di: Donata Allegri
Il cervello umano contiene qualcosa come 100 miliardi di neuroni, le unità funzionali deputate alla trasmissione ed alla elaborazione dei segnali elettrici e chimici all'interno del nostro organismo.
Il cervello umano contiene qualcosa come 100 miliardi di neuroni, le unità funzionali deputate alla trasmissione ed alla elaborazione dei segnali elettrici e chimici all'interno del nostro organismo.
Queste cellule neuronali sono interconnesse tra di loro grazie alla presenza di un'infinità di sinapsi, piccolissime strutture nervose il cui numero è così grande da raggiungere i 100-1000 trilioni di unità.
Fino a poco tempo fa si riteneva che il cervello fosse un organo «rigido» e si pensava che le sue cellule non fossero più in grado di riprodursi dopo la nascita.
Ora, invece, si è visto che le cellule dell'ippocampo, area decisiva per l'apprendimento e per la memoria, si rigenerano e che il sistema nervoso centrale è notevolmente plastico, progettato per risolvere problemi.
Più ci si allena sottoponendo nuovo lavoro al cervello, più si impara a risolvere ogni problema, inestricabile solo in apparenza, e solo per un cervello non sufficientemente allenato.
Il cervello è notevolmente plastico nella prima infanzia dell'uomo e questa proprietà è mantenuta, anche se in scala ridotta, nell'adulto.
Lo sviluppo del cervello è in parte guidato dai geni e in parte dall'esperienza; la parte di sviluppo dovuta principalmente ai geni non offre libertà di intervento all'individuo.
Con la nascita e quindi l'esperienza sensoriale, si apre la libertà dell'individuo a cambiare, nei limiti permessi dai geni, la propria struttura nervosa e qui sta qui la nostra libertà di essere diversi.
Antonio Malgaroli, docente di fisiologia umana all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, afferma che da tempo si sa che si possono modificare i collegamenti fra due zone cerebrali, a seconda dell’attività.
Da questo è nato lo studio di regole comportamentali e neurobiologiche per sfruttare meglio le capacità del cervello. Lawrence Katz, neurobiologo della Duke University, sostiene che se per avere un corpo tonico basta allenarsi con la ginnastica, anche per il cervello occorre un tipo di ginnastica mentale chiamata neurobica.
Lawrence Katz
La Neurobica insegna ad utilizzare al massimo le enormi potenzialità del proprio cervello, di cui la maggioranza degli esseri umani sfrutta solo una minima parte, lasciando praticamente inoperoso il 90% della propria capacità cerebrale.
Lawrence Katz
La Neurobica insegna ad utilizzare al massimo le enormi potenzialità del proprio cervello, di cui la maggioranza degli esseri umani sfrutta solo una minima parte, lasciando praticamente inoperoso il 90% della propria capacità cerebrale.
Si è anche scoperto che il calo delle prestazioni mentali dovuto all'età, non sembra causato dalla morte progressiva dei neuroni bensì alla riduzione dei collegamenti fra di essi.
Un uso pigro del cervello e la vecchiaia atrofizzano le fibre su cui corrono le informazioni tra le cellule cerebrali.
Le neurotrofine sono sostanze nutritive naturali che favoriscono lo sviluppo di queste fibre, le quali, se stimolate, diventano più grandi e numerose, aumentando i punti di collegamento fra sinapsi e quindi la velocità di trasmissione degli impulsi.
La quantità di neurotrofine prodotte dal cervello dipende dal tipo di attività, e con l’apprendimento si stimolano e si potenziano, aumentando di conseguenza le capacità intellettive.
Lamberto Maffei, direttore dell'istituto di Neurologia del Cnr a Pisa, afferma che nei giocolieri si sviluppa la porzione di corteccia motoria coinvolta nel controllo degli esercizi.
Afferma inoltre che è possibile anche riaprire connessioni «silenti» perché poco usate.In pratica per sfruttare al meglio le nostre capacità bisogna condurre una vita varia, con molti interessi, per accendere circuiti che richiedono impegno, sforzo ed attività cosciente.
Istituzioni scientifiche citate nell'articolo:
Duke University Università Vita-Salute San Raffaele
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