La "sindrome del cuore spezzato" esiste davvero, e porta a malesseri addirittura simili nei sintomi a un vero attacco di cuore, che a lungo andare danneggiano seriamente l'organismo.
E' quanto afferma uno studio americano condotto su 70 pazienti tra il luglio 2004 e l'aprile 2008, pubblicato oggi dall' American journal of Cardiology.
La sindrome, chiamata medicalmente 'Takotsubo cardiomiopatia', porta a sintomi simili all'attacco cardiaco scatenati da un potente fattore di stress emotivo, per esempio la fine di un amore.
Dei 70 pazienti analizzati, solo uno su cinque ha avuto problemi seri e ha avuto bisogno di un trattamento sanitario di emergenza, ma tutti sono sopravvissuti e si sono ripresi completamente.
La sindrome, descritta per la prima volta da ricercatori giapponesi nei primi anni '90, e dovuta secondo gli scienziati a un aumento degli ormoni dello stress, a partire dall'adrenalina, che possono temporaneamente danneggiare il cuore.
Tuttavia, l'esatto meccanismo non e' noto.
Fatto sta che tutti i pazienti dello studio con la "sindrome del cuore spezzato" lamentavano i sintomi dell'attacco di cuore, compresi il dolore toracico e la mancanza di respiro.
In circa 2/3 dei casi i pazienti erano stati esposti ad una sorta di pericolo fisico o emotivo, come le cattive notizie su un familiare, un problema domestico, l'annuncio di una grave malattia o di un incidente stradale o, appunto, un grave problema sentimentale. Poco dopo, avevano lamentato i problemi cardiaci. I ricercatori, provenienti da due ospedali a Providence, Rhode Island, hanno creato uno speciale registro per i pazienti.
Una singolare scoperta fatta dai medici e' che la maggior parte dei casi si sono verificati durante la primavera e l'estate.
Al contrario, la maggior parte dei normali attacchi di cuore si sono verificati nel freddi mesi invernali.
Ma a cosa e' dovuta?
"Alcuni - riferisce il dottor Richard Regnante, dal Miriam Hospital di Providence - credono che si tratti semplicemente di una forma di attacco di cuore che' abortisce', inizia a dare sintomi ma poi non prosegue non lasciando alcun danno permanente al muscolo cardiaco.
Altri sostengono che la sindrome non ha nulla a che fare con le arterie coronariche ed e' semplicemente un problema del muscolo cardiaco".
Secondo Regnante "la stagionalita' potrebbe suggerire che quest'ultima teoria sia quella corretta".
Il team ha avviato ora il reclutamento dei pazienti con la "sindrome del cuore spezzato" per un nuovo studio di imaging in cui saranno utilizzati ultrasuoni per scoprire i danni interni causati da questa patologia
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