Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Un team di scienziati britannici ha sviluppato un materiale che si inietta nelle ossa rotte, dove indurisce in pochi minuti, curando le fratture.
r.s. a cura della redazione ECplanet
Un team di scienziati britannici ha sviluppato un materiale che si inietta nelle ossa rotte, dove indurisce in pochi minuti, curando le fratture.
La sostanza, simile a dentifricio, forma una sorta di sostegno biodegradabile sul quale ricresce l'osso fratturato.
Gli scienziati che hanno inventato questo materiale, della Nottingham University, sostengono che potrebbe evitare in molti casi l'uso delle protesi.
Il team è attualmente al lavoro per avviare i trial clinici in Gran Bretagna e pensa che l'innovazione diventerà di uso comune negli Stati Uniti entro i prossimi 18 mesi.
Il team è attualmente al lavoro per avviare i trial clinici in Gran Bretagna e pensa che l'innovazione diventerà di uso comune negli Stati Uniti entro i prossimi 18 mesi.
Questo "osso iniettabile" ha vinto un prestigioso premio per l'innovazione medica la scorsa settimana ed è parto della mente del Professor Kevin Shakesheff, della University of Nottingham.
Il suo vantaggio rispetto ai tradizionali cementi per ossa è nel processo con cui indurisce. Mentre i cementi convenzionali emettono calore indurendo, uccidendo le cellule circostanti, questo polimero non produce lo stesso effetto.
A temperatura ambiente, il materiale ha la consistenza del dentifricio; quando sale alla temperatura del corpo, si indurisce. Il Professor Shakesheff spiega che è facile iniettarlo nel punto esatto dove si trova la frattura senza incisione chirurgica, a differenza di quanto accade per le protesi. “Non solo non occorre l'intervento chirurgico”, ha detto il Professore, “ma il paziente non resta con l'area danneggiata”.
Basterà inserire l'ago, iniettare il polimero dove è necessario e poi lì, col calore del corpo, il materiale si indurisce, ma senza uccidere le cellule circostanti, che continuano a crescere normalmente. Restano alcuni limiti da superare: anche se il polimero in pochi minuti diventa duro con un osso vero, il collegamento tra il polimero e il vecchio osso è più debole; per esempio, una frattura alla gamba curata in questo modo avrebbe comunque bisogno di chiodi metallici per evitare che le parti si separino quando il paziente cammina.
Tuttavia per il team della Nottingham l'invenzione ha grande potenziale, soprattutto nei casi in cui occorre un supporto per sostenere la crescita di nuove cellule nel corpo; molti ortopedici hanno commentato la notizia entusiasti.
A temperatura ambiente, il materiale ha la consistenza del dentifricio; quando sale alla temperatura del corpo, si indurisce. Il Professor Shakesheff spiega che è facile iniettarlo nel punto esatto dove si trova la frattura senza incisione chirurgica, a differenza di quanto accade per le protesi. “Non solo non occorre l'intervento chirurgico”, ha detto il Professore, “ma il paziente non resta con l'area danneggiata”.
Basterà inserire l'ago, iniettare il polimero dove è necessario e poi lì, col calore del corpo, il materiale si indurisce, ma senza uccidere le cellule circostanti, che continuano a crescere normalmente. Restano alcuni limiti da superare: anche se il polimero in pochi minuti diventa duro con un osso vero, il collegamento tra il polimero e il vecchio osso è più debole; per esempio, una frattura alla gamba curata in questo modo avrebbe comunque bisogno di chiodi metallici per evitare che le parti si separino quando il paziente cammina.
Tuttavia per il team della Nottingham l'invenzione ha grande potenziale, soprattutto nei casi in cui occorre un supporto per sostenere la crescita di nuove cellule nel corpo; molti ortopedici hanno commentato la notizia entusiasti.
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