venerdì 30 gennaio 2009

EDUCAZIONE SESSISTA E DISAGIO

La Svezia dichiara guerra ai giocattoli sessisti, l' Italia lancia le bambole che piangono, bevono il biberon, fanno il ruttino, mangiano e defecano.
Bimbe alla nursery e maschi a combattere, alla faccia dell'emancipazione
Gli svedesi, beati loro, non vedono tutto rosa / azzurro e non accettano più senza batter ciglio che le bambine siano destinate a essere infiocchettate come piccole damine, mentre i coetanei maschi esprimono la loro naturale aggressività combattendo con i Gormiti - il gioco del momento - o la loro creatività costruendo con i Lego.
Ed è proprio contro il catalogo della Lega che s'è scagliato il Consiglio etico del commercio contro il sessismo nella pubblicità, organismo svedese molto agguerrito che ha preso di mira il messaggio implicitamente sessista insito nel mostrare una bambina che gioca in una cameretta rosa, con i pony, sotto la scritta «Tutto ciò che una principessina potrebbe desiderare...», mentre nella pagina a fianco un maschietto si diverte con i camion dei pompieri.
E chissà come si esprimerebbe il Consiglio svedese, che in questa circostanza ha stigmatizzato la «visione superata dei generi sessuali» e la diffusione di «stereotipi degradanti per l'uomo e per la donna», se passasse sotto esame la tipologia di giocattoli offerte alle bambine (e, di conseguenza, ai maschi) nel nostro Paese.
Nonostante vivano in mondo profondamente diverse da quello dei loro nonni e anche dei loro genitori, i bambini di oggi giocano sempre nello stesso modo: le piccole casalinghe e mammine da un lato, gli ingegneri e guerrieri dall'altro. L'unica differenza sta nell'innovazione delle bambole attuali, che del realismo hanno fatto un'arte, come dimostra l'artigianato sempre più fiorente delle bambole in tutto simili a veri neonati (le Reborn babies: celebri quelle dell'artista Deborah King).
Poi ci sono le bambole tradizionali che non si limitano più ad avere i tipici occhi sbarrati e l'espressione attonita.
I nuovi bambolotti sono più somiglianti a un bambino vero, muovono la testa e la bocca, ridono contenti quando gli si fa il solletico sul pancino, chiedono il biberon, bevono, fanno il ruttino, piangono per le coliche gassose e tornano a sorridere se gli si fa le coccole e gli si dà colpetti sulla schiena.
Ma non è finita qui.
Per abituare le future mamme alle loro incombenze adulte, le bambole fanno la pipì. E se non basta, per 70 euro si può portare a casa una bambola che mangia una pappa in dotazione nella confezione e fa la cacca (di un colore alquanto giallognolo, pare). All'acquisto ci sono due pannolini in regalo, gli altri invece si acquistano in confezioni da cinque, al costo di 4,90 euro, a meno di lasciar digiuna la bambola per evitare il salasso. Sempre che il bambolotto non si metta a piangere disperato, a un certo punto, per lo stomaco vuoto.
Sarebbe molto educativo regalare ai maschietti un bambolotto del genere, forse aiuterebbe loro a comprendere meglio l'importanza delle cure parentali e magari si inizierebbe ad educare anche i futuri padri ad una genitorialità condivisa.

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