di: Alessio Mannucci
“I grandi non possono esistere senza i piccoli ed i piccoli senza i grandi” (“Aiace”, Sofocle).
Non siamo soli su questo pianeta.
La maggiorparte delle cellule del nostro corpo non sono umane. Sono batteriche.
Siamo dei “superorganismi” che camminano.
Dato che i nostri corpi sono composti da diversi trilioni di cellule, in qualche modo potremo definirci come organismi ibridi “alieno-umani”. Dalle invisibili fibre di funghi in attesa di germogliare tra le nostre dita, ai chili di materia batterica delle nostre budella, conglomerati altamente complessi di cellule umane, batteri, funghi e virus si nutrono cannibalizzandosi a vicenda.
Non è una novità, è il paradigma sistemico emerso negli anni Sessanta, è il microcosmo endosimbiotico di Lynn Margulis. Ma è stato ribadito recentemente dall'Imperial College di Londra in una pubblicazione di Nature Biotechnology dell'ottobre 2004 che descrive minuziosamente come i microbi interagiscono con il corpo. In fondo, è proprio in base a questo criterio di super-organizzazione che si orientano oggi tutte le maggiori ricerche in campo medico-scientifico per cercare di sviluppare nuovi farmaci e nuove cure in grado di rispondere efficacemente alle risposte e variazioni della fauna microbica.
Gli scienziati si concentrano sui batteri.
Nel nostro corpo esistono più di 500 diverse specie di batteri, più di 100 trilioni di cellule. Per nostra fortuna, i batteri sono interamente commensali, dividono con noi la tavola, si cibano del nostro stesso cibo, e non procurano alcun danno. Invero, sono più che altro benefici, poiché ci proteggono dalle infezioni interagendo con il sistema immunitario.
Jeremy Nicholson, professore di chimica biologica all'Imperial College, a capo dello studio, ritiene che in base alle informazioni ricavate dalle sequenze genomiche si potrà presto capire come la produzione batterica di geni sia influenzata dalle condizioni ambientali in relazione alle malattie.
“Il genoma umano fornisce solo scarsa informazione”, dice Nicholson, “abbiamo bisogno ancora di ulteriori ricerche per sviluppare nuovi approcci al trattamento delle malattie genetiche”. Questo articolo è stato pubblicato dal periodico “Wired News” (People Are Human-Bacteria Hybrid).
Una ricerca infinita.
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