La demenza senile tipo Alheimer è la forma più frequente di demenza ed è caratterizzata da una lenta perdita progressiva delle cellule nervose e dei loro contatti.
La malattia inizia silente e si manifesta con leggeri disturbi della memoria e dell’orientamento.
Nell’ulteriore decorso, le capacità mentali vanno continuamente riducendosi cosicché, dopo alcuni anni, i pazienti non sono più in grado di agire e vivere autonomamente. In questa fase, particolarmente problematico per i congiunti curanti è che il paziente non riconosce più i parenti più prossimi o il partner.
A questo si aggiunge che le persone colpite dal morbo di Alzheimer perdono gradualmente la loro personalità.
A tutt’oggi, le cause della malattia non sono completamente chiare ma, al microscopio, i cervelli dei pazienti colpiti da Alzheimer presentano cambiamenti tipici, che possono essere depositi granulosi extracellulari di proteine, le cosiddette placche amiloidi e depositi proteici fibrosi intracellulari, chiamati ammassi neurofibrilari.
Una guarigione dal morbo di Alzheimer finora è impossibile, poiché le cellule nervose distrutte non possono essere rigenerate. Esistono tuttavia farmaci in grado di rallentare il decorso della malattia. Tra i principi attivi dei cosiddetti farmaci antidemenza rientrano gli inibitori dell’acetil-colinesterasi, rivastigmina, galantamina e donepezil, che aumentano la disponibilità del neurotrasmettitore acetilcolina nel cervello e l’antagonista N-metil-D-aspartato memantina, che ha il compito di normalizzare la trasmissione glutamatergica dei segnali disturbata.
Alcuni altri farmaci e terapie sono in fase di studio. (consultate su questo blog alla voce Neuroscienze, gli ultimi studi pubblicati)
Oltre allo sviluppo di un vaccino contro l’Alzheimer, ne fa parte anche l’impiego di cellule staminali adulte, come offerto dall’XCell-Center, che tuttavia non possono garantire un miglioramento del quadro clinico del paziente.
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