lunedì 3 novembre 2008

Odio e amore e aree celebrali

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
“Odi et amo”, diceva Catullo nella sua più celebre poesia. All'epoca sembrava una contraddizione insanabile, che però conviveva nell'animo del poeta innamorato e ferito da Lesbia. Da oggi, grazie a uno studio inglese pubblicato sulla rivista Plos One, sappiamo che amore e odio convivono davvero nel cervello umano, anzi sono attivati dalle stesse aree e dai medesimi meccanismi biochimici.

Gli scienziati infatti, studiando la natura fisica dell'odio hanno riscontrato che alcuni dei circuiti nervosi nel cervello responsabili del sentimento più negativo sono gli stessi di quelli che “attivano” il sentimento di amore romantico. Un risultato sorprendente, ottenuto grazie a uno scanner che ha indagato i circuiti neurali che si attivavano quando le persone sottoposte allo studio guardavano una fotografia di qualcuno che dicevano di odiare. Confrontando i dati con le reazioni avute dalle stesse persone all'immagine di una persona amata, si è scoperto che il “circuito di odio” ha numerose parti in comune con il “circuito dell'amore”. “I risultati - spiega il professor Semir Zeki dell'University College di Londra, che ha guidato lo studio - potrebbero spiegare il motivo per cui sia l'odio e che l'amore romantico possono portare a atti simili di comportamento estremo.
L'odio e l'amore, per il biologo, hanno lo stesso interesse scientifico: sono entrambi irrazionali, e portano entrambi a azioni eroiche o addirittura a atti violenti”.

I 17 volontari arruolati per lo studio hanno tutti confessato di provare un odio profondo per un individuo. La maggior parte ha scelto un ex-amante o un concorrente sul posto di lavoro, anche se una donna ha espresso un intenso odio per un famoso personaggio politico. Gli scienziati hanno scoperto che il "circuito dell'odio" comprende parti del cervello chiamate putamen e insula, che si trovano nella sub-corteccia dell'organo. Il putamen è già noto per essere coinvolto nella percezione del disprezzo e del disgusto. “Significativamente - spiegano i ricercatori - il putamen e l'insula sono attivato anche dall'amore romantico”.
Ma una differenza sostanziale c'è:
l'odio, contrariamente a ciò che si pensa, è assai più razionale dell'amore.

Gran parte della corteccia cerebrale associata a giudizio e raziocinio, infatti, risulta disattivata durante l'amore, mentre solo una piccola parte dell'area “razionale” è disattivata quando si odia. “L'amante non ragiona, è meno critico sulla persona amata - conferma il professor Zeki - mentre chi odia ha bisogno di lucidità per capire come danneggiare il rivale, ferirlo o vendicarsi”.

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