibre, vitamine A ed E, caroteni, acido folico e sali minerali e, soprattutto, sono un'importante fonte di proteine vegetali (5,42 grammi per 100 grammi di piselli).
Inoltre, contengono poche calorie (81 kcal/100g per i piselli freschi, 293 per quelli secchi) e pochi grassi (0,4 g/100g).
Da queste premesse e dalla lunga tradizione italiana di zuppe a base di legumi, è nato un nuovo ingrediente alimentare a base di proteina di pisello.
Si chiama Nutralys ed è prodotto dall'azienda Roquette.
Si tratta di una proteina ottenuta trasformando e purificando i piselli secchi.
Il prodotto può essere utilizzato come sostitutivo del pasto, come prodotto dietetico per gli sportivi o per chi soffre di celiachia o anche come ingrediente da aggiungere alle ricette. Ma – assicura l'azienda produttrice – non si tratta di un prodotto dal sapore sgradevole e per dimostrarlo ha scomodato nientemeno che lo chef Pietro Leeman che da sempre si ispira alla natura per la sua cucina leggera e gustosa. Lo chef ha, infatti, realizzato una serie di ricette utilizzando proprio la proteina di pisello: dai pizzoccheri, alla maionese di piselli senza uova, all'arrosto vegetariano di seitan e persino al dessert con un tiramisù di yogurt e frutta senza uova.

Prezzemolo pianta aromatica e medicinale

di: Lilly Wolff
Secondo le ricerche il prezzemolo è una pianta medicinale e aromatica, originaria con tutta probabilità della Sardegna.
Si semina in marzo e fiorisce da maggio a giugno ma si raccoglie fino a settembre.
Le foglie contengono notevoli quantità di vitamina C. 20grammi di foglie di prezzemolo al giorno sono sufficiente a proteggere l'organismo dalle malattie infettive, data l'alta concentrazione di vitamina C.
Impiegato speso solo per guarnire i piatti.
Il prezzemolo è una ricca fonte di vitamine e minerali.
Le ultime investigazioni affermano che una tazza piena di prezzemolo contiene più betacarotene (vitamina A) di una grossa carota; ha quasi il doppio di vitamina C di un'arancia e contiene più calcio di una tazza di latte.
A parità di peso contiene anche più ferro del fegato ed è una buona fonte di vitamina B1 e B2.
A livello medicinale il prezzemolo è un potente diuretico, cioè aiuta l'organismo a espellere i liquidi in eccesso.
Mangiarlo fresco è uno dei metodi più efficaci per rinfrescare l'alito.
Pero, in certe situazione come l'inizio della gravidanza può produrre aborto per il suo contenuto di estrogeni.

Prevenzione naturale: è possibile prevenire e curare con il cibo ?

r.s. a cura della redazione ECplanet
Fonte: www.vegetariani.it
Le ricerche compiute negli ultimi anni dimostrano sempre più che i cibi idonei a mantenere un ottimo stato di benessere sono la frutta fresca e tutte le verdure e gli ortaggi mangiati quotidianamente e in abbondanza.
17 giugno 2008 - Aldo Alessi (Insegnante e naturopata - allievo di L. Costacurta)
Frutta e verdura contengono grandi quantità di vitamine antiossidanti (A, C ed E) e biostimoline che neutralizzano i radicali liberi e attivano i processi fisiologici di detossificazione.
Recentemente è stato dimostrato che i BIOFLAVONOIDI (scoperti nel 1930 da uno scienziato ungherese, chiamati anche vitamina C2 o P) presenti nei vegetali, ma soprattutto nella polpa e nella scorza degli agrumi, sono in grado di favorire l'espulsione delle sostanze cancerogene dalle cellule. Attualmente sotto la lente della ricerca ci sono due sostanze presenti nei cavoli, i TIOCIANATI e i DITIOLTIONI, che secondo gli scienziati potrebbero essere le più potenti sostanze antitumorali finora conosciute !
Anche la pectina, contenuta in abbondanza nelle mele, in tutti gli agrumi, nei semi di girasole, ecc., è una sostanza importante per aiutare l'organismo ad espellere particelle radioattive, come lo stronzio 90 e lo iodio 137, presenti nell'ambiente e in molti alimenti soprattutto dopo il disastro nucleare di Chernobyl.
Minerali come il Calcio e il Magnesio esercitano un importante ruolo protettivo contro eventuali radiazioni nocive. L'elenco potrebbe continuare a lungo perché sono tante le sostanze presenti nel mondo vegetale ad avere un ruolo preventivo e curativo.
Di alcune piante tradizionalmente usate con successo a scopo terapeutico si conoscono solo alcuni principi attivi e non sempre si è riusciti a comprendere come questi agiscono nell'organismo. Nella cipolla, ad esempio, sono state isolate circa 150 componenti e solo di una decina si conoscono gli effetti sull'organismo. Secondo gli studiosi di scienza dell'alimentazione, ogni alimento potrebbe essere composto da più di 10.000 sostanze diverse, ma certo non sappiamo quali effetti potrebbero avere sull'organismo: un motivo in più per preferire gli alimenti integrali, poiché nella loro completezza contengono, in giuste dosi, tutto quanto Madre Natura ha saggiamente preparato per noi. Vi sono poi i cereali integrali. La capacità preventiva e in alcuni casi curativa che hanno questi alimenti è dovuta al fatto che essi contengono tutta una gamma di sostanze come vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi, ecc. indispensabili ai processi biofisiologici dell'organismo.
I cereali raffinati, che hanno subito un processo di lavorazione industriale con aggiunta di additivi chimici, non hanno più capacità preventiva e curativa, poiché con la raffinazione hanno perduto gran parte delle sostanze utili al nostro organismo per mantenersi in salute.
La carenza anche di una sola sostanza, se protratta per lungo tempo nella dieta quotidiana, può essere una concausa di squilibri funzionali ed energetici.
Si può affermare che la più semplice ed efficace forma di prevenzione attuabile oggi è il controllo della qualità e quantità di alimenti unito ad uno stile di vita più sano e più vicino alla natura.

sabato 6 dicembre 2008

Asessualità

redazione ECplanet
Questa notizia è stata pubblicata dal periodico “Repubblica online”.
Dopo che il New York Times, ha squarciato il velo sulla comunità degli asessuati pubblicando le loro storie personali, anche in Italia qualcosa si muove.
La sezione italiana dell'Asexual visibility and education network (Aven), ha aperto un forum su internet, unico spazio, fino ad ora, dove hanno potuto incontrarsi e confrontarsi tutti quelli che del sesso proprio non ne vogliono sapere. Una 'web community' di persone che condividono la totale mancanza di attrazione sessuale sia verso un sesso che verso l'altro.
“Non vogliamo fare propaganda - spiega l'amministratrice del forum, sulla trentina, del nord Italia che in rete si presenta come la Vedova Nera, - ma creare un centro di scambio culturale. Siamo uguali agli “altri” in tutto, fuor che nella dimensione sessuale. Vi chiederete, dunque, perché simili individui abbiano bisogno di associarsi e cosa vogliano reclamare.
I problemi nascono, per gente come me, in quanto la società intera pone alla sua base il sesso, da sempre, e lo propone in ogni contesto. L'idea che ci possa essere una persona che rifiuta il sesso offende la sensibilità comune al punto che un ipotetico “asessuale”, secondo un sondaggio, viene definito come “una non-persona”. Senza menzionare le implicazioni religiose”.
Tutto è nato dopo una serie di contatti con David Jay, fondatore di Aven, che ha dato il via libera per la creazione di una sezione italiana del movimento.
Che, attualmente, conta una decina di partecipanti al forum. Aperto da un mese, si augura l'amministratrice, si punta ad ingrossare le fila e in futuro si spera “di poter contare anche sulla collaborazione di medici”.
Come il sessuologo di Mtv Marco Rossi che sugli asessuati sta portando avanti delle ricerche.
Perché il fenomeno delle persone asessuate non è molto studiato dagli scienziati.
C'è chi pensa che una mancanza di desiderio fisico non sia necessariamente una disfunzione o un problema, e chi, come Leonard Derogais, direttore del centro di salute sessuale alla Johns Hopkins University di Baltimora, è molto più critico:
“Il sesso è un istinto naturale, come il bisogno di mangiare o di bere. Queste persone non sono del tutto normali”.
Un'analisi che la Vedova Nera commenta così: “Quelli come me sono considerati 'malati', ma non è così. il mio modo di essere è pienamente realizzato in una vita “senza sesso” e da quando ho scoperto che esiste una comunità internazionale non ho più intenzione di sentirmi in colpa”.
Da questo, alla frequentazione del sito di Jay e alla creazione della filiale italiana, il passo è stato breve.
“A mio modo di vedere lo scopo di AvenItalia nel mondo sessocentrico in cui viviamo è di poter dire liberamente di essere gay, lesbo, trans, bisex, asex o quant'altro senza essere deriso, discriminato o messo in quarantena. Nel suo piccolo questo network può avere il ruolo verso l'esterno di educare alla tolleranza e alla comprensione delle “devianze sessuali” scrive sul forum Petrael da Milano.
Una riflessione accompagnata da una frase di lord Chesterfield che, rivolto al figlio, liquidava l'amplesso: “La posizione è ridicola, il piacere effimero, la fatica tanta”.
Siti correlate all'articolo:
Aven Forum

Donne: la vita sessuale non finisce mica a sessant'anni

di: Johann Rossi Mason
Una ricerca americana ha svelato che 3/4 delle donne di mezza età sono sessualmente attive ed hanno una vita intima soddisfacente.
I 2/3 di esse si dichiarano complessivamente più soddisfatte delle donne più giovani (e di quando erano giovani loro stesse).
All'Università di Tucson in Arizona hanno intervistato sull'argomento più di 2000 donne da 40 a 69 anni e scoperto inoltre che una buona salute mentale è associata ad una soddisfazione sessuale più intensa.
Che il sesso 'non volesse pensieri' era già noto e non mi stupisce affatto che siano proprio le donne più adulte quelle che gioiscono maggiormente dell'intimità.
Meno preoccupate del loro aspetto, più consapevoli, conoscono meglio il proprio corpo e quello del partner. Probabilmente hanno anche imparato a chiedere e a rispondere alle richieste del compagno (il mito dell'uomo Denim è definitivamente tramontato).
Il 71% delle donne intervistate ha avuto rapporti regolari lo scorso anno e il 31% di esse ha rapporti settimanali o comunque regolari. Il 24% invece riferisce qualche problemino, ma questo non impedisce loro di continuare ad amare. I dati, correlati allo status socio-economico ha rivelato che sono le donne più ricche e più istruite a fare più sesso e solo 1/3 di esse ha nel tempo sviluppato una perdita di interesse.
Mi sembra un bilancio molto positivo.
D'altro canto la vita media delle donne è di 82 anni, almeno in Italia e molte di loro dopo la menopausa si sentono più rilassate, hanno maggiore consapevolezza del proprio piacere. Il sesso fa bene anche alla mente, durante il rapporto infatti vengono secreti ormoni del benessere, e ossitocina, il neurotrasmettitore responsabile dell'attaccamento.
È proprio per questa ragione che una coppia, anche di lungo corso, che fa l'amore con regolarità cementa l'unione.
Non solo, le donne si prendono più cura di loro stesse, sono più consapevoli della loro bellezza, Jane Fonda a 68 anni è più bella e affascinante che mai, Rachel Welch idem...certo, magari hanno spianato qualche rughetta, perché no, ma la luce nei loro occhi non gliela può dare nessun chirurgo e sfido qualsiasi uomo a non trovarle assolutamente attraenti e desiderabili

Sesso-dipendenti

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Oltre un milione di italiani in età adulta è affetto da dipendenza da sesso. La stima è della Società italiana di intervento sulle patologie compulsive (Siipac) che definisce i sesso-dipendenti “persone che hanno grossi problemi a causa di questo comportamento, al pari della dipendenza da alcol”. Ad essere colpiti da questa patologia - spiega la Siipac - sono indifferentemente maschi e femmine.
Cambiano solo le percentuali: 70-80% per gli uomini contro il 20-30% per le donne.
A livello nazionale la percentuale varia tra l'1 e il 3% della popolazione adulta, un dato che, tradotto in numeri, “confeziona” cifre da capogiro: quasi 1 milione e mezzo di persone ossessionate in Italia dal sesso.
La Società, che si occupa anche di gioco d'azzardo, shopping compulsivo e dipendenza da telefonino, osserva che in campo sessuale la dipendenza si sviluppa in 3 fasi progressive.
1- Si comincia col masturbarsi in modo ossessivo, passando al sesso per telefono fino al feticismo.
2-Nella seconda fase si susseguono le telefonate oscene a persone sconosciute, l'esibizionismo, il voyeurismo fino alle molestie sessuali sul luogo di lavoro.
3-Terza fase: sesso con minorenni, sesso con adulti sotto effetto di droghe o colpite da handicap. Infine, sesso con pazienti o dipendenti.
Naturalmente c'è anche una terapia che prevede l'assoluta astinenza dal sesso per almeno 90 giorni e poi un approfondito lavoro di analisi assieme ai terapeuti.

Impotenza maschile e biotecnologia

r.s. a cura della redazione ECplanet
L'impotenza nel 2025 toccherà ben 322 milioni di uomini: ma un aiuto arriverà dalla biotecnologia con innesti o protesi di terza generazione se non funzionano le terapie farmacologiche.

È quanto riporta il 'Journal of Urology' e le stime vengono dall' VIII Congresso Europeo sulla Medicina Sessuale svoltosi a Copenhagen. In Italia, il mercato dei prodotti per l'impotenza, ha sfiorato, nel 2002, i 2 milioni di pezzi venduti generando un guadagno di oltre 52 milioni di euro.

Tra questi prodotti, anche le protesi peniene che, grazie alle biotecnologie, si stanno ritagliando una parte importante all'interno del settore in quanto il 'Drug resistant erectile dysfunction', ossia Disfunzione Erettile resistente ai medicinali, è in aumento: ogni mese sono 100mila gli uomini che non rispondono ai farmaci.

In Italia, si contano circa 900mila gli uomini che soffrono di disfunzione erettile e che non possono essere curati attraverso la somministrazione di pillole. La medicina protesica, negli ultimi 20 anni, ha fatto balzi da gigante per rispondere alle esigenze della sessualità maschile. “Le biotecnologie hanno recentemente fatto ulteriori passi in avanti nell'area della protesica peniena, affrontando due importanti aspetti legati ai nuovi modelli: maggior praticità d'uso e maggiore sicurezza”, dice Edoardo Pescatori, responsabile dell'unità di andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena. Secondo l' “Annals of Surgey”, l'invecchiamento della popolazione porterà un aumento del 35% negli interventi urologici entro il 2020. Nonostante queste premesse, “il numero di impianti protesici è ancora relativamente basso - aggiunge Pescatori - C'è poca consapevolezza sia dei pazienti sia dei medici di base del trattamento soddisfacente che si può ottenere con un impianto protesico”.

Nel 2001, in Italia erano state richieste 410 protesi.

Nel 2006, gli interventi di chirurgia protesica sono stati 1.200 (lo 0,4% della popolazione maschile affetta da DE). “La domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: chi si interesserà dei fallimenti delle terapie mediche ?”, s'interrogano gli andrologi europei che domenica si riuniranno a Bruxelles per l' XI Congresso della Società Europea di Medicina Sessuale per sensibilizzare le problematiche legate alla sessualità maschile.

“Le aziende leader nel settore della protesica andrologica - conclude Pescatori - hanno lavorato per rendere più naturale e sicura possibile la sessualità di chi necessita di questa strategia terapeutica. Oggi, i problemi meccanici e le infezioni, già esigue, sono ulteriormente diminuiti”.

venerdì 5 dicembre 2008

Un test per prevedere quando una donna andrà in menopausa

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Altro che organizzare e pianificare la propria vita.
Un nuovo test è in grado di predire quando una donna andrà in menopausa, in modo da permetterle di 'progettare' con sicurezza quando avere un figlio. I
l nuovo strumento, messo a punto da un gruppo di scienziati della University of Michigan, è stato descritto sulla pagine del quotidiano britannico Daily Mail.
Il test, in pratica, riuscirebbe a offrire alle donne una sorta di 'tabella di marcia' nella costruzione di una famiglia partendo dall'analisi dei livelli di ormoni presenti nel sangue.
Per arrivare a questo risultato gli scienziati, coordinati da Maryfran Sowers, hanno studiato la vita riproduttiva di oltre 600 donne.
Ebbene, hanno scoperto che i cambiamenti nell'ormone 'anti-mulleriano' (Amh), nell'ormone 'follicolo-stimolante' (Fsh) e nelle concentrazioni dell'inibina B' possono aiutare a predire l'arrivo della menopausa.
“Le informazioni - ha spiegato Sowers - forniscono una roadmap sulla progressione della vita riproduttiva, in base a diversi elementi”.
Per lo scienziato si tratta davvero di una scoperta utilissima. “La gente vuole realmente avere delle informazioni - ha detto - sul tempo a disposizione fino all'ultimo ciclo mestruale”.
In sintesi il test funziona così: misura i livelli di ormoni coinvolti nella fertilità di una donna, li combina con l'età e predice quanto tempo rimane prima che la donna entri in menopausa. “Finalmente abbiamo abbastanza numeri sulle donne - ha spiegato Sowers - che abbiamo valutato in lungo periodo di tempo per descrivere il processo di invecchiamento riproduttivo”.

Bere per dimenticare ? Non funziona, anzi acutizza il ricordo sgradevole

Fonte: Fonte: salute.agi.it
tratto da echplanet.com
La vecchia usanza di “bere per dimenticare” è sbagliata. Qualsiasi problema ci porti ad “alzare il gomito” non andrà nel dimenticatoio della nostra mente, ma sarà invece acutizzato. Una ricerca condotta dall' Università del Sussex in Gran Bretagna ha infatti dimostrato che se se si beve per allontanare brutti ricordi ed esperienze spiacevoli, questi, invece di sparire, resteranno con noi più a lungo.
Gli effetti momentanei dell'alcol sull'umore sono risaputi da tutti: riduce l'ansia, facilita le relazioni e fa ci stare allegri.
Ma gli effetti sulla memoria sono meno conosciuti, “la ricerca potrebbe essere utile per spiegare il perché si crea una così forte dipendenza”, ha dichiarato Teodora Duka dell'Università del Sussex durante il convegno della scienza della British Association all'Università di Liverpool.
Test sulla memoria, fatti su alcuni volontari, hanno evidenziato come il ricordo di immagini prima, durante e dopo il consumo di alcolici venga modificato nella memoria: “Prima di abusarne l'alcol facilita il ricordo di eventi positivi - spiega Duka - e pregiudica invece il vissuto emotivo negativo dopo il consumo, facilitando il ricordo di esperienze vissute prima”. “Inoltre è stato dimostrato - conclude Duka - che l'alcol aumenta, soprattutto nelle donne, il rischio di prendere decisioni impulsive e di non riuscire a trattenere risposte inappropriate”.

Ecco come si fa a far passare il singhiozzo a un neonato

Fonte: takecareblog.libero.it
Il singhiozzo è causato da una contrazione involontaria del diaframma (il muscolo a forma di cupola che separa la cavità toracica da quella addominale). Ci sono piccoli accorgimenti per aiutare il neonato a farlo passare più in fretta.
- Dargli da bere alcune gocce di acqua tiepida con il cucchiaino.
- Tenere il bambino con la schiena dritta per qualche minuto, se il singhiozzo compare durante la poppata.
- Dargli il seno o il biberon. Il ritmo della deglutizione, regolarizzerà la respirazione e farà scomparire il disturbo.
- Sfiorare con un dito il nasino del bambino per favorire lo starnuto. Il diaframma si distenderà eliminando il singhiozzo.

La prevenzione fa risparmiare

r.s. a cura della redazione ECplanet
Fino a 3 miliardi di euro all'anno il possibile risparmio di un'efficace prevenzione cardiovascolare e d'interventi mirati per la riduzione del colesterolo. Secondo uno studio promosso dalla Fondazione SIMG con un adeguato controllo della ipercolesterolomia, le Regioni potrebbero realizzare ogni anno risparmi fino a 3,3 miliardi di euro nel 2010 e 4,5 miliardi nel 2040.
continua....

giovedì 4 dicembre 2008

Ginnastica per il cervello

di: Donata Allegri
Il cervello umano contiene qualcosa come 100 miliardi di neuroni, le unità funzionali deputate alla trasmissione ed alla elaborazione dei segnali elettrici e chimici all'interno del nostro organismo.
Queste cellule neuronali sono interconnesse tra di loro grazie alla presenza di un'infinità di sinapsi, piccolissime strutture nervose il cui numero è così grande da raggiungere i 100-1000 trilioni di unità.
Fino a poco tempo fa si riteneva che il cervello fosse un organo «rigido» e si pensava che le sue cellule non fossero più in grado di riprodursi dopo la nascita.
Ora, invece, si è visto che le cellule dell'ippocampo, area decisiva per l'apprendimento e per la memoria, si rigenerano e che il sistema nervoso centrale è notevolmente plastico, progettato per risolvere problemi.
Più ci si allena sottoponendo nuovo lavoro al cervello, più si impara a risolvere ogni problema, inestricabile solo in apparenza, e solo per un cervello non sufficientemente allenato.
Il cervello è notevolmente plastico nella prima infanzia dell'uomo e questa proprietà è mantenuta, anche se in scala ridotta, nell'adulto.
Lo sviluppo del cervello è in parte guidato dai geni e in parte dall'esperienza; la parte di sviluppo dovuta principalmente ai geni non offre libertà di intervento all'individuo.
Con la nascita e quindi l'esperienza sensoriale, si apre la libertà dell'individuo a cambiare, nei limiti permessi dai geni, la propria struttura nervosa e qui sta qui la nostra libertà di essere diversi.
Antonio Malgaroli, docente di fisiologia umana all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, afferma che da tempo si sa che si possono modificare i collegamenti fra due zone cerebrali, a seconda dell’attività.
Da questo è nato lo studio di regole comportamentali e neurobiologiche per sfruttare meglio le capacità del cervello. Lawrence Katz, neurobiologo della Duke University, sostiene che se per avere un corpo tonico basta allenarsi con la ginnastica, anche per il cervello occorre un tipo di ginnastica mentale chiamata neurobica.
Lawrence Katz
La Neurobica insegna ad utilizzare al massimo le enormi potenzialità del proprio cervello, di cui la maggioranza degli esseri umani sfrutta solo una minima parte, lasciando praticamente inoperoso il 90% della propria capacità cerebrale.
Si è anche scoperto che il calo delle prestazioni mentali dovuto all'età, non sembra causato dalla morte progressiva dei neuroni bensì alla riduzione dei collegamenti fra di essi.
Un uso pigro del cervello e la vecchiaia atrofizzano le fibre su cui corrono le informazioni tra le cellule cerebrali.
Le neurotrofine sono sostanze nutritive naturali che favoriscono lo sviluppo di queste fibre, le quali, se stimolate, diventano più grandi e numerose, aumentando i punti di collegamento fra sinapsi e quindi la velocità di trasmissione degli impulsi.
La quantità di neurotrofine prodotte dal cervello dipende dal tipo di attività, e con l’apprendimento si stimolano e si potenziano, aumentando di conseguenza le capacità intellettive.
Lamberto Maffei, direttore dell'istituto di Neurologia del Cnr a Pisa, afferma che nei giocolieri si sviluppa la porzione di corteccia motoria coinvolta nel controllo degli esercizi.
Afferma inoltre che è possibile anche riaprire connessioni «silenti» perché poco usate.
In pratica per sfruttare al meglio le nostre capacità bisogna condurre una vita varia, con molti interessi, per accendere circuiti che richiedono impegno, sforzo ed attività cosciente.
Istituzioni scientifiche citate nell'articolo:
Duke University Università Vita-Salute San Raffaele

mercoledì 3 dicembre 2008

Se avete problemi di cellulite allora il Frassino è la pianta che fa per voi

Fonte: takecareblog.libero.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Le sue foglie hanno proprietà diuretiche e antinfiammatorie. Merito di sostanze come la fraxoside, l' acido malico e il mannitolo, la cui azione drenante è resa ancora più efficace dal potassio presente nella pianta.
Svolge in più una delicatissima azione lassativa.
La sua corteccia invece è ricca di tannini, polifenoli e cumarine, tutte sostanze ad azione antinfiammatoria e analgesica.

Problemi di cellulite e gonfiori alle gambe: lasciate in infusione 1 cucchiaino di foglie di Frassino in una tazza di acqua bollente.
Fate riposare dieci minuti e bevetene tre tazze al giorno da 20 minuti prima dei pasti.
Per disintossicarsi, combattere la stitichezza e la ritenzione idrica:
mettere un cucchiaino abbondante di foglie tritate in una tazza d'acqua bollente.
Lasciate in infusione per dieci minuti, filtrate e bevetene tre tazze al giorno.

martedì 2 dicembre 2008

La cipolla che guarisce cicatrici e cheloidi

Tratto da: takecareblog.libero.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Le cipolle potrebbero essere un valido aiuto in campo estetico/dermatologico.
Possono essere utilizzate per quelle ferite che, riparandosi in maniera eccessiva, danno luogo a una cicatrice “ipertrofica” o a un cheloide. Ricercatori del Dipartimento di Chirurgia Plastica della Karaelmas University in Turchia stanno sperimentando un nuovo gel a base di estratto di cipolla da utilizzare per le cicatrici.
Allo studio hanno partecipato 60 persone suddive in tre gruppi: uno veniva trattato con solo gel di cipolla, uno con gel di silicone e uno con entrambi i prodotti.
Dopo 6 mesi di trattamento si è visto che chi era stato trattato con solo gel di cipolla aveva visto una forte riduzione dell'arrossamento cutaneo, chi era stato trattato con gel di silicone aveva visto ridurre l'altezza della cicatrice.
I migliori risultati invece si sono avuti in chi aveva usato entrambi i prodotti.
La cipolla ha potere battericida, ipoglicemizzante, ipocolesterolemizzante, e ha dimostrato avere attività protettiva nei confronti di alcuni tipi di tumori del colon. E per finire una ricetta della nonna per il raffreddore a base di cipolle.
Fonte: www.ncbi.nlm.nih.gov

Soffri per amore ? tutta colpa della corticotropina

Fonte: www.dgmag.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Sarebbe stata scoperta la molecola che porta a soffrire per amore: lo studio è di Oliver Bosch dell'Università di Regensburg, in Germania, ed è stato pubblicato da Neuropsychopharmacology.
Nello specifico sono stati studiati maschi di arvicole di prateria, una specie di mammifero monogoma, che tiene molto al “rapporto di coppia”: i ricercatori hanno voluto indagare cosa succede nel cervello dell'arvicola quando lo si separa dal partner ma anche da compagni del gruppo con cui magari ha solo un rapporto di parentela.
In concomitanza con l'insorgere di comportamenti depressivi e di avversione che compaiono nel maschio in seguito alla separazione dalla propria femmina, nel cervello del maschio abbandonato aumenta il livello di un agente chimico, il fattore di rilascio della corticotropina.
Gli esperti hanno poi notato che bloccando l'attività di questa molecola con inibitori chimici, i sintomi legati all'abbandono scompaiono; la corticotropina, concludono i ricercatori, anche negli umani potrebbe avere un ruolo fondamentale nell'innescare il dolore o la sofferenza per amore.
Data articolo: ottobre 2008

lunedì 1 dicembre 2008

1 Dicembre 2008: i dati italiani dell'infezione da HIV

ANCHE NEL NOSTRO PAESE SI ABBASSA LA PERCEZIONE DEL RISCHIO.
LA TRASMISSIONE SESSUALE SI CONFERMA ESSERE LA PRIMA CAUSA DELL'INFEZIONE DA HIV.
CONTINUA L'ASSENZA DI UNA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE E DI PREVENZIONE VERSO LA POPOLAZIONE GIOVANILE, PER LA PROMOZIONE DI RAPPORTI SESSUALI PROTETTI.

ANCORA MORALISTI SENZA MORALE A DECIDERE SULLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE.

PROMUOVIAMO L'ATTO SESSUALE COME ATTO DI AMORE VERSO L'ALTRO...PROMUOVIAMO L'USO DEL PROFILATTICO!

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Il primo dicembre è la Giornata mondiale per la lotta all'Aids. Le stime del 2007 parlano di 33,2 milioni di persone colpite da Aids, di cui 2,1 milioni sono bambini di età inferiore ai 15 anni. Secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità, aggiornati al 31 dicembre 2007, in Italia si verificano 4 mila nuove infezioni l'anno: dall'inizio dell'epidemia all'anno scorso sono 59.500 i malati di Aids: la regione in assoluto più colpita è la Lombardia, mentre nell'ultimo anno il tasso d'incidenza più elevato è stato quello del Lazio.
In Italia vivono 24 mila persone con l'Hiv e i nuovi casi della popolazione straniera incidono per il 20% del totale. Attualmente la via di trasmissione del virus è quasi esclusivamente quella sessuale: scende progressivamente, infatti, il numero dei tossicodipendenti che diventa sieropositivo, come il numero dei bambini che si infettano dalle madri. A Torino, presso il centro congressi Lingotto, si tiene il secondo meeting nazionale dell'associazione Nps (Network persone sieropositive).
Secondo i dati di un sondaggio realizzato dalla Swg per conto di Nps, l'Aids sembra fare meno paura agli italiani: nel 1991, a dieci anni esatti di distanza dalle prime notizie sull'Hiv, gli italiani che la mettevano al primo posto tra le loro paure erano uno su cinque: ora, invece dopo diciassette anni, sono rimasti solo il 4,8.
Dal 1987 al 2004 la Giornata è stata organizzata dall'Unaids, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della lotta alla malattia; dal 2005 l'Unaids ha demandato la responsabilità dell'organizzazione alla Wac (World Aids Campaign), organizzazione indipendente che ha scelto per la Giornata, fino al 2010, il tema sintetizzato dallo slogan “Stop Aids: keep the promise” (Fermare l'Aids: manteniamo la promessa). Sempre secondo il sondaggio commissionato da Nps, gli italiani considerano l'Aids il terzo fattore di morte nel mondo (mentre in realtà causa il 4,9% dei decessi), ma la temono come malattia solo il 6%. Inoltre, mentre il 64% ritiene che l'Aids abbia modificato la vita sessuale delle persone, solo il 25% dichiara di aver modificato le proprie abitudini sessuali.
Come rivela il 69% degli intervistati, l'Aids non fa più notizia.
La Lila (Lega italiana per la lotta all'Aids), associazione nata nel 1987, ribadisce la necessità, in una lettera aperta inviata nei giorni scorsi al sottosegretario Fazio, “di adeguate campagne informative, di garanzie concrete dei diritti delle persone sieropositive, di leggi che non discriminino ma facilitino la prevenzione”, chiedendo che la Giornata dell'1 dicembre sia “un concreto richiamo all'azione e non un momento celebrativo”. In questa giornata molte iniziative su tutto il territorio nazionale: l'Anlaids (Associazione nazionale per la lotta all'Aids), insieme ad altre associazioni, allestisce in tredici piazze italiane gazebo informativi dove verranno fornite corrette informazioni sulla trsmissione del virus e sul test. A Roma, in Campidoglio, il convegno “Stop Aids: mantieni la promessa”, presso l'aula Giulio Cesare, con il sindaco Gianni Alemanno, il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio e il professor Fernando Aiuti.
Data articolo: novembre 2008

domenica 30 novembre 2008

Aids e eterosessualità:IL PROFILATTICO SI CONFERMA IL MIGLIOR AMICO DELLA COPPIA

PER NON DIMENTICARE
Eravamo all'inizio degli anni '80 quando una doccia ghiacciata si abbattè sulla comunità gay internazionale:un virus stava decimando la popolazione omosessuale del Nord America, il virus in questione era responsabile dell'immunodeficienza che lasciava così esposto l'organismo al contagio di batteri e virus alcuni dei quali di per sè non letali, ma in questa particolare circostanza diventavano un Cavallo di Troia per agenti patogeni più aggressivi.
Nel 1985-86 anche l'Italia conosce le prime morti riconducibili alla Sindrome da Immunofecienza Acquisita, meglio nota con l'acronimo inglese AIDS.
Come si intervenne?
Si incominciò una campagna di terrorismo mediatico che invece di evidenziare i COMPORTAMENTI A RISCHIO (rapporti sessuali non protetti, scambio di siringhe, uso promiscuo di strumenti per l'igiene personale, trasfusioni sanguigne e di emoderivati non controllati), pose l'enfasi sui GRUPPI A RISCHIO DI INFEZIONE HIV:OMOSESSUALI E TOSSICODIPENDENTI, mentre sugli EMOFILIACI infettati grazie alla speculazione sanitaria su SANGUE ed EMODERIVATI, (in cui fu coinvolto il GOTA della Sanità pubblica e privata:vi ricordate della liaison dangereuse tra Poggiolini e il Ministro della Salute On.De Lorenzo) si stese un velo pietoso.
Sarebbe stato sufficiente dire solo TRE parole per evitare l'ecatombe di dolore, sofferenza di uomini e donne affetti da HIV-AIDS:PRESERVATIVO, SIRINGHE STERILI, TEST HIV SU SANGUE ED EMODERIVATI.
Nel 1986 il Ministro della Salute On.Donat Cattin inviò una lettera a tutti coloro che risultavano single all'anagrafe, (evidentemente stimati più a rischio di promiscuità sessuale) e con toni paterni consigliò loro di astenersi dai rapporti sessuali promiscui e dal far uso di droga.
Mentre forze sedicenti cristiano - cattoliche mettevano l'accento sul meritato castigo sceso su coloro che si erano perduti nella fornicazione e nei rapporti contro natura.
Perchè il messaggio sfosse chiaro:
l'AIDS si contrae perchè si è PUTTANE, FROCI e/o DROGATI!
Paradossalmente spettò proprio alla comunità gay ed ai comitati per i diritti delle prostitute, a coordinare, addossandosene tutti gli oneri morali e materiali, la campagna di informazione e di prevenzione per fronteggiare l'infezione HIV, distribuendo depliants informativi, preservativi, gel lubrificanti e siringhe sterili ed occupandosi di organizzare gruppi di self help tra sieropositivi
La Regione Toscana che a parole non è certo tra le più bigotte aspettò sino al 1992 per approntare una campagna di prevenzione centrata sull'uso del profilattico e di siringhe sterili.
In questi anni la percezione del rischio è calata, di AIDS non si muore più, ci sono i farmaci...in quanto al vaccino non se ne parla, non è conveniente, meglio vendere gli anti-retrovirali che portano a spendere qualche migliaia di dollari al mese per ogni persona HIV+.
Ma come procede la pandemia?
A 27 anni dalla prima morte attribuita all'infezione HIV-AIDS avvenuta negli Satti Uniti, non si è fatta molta strada come ci conferma l'articolo che segue a cura di Johann Rossi Mason.
Più di un terzo degli americani recentemente infettati dal virus HIV lo ha contratto da partner eterosessuali.
Lo ha annunciato uno studio federale che ha raccolto i dati in 29 stati (anche se la lista non ne include alcuni di grandi dimensioni come California, Illinois, New York e Texas)
Si tratta comunque del primo studio su larga scala che non misura la prevalenza dell'Aids ma la modalità di infezione.
I ricercatori hanno esaminato le statistiche dal 1999 al 2002 delle infezioni da HIV e hanno individuato che il 35% dei 101mila casi studiati è stato contratto con rapporti etero HIV positivi o persone ad alto rischio come i tossicodipendenti da eroina. Di questi il 74% era nero, il 15% bianco e il 64% era rappresentato da donne. Tra i ragazzi di età compresa tra i 13 e i 19 anni l’89% dei casi di infezione tra eterosessuali interessa le ragazze e le giovani donne di colore appaiono essere a più alto rischio, insieme agli adulti dai 30 ai 40 anni. Nei fatti anche altri studi suggeriscono che meno della metà di tutte le nuove diagnosi dei casi di Aids negli USA non si riscontrano tra gay o bisessuali ma proprio in soggetti etero.
Nel mondo, quindi, questa è una malattia che interessa gli eterosessuali e credere il contrario è un grosso errore di valutazione.
“Le persone etero ne sono colpite per il 90% se non di più” afferma il dottor Michael Horberg, direttore dell'HIV/Aids per il Kaiser Permanent Health Plan “Nel nostro paese si tratta di un gruppo che sta crescendo rapidamente”.
Dice Frank Edward Myers III, epidemiologo al Mercy Hospital di San Diego (una delle città a più alta rappresentanza di omosessuali) “Questi dati ci offrono una istantanea dell'andamento epidemiologico dell'infezione. Sono numeri che riflettono quello che abbiamo sempre saputo e che purtroppo ci confermano una scarsa consapevolezza del fenomeno tra gli etero.
Il problema è in crescita tra le donne di colore e gli uomini corrono un rischio nettamente inferiore.
Per le donne è più facile contrarre il virus perché lo ‘ricevono’ dal partner, la loro anatomia prevede maggiori superfici di contatto, maggiori rischi di lesioni accidentali delle mucose e tessuti più sensibili e ricettivi.
Tra l’altro i partner spesso rifiutano di indossare il preservativo e mettono le donne in pericolo”.
Ma i ricercatori americani sospettano anche che le giovani donne vengano contagiate a seguito di rapporti omosessuali segreti dei loro partner abituali.
In termini di prevenzione il preservativo continua ad essere il miglior presidio disponibile, oltre ad una educazione al sesso sicuro e ad una maggiore emancipazione femminile, che porti le donne più giovani a domandare esplicitamente metodi di protezione.
Le creme microbicide attualmente in sviluppo potranno aiutare le donne a proteggersi attivamente senza dover far leva sul partner.

Aglio amico del cuore

r.s. a cura della redazione ECplanet
C'è il problema olfatto, che mette a dura prova chi ci circonda, ma l’aglio si conferma un integratore naturale salvavita: una piccola dose giornaliera è infatti efficace tanto quanto un farmaco nell’abbassare la pressione alta, anticamera di gravi problemi cardiovascolari.
Lo garantisce un’analisi effettuata da alcuni ricercatori dell' Università di Adelaide (Australia) su undici studi internazionali sul tema.
Gli studiosi - che scrivono sulla rivista Bmc Cardiovascular Disorders - si sono accorti che, assumendo polvere di aglio per tre-cinque mesi di seguito, la pressione si abbassa notevolmente soprattutto in chi, prima di iniziare l'esperimento, era iperteso. In alcuni casi, l'effetto raggiunto è stato del tutto sovrapponibile a quello ottenuto seguendo terapie farmacologiche con Ace-inibitori o betabloccanti. Il principio antipertensivo è l'allicina
Il principio attivo antipertensivo di uno dei condimenti più noti è l'allicina, sostanza che dona anche quel tipico sapore pungente all’aglio.
Per i test scientifici sono stati somministrati fra i 600 e i 900 mg di aglio al giorno, cioè dai 3,6 e i 5,4 mg di allicina. Ma è utile sapere che una testa d’aglio fresca contiene fra i 5 e i 9 mg di principio attivo antipertensivo.
Quest'estate via libera dunque a bruschette o insalate di pasta altamente aromatiche: è tutta salute.
Fonte: www.lastampa.it
Data articolo: agosto 2008