Riportiamo di seguito l'articolo comparso su http://salute.agi.it/ aggiungiamo solo che la domanda da porsi è quali circuiti neuronali associativi abbiamo contribuito a creare nel cervello degli uomini se vedendo biancheria intima femminile la associano ad un utensile. Quindi donna-oggetto non è un luogo comune vetero-femminista, ma è il risultato di un processo educativo fallocentrico. Sarebbe interessante verificare quali risultati emergerebbero se sottoponessimo all'esperimento maschi della stessa età, ma provenienti da culture diverse da quella dominante negli Stati Uniti, i quali purtoppo detengono il primato per gli episodi di violenza contro le donne.
L'accusa piu' frequente rivolta dalle donne agli uomini è quella di vederle solo come oggetti sessuali.
La colpa pero' non e' degli uomini, ma degli indumenti femminili particolarmente sexy, come il bikini, la cui vista 'accende' aree del cervello degli uomini che abitualmente sono attivate alla vista di strumenti o di utensili. Almeno queste sono le conclusioni a cui e' giunto un gruppo di ricercatori dell' Universita' di Princeton guidato dalla psicologa Susan Fiske, che ha ne illustrato i risultati nel corso del meeting annuale della American Association for the Advancement of Science di Chicago.
Analizzando il comportamento di un gruppo di 21 maschi eterosessuali cui erano state mostrate foto che ritraevano donne completamente vestite a figura intera o in abbigliamento intimo, ma senza la testa, i ricercatori hanno osservato che queste ultime rimanevano piu' impresse nella memoria nonostante fossero state mostrate per solo due decimi di secondo.
Da un'ulteriore analisi e' emerso che i volontari che avevano manifestato una piu' spiccata propensione a ricordare le foto di corpi di donne a scansione tonografica attivavano aree del cervello tipiche delle attivita' manuali e non quelle che normalmente si mettono in funzione quando si osservano altri individui o si sta sviluppando un'attivita' sociale.
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