L'iniezione, direttamente nel cervello di topolini e scimmie affetti da Alzheimer di un comune fattore di crescita, rallenta, se non annulla del tutto la perdita della memoria.
E i benefici di questo tipo di trattamento sembrano aumentare proprio in quegli animali che hanno gia' sviluppato in maniera consistente le placche amiloidi che avvolgono il cervello dei malati di Alzheimer.
Lo hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Universita' della California di San Diego che hanno pubblicato i risultati di una loro ricerca sulla rivista Nature Medicine.
I ricercatori hanno somministrato direttamente nell'ipotalamo e nella corteccia entorinale delle cavie - le aree del cervello interessate dal processo di formazione della memoria - una dose di fattore neurotrofico derivato dal cervello (Brain Derived Neutrophic Factor - BDNF). Si tratta di una sostanza che in natura supporta le attivita' delle cellule neuronali, amplificandone le connessioni e le sinapsi. "Abbiamo scoperto - ha spiegato il principale autore della ricerca, Mark Tuszynski - che dopo le iniezioni siamo riusciti ad arrestare la morte delle cellule e allo stesso tempo abbiamo registrato un aumento delle connessioni tra cellule dell'ordine del 25 per cento".
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