di: Donata Allegri
La sociologa Joanna Kempner dell'Università del Michigan assieme ai suoi colleghi hanno condotto un'inchiesta per scoprire in che modo gli scienziati limitino o censurino il proprio lavoro.
La sociologa Joanna Kempner dell'Università del Michigan assieme ai suoi colleghi hanno condotto un'inchiesta per scoprire in che modo gli scienziati limitino o censurino il proprio lavoro.
Per condurre quest'inchiesta hanno intervistato 41 scienziati in tutti i rami della ricerca e con loro hanno affrontato argomenti importanti come cellule staminali, intelligenza, armi, sesso, droga, ecc. Da questo studio è emerso che gli scienziati hanno un'etica personale e sono ben consapevoli di che studi è lecito condurre e quali, invece, susciterebbero sdegno di natura morale. Per molti scienziati una ricerca potrebbe essere considerata proibita se viene ottenuta attraverso mezzi inaccettabili, perché effettuata con esperimenti che mettono in pericolo gli esseri umani, oppure perché si tratta di uno studio sulle armi di distruzione di massa.
Anche le pubblicazioni scientifiche hanno loro proprie regole e rifiutano di pubblicare materiale che pensano che potrebbe essere nocivo alla sicurezza nazionale.
Molti ricercatori si sentono limitati dai controlli formali, ossia dalle leggi del governo e dai codici universitari, mentre altri ritengono che questi controlli forniscono importanti protezioni; tuttavia gli scienziati si sentono più legati e vincolati dalle leggi informali, ossia da quelle non scritte, per esempio dalla minaccia di sanzioni sociali.
A volte una ricerca può essere promossa o bloccata per interessi commerciali, ad esempio quando l'industria farmaceutica chiede al ricercatore di non pubblicare i risultati che ha ottenuto.
Questa ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Science”.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:
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